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Warpaint - Warpaint

Post n°342 pubblicato il 15 Marzo 2014 da syd_curtis
 

 

 

Musica ambient ballabile: Il quartetto delle Warpaint, da Los Angeles, è assieme da dieci anni, e in questo tempo ha prodotto solo un EP e due albums. La pazienza, tuttavia, è ripagata da Warpaint, l'album, il suono di una band che ha lavorato diligentemente per sviluppare un'aura intima e rilassata. La batterista, Stella Mozgawa, è maestra nel movimento in avanti sottotono; accanto a lei, Jenny Lee Lindberg, il cui basso flirta con la melodia e modella la spina dorsale di molte canzoni. La loro interazione dà la scossa alla musica delle Warpaint, che si snoda fino a rompersi in una lenta danza ipnotica. Hanno realizzato ciò che pareva impossibile: fare musica ambient ballabile. (dal Chicago Tribune)

Deleghe e limoni: Persino chi si sente in sintonia con la musica delle Warpaint ammette che quest'album manca, per la maggior parte del tempo, di ganci, groove, o anche solo di un impulso forte. Lo descrive, piuttosto, come una 'esperienza coinvolgente'. Ma la domanda non ha risposta: a che fine indulgere in questa sorta di jam? Come pop è vergognosamente privo di tono, quale space-rock non è analogico a sufficienza per essere deliziosamente retrò, e certamente non è futuristico. I testi sono ugualmente sintomatici, non riescono a impressionare o a coinvolgere, come supponessero che distanza e mancanza di emozione equivalgano a 'mistero'. Come se qualcuno ricevesse la delega per limonare con noi: se ne starebbe seduto composto per tutto il tempo, lasciando sulle nostre spalle tutto il lavoro. (da Pitchfork)

Se hai la bocca buona come la mia, tienila bene aperta: Lo dico a voce alta e vorrei scriverlo pure in maiuscolo: disco magnifico. E' giusto sottolineare il lavoro di Mozgawa alla batteria e di Lindberg al basso: l'album è soprattutto questo, un dannatissimo ritmo nelle cui fibre è cucita la voce. Cosa è veramente sintomatico? Prendete l'incipit: una Intro -nella gran parte dei casi, un insulso riempitivo- in cui Mozgawa commette un errore, si scusa e ricomincia: è uno dei brani più eccitanti e significativi dell'album. E' una promessa ampiamente mantenuta. Il resto è psichedelia, in una delle sue tante manifestazioni fenomenologiche, una cosa che scivola sulle vostre fibre nervose, accarezza, distende, eccita, limona con gusto. Love is to Die, Hi, Biggie, Disco/Very, e poi Drive: me muore. Sì, l'indicazione è questa: limonate con questo disco, allungate le mani e i piedi, toccate e lasciatevi toccare: date retta, non ve ne pentirete. Ah!


 
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Commenti al Post:
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 15/03/14 alle 10:29 via WEB
Mi sono piaciute tutte le ultime cose che hai proposto, ma soprattutto mi piace questo tuo lavoro certosino di ricerca e di traduzione di recensioni prese da fonti alternative, mi sembra un lodevole tentativo di sprovincializzazione (e scusa le zeta) e anche un confronto interessante: oppure un altro modo per dire i gusti sono gusti.
(Rispondi)
 
 
syd_curtis
syd_curtis il 15/03/14 alle 10:54 via WEB
In effetti copiare&incollare i commenti italici mi pareva pleonastico e troppo facile. Quanto alla seconda, sì: de gustibus non est disputandum. Grazie. :-)
(Rispondi)
 
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