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« Io speriamo che me la cavoIl discorso »

Non è colpa di nessuno

Post n°40 pubblicato il 28 Novembre 2007 da TamaraRufo
 

Roberta non aveva finito di mangiare, non faceva che starsene imbronciata, si era chiusa nella sua stanza, con un’aria alquanto strana. Mamma sospirava, il pomeriggio dovevamo uscire, vidi che guardava Roberta, con gli occhi incupiti e tristi, e disse: “Roberta, va a prendere la tua roba, é ora di andare.”

Roberta, non era proprio a letto, ma se ne stava con la testa sotto il cuscino. Non disse nulla, si girò dall’altra parte e rimase là, tanto che dovetti avvicinarmi e scuoterla.

“Perché non ti alzi?” dissi.

“Levati di torno, mocciosa,” disse lei di scatto, e mamma, “Roberta!” la richiamò.

“Dobbiamo andare,” dissi io e mi voltai a guardare mamma.

“Stupida, farò tardi alla festa e sarà solo colpa tua,” dissi a Roberta dal corridoio, e mi sentii arrabbiata.

 “Lasciala stare,” mamma replicò, il che non fu affatto divertente per me. Uscii dalla stanza, e sentii che le guance si scaldavano, e di certo mia sorella nemmeno si era mossa.

 “Mamma! voglio andare da sola,” dissi, “Roberta non vuole venire,” andai verso mamma e la tirai per la gonna. “Mamma, mamma,” gridai.

Mi rendevo conto che mamma era stanca, perché aveva la faccia contrariata, “sta a sentire, bambina,” mamma disse a Roberta, “verrà il momento in cui potrai uscire con i tuoi amici, ma questo momento non sarà oggi.”

“Oh, mamma, ma perché? Non è giusto. Lasciami in pace!”

Il viso di mamma era teso e paziente e capii che era meglio se stavo zitta. Mi arrabbiai parecchio però, non mi andava di restare in casa, perché c’era la festa della mia amica Michela e Michela era la mia amica amicissima.

Al che mamma disse: “Crescerai anche tu, Romina,” e io pensai che non sarei più andata alla festa, e Michela non mi avrebbe più parlato, e mi misi a piangere.

Anche Roberta doveva averlo pensato, e ne sembrava molto soddisfatta, perché si mise a sedere sul letto e disse: “non si può nemmeno scherzare, adesso?”

Mamma sorrise appena, e vidi che sospirava, quindi tornò verso di me, e Roberta disse: “Quando allora, mamma? Quando potrò uscire da sola con i miei amici?”

“Quando non avrai più bisogno di mettere la testa sotto il cuscino,” disse mamma.

“Oh,” disse Roberta, “sarà la prossima volta allora,” rispose gentile, ma vedevo che era contrariata, perché ci teneva, e quello che mamma aveva detto l’aveva colpita.

“Ma dai,” disse Roberta, con calma e tono da adulta, “perché devono sempre complicarsi le cose? Ho mai detto che non sarei venuta? E, comunque, potevo far perdere la festa alla piccola?”

“No, figliola, certo che no,” disse mamma, e, di nuovo, vidi che sospirava.

 
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