Creato da ing.gorini il 25/09/2010
Raccolta di opinioni di idee critiche costruttive a difesa di Venezia

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I nuovi imbarcaderi al Lido

Post n°2 pubblicato il 25 Settembre 2010 da ing.gorini

                                                                                               Venezia 29-08-2010
Se questa è la nuova porta di ingresso dell’isola del Lido,dovremmo attenderci ancora nuove sorprese ,speriamo  meno impattanti e sopratutto con il concorso del buon senso della  pubblica opinione che raramente viene  sentita ed ascoltata.
Riflessioni con commenti:
Come tanti altri residenti del Lido ero stanco di aver a disposizione un bel piazzale panoramico, aperto verso la laguna ,pieno di ricordi ,ma piccolo e stretto con una contenuta vecchia ma decorosa stazione di arrivo dei mezzi acquei di trasporto da e per Venezia,denominato “Piazzale s. Maria Elisabetta” , che poteva essere chiamato  “Piazzale del bel vedere del bacino di S. Marco e della laguna “ove ogni cittadino che sostava di fronte alla riva ,poteva sentirsi un poeta, in particolare alla sera, mentre si soffermava ad ammirare il tramonto del sole sulla laguna ,dietro il profilo dei colli euganei in penombra ,con il cielo e le nuvole infuocate di luce sopra Venezia.Ricordo ancora  quanto era pieno di gente nella sera del Redentore.
Mi pareva giusto che l’Amministrazione Comunale  annunciasse  l’ammodernamento del piazzale e degli imbarcaderi ,in particolare mi piaceva l’idea dell’ampliamento del piazzale verso la laguna ,ma oggi lo sono meno, per le nuove anonime tettoie degli imbarcaderi dell’ACTV ,che hanno  occupato del tutto il nuovo spazio,costituendo una anacronistica orrenda barriera visuale senza soluzione di continuità ,lungo tutta la riva del piazzale,che impedisce la vista della laguna  ( innovazione  sgradita  alla maggior parte dell’opinione pubblica e dei passeggeri ,per la quantità eccessiva di pilastri e pilastrini, con  eccessivi  lunghi e snodati ed inutili percorsi coperti ,(“il festival …..della pensilina in alluminio“) I residenti  si aspettavano piuttosto sul piazzale un ampliamento degli spazi liberi,con panchine  per la sosta dei turisti e dei cittadini ,con  passeggiate tra aiuole fiorite ,e panchine per la sosta all’ombra di pini marittimi ,come si vedono nei più rinomati centri turistici italiani ed esteri ,per godere  della vista della Laguna e del bacino di S. Marco ,dal piazzale così ampliato e decorosamente attrezzato e alberato, e dei nuovi e più contenuti imbarcaderi con una unica meno impattante copertura ,sostenuta tramite tiranti ,come sartie di navi, da pochi importanti pilastri  . Mentre oggi sotto le tettoie si notano un continuo via vai di persone che freneticamente cercano di arrivare  dopo i lunghi e tortuosi percorsi alla linea di imbarco ,spesso sbagliando ,o nella corsa sbattendo con la testa su uno dei tanti pilastri ( troppi e tali da costituire degli ostacoli pericolosi per chi, come capita spesso, corre per non perdere il “Vaporetto”,)o di chi cade per terra  per un gradino imprevisto e  pensa forse in quel momento  a quanto più comodi e più sicuri erano  i vecchi imbarcaderi.
 Come quelli delle Motonavi per S. Marco ,anche se caldi d’estate e freddi e ventosi d’inverno.( problema questo  sembra ancora non risolto) .Inoltre mentre si sottolineano gli eccessivi gradini e i troppi livelli del piazzale .Si è notato inoltre  che  la  quota della pavimentazione del piazzale ,poteva essere progettata un po’ più alta,in particolare adeguando l'esistente piazzale  ,per evitare di essere sommersa anche essa in casi di maree eccezionali , o con fenomeni di sessa della laguna veneziana .
Mi congratulo soprattutto per la realizzazione dei nuovi grandi uffici del personale ACTV ,e degli ambienti riservati al personale,( beati loro, ma dovevano essere fatti proprio lì ? )  arredati e completi di grande televisore sempre acceso ,simili a stazioni di check-in  di un grande  aeroporto, come si poteva notare attraverso le  luminose vetrate  con vista sulla laguna ,come torri di avvistamento aeroportuali,  che coprono gran parte della  riva  a disposizione .( ma ultimamente oscurate con manifesti degli orari di trasporto , forse anche per un dovuto decoro e privaci dello stesso personale )( mancano invece i necessari servizi igienici per i passeggeri  che soffrono di incontinenza per l’attesa ,a causa spesso degli  eccessivi  ritardi dei mezzi di trasporto,come in tutte le stazioni più importanti  ).

 Preziosi spazi sottratti a noi cittadini del Lido ,nella zona più bella dell’isola ,che non abbiamo saputo  apprezzare abbastanza e non siamo riusciti a salvare ,e che in cambio del nostro vecchio malandato piazzale con vista panoramica, ora disponiamo di una sola grande pensilina per ripararci dalla pioggia ( come se al Lido dovesse piovere tutti i giorni, ma d‘estate avrei preferito sulla riva del piazzale l‘ombra di grandi pini marittimi ,sotto la quale ammirare la laguna), ed un’alta pensilina poco funzionale ,con velleità simbolico scultoree ,come la statua della libertà,utile forse in futuro per piazzare alcuni pannelli solari per l'illuminazione ed il condizionamento dei locali del personale, sotto la quale  c’è rimasta l’unica finestra sulla riva d’acqua disponibile ,dalla quale poter guardare un pò di laguna ed il bacino di S. Marco .

Alla fine ci si domanda se non era meglio ammodernare con minor spesa  ,quello che c’era ma allargando ancora di più il piazzale a disposizione dei cittadini,e aumentare il numero delle corse nelle ore di punta e rendere soprattutto i mezzi di trasporto più comodi e meno affollati ( le sedute e gli interspazi degli arredi dei mezzi di navigazione devono essere stati progettati per anoressici o pigmei….),o in alternativa abbassare e contenere il prezzo dei trasporti per tutti.
Ing .Bruno Gorini

 
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ing.gorini
ing.gorini il 02/11/10 alle 09:18 via WEB
Riflessioni sulla grande marina al Lido ,come ultima occasione per il suo rilancio turistico: Spero nel buonsenso della gente e del Sindaco ,quando avranno letto la notizia allarmante di qualche fanatico naturalista (o cointeressato alla darsena della Isola della Certosa ….) ,pubblicata sul gazzettino alcuni giorni fà, che rivendicando la giusta causa della mancanza di strutture sanitarie per gli abitanti del Lido e di Pelestrina , unanimemente condivisa da tutti gli isolani ,annuncia l'inquinamento delle spiagge conseguente alla progettata “Grande darsena a mare” a S Nicoletto, che meglio chiamerei “marina grande per barche da diporto”! L'ipotesi è di un migliaio di barche in una grande darsena ricavata lato mare ed a ridosso della diga foranea del Lido,che inquinerebbero con i loro scarichi a mare ,ma vorrei che si precisasse, nell’ipotesi assurda che l'equipaggio ed i passeggeri di tutte le barche ormeggiate rimanessero continuativamente a vivere a bordo ,impensabile per chi ha esperienza sulle grandi marine di Bibione ,di Jesolo o di Chioggia oppure a Mestre o alla Certosa .In questo caso allora, e per lo stesso motivo inquinerebbero anche tutte le barche che sostano in laguna, le stesse che non trovando ricovero nella darsena, costeggiano in navigazione il nostro litorale o in crociera entrano nella nostra laguna !!. Penso allora alle grosse barche da crociera che sostano in canal salso nella grande marina di Mestre che per uscire in mare transitano in laguna o, come quelle che dalla darsena della Certosa,quando lo permetterà “il Mose “,devono navigare in laguna per 4 o5 km naturalmente inquinando con i loro grossi diesel l’acqua e l’aria ,o ai transatlantici ( spesso contemporaneamente presenti in marittima anche in 5 o 6 unità ),per circa sei o settemila turisti , se non di più , o i lancioni provenienti da Iesolo, o da Chioggia ,(che non arricchiscono di certo l'economia veneziana ,ma che mettono in crisi i trasporti lagunari dei residenti e dei turisti che alloggiano nel centro storico), che sostano anch'essi in laguna .Penso alle barche ormeggiate nei due o tre piccoli porticcioli o diporti della laguna , oppure agli scarichi delle abitazioni e degli alberghi e delle case dei Veneziani, tutti che contribuiscono ad inquinare la laguna ,la quale con la marea trasferisce l'inquinamento in mare e quindi nelle spiagge , tramite le bocche di porto ,come la grande darsena ,(ma almeno quest'ultima non inquina le acque della laguna).Inquinamento purtroppo spesso ineludibile che comunque ci ritroviamo inevitabilmente sulle spiagge , lo stesso prodotto dai transatlantici in marittima che scaricano i fumi delle loro turbine nell’aria o in navigazione in mare, o dai mercantili o dalle petroliere o dalle chimichiere, che sostano in rada di fronte alle spiagge ,e che oltre ad inquinare il mare con scarichi “a volte “accidentali, inquinano pericolosamente l'aria in particolare ,tramite l’apertura automatica all’atmosfera delle valvole di sicurezza delle loro cisterne quando la temperatura sale,come si è potuto ripetutamente constatare durante alcune afose giornate estive, proprio nelle spiagge più rinomate del Des Bains o dell’Excelsior . Nella marina a mare come nei grandi diporti, ci sono sempre state problematiche derivanti dall’inquinamento , ma per certi versi si possono anche prevedere ed alleviare , come l’ istituzione dei controlli alle grosse barche in sosta ,imponendo dei serbatoi di accumulo delle acque di scarico ( non quelle di raffreddamento del motore), per la successiva raccolta da far confluire , in un apposito impianto di trattamento ,così come anche per la grande marina sarebbe risolto il problema dell’inquinamento. Questo progetto della grande darsena è attualmente e rimane per i veneziani ,e per tutte le persone di buon senso e lungimiranti, una occasione da non perdere per il Lido ,per il suo rilancio turistico, per la sua economia e per i nuovi posti di lavoro che si verrebbero a creare !Non essendoci al momento altre idee o alternative e forse anche per il futuro …Poi da questa attività si spera ne possano derivare altre collaterali ,come la stessa manutenzione delle barche, per la grande tradizione del vicino Arsenale e collegate ad esso ecc…..e da cosa nasce cosa .Quanto sopra potrà essere realizzato, sacrificando ad un privato che ne garantirà la gestione e la concessione a termine ,un tratto di spiaggia libera a S. Nicoletto,a ridosso della diga foranea , che risulta come sempre pieno di immondizie della risacca che nessuno pulisce,e poco frequentato. Tratto di spiaggia libera e da sempre abbandonata ,come i vasti litorali degli Alberoni ,ai confini delle tante deprecate e mal gestite concessioni demaniali degli enti di stato,confinante con l’aeroporto, e con un’area ancora edificata da bunker in cemento armato abbandonati ,antigienici e maleodoranti ,mai demoliti residuati bellici dell’ultimo conflitto. Ing. Bruno Gorini
(Rispondi)
ing.gorini
ing.gorini il 06/11/10 alle 10:59 via WEB
Mi è sembrato che la Rai in genere, ed in particolare Rai Tre ,abbiano trascurato in questi giorni la notizia della grave alluvione nel Veneto, pesante sotto l'aspetto economico di una regione che non urla e non sbraita contro il governo ,quando è investita da qualche frana ,perchè abituata a ricostruire da sola e leccarsi le ferite ,per fenomeni e disastri conseguenti ad eventi metereologici eccezionali.Contrariamente Rai Tre dà risalto alle notizie di quanto succede in altre regioni , come la spazzatura di Napoli o Le donnette di Berlusconi,notizie di malcostume in genere di certe regioni ,da sempre radicati in certe popolazioni o vizi e difetti o eccessi, di particolari persone di potere...che se raccontate in continuità danno anche un fastidio epidermico ,da far votare perfino per la Lega per non poterne più della politica. Ing Bruno Gorini
(Rispondi)
ing.gorini
ing.gorini il 08/05/11 alle 11:49 via WEB
Il D.L del Governo per rilascio di concessioni demaniali sulle spiagge italiane , per un periodo di 90 anni ,senza nessun motivo ,se non quello di fare cassa per lo stato e per i privati , a detrimento della godibilità del territorio e del paesaggio da parte dei cittadini ,così come enunciato dai quotidiani ,deve essere a mio parere rivisto e meno generalizzato. Questi sono i requisiti che dovrebbero avere le concessioni demaniali sulle spiagge : Tutte le concessioni saranno nominali e gestite direttamente dall’intestatario ,non saranno trasmissibili per eredità ,né oggetto di vendita o affitto a terzi. E per questo i tempi di durata più ragionevoli dovrebbero essere al massimo di 30/40 anni, salvo casi eccezionali per importanti interventi di interesse pubblico ed impegni finanziari, con programma di ammortamento dei capitali investiti ,del tipo Progect Financing. Alla loro scadenza naturale , tutte le concessioni sulle spiagge potranno essere rimesse in gara di appalto tra tutti i cittadini che lo richiedono. Fissare ai richiedenti i tempi della durata delle concessione sulle spiagge, in funzione dal programma di realizzazione delle infrastrutture e delle costruzioni e del loro ammortamento ,che il concessionario si propone di realizzare, presentando un progetto ben preciso nel rispetto del paesaggio preventivamente depositato ed approvato dalla pubblica amministrazione. I requisiti e lo scopo del progetto devono essere l’impegno per il mantenimento e manutenzione compresa la pulizia periodica della battigia e della spiaggia o della costa , valorizzandone le risorse turistiche e paesaggistiche del territorio. Ovviamente la durata delle concessioni sarà differenziata ,anche per periodi inferiori ai 10 anni per chi dispone solo di un modesto e contingente piano di investimenti per ammodernamenti e manutenzione di strutture già esistenti. Si dovranno escludere o decadenti dalla concessione, coloro che intendono ricavare solo una rendita da un bene demaniale ,concedendolo in affitto a terzi . . Ing Bruno Gorini
(Rispondi)
ing.gorini
ing.gorini il 28/06/11 alle 08:44 via WEB
A proposito di ....costume Al Lido di Venezia è successo che per realizzare un nuovo monumentale palazzo del cinema ,da parte della pubblica Amministrazione ,con tecnici preposti di nomina politica (ovviamente romana e non ....),ma con i fondi in prevalenza ricavati dalla svendita dell'ospedale al mare ,pertanto a scapito della salute e delle tasche degli abitanti dell'isola( perché l’ospedale era stato costruito prevalentemente con lasciti di benemeriti della popolazione locale) ,in occasione dell'ormai passato e festeggiato anniversario dell'unità d'Italia ( in onore del quale avrebbe dovuto essere stato costruito il nuovo palazzo del cinema),hanno creato a forza di scavare, per realizzare le fondazioni e la parte interrata del nuovo palazzo , un enorme buco grande come un cratere ,ove sorgeva una volta il forte austriaco delle quattro fontane , e la sovrastante miniera (deposito interrato e ricoperto)di lastre di eternit delle demolite capanne post belliche delle spiagge. L’intervento ha compromesso la funzionalità dello stesso ex Casinò, in quanto con lo scavo sono sparite nella discarica le gradinate in pietra d'Istria che integravano ed arricchivano l'architettura maestosa dell'edificio. Nel cratere si dice, siano a tutto oggi spariti circa 30 milioni per recuperare e mettere in sicurezza le lastre di eternit di cui nessuno conosceva l'esistenza . Dicono inoltre che le terebrazioni non avevano individuato la presenza di eternit,ma queste se fatte a regola d’arte ,visto il quantitativo di eternit ritrovato, é praticamente impensabile per persone esperte.... .Dopo il primo scavo ed il primo ritrovamento di amianto, bastava il buon senso e la professionalità ,del Direttore lavori ,o del commissario governativo , per fermare i lavori e scoprire ,se non l'avessero fatto prima, che tra i documenti storici dell'Ufficio Edilizia Privata, c'erano gli interramenti di notevoli quantità di lastre di eternit , in vicinanza della dismessa pista di pattinaggio che tutti i giovani veneziani di allora ricordano. Avrebbero dovuto contestare le terebrazioni , fermare la escavazione ed effettuare ulteriori sondaggi e realizzare un eventuale ricoprimento a sarcofago di calcestruzzo delle lastre di eternit in sito, come diligentemente e da esperti professionisti avrebbero dovuto e potuto fare . Di conseguenza dovevano pensare fin da allora ad una variante al progetto, rinunciando alla parte interrata del fabbricato ,per realizzarla anche essa fuori terra , alzandone la quota di imposta delle fondazioni . Visto che l’aspetto architettonico di un “sasso”,così come è chiamato il progetto dell’edificio ,più o meno alto rispetto alla sede stradale, in questo contesto è poco influente, non essendoci particolari vincoli. Ma perché non sono state consultate in tempo le planimetrie storiche del Comune ,che avrebbero individuato la presenza della discarica con il suo quantitativo di eternit, ed il forte austriaco delle" Quattro fontane" ? .Mi dispiace giudicare dei colleghi professionisti ,perché anch'io sono un Ingegnere Civile , ma la critica la faccio quando non riesco a giustificare certi comportamenti .Forse nella scelta del sito ove costruire il nuovo palazzo del cinema ,poteva aver influito il pensiero lungimirante di chi,occultando le planimetrie storiche, voleva rimediare indirettamente ai passati errori della Pubblica Amministrazione nell’ interramento di materiale contenente amianto,realizzato a suo tempo senza i necessari accorgimenti. Ipotesi questa molto fantasiosa, che potrebbe essere interpretata oggi anche come meritoria, per l’ecologia del territorio,ma che arricchisce oltremodo chi recupera e gestisce le discariche dei materiali pericolosi come l’amianto e forse non solo loro…!!! a scapito dei finanziamenti destinati alla mostra del cinema. Con questo si è rischiato di concorrere ad affossare definitivamente la realizzazione del nuovo palazzo e con esso la Mostra del Cinema di Venezia , per favorire così definitivamente la concorrenza romana. Solo ora, dopo parecchi mesi,e dopo aver speso circa € 30.000.000.00 in un inutile scavo di materiali ,che saranno stati impachettati e costosamente interrati in altro sito.....in questi giorni ,l’ ex presidente della regione Veneto ,scopre che i soldi per la realizzazione della nuova struttura interrata non bastano più e finalmente lancia l’idea di riprogettare l’edificio non più fuori terra,ma con un ridotto finanziamento,perché decurtato dal prolungarsi dell' intervento di bonifica ecc. ecc. anzi chiedendo un ricorso ai finanziamenti diprivati. Per quanto sopra, e mettendo da parte tutte le ipotesi fin qui ventilate ,vista la conduzione dei lavori,e la mancata programmazione delle spese e dei finanziamenti auspicherei almeno l’apertura di una dovuta inchiesta. Quei soldi erano anche i nostri,quelli ricavati dalla vendita dell’ospedale al mare . Spero ,che questo mia breve denuncia dedotta prevalentemente da notizie giornalistiche,quindi a conoscenza della pubblica opinione, ormai assuefatta a scandali e al malcostume della pubblica amministrazione , venga letta da chi di dovere e ne faccia un uso appropriato . Ing Bruno Gorini
(Rispondi)
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