Creato da: blobbino2005 il 29/12/2005
Il fischiettista è molto utile per la comunità. Mi chiamo Giovanni Maria TAMPONI, sono un collaudato whistleblower e sottolineo l'importanza di creare un ambiente che non impedisca ai fischiettisti di fare il loro dovere (morale) cioè quello di denunciare strani comportamenti sbagliati all'interno della propria Azienda (ci saremmo risparmiati una figuraccia internazionale con i casi di Parmalat, Cirio, Banca d'Italia etc.:) e soprattutto come nel caso del sottoscritto, licenziato illegittimamente per ben due volte dagli amministratori di una Pubblica Amministrazione (CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA) solo per aver denunciato una truffa a danno degli utenti dell' Ufficio BREVETTI & MARCHI. Grazie al cielo ne sono uscito recentemente vittorioso (dopo dieci lunghi anni) è sono stato gratificato dai dirigenti camerali corrotti con un congruo risarcimento dei danni morali, retribuzioni arretrate comprese. Loro sono stati semplicemente puniti con una censura verbale seguita da un trasferimento d'Ufficio presso altra Area. Non ho potuto fare altro che denunciarli alla Magistratura contabile. Il BLOG è dedicato al mio amico Gian Paolo POGGI, ex Direttore di un' Azienda della CCIAA di Roma. Questo coraggioso "Whistleblower", recentemente scomparso, aveva denunciato delle gravi irregolarità e quindi licenziato illegittimamente durante un periodo di malattia (tumore al pancreas). L'impunità in Italia è uno STATUS SYMBOL.

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attaneo

Post n°1297 pubblicato il 14 Gennaio 2008 da blobbino2005


INTESA SEGRETA RAI-MEDIASET - A CATTANEO E ALLA BERGAMINI POTREBBE ESSERE CONTESTATA L’INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO - E I LORO NOMI POTREBBERO NON ESSERE ISOLATI, MA SOLO I PRIMI DI UNA SERIE …



Walter Galbiati e Emilio Randacio per La Repubblica

L´ex responsabile del marketing della Rai, Deborah Bergamini, ma anche l´ex direttore generale di viale Mazzini, Flavio Cattaneo, rischiano a breve un´incriminazione. E i loro nomi potrebbero non essere isolati, ma solo i primi di una serie.

Perché, è la tesi della procura di Milano, a una televisione di Stato, chiamata all´esercizio di un servizio pubblico, non è consentito di ritardare la diffusione di dati elettorali, piegando perfino le informazioni sulla morte del Papa all´interesse "superiore" della politica, come sarebbe invece avvenuto prima, durante e al termine delle elezioni regionali del 2005. E così, i pm hanno deciso di contestare il reato di «interruzione di pubblico servizio» ai manager di viale Mazzini intercettati nell´ambito dell´inchiesta sul sondaggista del Cavaliere, Luigi Crespi.

Da due settimane, il procuratore Manlio Minale ha affidato il compito di vederci più chiaro a due pm: Giulia Perrotti e Laura Pedio. Al momento l´indagine è contro ignoti. È probabile che il primo passo ufficiale sia quello di fare trascrivere quelle oltre 9mila pagine di conversazioni. Fino a oggi, infatti, agli atti dell´inchiesta ci sono solamente i «brogliacci», ovvero le annotazioni effettuate da un militare della guardia di Finanza che ha sintetizzato in poche righe il contenuto delle telefonate. I colloqui sono più ampi, forse ancora più espliciti.


Dopo la pubblicazione delle intercettazioni su "Repubblica", ai vertici della Rai e agli ordini professionali di appartenenza dei protagonisti di questa brutta storia è stato ufficialmente negato l´accesso alle intercettazioni. Un segnale preciso, da cui si desume l´esistenza di un´indagine, ormai ufficialmente aperta.

La vicenda parte nel marzo del 2004, quando l´Hdc di Crespi, il sondaggista per anni vicino a Silvio Berlusconi, fallisce. In poche settimane un rapporto finisce alla procura, che apre un´inchiesta e mette sotto intercettazione i telefoni del consulente. Visti i contatti frequenti con la Bergamini, all´epoca già approdata sotto l´ala protettrice di mamma Rai, i pm ottengono il controllo della sua utenza cellulare con la motivazione che la «Bergamini è un alto dirigente della Rai, amica di Crespi. È a conoscenza delle vicende della società Hdc Spa e in particolare dei rapporti intercorsi con Publitalia/Forza Italia come emerge da alcune telefonate intercorse tra lei e Crespi».

In novembre, con il deposito di tutti gli atti raccolti dall´inchiesta dei pm Pedio e Pellicano, si scopre che tra i brogliacci finiti agli atti ci sono anche i contatti tra i vertici Rai sotto il governo timonato da Silvio Berlusconi e i vertici Mediaset, che del Cavaliere, ovviamente, sono dipendenti. E dai frenetici contatti è emerso il patto occulto tra i due colossi dell´informazione.



 
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Commenti al Post:
martinelli.renato
martinelli.renato il 25/01/14 alle 10:47 via WEB
Dopo questo magna magna, cosa aspettano ad abolire il (maledetto) canane rai ?
(Rispondi)
 
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