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« Sussurri ...Io che ho amato... »

Les Amants...

Post n°22 pubblicato il 04 Febbraio 2015 da Om_Siddhartha_Om
 

 

 

Non sono mai stato un uomo superficiale,

una persona che attraversa le cose distrattamente

senza cogliere i dettagli e le sfumature del mondo.

Ho sempre avuto  una certa sensibilità per il

particolare, il grigio celarsi d'un ombra,

lo sbuffo arricciarsi delle labbra, il torcersi delle

dita torturate dall'ansia.

Sostare sui merli d'una torre ha il pregio di

avere ai propri piedi i passi della gente,

l'affannarsi rigoglioso dei pensieri di una

moltitudine in continuo divenire.

L'orizzonte che va distendendosi, l'aria che sale

tiepida o che ne discende gelando il viso ,

rendendolo liscio e tagliente come il vetro,

mentre il vento scompiglia i capelli e scuote

le fronde.

Si questa torre è sempre stata la mia compagna,

alta come una colonna di un tempio insuperato,

possente come i bastioni di Agharti,

sassi lisci e smussati come rocce levigate dal

mare, pietre d'angolo chiare come sabbia di un

deserto infuocato.

La amo e la odio ...si la amo come potrei amare

una donna desiderabile e voluttuosa,

capricciosa e superba con la mente fine

come uno stiletto che ti entra lento fino

al midollo d'ogni singola cellula.

E la odio per il suo invulnerabile silenzio,

per l'eternità che confina la mia umanità

nel limbo delle cose che svaniscono nelle

sabbie del tempo.

La odio certo ...ma come potrei odiare una

donna che mi si concede senza combattere,

che svuota la mente dai ricatti del'adulazione,

che si sveste senza grazia e nulla concede

alla lussuria della raffinatezza,

al compiacimento della bellezza dei movimenti

o al fascino iniquio e ardente delle parole.

Ma il mio odio altro non'è che invidia ...

una gelosia malriposta verso cio che mi trascende,

così resto nella mia umiliazione di mortale,

di colui che osserva l'infinito con

l'immutabile bellezza che la vista gli regala.

Lo contemplo  e in questo so  d'essere

granello d'infinitudine, ma resto solo in questo

mio mutare.

Ora è il ricordo di ciò che è stato a farmi vacillare,

i roghi sotto gli archi del loggiato,

le lunghe cavalcate fra i boschi di cedri,

la spada che lesta s' abbatteva sui corpi dei nemici,

come falce messoria sui teneri fili d'erba,

e Lei...

Lei con i suoi capelli vermigli, come rosse spighe

di grano,

Lei che mi scaldava il petto con l'indaco degli occhi,

e ancora Lei che danzava scalza sulle coltri di neve,

mentre tutto intorno taceva,

e la notte, vestita d'inchiostro,

col suo pennino d'argento scriveva le pagine

del nostro Amore

 

Siddy

 

.

 

 
 
 
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Un blog di: Om_Siddhartha_Om
Data di creazione: 18/01/2015
 

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