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La ragazza del lago 1

Post n°15 pubblicato il 28 Febbraio 2006 da stelly_784
 

Ho visto quasi tutto Sanremo, per cercare di distrarre la mente, ma è inevitabile il contrario. Lo guardavo sempre in famiglia da piccola e da quest'anno dovevo guardarlo con te.
Invece mi hai scritto qualche sms mezzo malinconico, ma neanche poi tanto e poi sei tornato al tuo solito mentre chissà che hai fatto. Quando aggredisci è perchè hai qualcosa che non puoi dirmi. Quando aggredisci...cioè sempre.
C'era voluto così relativamente poco perchè andasse tutto bene tra noi, ci avevo creduto tanto... invece ecco qui il risultato, ecco cosa sei e io non riesco a credere che sei così ed eri com'eri a maggio.
Non riesco più a parlarti, ti sento quasi solo più per avere ogni volta la conferma di quel che sei diventato con me. Ho bevuto quattro tazze di camomilla, ma non mi viene sonno.
Prima ero debolissima, ma avevo la tachicardia... compagna assidua ormai del mio cuore, ma non riesco mai ad affezionarmici.
Sto male, mi hai fatto troppo male. E quel che è peggio è che continui senza fermarti mai e senza neanche preoccuparti, pensare minimamente a come mi fai stare.
Non ti importa proprio nulla come tutte le altre volte dopo le quali nonostante che io fossi lì e comunque tu abbia visto come sto giorno per giorno hai ricominciato a fare le stesse cose cambiando in continuo giudizi su di te e su di me, per non dire su di noi. Ormai non riuscirò mai più ad avere fiducia in te o a passare sopra a tutto ciò che ho visto, vedo, e che ho dentro.
E' troppo anche per me e più passano i momenti e vedo le tue reazioni a tutto questo e sento le tue parole e penso a ciò che fai e più sto male, capisco che non sei tu, che è veramente stato tutto inutile eppure non riesco a non stare così o a farmene una consolazione.

Mi sto comportando da drogata, contenta per la dose raccimolata e che tiene da parte ben bene nascosta aspettando giudiziosamente l'astinenza più dura. Mi sono ridotta così?! per tutto questo. E tutti anzichè capire qualcosa, al limite "mi state più o meno intorno" perchè non mi faccia del male senza capire che quel male già ce l'ho e me l'avete fatto tutti voi. Dire che ho iniziato col gec lavorando proprio sulle droghe. Dire che non ho mai avuto la curiosità reale di provarne finora, e anche ora non è curiosità nè dipendenza, ma il bisogno di trovare una strada semplice, veloce, per non stare così. Ho voglia di prenderle, ma mi ferma soltanto il fatto che starei male presumibilmente svegliando i nonni anche stanotte per colpa mia. E poi mamma. E magari i genitori di Adriano. E io stando così male penso ancora agli altri? il problema forse è la chiarezza che ho, ma è anche l'unica mia forza.
Penso in continuo che vorrei "perdere conoscenza" senza però "addormentarmi"... un modo come un altro per dire che vorrei non sentire più tutto questo rimanendo cosciente, ma il punto credo sia proprio questo. Forse non si può essere coscienti senza provare queste cose. Come a dire che non si può conoscere la droga senza provare?
O forse che non tutto è un esercizio mnemonico.
Ho chiesto a mia madre dei tranquillanti, beh questa specie di diario sarebbe proprio un bell'inizio verso la follia che tutti già mi vogliono vedere addosso. Mi sto arrendendo? Forse. Semplicemente non ho più forze per continuare almeno adesso. Sono davvero troppo stanca e mi viene la nausea perchè lo ripeto già da troppo tempo.
Mi sento uno straccio un po' in balia del vento, appeso con le pinze a qualche corda di chissà quale casa e chissà dove. Forse in quella mia nel tempo che fu.
Dormo vestita, quando crollo per mancanza di forze o per stanchezza, così se non dovessi riuscire a svegliarmi, mia madre non dovrebbe faticare per portarmi in ospedale se dovesse essercene bisogno.
Talmente stavo male e avevo paura per altro che ho chiesto io più volte di portarmi in ospedale l'altra notte. E ne ho sempre avuto la massima paura, da una vita. Ben sapendo che la prima cosa che avrebbero fatto sarebbe stato un esame del sangue. Per non parlare della flebo, della sedia a rotelle con quelle boccette attaccate a me. Mi ha sempre fatto effetto, senso, paura, disgusto. Speravo mi trovassero qualcosa. Forse che mi lasciassero lì.
E sono arrivata a chiederlo, svariate volte.
Ho bisogno di qualcuno probabilmente, ma ho voglia di stare da sola ed ho provato un generale senso di pace e soddisfazione quando Matteo, uno degli amici a cui tengo di più, ha detto che non veniva stasera. Mi sembra brutto, ma mi sembra che non possano capire. Che mi prendono solo per pazza, depressa, sbagliata.
Marco è riuscito ad essere preoccupato, dirmi cose sensate, per come sto ora e non trattarmi come un'ammalata della peggior specie: i compatiti. Non voglio essere compatita, ma capita. Ma Marco ci è passato per queste strade e magari anche da questo tipo di diario. Anche Matte mi ha detto un sacco di cose giuste, e Michele... troppo troppo distante, hanno un sacco di buoni consigli pronti, ma non fanno al caso mio che ho la nausea anche di sentire giusti pensierini. Poi ora non rispondo nemmeno più. Sto male e sto anche diventando un po' arrogante, che l'arroganza non mi è mai piaciuta. Adesso ho sonno. Ogni volta che ho tra le mani un quaderno nuovo con tante pagine, fin da piccola, non so mai bene cosa ne farò, credo ci sia quest'introduzione su svariati miei quaderni, ma questo è di gran lunga quello che mi aspettavo meno diventasse qualcosa del genere. E probabilmente prenderò a odiarlo come la ragazza del lago che tanto poi si è suicidata. Ma perchè a me in quest'inferno non viene a prendermi nessuno?!

 
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