Creato da Wurizyko il 12/03/2005

Come la penso io

Eventi politici e non colorati da impressioni del sottoscritto

 

 

BUON NATALE A TUTTI!

Post n°181 pubblicato il 24 Dicembre 2005 da Wurizyko

BUON NATALE A TUTTI! SE VENITE NEL MIO BLOG HTTP://GRAZIEAMERICA.BLOGSPOT.COM TROVERETE UN BELLISSIMO MESSAGGIO DI AUGURI!

CIAO

RICCARDO

 
 
 

Post N° 180

Post n°180 pubblicato il 11 Settembre 2005 da Wurizyko
Foto di Wurizyko

Oggi il mio pensiero và alle vittime dell'11 settembre 2001,dell'uragano Katrina e degli attentati in tutto il mondo.

Ora la sede del mio blog è spostata su http://grazieamerica.blogspot.com

Ciao a tutti

 
 
 

Post N° 179

Post n°179 pubblicato il 22 Luglio 2005 da Wurizyko
Foto di Wurizyko

Ciao amici

anch'io in seguito ad alcuni problemi con il computer mi trovo costretto a traslocare la mia sede principale al sito :    http://grazieamerica.blogspot.com/

Questo blog resterà in funzione anche se magari non sarà più aggiornato ogni giorno se non per le notizie principali.

Vi attendo numerosi sul mio nuovo blog e vi chiedo di lasciare numerosi commenti per discutere di ogni argomento.

GRAZIE MILLE CI SCRIVIAMO PRESTO CIAO

                                       Wurizyko

 
 
 

Post N° 178

Post n°178 pubblicato il 21 Luglio 2005 da Wurizyko
Foto di Wurizyko

Difesa attiva contro i criminali

Il diritto naturale alla difesa personale, viene sostanzialmente soppresso dalle normative che proibiscono la detenzione e il porto di armi senza una apposita autorizzazione.
In Italia la concessione è subordinata alla decisione del prefettoin caso di dimostrato bisogno”.
Frase sibillina e vaga che lascia una amplissima discrezionalità ai prefetti.
Domanda, certificato medico, attestato di abilitazione al tiro (o autocertificazione sull’aver fatto il servizio militare).
Marche da bollo e tassa.

Entro 120 giorni il prefetto dovrà rispondere se concedere o meno il porto d’arma corta.
Manca una qualsivoglia indicazione che delimiti il campo della discrezionalità del prefetto.
Come interpretare il “caso di dimostrato bisogno” ?
Una persona particolarmente facoltosa e a rischio sequestro, certo, allora perché non l’intera famiglia, domestici inclusi ?
Gioiellieri, commercianti che maneggiano ingenti somme di denaro, allora perché non i cassieri di banca ?
E non è forse un “caso di dimostrato bisogno” il doversi difendere da scippatori di varie specie che infestano le città ?
E’ evidente che la normativa, così com’è, non solo viola il diritto naturale alla difesa, ma crea differenze a seconda del prefetto con il quale uno si trova a dover interloquire.
Allora torniamo all’assunto di partenza.
Chi delinque non ha problemi a procacciarsi un’arma.
Non ha bisogno dell’autorizzazione del prefetto
.
Come il prefetto non può controllare che, magari dopo che una certa pratica gli è stata in qualche modo “caldeggiata”, il porto d’armi sia finito in mano ad uno che da qui a un mese, un anno, la usa per vendetta o gelosia.
Sia il criminale che il pazzo sono avvantaggiati da questa normativa rispetto al cittadino onesto.
Quest’ultimo, infatti, si trova disarmato e inerme davanti ad uno armato.
Nel momento del bisogno il cittadino onesto combatte in situazione di inferiorità.
La legge sul porto d’armi favorisce Caino
.

 
 
 

Post N° 177

Post n°177 pubblicato il 19 Luglio 2005 da Wurizyko

e se avessimo trovato il leader in Casini?

Ieri pomeriggio, convegno degli industriali friulani. Ospite: Pierferdinando Casini.
Una piacevola sorpresa: parole da leader maturo.
Ha parlato di maggioritario, federalismo, competitività, necessità di ottimismo. E di partito unico.
Delineandolo come un'esigenza, come un obbiettivo concreto, un approdo difficilmente procrastinabile.
E a noi, friulani scettici per vocazione, questa relazione è piaciuta molto.
Non ha lesinato critiche: sia al sistema elettorale ("il maggioritario non ha dato ciò che cercavamo") che alla compagine di governo. Nessuno può dargli torto: lui da presidente della Camera lo ha detto più volte. Questa coalizione è stata poco presente in aula e poi ha chiesto ai suoi elettori di non disertare le urne; un corto-circuito inaccettabile.
Ma è stato caustico anche con l'opposizione, rea di non aver proposto niente di costruttivo, di aver confuso terroristi e aggrediti,di non essere mai stata chiara in niente.

Bando ai populismi del "non voglio morire democristiano", perchè chi ha incarnato il peggio della politica democristiana fino ad oggi non è stato Casini (che semmai ha dimostrato un alto profilo istituzionale da Presidente della Camera) bensì Fini con la sua congenita incapacità di gestire un partito che gli è sfuggito di mano, tra fughe in avanti e ritrattamenti continui.
Oggi Casini si presenta come un leader completo, maturo, politicamente preparato a gestire il dopo-Berlusconi. A Berlusconi va ascritto il grande merito di aver rivoluzionato il mondo politico italiano, oggi però serve un uomo in grado di gestire i risultati di questo cambiamento. E Berlusconi, uomo pratico e di rottura con le consuetudini, non può proporsi al tempo stesso come innovatore e stabilizzatore.
Casini,marcando i distinguo dal suo stesso partito, ha dimostrato di essere l'uomo giusto per guidare quella casa dei moderati in cui devono trovare posto i riformisti, i federalisti veri, i moderati. Quelli che si candidano a guidare questo paese sul solco di un riformismo vero e liberale, orgogliosi della loro provenienza cattolica e sicuri che questa sinistra poco altro abbia da offrire oltre le manifestazioni di piazza e la spartizione di potere

 
 
 

Post N° 176

Post n°176 pubblicato il 18 Luglio 2005 da Wurizyko
Foto di Wurizyko

ORIANA FALLACI PARLA...IL MONDO TREMA

La follia di credere ai “musulmani moderati”
«Sembrano inseriti nella nostra società ma ci odiano e disprezzano intensamente»

A dieci giorni dalle stragi di Londra è tornata a “scagliarsi contro il Mostro” islamico, riempiendo due pagine del Corriere della Sera di ieri, perchè (ha puntualizzato rivolgendosi al solerte magistrato di Bergamo che la vuole condannare per vilipendio della religione islamica) “finchè avrò un filo di fiato io ripeterò ciò che ho scritto nei miei libri e che riscrivo qui”. Così Oriana Fallaci ha nuovamente sfidato esaltati adepti della “guerra santa”, zelanti togati affossatori della libertà di opinione, mammalucchi del pensiero politicamente corretto e altri “collaborazionisti” a vario titolo dell’invasione islamica. Categorie ben rappresentate nel lungo intervento della Fallaci (di cui riportiamo ampi stralci) e che gli italiani da tempo hanno imparato a conoscere. Al punto da poter dire, con la famosa scrittrice, che “l’Europa in guerra il nemico ce l’ha in casa”.

MOLLEZZA DI EURABIA

Ora mi chiedono: «Che cosa dice, che cosa ha da dire, su quello che è successo a Londra?» (...) Sono quattr’anni che dico. Che mi scaglio contro il Mostro deciso ad eliminarci fisicamente e insieme ai nostri corpi distruggere i nostri principii e i nostri valori. La nostra civiltà. Sono quattr’anni che parlo di nazismo islamico, di guerra all’Occidente, di culto della morte, di suicidio dell’Europa. Un’Europa che non è più Europa ma Eurabia e che con la sua mollezza, la sua inerzia, la sua cecità, il suo asservimento al nemico si sta scavando la propria tomba. Sono quattr’anni che come una Cassandra mi sgolo a gridare «Troia brucia, Troia brucia» e mi dispero sui Danai che come nell’Eneide di Virgilio dilagano per la città sepolta nel torpore. Che attraverso le porte spalancate accolgono le nuove truppe e si uniscono ai complici drappelli. Quattr’anni che ripeto al vento al verità sul Mostro e sui complici del Mostro cioè sui collaborazionisti che in buona o cattiva fede gli spalancano le porte.

NEL MIRINO DELLE TOGHE

Incominciai con «La Rabbia e l’Orgoglio». Continuai con «La Forza della Ragione». Proseguii con «Oriana Fallaci intervista sè stessa« e con «L’Apocalisse». E tra l’uno e l’altro la predica «Sveglia, Occidente, sveglia». I libri, le idee, per cui in Francia mi processarono nel 2002 con l’accusa di razzismo-religioso e xenofobia. Per cui in Svizzera chiesero al nostro ministro della Giustizia la mia estradizione in manette. Per cui in Italia verrò processata con l’accusa di vilipendio all’Islam cioè reato di opinione. (Reato che prevede tre anni di galera, quanti non ne riceve l’islamico sorpreso con l’esplosivo in cantina). Libri, idee, per cui la Sinistra al Caviale e la Destra al Fois Gras ed anche il Centro al Prosciutto mi hanno denigrata vilipesa messa alla gogna insieme a coloro che la pensano come me. Cioè insieme al popolo savio e indifeso che nei loro salotti viene definito dai radical-chic nel migliore dei casi mi opponevano farisaicamente la congiura del silenzio ora appaiono titoli composti coi miei concetti e le mie parole.

CITTÀ NELLE CITTÀ

Si, è vero: parlando di Londonistan, il quartiere dove vivono i ben settecentomila musulmani di Londra, i giornali che prima sostenevano i terroristi fino all’apologia di reato ora dicono ciò che dicevo io quando scrivevo che in ciascuna delle nostre città esiste un’altra città. Una città sotterranea uguale alla Beirut invasa da Arafat negli anni Settanta. Una città straniera che parla la propria lingua e osserva i propri costumi, una città musulmana dove i terroristi circolano indisturbati organizzano la nostra morte.

LA FARSA DELL’INTEGRAZIONE

Continua anche la fandonia dell’islam «moderato», la commedia della tolleranza, la bugia dell’integrazione, la farsa del pluriculturalismo. Vale a dire delle moschee che esigono e che noi gli costruiamo. (...) Peggio ancora: continua la Political Correctness dei magistrati sempre pronti a mandare in galera me e intanto ad assolvere i figli di Allah. A vietarne l’espulsione, ad annullarne le (rare) condanne pesanti, nonché a tormentare i carabinieri o i poliziotti che con loro gran dispiacere li arrestano.

MAOMETTO IL TAGLIATESTE

Continua anche la panzana che l’Islam è una religione di pace, che il Corano predica la misericordia e l’amore e la pietà. Come se Maometto fosse venuto al mondo con un ramoscello d’ulivo in bocca e fosse morto crocifisso insieme a Gesù. Come se non fosse stato anche lui un tagliateste e anziché orde di soldati con le scimitarre ci avesse lasciato san Matteo e san Marco e san Luca e san Giovanni intenti ascrivere gli Evangeli. Continua anche la frottola dell’Islam vittima - dell’Occidente. Come se per quattordici secoli i musulmani non avessero mai torto un capello a nessuno e la Spagna e la Sicilia e il Nord Africa e la Grecia e i Balcani e l’Europa orientale su su fino all’ucraina e alla Russia le avesse occupate la mia bisnonna valdese. Come se ad arrivare fino a Vienna e a metterla sotto assedio fossero state le suore di sant’Ambrogio e le monache Benedettine. Continua anche la frode o l’illusione dell’Islam Moderato. Con questa, il tentativo di farci credere il nemico è costituito da un’esigua minoranza e che quella esigua minoranza vive in paesi lontan. Bé, il nemico non è affatto un’esigua minoranza. E ce l’abbiamo in casa.

IL NEMICO CHE TRATTIAMO DA AMICO

Ed è un nemico che a colpo d’occhio non sembra un nemico. Senza la barba, vestito all’occidentale, e secondo i suoi complici in buona o in malafede perfettamente - inserito - nel -nostro - sistema - sociale. Cioè col permesso di soggiorno. Con l’automobile. Con la famiglia. E pazienza se la famiglia è spesso composta da due o tre mogli, pazienza se la moglie o le mogli la fracassa di botte, pazienza se non di rado uccide la figlia in blue jeans, pazienza se ogni tanto suo figlio stupra la quindicenne bolognese che col fidanzato passeggia nel parco.
È un nemico che trattiamo da amico. Che tuttavia ci odia e ci disprezza con intensità.
Tale intensità che verrebbe spontaneo gridargli: se siamo così brutti, così cattivi, così peccaminosi, perché non te ne torni a casa tua?

LE DUE CIVILTÀ

Continua anche il discorso sul Dialogo delle due Civiltà. Ed apriti cielo se chiedi qual è l’altra civiltà, cosa c’è di civile in una civiltà che non conosce neanche il significato della parola libertà. Che per libertà, hurrya, intende «emancipazione dalla schiavitù». Che la parola hurrya la coniò soltanto alla fine dell’Ottocento per poter firmare un trattato commerciale. (...) L’Islam è il Corano, cari miei. Comunque e dovunque. E il Corano e incompatibile con la Libertà, è incompatibile con la Democrazia, è incompatibile con i Diritti Umani. È incompatibile col concetto di civiltà.

SIGNOR GIUDICE

E visto che ho toccato questo argomento mi ascolti bene, signor giudice di Bergamo che ha voluto inciminarmi per vilipendio all’Islam ma che non ha mai incriminato il mio persecutore per vilipendio al Cristianesimo. Nonchè per istigazione all’omicidio. (Il mio) . Mi ascolti e mi condanni pure. Mi infligga pure quei tre anni di reclusione che i magistrati italiani non infliggono nemmeno ai terroristi islamici beccati con l’esplosivo in cantina. Il suo processo è inutile. Finché avrò un filo di fiato io ripeterò ciò che ho scritto nei miei libri e che riscrivo qui.

AUTODIFESA CATTOLICA

Però esiste anche il principio dell’autodifesa anzi della legittima difesa, e se non sbaglio la Chiesa Cattolica vi ha fatto ricorso più volte. Carlo Martello respinse gli invasori musulmani alzando il crocifisso. Isabella di Castiglia li cacciò dalla Spagna facendo lo stesso. E a Lepanto c’erano anche le truppe pontificie. A difendere Vienna, ultimo baluardo della Cristianità, a romper l’assedio di Kara Mustafa, c’era anche e soprattutto il polacco Giovanni Sobienski con l’immagine della Vergine di Chestochowa. E se quei cattolici non avessero applicato il principio dell’autodifesa, della legittima difesa, oggi anche noi porteremmo il burqa o il jalabah. (...) Così, quando tre giorni dopo la nuova strage Papa Ratzinger ha rilanciato il tema del Dialogo, sono rimasta di sasso.
(...)

ATTACCO AI CAPOLAVORI

Non sono una Cassandra, non sono una profetessa. (...) Tuttavia riguardo all’attacco contro l’Italia temo due cose: il Natale e le elezioni. (...) E penso che insieme alla gente da noi vogliano massacrare anche qualche opera d’arte. Che ci vuole a far saltare in aria il Duomo di Milano o la Basilica di San Pietro? Ma non possiamo scappare o alzare bandiera bianca.
Dal Corriere della Sera, 16 luglio
 
 
 

Post N° 175

Post n°175 pubblicato il 18 Luglio 2005 da Wurizyko

Erano 3 amici al bar,che volevano cambiare AN

Non tanta copertura ha avuto la vicenda di Gasparri, La Russa e Matteoli che, in un bar di Roma, hanno parlato a ruota libera su come organizzare il partito e sul ruolo di Fini.
Non si sono accorti di un giornalista de Il Tempo che tutto ha registrato e pubblicato.
A parte la caduta di stile di La Russa relativa al presunto stato di salute di Fini, tutto il resto potrebbe essere sottoscritto.
Fini da un paio d'anni è il fantasma del vero Fini, tanto che sembra proprio essere stato sostituito da un sosia che porta più danni che benefici.
La proposta di concessione del voto agli immigrati, magari anche passando attraverso una riduzione dei termini per l'acquisizione della cittadinanza (e ci hanno pensato i terroristi islamici di Londra a dare un avvertimento su una concessione della cittadinanza troppo facile), l'abiura in Israele alle radici di AN e dell'MSI che ha provocato la uscita della Mussolini, il sostegno dato al progetto di unificazione europea e la contrarietà a rivedere sia la nostra partecipazione all'euro sia a sottoporre a referendum la cosiddetta costituzione europea.
Ma anche la recente inconsistenza in tema di sicurezza, di riforma dell'ordinamento giudiziario, di abolizione dei reati di opinione, sono tutte posizioni di Destra che Fini ha abbandonato alla Lega.
Allora è così peregrina la posizione dei tre amici al bar che volevano cambiare AN ?
No.
E' una posizione che, a parte la caduta di stile sulla salute di Fini, sono ampiamente condivisibili.
Ma la soluzione c'è.
E' a portata di mano: la costituente del partito unitario del Centro Destra.
La confluenza di AN in tale nuovo soggetto, consentirebbe di formare un grande partito moderato, nel quale trovano casa tutte le Destre.
Naturalmente alcune istanze maggiormente identitarie potranno restare autonome, acquisendo il consenso di quelle quote più o meno marginali di elettorato più marcatamente ideologico.
Penso ad una Destra che faccia chiaro riferimento al vecchio MSI e la cui struttura potrebbe essere individuata nell'iniziativa assunta dalla Poli Bortone e da Veneziani, magari assieme alla Destra Radicale di Mussolini, Romagnoli, Fiori e Tilgher.
Un soggetto che sia il contraltare sul versante del Centro Destra dell'area che a sinistra si riferisce a Bertinotti, a Pecoraro Scanio e a Diliberto.
Così come la Lega potrebbe trasformarsi in quel partito antieuropeista auspicato da Ida Magli, capitalizzando le sue posizioni contro l'euro e contro la cosiddetta costituzione europea.
Due partiti fortemente identitari che siano però collegati con il pianeta gigante del partito unitario del Centro Destra per dare all'Italia una stabile maggioranza di Centro Destra abbandonando ogni rigurgito consociativo e bipartisan.
Tornando ai tre amici al bar, oltre a sottolineare l'ingenuità e, ancora una volta, la caduta di stile di La Russa sulla presunta malattia di Fini, la domanda che ci si deve porre è: se quanto hanno detto trova piena rispondenza con la realtà, perchè scusarsi ?

 
 
 

Post N° 174

Post n°174 pubblicato il 13 Luglio 2005 da Wurizyko

Ancora una volta la Lega e il Ministro Calderoli si fanno interpreti di un sentimento diffuso nel Paese.
La richiesta di proclamare lo stato di guerra contro il terrorismo islamico è la logica e corretta conseguenza di una situazione nella quale l’opposizione non è in grado di garantire quella coesione nazionale che negli Stati Uniti e in Gran Bretagna invece c’è stata.
Da noi l’opposizione rifiuta di sostenere l’impegno in Iraq, rifiuta leggi speciali contro il terrorismo islamico, rifiuta di riconoscere i suoi gravissimi errori nell’aver fomentato le manifestazioni antiamericane e sostenuto una scellerata politica dell’accoglienza che, ancora adesso, fa dire a 11 suoi presidenti di regione di voler chiudere i centri in cui vengono raccolti gli illegali, prima del loro rimpatrio.
L’unica soluzione è quindi la proclamazione dello Stato di guerra, come previsto dall’art. 78 della costituzione.
Non si dice, del resto, che “siamo in guerra” ?
Non si afferma che la guerra contro il terrorismo islamico durerà almeno una generazione ?
Allora la guerra va combattuta con gli strumenti della guerra e non con quelli utilizzati contro la semplice criminalità.
Bisogna avere il potere di fermare e controllare i sospetti ed espellere gli illegali, senza altre formalità che l’accompagnamento coatto e sotto scorta militare.
Gli atti del terrorismo islamico devono essere sottratti alla magistratura civile e affidati a quella militare, con l’applicazione del relativo codice, ma senza riconoscere ai terroristi islamici lo status di combattenti di un esercito nemico.
I cittadini devono essere responsabilizzati e coinvolti nell’azione di prevenzione e repressione, denunciando, soprattutto là dove possono meglio nascondersi i terroristi islamici (ad esempio megacondomini urbani) ogni movimento sospetto.
Dobbiamo smetterla di cullarci nell’illusione che, per un qualche miracolo divino, i terroristi islamici possano desistere dalla loro azione violenta.
E dobbiamo smetterla di considerarci al di fuori della loro minaccia.
Se a Poitiers, Lepanto, Vienna, i nostri Avi non avessero affrontato il nemico con la mentalità di combattere una guerra mortale, a quest’ora in europa le moschee avrebbero sostituito le chiese.
Onoriamo chi in passato si è sacrificato per donarci la Libertà di cui godiamo e il modo migliore per onorarli è consegnare ai nostri figli e nipoti la stessa Libertà, resa più forte da una nuova vittoria contro il terrorismo islamico.

 
 
 

Post N° 173

Post n°173 pubblicato il 13 Luglio 2005 da Wurizyko

Il 7 luglio 2005 le ruspe hanno raso al suolo il museo della memoria: 1067 croci erette in memoria dei tedeschi che  cercavano la libertà attraverso il famigerato Muro di Berlino.Una banca proprietaria del terreno su cui sorgeva il museo ne ha preteso lo sgombero che è stato eseguito.Commenti sulla stampa nazionale? Quella che si vorrebbe in mano al Cavaliere ?Quasi nulli.Se quelle croci fossero state a memoria di ammazzati dai nazisti il polverone avrebbe intasato la luce del sole. Già, i rossi sono sempre scusati, giustificati insabbiate le notizie che li riguardano.Questo non toglie che alla pari dei loro compari nazisti erano e restano degli assassini.Altro che campioni della difesa dei poveri, dell'ambiente, delle minoranze. Queste sono solo leggende, i morti a causa di quella barbarie aspettano ancora giustizia.L'avranno mai??

 
 
 

Post N° 172

Post n°172 pubblicato il 08 Luglio 2005 da Wurizyko

 Il primo nemico è quello interno

Torniamo sul nuovo attentato terrorista di Londra.
Abbiamo scritto ieri che i fronti sui quali agire sono due: quello esterno e quello interno.
Purtroppo dobbiamo constatare che anche dopo le bombe di Londra, la sinistra Italiana manifesta la sua abituale doppiezza.
Prima si reca presso l’Ambasciata Britannica in Roma per esprimere cordoglio, poi, appena fuori dal cancello, ripropone le tesi contrarie alla nostra presenza in Iraq che la rendono oggettivamente e come minimo neutrale nei confronti della guerra che la Civiltà sta combattendo dall’11 settembre 2001.
La presenza in Occidente di manifestazioni di piazza che hanno sostenuto Saddam Hussein, di mozioni parlamentari contrarie alla nostra partecipazione alla missione di stabilizzazione dell’Iraq sono un vulnus alla piena operatività della nostra azione antiterrorista.
Così opinabili sentenze che distinguono tra “terroristi” e “guerriglieri”, consentendo a questi ultimi – che poi sono anche i primi – di scorrazzare liberamente sul territorio nazionale, rendono il territorio nazionale “aperto” alle infiltrazioni.
Così come lo rendono “aperto” altre sentenze che impongono una lunga e costosa procedura per espellere gli immigrati che approdano con ogni evidenza illegalmente sulle nostre coste, aumentando il rischio di vederli sparire prima di essere rispediti a casa.
E sempre in tema di immigrati che dire di coloro che contestano la presenza dei centri di accoglienza e, magari, aiutano gli illegali a fuggire e a nascondersi ?
Per non parlare di siti dove si esulta ad ogni attentato terrorista.
E, ancora, l’ipocrita indignazione per le operazioni della Cia sul nostro territorio che, con la cattura o l’eliminazione mirata di terroristi e loro fiancheggiatori, svolgono una funzione utile a tutti noi.
E lo scandalizzarsi, ancora più ipocrita, per isolati eccessi, da parte di pochi militari Alleati, nel trattamento dei terroristi prigionieri.
Tutti aspetti che dimostrano come a sinistra, perché dopo il pistolotto retorico, tornano a comportarsi esattamente come se nulla fosse accaduto e come se non fossimo impegnati in una guerra all’ultimo sangue contro un nemico che vuole distruggere la nostra libertà, il nostro benessere, la nostra democrazia.
Ed è proprio la democrazia che noi abbiamo e coltiviamo che consente al nemico di infiltrarsi, di trovare appoggi, quinte colonne che lo nascondono e lo difendono e portare attacchi come quello di Londra.
In tempi difficili anche il concetto di democrazia deve essere aggiornato, per conformarlo alle necessità di sicurezza.
Negli Stati Uniti dopo l’ 11 settembre 2001 ci fu il Patriot Act.
Dopo il 7 dicembre 1941 internarono tutti i residenti nel territorio Americano di origine asiatica.
Nel 2005 abbiamo sofisticati strumenti di controllo che, pur se limitano la privacy di tutti, possono rendere visibili i terroristi e tutti coloro che appartengono ad un certo ambito.
Per utilizzarli, però, bisogna prima che si convertano o siano neutralizzati, tutti coloro che, scioccamente, insistono nell’imputare a nostri comportamenti – presenti o passati – queste azioni barbare e incivili. tutti coloro che, al nostro interno, continuano a pensare che possa essere trovato un accordo con i terroristi
le lacrime per i morti di Londra (come quelli di New York, Washington, Madrid e Beslan) siano lacrime di coccodrillo
Dimenticando che noi abbiamo portato la Civiltà nel mondo e stiamo diffondendo benessere e democrazia e che non solo non dobbiamo chiedere scusa a nessuno, ma, anzi, devono esserci riconoscenti per aver costruito il miglior modello di sviluppo possibile.

 
 
 
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