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Prossimamente “Sentinelle in Piedi” anche a Salerno. Vegliare in silenzio oggi per custodire la libertà di espressione domani

Post n°24 pubblicato il 24 Aprile 2014 da Veritatis1973

 

Prossimamente “Sentinelle in Piedi” anche a Salerno.

Vegliare in silenzio oggi per custodire la libertà di espressione domani



Sentinelle in Piedi è una resistenza di cittadini che vigila su quanto accade nella società e sulle azioni di chi legifera denunciando ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’uomo e la civiltà.

Ritti, silenti e fermi vegliamo per la libertà d’espressione e per la tutela della famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna. La nostra è una rete apartitica e aconfessionale.

Vegliamo leggendo un libro in segno della formazione permanente di cui tutti abbiamo costantemente bisogno, rivolti nella stessa direzione che è quella di un futuro migliore.

Vegliamo nelle piazze italiane di fronte ai luoghi di potere, con la nostra presenza numerosa e silenziosa ribadiamo che non è possibile zittire le coscienze di chi ha gli occhi aperti.


In Italia le Sentinelle in Piedi sono nate in difesa della libertà di espressione messa in discussione dal ddl Scalfarotto, già approvato dalla Camera e ora al Senato. Il provvedimento viene presentato come necessario per fermare atti di violenza nei confronti di persone omosessuali, ma il nostro ordinamento giuridico punisce già qualunque atto di aggressione e la Costituzione tutela già tutte le persone in quanto tali. Questo testo è invece liberticida e incostituzionale, in quanto non specifica che cosa si intende per reato d’omofobia, lasciando al giudice la facoltà di distinguere tra un episodio di discriminazione e una semplice opinione. Pertanto potrebbe essere denunciato:


• Chiunque affermi pubblicamente che la famiglia naturale è fondata sull’unione tra uomo e donna;

• Chiunque si esprima pubblicamente come contrario al matrimonio tra persone dello stesso sesso;

• Chiunque affermi pubblicamente che un bambino per crescere ha bisogno di un papà e di una mamma e dunque sia contrario alle adozioni da parte di coppie omosessuali, rischiando fino a 1 anno e 6 mesi di carcere.



Vogliamo perciò vegliare in silenzio oggi per essere liberti di esprimerci domani.

Se anche tu credi nella libertà d’espressione, veglia con noi!


 

12.04 - Trieste

Per ulteriori informazioni:

http://sentinelleinpiedi.it/

Su Facebook: Sentinelle in piedi


FOCUS. Alcune risposte alle domande più comuni


1. COS’È L’IDEOLOGIA del “GENDER”? Per “teorie di genere” (“Gender Theory”) si intende un complesso di studi ed opere saggistiche prodotte soprattutto nel mondo anglosassone, a partire dagli anni ’60, in diversi ambiti accademici (psicologia, filosofia, sociologia, linguistica). Queste teorie nascono nell’ambito dei movimenti ideologici femministi per contestare il sistema tradizionale di considerazione sociale della donna, a tratti decisamente discriminatorio. L’identità sessuale, fondata sulla realtà biologica psicofisica, è sostituita dall’identità di “genere”, concetto aperto che abbandona il dualismo eterosessuale in favore della più vasta ed arbitraria gamma di auto-rappresentazione di sé (5 i generi principali: maschile, femminile, omosessuale, transessuale, ermafrodita, ma il governo australiano ne ha riconosciuti ufficialmente 23, mentre l’edizione americana di Facebook permette di scegliere il proprio genere tra 56 diverse opzioni). Il genere è un dato mutevole, fluido, influenzato, questo sì, dal contesto ambientale e ancor più dal desiderio sentimentale individuale o dall’emotività passeggera. 

Nonostante le teorie di genere siano smentite dalla mole di evidenze scientifiche che ci raccontano l’assoluta naturalità di un sistema incardinato sulla complementarietà dei sessi maschile e femminile, fortemente caratterizzati ancor prima della nascita anche quanto al loro svolgersi psico-attitudinale,  esse vengono oggi brandite in ambito politico nelle battaglie per i “diritti” e per l’”uguaglianza”: si tratta dunque di una vera e propria nuova ideologia. Al contrario l’unica vera ingiustizia è spacciare per vera e indispensabile un’ideologia che nega la realtà antropologica più evidente di tutte: che si nasce maschi e femmine e che la complementarietà delle doti naturali dei due sessi è una ricchezza straordinaria per l’umanità intera, passaggio obbligato di ogni speranza di progresso.


2. COS’È L’OMOFOBIA? Il termine omofobia è un neologismo inizialmente utilizzato in ambito giornalistico per indicare i casi di violenza nei confronti di persone omosessuali. Il significato di questo termine è stato ampliato, fino ad includere come espressione di omofobia anche tutte le forme di pensiero, critica, obiezione o dissenso rispetto alle rivendicazioni delle associazioni LGBT (lesbian-gay-bisexual-transexual). Ciò fa di questo termine un vero e proprio strumento di repressione nei confronti di chi sostiene un’antropologia differente da quella della teoria Gender, e nei confronti di chi non accetta l’imposizione mediatica, educativa e legislativa di questa ideologia.


3. SIETE CONTRO GLI OMOSESSUALI? No, non siamo contro le persone con orientamento omosessuali. Rifiutiamo nel modo più assoluto qualsiasi violazione della dignità propria di ogni essere umano, a prescindere da ogni altra specificazione. La nostra battaglia non è contro nessuno; è bensì un impegno a favore ed in difesa di valori antropologici imprescindibili che appartengono a tutta la società: la famiglia, costituita da un uomo e una donna, i diritti dell’infanzia e la libertà di espressione. La presenza di una coppia genitoriale uomo-donna è fondamentale per lo sviluppo dell’identità, affinché il bambino possa sviluppare una chiara idea di sé, un’identità solida e matura, ha bisogno di potersi identificare nel genitore dello stesso sesso e differenziare dal genitore di sesso opposto.

Ha bisogno di scoprire attraverso di loro, che sono il suo riferimento primario, il mondo del maschile e il mondo del femminile, in termini di sentimenti, di funzionamento, di atteggiamenti e di ruoli. Se questo processo non può avvenire quotidianamente, perché la coppia genitoriale non costituisce l’immagine della complementarietà maschile e femminile, il bambino avrà difficoltà a sviluppare una chiara idea di chi egli sia, come maschio o come femmina, e ad interiorizzarla nel profondo. La sua identità può rimanere allora frammentata, confusa, fragile, a grave danno di tutta la persona.

 
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