La Porta dei Sogni

In viaggio, sempre con la valigia in mano, verso ciò che più non ci aspettiamo...

 

 

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Se saprai starmi vicino,
e potremo essere diversi,
se il sole illuminerà entrambi
senza che le nostre ombre si sovrappongano,
se riusciremo ad essere “noi” in mezzo al mondo
e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere.

Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo
e non il ricordo di come eravamo,
se sapremo darci l’un l’altro
senza sapere chi sarà il primo e chi l’ultimo
se il tuo corpo canterà con il mio perchè insieme è gioia…

Allora sarà amore
e non sarà stato vano aspettarsi tanto.

Pablo Neruda

 

 

Devo paragonarti a un giorno d'estate?

Tu sei più amabile e moderato:

venti impetuosi scuotono gli incantevoli boccioli di maggio

e il corso dell'estate ha durata troppo breve;

talvolta l'occhio del cielo splende troppo intensamente,

e spesso il suo volto aureo viene oscurato;

e ogni bellezza dalla bellezza talora declina,

sciupata dal caso o dal mutevole corso della natura.

Ma la tua eterna estate non dovrà appassire,

né perdere la bellezza che ti appartiene;

né la morte dovrà vantarsi del tuo vagare nella sua ombra,

poiché crescerai, col passare del tempo, in versi eterni.

Finché ci saranno un respiro e occhi per vedere,

questi versi vivranno e ti manterranno in vita.

W. Shakespeare

 

 

My song...

Post n°128 pubblicato il 04 Gennaio 2014 da aLucreziaBorgia
Foto di aLucreziaBorgia

Sei venuto a sfidarmi
a tirare le tue gelide conclusioni
giocando distrattamente con i miei perchè.
Hai voluto la notte come fedele compagna
strega incestuosa di oscurità.
E in testa sento ancora quella voce
e in testa sento solo la tua voce...

Catturerò ogni tuo sguardo, ne sarò padrone
strazierò il tuo pianto, se non sarà il mio.
Catturerò il tuo sguardo, sarà un aquilone
che volerà in alto, fino a sfiorare il sole.

Ormai sei un soldato stanco,
le tue armi ti hanno abbandonato
fragile  lotta di un uomo sfinito.
Hai voluto il mare come tuo servitore
legame malato di casualità.
E in testa sento ancora quella voce
e in testa sento solo la tua voce...

Catturerò ogni tuo sguardo, ne sarò padrone
strazierò il tuo pianto, se non sarà il mio.
Catturerò il tuo sguardo, sarà un aquilone
che volerà in alto, fino a sfiorare il sole.

Vuoi davvero che ti perda?
Che rompa il tuo sottile incanto?
Vuoi davvero che ti spenga?
Per perdermi anch'io nel canto?

Catturerò ogni tuo sguardo, ne sarò padrone
strazierò il tuo pianto, se non sarà il mio.
Catturerò il tuo sguardo, sarà un aquilone
che volerà in alto, fino a sfiorare il sole.

Catturerò ogni tuo sguardo, ne sarò padrone
strazierò il tuo pianto, se non sarà il mio.
Catturerò il tuo sguardo, sarà un aquilone
che volerà in alto, fino a toccare il sole.

 

 

 
 
 

Anno nuovo, vita... vecchia...

Post n°127 pubblicato il 02 Gennaio 2014 da aLucreziaBorgia
Foto di aLucreziaBorgia

Eccoci qui, ancora una volta alle prese con panettoni, spumanti e piatti vecchi da buttare per non offendere la tanto cara scaramanzia tutta italiana che ci contraddistingue per tanti aspetti, e che ci rende meno soli in questa dura vita. Aggiungiamo la parola "nuovo" a ciò che di nuovo non ha nulla: le speranze sono sempre le stesse, così i sogni, i propositi, le promesse e quanto può esserci vicino e lontano in questo periodo. Forse ciò che gettiamo dalla finestra reputandolo vecchio sono solo quei leggeri dissapori che ci rendono irrequieti, che mal si collocano proprio in questo periodo tutto fatto di canzoncine e cenoni rinconcilianti, ma che diventano ovviamente nuovi appena si supera il periodo "off-limits" del buonismo riparatore. Non la chiamerei ipocrisia (termine non ammesso sotto i fiocchi natalizi), piuttosto tregua, tra la mente e il sentimento, tra la rabbia e la ragionevolezza, tra l'istinto e il dominio. Un altro anno si affaccia, ma di nuovo c'è solo un numero... In più.

 
 
 

Precisazioni

Post n°126 pubblicato il 27 Novembre 2013 da aLucreziaBorgia

Per una serie di incomprensioni e fraintendimenti creatisi durante la lettura del mio blog da parte di alcuni più assidui lettori, devo fare chiarezza su alcuni punti che mi coinvolgono in prima persona.
Innanzitutto, come scrissi anche in un post precedente, ciò che scrivo non mi rende protagonista in tutto e per tutto, ma è solo una generalizzazione di ciò che una persona "normale" può provare nelle diverse manifestazioni del proprio essere in relazione alle situazioni in cui interagisce. La voglia di evasione, di cambiamento, di follia, di scommessa non è SOLO il riflesso di un mio desiderio, ma cerco (e spero) di dare voce anche a chi queste stesse sensazioni le ha dentro ma non sa come esprimerle.
Adoro immedesimarmi nella gente, fare miei i pensieri e comunicarli a chi come me la sensibilità ce l'ha nelle vene e non può far altro che manifestarla nella propria arte, nel proprio talento. Io ho scelto la penna, anzi, in questo caso la tastiera, ma ribadisco che il mio "Cigno Nero", la mia "Anima Aliena, il mio stare seduta in mezzo al fosso, non sono fasi in discesa della mia vita, ma solo aspetti della vita della gente di cui vorrei parlare, comunicare e attenzionare.
Quindi cari lettori, io non voglio scappare da niente e da nessuno, voglio solo parlare di me, di te, di chi ha un pezzo di vita da raccontare attraverso le mie parole...

 
 
 

Anima Aliena

Post n°125 pubblicato il 24 Novembre 2013 da aLucreziaBorgia
Foto di aLucreziaBorgia

Ci sono giorni in cui viene di spaccare tutto, di maledire questo mondo e i suoi abitanti, di distruggere il proprio passato, l'instabile presente e l'inutile futuro. Sono giorni in cui ogni parola sembra una lama sottile che attraversa il cuore come se fosse incandescente, come un veleno inodore e incolore che scorre nelle vene, insospettabile e silenzioso ma tanto efficace. Sembra come volteggiare su noi stessi, con le braccia al cielo e la testa abbandonata su un lato, rincorrendo quella follia che tanto ci contraddistingue e ci esilia da chi ci reputa strani, estranei.
Proprio in quei giorni la nostra anima aliena viene fuori, spavalda, irriverente e forte, come l'antagonista di un dramma che inneggia la sua sovrana imponenza sul palco all'inizio del secondo atto. Tale mostro rispecchia tutti i nostri infimi difetti, li rende reali e se ne fa scudo per lottare contro quel briciolo di razionalità che lo contrasta. Non saprei dire se tale irruenza sia dovuta al livello di pazienza superato o se sia semplicemente un libero sfogo che termina con la momentanea strage della sensibilità. So per certo però, che ciò che ne consegue è incomprensione, allontanamento e resa. E' facile leggere ciò negli occhi di chi ci circonda, ma non è tanto facile trattenere questa forza che mai si assopisce e che sempre incita allo scontro. E' un alieno che si distacca da noi, si rende invincibile, ma appena compiuta la strage, torna indietro, si rifugia nella sua falsa innocenza e tace... 

 
 
 

Confessioni

Post n°124 pubblicato il 19 Novembre 2013 da aLucreziaBorgia
Foto di aLucreziaBorgia

S,

stavolta ti scrivo qui, dove so per certo che non leggerai mai le mie righe e dove, nell'ignoranza della loro esistenza, continuerai a vivere seguendo quei tuoi pensieri che tanto ti caratterizzano.
Parlare di un vero rapporto tra noi, sarebbe come parlare di utopia: non abbiamo mai provato ad avvicinarci sul serio, a provare qualcosa di più di quel sottile imbarazzo che crea ogni incontro quasi insostenibile, a tal punto da volgere la testa dall'altra parte per evitare che i nostri sguardi si sfiorino ulteriormente. Complice la nostra situazione di base già complicata, evitiamo subito di stabilire un dialogo, come se le parole che potremmo scambiarci ferissero ancor prima di essere pronunciate. Io colgo ogni tuo sguardo, ogni tuo pensiero che cerca di raggiungermi ma che viene bloccato inesorabilmente da un ostacolo che entrambi conosciamo bene. Sappiamo di essere anime affini, cielo e mare che si osservano senza mai toccarsi, bolle di sapone che aleggiano nell'aria ma che conoscono la tragica fine qualora provassero a salire troppo in alto, insieme. E questa certezza, così difficile da sopportare, non fa altro che renderci di ghiaccio, fiamme ardenti cristallizzate e impaurite, ma sognanti. Probabilmente, in un'altra vita, le nostre scelte sarebbero diverse, i nostri dubbi estinti e le nostre emozioni finalmente appagate. Ma il tempo è questo e le strade sono già state inforcate: non possiamo biasimarci se il tempo non ci è stato fedele compagno di viaggio, è un vigliacco che si nutre di beffe. Sappiamo bene cosa comporterebbe stare insieme: sarebbe come oscillare tra l'estasi e l'oblio, tra la ragione e la follia, tra l'idillio e l'inferno. Ma sarebbe finalmente vivere, e non sopravvivere, accontentarsi, rassegnarsi. Non sarebbe l'inutile stillicidio che stiamo provando nel vederci anche solo da lontano, nel pensare che l'uno non meriti l'altra e viceversa, nel credere di essere esiliati dalla felicità.
S, ciò che scrivo sono solo parole che i tuoi occhi non leggeranno mai, ma le speranze, i sogni, i desideri, questi varcano ogni montagna e raggiungono tutti, senza distinzioni, senza remore, senza privazioni.
Viviamo, anzi, continuiamo a sopravvivere, senza farci sopraffare dai nostri istinti come stiamo già facendo, ma... E se provassimo a dire no a ciò che è già stato scritto per noi?

 
 
 

Proiezioni

Post n°123 pubblicato il 17 Novembre 2013 da aLucreziaBorgia
Foto di aLucreziaBorgia

Le convinzioni sono dure a morire. Ce ne accorgiamo ogni qualvolta ci scontriamo con le opinioni altrui che sembrano (e sono) così lontane dalle nostre. Siamo certi che il nostro pensiero sia la giusta chiave di lettura per saper interpretare le cose, le situazioni, gli avvenimenti che affrontiamo ogni giorno. In realtà, non facciamo altro che trasformare il pensiero in un dictac senza concedere facoltà di scelta, cambiando quindi il modus operandi della gente in un proprio regime ma ahimè, illusorio. La sterilità del nostro essere si scontra con la ricchezza del mondo, e per questo, costringiamo gli altri ad indossare dei paraocchi per poter interagire con noi, dimentichi del fatto che noi stessi siamo ciechi agli occhi del mondo stesso, incapaci quindi di rivelare le vere fattezze della realtà. Siamo uomini di caverne platoniche che, imprigionati dalle nostre stesse convinzioni, rimaniamo ancorati a quelle veritas che altro non sono che misere proiezioni di quello che c'è veramente fuori.
Ma in fondo, cosa c'è veramente fuori?

 
 
 

Tempo maledetto...

Post n°122 pubblicato il 10 Novembre 2013 da aLucreziaBorgia
Foto di aLucreziaBorgia

Il tempo maledetto è lo scorrere dei giorni estorti da un plagio che li rende identici e mesti, monotoni  ed agghiaccianti...

Il tempo maledetto è l'ansia di veder arrivare un giorno che invece vorresti saltare, cancellare dall'agenda, farlo sparire per dimenticare ciò che esso comporta...

Il tempo maledetto è stringere tra le mani la testa piena di desideri ma vuota di intenzioni, seduti in una angolo del pavimento che cambia via via colore mentre il sole scende...

Il tempo maledetto sono i volti scavati riflessi nei vari specchi del mondo che sputano ritratti vuoti di anime spente...

Il tempo maledetto è arrancare per arrivare a fine mese con in tasca l'unico euro che serve per tornare a casa la sera e dire: "domani si va a fare la spesa"...

Il tempo maledetto è credere che il giorno che verrà ci sveglieremo migliori, ma all'alba è ancora tutto uguale...

Il tempo maledetto è fingere che va tutto bene, mentre dentro più scorrono le ore e più ti senti morire...

Il tempo maledetto è il rimpianto di non averci provato, di non aver assaporato, di non aver visto, ascoltato, amato abbastanza...

Il tempo maledetto è la rabbia nel sentire di essere uomini liberi, ma sapere che in fondo la libertà è solo una fantasia...

Il tempo maledetto è scrivere parole senza senso con  la consapevolezza che il tempo non verrà mai a leggerle...

Il tempo maledetto è provare emozioni e credere ancora che qualcuno saprà interpretarle nel modo migliore.

 

 
 
 

Uomini soli

Post n°121 pubblicato il 05 Novembre 2013 da aLucreziaBorgia
Foto di aLucreziaBorgia

 

Ci si chiede spesso chi c’è dietro a questi monitor, quali personalità semplici o complesse abitano queste rooms, riempiendo di parole spesso dette a sproposito, la maggior parte delle volte con cattiveria, raramente con sincerità. Su delle basi del tutto inconsistenti, si costruiscono sagome di uomini invincibili, capaci di grandi cose, come addirittura si saltare al galoppo per andare a salvare donne non più giovani imprigionate da nodi non facili da districare. Questi baldi giovani circondati di un’aurea illusoria (complici gli aggettivi superlativi che tanto circondano le modeste doti), si armano del più audace coraggio verso la conquista di qualche cuore infranto, forti di raggiungere l’obiettivo in meno di due righe (escluso il ciao iniziale per attaccare bottone) e dimentichi della difficoltà che invece nel mondo (quello al di là dello schermo) potrebbero incontrare, fermandosi addirittura a prima del “ciao”. Ebbene, queste fantastiche sagome, sono in realtà uomini soli, in fuga da qualcosa o da qualcuno, evasori della tassa più pesante da pagare: la monotonia. Sperano in un ritaglio di pace, non nella felicità, perché sanno bene che qui è solo una bugia, ma si accontentano di fare un salto nel vuoto, consapevoli che la distanza allontana il rischio di un possibile conflitto di interessi. Sono uomini vuoti, costretti nelle loro cravatte, nelle loro scrivanie, nelle loro fedi che stringono sempre di più il collo piuttosto che l’anulare sinistro. Uomini perfetti fuori, ma cupi dentro, assetati di libertà ma vigliacchi nel cercarla sul serio. Triste società la nostra, tra solitudine e malinconia, tra sguardi spenti e occhi sempre più persi in un orizzonte che non esiste…

 
 
 

Caro X...

Post n°120 pubblicato il 30 Ottobre 2013 da aLucreziaBorgia
Foto di aLucreziaBorgia

Caro amico,

le parole a volte sembrano così vuote che col tempo diventano addirittura inutili pronunciarle. Nell’era dell’inconsistenza si viaggia spediti verso un proprio futuro, dimentichi però di possedere un bagaglio più pesante della valigia di cartone fatta di insensatezze e barlumi di facili entusiasmi; è un fardello che pesa sulle nostre spalle come un macigno, intriso di esperienze, scelte, speranze disattese.
Mio caro amico, questa sera trascina con sé una giornata intensa di passione e rabbia e monotonia e rimpianto: tutte caratteristiche di quella parte di mondo che ci appartiene e che noi chiamiamo vita. Volevi che scrivessi di te, del tuo volto pirandelliano, di come la tua immagine viene riflessa negli occhi della gente… Non voglio dire nulla di tutto ciò: risulterebbe banale, rigido, sconnesso. Voglio vederti libero da questi schemi mentali, stereotipi creati dalla società per distruggere l’identità della gente. Poche parole, amico mio, per descrivere invece quei difetti che tanto si disprezzano ma che poco si accettano. Hai tante di quelle qualità che non vedi, ma che doni gratuitamente a chi ti circonda, da non renderti conto del tesoro che possiedi.
 Mio caro amico, alla sera è subentrata la notte, e i pensieri si disperdono già nel suo buio… Non avere pensiero sul mondo, né su me, né su te stesso… Chiudi gli occhi e impara a sognare… Anche per me…

 
 
 

Carte da decifrare

Post n°119 pubblicato il 25 Ottobre 2013 da aLucreziaBorgia
Foto di aLucreziaBorgia

http://www.youtube.com/watch?v=YxTD0vS9hKA

L'amore è tutto carte da decifrare
e lunghe notti e giorni per imparare
io se avessi una penna ti scriverei
se avessi più fantasia ti disegnerei
su fogli di cristallo da frantumare

E guai se avessi un coltello per tagliare
ma se avessi più giudizio non lo negherei
che se avessi casa ti riceverei
che se facesse pioggia ti riparerei
che se facesse ombra ti ci nasconderei

Se fossi un vero viaggiatore t'avrei già incontrata
e ad ogni nuovo incrocio mille volte salutata
se fossi un guardiano ti guarderei
se fossi un cacciatore non ti caccerei
se fossi un sacerdote come un'orazione
con la lingua tra i denti ti pronuncerei
se fossi un sacerdote come un salmo segreto
con le mani sulla bocca ti canterei

Se avessi braccia migliori ti costringerei
se avessi labbra migliori ti abbatterei
se avessi buona la bocca ti parlerei
se avessi buone le parole ti fermerei
ad un angolo di strada io ti fermerei
ad una croce qualunque ti inchioderei

E invece come un ladro come un assassino
vengo di giorno ad accostare il tuo cammino
per rubarti il passo, il passo e la figura
e amarli di notte quando il sonno dura
e amarti per ore, ore, ore
e ucciderti all'alba di altro amore
e amarti per ore, ore, ore
e ucciderti all'alba di altro amore

Perché l'amore è carte da decifrare
e lunghe notti e giorni da calcolare
se l'amore è tutto segni da indovinare

Perdona
se non ho avuto il tempo di imparare
se io non ho avuto il tempo
di imparare.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: aLucreziaBorgia
Data di creazione: 16/04/2012
 

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E ti vengo a cercare

E ti vengo a cercare
anche solo per vederti o parlare
perché ho bisogno della tua presenza
per capire meglio la mia essenza.
Questo sentimento popolare
nasce da meccaniche divine
un rapimento mistico e sensuale
mi imprigiona a te.
Dovrei cambiare l'oggetto dei miei desideri
non accontentarmi di piccole gioie quotidiane
fare come un eremita
che rinuncia a sé.
E ti vengo a cercare
con la scusa di doverti parlare
perché mi piace ciò che pensi e che dici
perché in te vedo le mie radici.
Questo secolo oramai alla fine
saturo di parassiti senza dignità
mi spinge solo ad essere migliore
con più volontà.
Emanciparmi dall'incubo delle passioni
cercare l'Uno al di sopra del Bene e del Male
essere un'immagine divina
di questa realtà.
E ti vengo a cercare
perché sto bene con te
perché ho bisogno della tua presenza.

 

 

Orfeo

Sei venuto a convincermi
o a biasimarmi per ciò che non ho ancora imparato
Sei venuto a riprendermi
Orfeo malato dai forza e coraggio al tuo canto eccelso

Portami con te non voltarti
conducimi alla luce del giorno
Portami con te non lasciarmi
Io sono bendata ma sento già il calore

È il momento di svegliarmi
é tempo di rinascere
Sento addosso le tue mani
ed è un caldo richiamo perché
ho bisogno di svegliarmi
di prendermi cura di te
Ritorno alla vita….
Sei venuto a difendermi
a liberarmi imponendo oltremodo la tua ostinazione
Sei venuto a riprendermi
eroe distratto da voci che inducono in tentazione

Portami con te non ascoltarle
conducimi alla luce del giorno Portami con te non lasciarmi
Il varco è vicino ed io sento già il tepore

È il momento di svegliarmi
é tempo di rinascere
Sento addosso le tue mani
ed è un caldo richiamo perché
ho bisogno di svegliarmi
è il momento di svegliarmi
Ritorno alla vita….
Ritorno alla vita….
Ritorno alla vita….
Ritorno alla vita….

 

 
 

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