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Xiu Xiu - Angel Guts: Red Classroom

Post n°344 pubblicato il 20 Marzo 2014 da syd_curtis
 

 

 

Scorregge stridenti: l'effetto della buona vecchia scuola Xiu Xiu è un avanti/indietro tra incanto e disorientamento. Quando il brano strumentale di chiusura recupera il drone di apertura, ti accorgi di aver percorso una lunga strada, nonostante tutto. Inaspettata, ti precipita addosso una sorta di scorreggia stridente, che ti ostruisce le orecchie (è impossibile non ricordare lo Scott Walker di Bish Bosch). Angel Guts: Red Classroom è la miscela tipica di passione, dolore e imbarazzo che rende gli Xiu Xiu quello che sono. Intrepidi, esigenti, inesorabilmente sovversivi. (da DIS)

Ma a che diavolo stavano pensando?: Jamie Stewart e il resto della band, in continua rotazione, hanno fatto grandi cose in passato. Questo album sembra determinato a raccogliere tutte le cose buone di cui Stewart e soci sono capaci, e gettarle fuori dalla finestra. Ancora una volta, i suoni a bassa tecnologia e minimalisti possono produrre bellezza. Nelle mani di questa band, producono un album che cerca di essere difficile per amor di difficoltà, un album che anche ai più accaniti sostenitori degli Xiu Xiu farà grattar la testa e li indurrà a domandarsi: "ma a che diavolo stavano pensando?". (da PopMatters)

Opinioni di cui far senza: In una lunga intervista al Mucchio, numero di Febbraio, Jamie Stewart racconta a Claudia Durastanti del luogo in cui vive, un sobborgo di Los Angeles, e di come sia per lui fonte di ispirazione: Vivo in un quartiere che si chiama MacArthur Park. Vicino a casa mia c'è un lago con quattro tacchini che ci razzolano intorno. Una volta lo hanno prosciugato e hanno trovato una cinquantina di armi da fuoco sul fondale. E' il genere di posto dove si rinvengono scheletri di neonato nelle palazzine e inciampi addosso a persone con gli occhi fuori dalle orbite, dove puoi comprare una pistola o qualsiasi droga  pesante nel giro di un minuto, dove ogni angolo è pattugliato da una prostituta, uno spacciatore o un barbone. E' un posto complicato, orribile e terribilmente interessante.
Possiamo aggiungere che le prime parole pronunciate nel disco sono le seguenti: Your face is down alone / On your desk / At the end of the city / You were squashed into / There is no one you love.
Con queste premesse, era difficile che ne uscisse un album allegrone. In realtà, è di una cupezza da paramento funebre. Riporta alla luce i resti del post punk di inizio Ottanta, una sorta di dark virato in elettronica. Fosse uscito trent'anni fa, ci saremmo ritrovati a ballarlo vestiti di scuro al Taxi di Milano (poi diventato Hysterica) al Viridis o all'Helter Skelter _il mito, uno spazio minuscolo ricavato all'interno del Leoncavallo (cielo, quanti ricordi)_ con addosso il soprabito nero del nonno. Fuor di nostalgia, non un disco per cui strapparsi i capelli, ma certamente un buon ritorno per Jamie Stewart e il suo gruppo, dopo anni di incertezze. Il singolo Stupid in the dark e Botanica de Los Angeles, i pezzi migliori. Certo che di ballabile c'è ben poco, in Angel Guts (titolo mutuato da un film erotico giapponese), giusto i pezzi di cui sopra, a cui si unisce Bitter Melon, dove si allarga qualcosa che assomiglia a una melodia. Nel resto, solo spigoli e voce sepolcrale.

 


 
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Commenti al Post:
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 20/03/14 alle 21:56 via WEB
e padellate, porco boia: chissà cosa le aveva fatto.
(Rispondi)
 
 
syd_curtis
syd_curtis il 20/03/14 alle 22:44 via WEB
Le avrà fatto bruciare la bistecca?
(Rispondi)
 
 
 
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 21/03/14 alle 17:25 via WEB
A guardare la scritta che esibisce nella foto può essere, infatti alcuni la chiamano bistecca.
(Rispondi)
 
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