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Altro che Liberazione, SIAMO OCCUPATI da tedeschi e clandestini

Post n°1647 pubblicato il 28 Aprile 2014 da accorsiferro
 

Salvini (Lega): con l’euro, Berlino sta riuscendo in quello che non riuscì a fare coi carri armati. E con gli immigrati ormai è una invasione

di Andrea Accorsi

Altro che Liberazione. La Penisola è oggi più che mai occupata, minacciata, colonizzata. Dalla finanza tedesca, attraverso la moneta unica europea. E dalle migliaia di clandestini che continuano a sbarcare sulle coste del Sud, per diffondersi rapidamente lungo tutta la Penisola. Più o meno come accadeva il 25 aprile del 1945. Solo che allora, al posto dell’euro, i tedeschi usavano l’esercito. Mentre gli extracomunitari erano quelli delle truppe coloniali messe in campo dagli Alleati. Un quadro terribile, allora come oggi. Tanto da far concludere a Matteo Salvini: i partigiani di un tempo oggi sarebbero con noi.
«Oggi molti ricordano la Liberazione dell’Italia dall’occupante straniero. Quello che i tedeschi non riuscirono a fare coi carri armati, stanno riuscendo a fare oggi con l’euro e con la finanza. Lega, unica e nuova forza di Liberazione». Così il Segretario federale su Facebook. «Intanto - aggiunge - stanno sbarcando altri 395 occupanti clandestini». Poi, alla luce degli ulteriori sbarchi di immigrati, Salvini aggiorna il conto. E trae le debite conclusioni. «In arrivo in Italia altri 2.000 clandestini - posta -. Ci vuole tanto a respingere, espellere, come fece Maroni? Altro che Liberazione, questa ormai è una invasione. Clandestino è reato: siete pronti a firmare?», alludendo alla campagna per reintrodurre il reato di clandestinità, appunto.
Poi, una replica al capo del governo. «Renzi twitta “Viva l’Italia libera”. Ma ci piglia per scemi? Fra l’euro tedesco e le migliaia di clandestini, l’Italia non è mai stata così occupata e, purtroppo, disoccupata. I partigiani di un tempo, oggi sarebbero con noi».
Ancora sul web, Salvini commenta soddisfatto le due tappe ravvicinate del Basta Euro Tour, giovedì sera a Treviso e ieri mattina a Reggio Emilia. «Sala strapiena di gente a Treviso per parlare di euro, di lavoro e di futuro - scrive -. All’inizio avevo dei dubbi, ma ora sono certo che le persone non vogliono morire di banche, di finanza e di euro. Riportiamo al centro l’uomo e la donna, non solo il denaro e il profitto!». E su Reggio: «Sala piena e gente in piedi a Reggio Emilia. Le minacce dei centri sociali non fermano la voglia di capire, e di resistere a un’Europa assassina. Fuori dall’euro, subito, per tornare a lavorare!».
A margine della tappa reggiana del fortunato tour contro la moneta unica, Salvini ha affermato: «Saremo anche a Napoli, a Salerno, a Taranto, a Cagliari, a Catania perché l’euro e la finanza stanno massacrando tutta Italia, da Nord a Sud. L’euro è una moneta tutta sbagliata ed è un’invasione che Renzi e Alfano stanno aiutando in maniera complice e folle».
Sulle polemiche sollevate da una certa parte politica per la concomitanza della tappa di Reggio con le celebrazioni per il 25 Aprile, il leader del Carroccio ha ribattuto: «In un Paese libero stiamo festeggiando la libertà di pensiero e di parola. A provocare non siamo noi, ma quei fascisti rossi che decidono chi ha diritto di manifestare e chi no. Questi sono davvero dei balordi, io ritengo di poter esprimere pacificamente il pensiero mio, di tanti reggiani e di tanti emiliani che vogliono continuare a liberarsi». E a chi gli contesta l’alleanza con la Le Pen, ribatte pronto: «La storia della Le Pen, che sarà il primo partito in Francia, è una storia che dice prima i francesi, prima il lavoro, stop all’immigrazione di massa, no all’euro, no all’estremismo islamico. Lasciamo che i francesi decidano per i francesi e gli italiani per gli italiani. Sono contento della sala piena, anzi dovevamo prenderne una più grossa perché nonostante le minacce di qualche pezzente… Alcuni centri sociali invitavano con maniere non troppo educate a starcene a casa, quindi è gentaglia. Mi spiace per gente che magari voleva esserci e non è venuta per timore. La sala strapiena è la miglior risposta alle minacce. Reggio non è cosa loro. Mi sembra un atteggiamento mafioso: a Reggio si fa come dico io e tu non ci puoi venire. Ma siamo in Italia o dove? Fortunatamente, non siamo in un centro sociale».
Nella stessa circostanza, il professore Claudio Borghi Aquilini si è espresso in questi termini sulla riforma del lavoro proposta dal governo: «Se uno Stato è in crisi di domanda e si propone come soluzione la flessibilità, stiamo sbagliando candeggio: in questo momento il problema è far assumere le persone creando lavoro, se aumentiamo la flessibilità andiamo incontro ad un ulteriore aumento della disoccupazione. La ricetta, semmai, è rendere competitivo il lavoro in Italia».

dalla Padania del 26.4.14

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