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Libri, articoli e altro di Andrea e Daniela

 

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- 35 borghi imperdibili a due passi da Milano (2019)

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- 35 borghi montani imperdibili della Lombardia (2019)

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- I grandi delitti italiani risolti o irrisolti (2013, nuova edizione aggiornata)

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- Bande criminali (2009, esaurito)

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- La sanguinosa storia dei serial killer (2003, esaurito)

 

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- Itinerari imperdibili - Laghi della Lombardia (2018)

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- Gli attentati e le stragi che hanno sconvolto l'Italia (2013)

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- Le famiglie più malvagie della storia (2011, II edizione)

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- 101 personaggi che hanno fatto grande Milano (2010)

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- Il grande libro dei misteri di Milano risolti e irrisolti (2006, III edizione)

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- Milano criminale (2005,  esaurito)

 

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I LIBRI DI DANIELA

- Josephine Baker Tra palcoscenico e spionaggio (2017)

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- Le grandi donne di Milano (2007, II edizione)

  

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- L'eterno ritorno, un pensiero tra "visione ed enigma" (2005)

 

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RENZI, BASTA SPOT E fai qualcosa di concreto per l’emergenza-lavoro

Post n°1640 pubblicato il 21 Aprile 2014 da accorsiferro
 

Governo nel mirino per le promesse mancate e la vaghezza della sua politica economica. Fugatti (Lega): «Finora solo manovre da campagna elettorale»

di Andrea Accorsi

Renzi scambia la politica economica per uno spot pubblicitario. «Manovre da campagna elettorale» le liquida Maurizio Fugatti, responsabile Economia e Sviluppo della Lega Nord. «Allo stato attuale, il governo è da zero in pagella perché non fa nulla per la prima emergenza: il lavoro» gli fa eco Massimiliano Fedriga, capogruppo del Carroccio in commissione Lavoro alla Camera.
Il primo rilievo mosso dalla Lega, talmente evidente da risultare imbarazzante per l’Esecutivo, è la completa assenza nei suoi provvedimenti delle categorie sociali più a rischio, ovvero pensionati, esodati e disoccupati. «Dopodiché - incalza Fugatti -, e lo dice il Sole 24 Ore, quindi non è una visione di parte, l’ultimo decreto sui famosi 80 euro in più in busta paga non è una riforma strutturale, cioè non garantisce questi 80 euro anche per il 2015. È una “riforma spot” per quest’anno, mentre Renzi ha sempre detto che era a regime, cioè per sempre. È un’altra grave carenza che va ad alimentare il dubbio che sia uno spot pubblicitario per le elezione europee. Certo, meglio 80 euro che niente e meglio una volta che mai; ma non è quello che aveva promesso. E poi bisognerà cercare di capire dove troveranno le risorse per questo taglio dell’Irpef».
Già, perché su questo il governo non ha ancora chiarito nulla, rimandando la questione a dopo le festività pasquali. Per il momento, girano solo bozze con diverse ipotesi. «Pare che ci sia un rimando alla legge di stabilità - riepiloga Fugatti -. Parte dei 6,5 miliardi che servono per coprire il taglio dell’Irpef potrebbe provenire dalle banche con la rivalutazione delle quote detenute in Bankitalia (e relativa tassazione aumentata dal 12 al 26%, nda). Chiaro che è meglio prendere quei soldi dalle banche che altrove, ma anche il pozzo senza fondo delle banche sta arrivando al fondo. E non c’è dubbio che le banche si rifaranno sui costi dei servizi per gli utenti e sull’erogazione del credito, già basso, diventando ancora meno sensibili alle richieste. Quindi una scelta simile avrà conseguenze negative».
Ma restano tanti altri dubbi sulle fonti di finanziamento per il taglio tanto sbandierato dal premier. «Potrebbero esserci tagli a beni e servizi delle Regioni e degli altri Enti locali - avverte ancora Fugatti -. Dicono che non ne faranno sulla sanità? Saranno sotto altra forma... Insomma, già oggi il giudizio è negativo, ma ci attendiamo altre brutte sorprese. Ad esempio, si vocifera di tagli all’agricoltura, con una revisione del sistema fiscale agricolo che ridimensionerebbe i finanziamenti al gasolio agricolo. Insomma, c’è molta vaghezza, e sarà così ancora per quattro-cinque giorni».
Ma di una cosa il responsabile Economia della Lega è sicuro: «Se ti presenti in conferenza stampa e dici che i sottosegretari andranno a piedi o in autobus perché gli togli l’auto blu va bene, può essere populistico e demagogico, ma non è che lì trovi i miliardi che servono. Come non li trovi in tante altre misure spot lanciate dal governo. Il Def e il decreto sull’Irpef - tira le somme Fugatti - magari potranno ingannare qualcuno nel breve periodo, ma passate le settimane si capirà che sono promesse al vento. Come quelle di arrivare al pareggio di bilancio già quest’anno e di fare riforme strutturali».
L’accusa che muove Massimiliano Fedriga è invece un’altra. «Come al solito Matteo Renzi ha reperito le risorse per finanziare la sua campagna elettorale colpendo gli Enti locali, compresi quelli virtuosi, invece di andare a tagliare gli sprechi attuando i costi standard, o magari tagliando i 1.300 euro che ci costa al mese ogni immigrato clandestino. E purtroppo questa elemosina di 80 euro al mese si trasformerà in minori servizi per i cittadini». Più in generale, «nella politica economica del governo non c’è nulla che incentiva la creazione di lavoro. Renzi aveva detto che era la sua priorità - ricorda Fedriga -. Abbiamo visto misure propagandistiche ma nulla di concreto, ha totalmente abbandonato questo fronte. Il governo è assolutamente latitante sul principale problema che sta vivendo il nostro Paese in questo momento».

 

dalla "Padania" del 20.4.14

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