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- 35 borghi imperdibili a due passi da Milano (2019)

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- 35 borghi montani imperdibili della Lombardia (2019)

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- L'arte della botanica nei secoli (2018)

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- 35 borghi imperdibili della Lombardia (2018)

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- I grandi delitti italiani risolti o irrisolti (2013, nuova edizione aggiornata)

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- Bande criminali (2009, esaurito)

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- La sanguinosa storia dei serial killer (2003, esaurito)

 

I NOSTRI LIBRI

- Itinerari imperdibili - Laghi della Lombardia (2018)

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- Caro amico ti ho ucciso (2016)

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- Milano criminale (2015, II edizione)

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- I 100 delitti di Milano (2014)

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- I personaggi più malvagi della storia di Milano (2013)

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- Milano giallo e nera (2013)

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- Gli attentati e le stragi che hanno sconvolto l'Italia (2013)

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- Le famiglie più malvagie della storia (2011, II edizione)

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- 101 personaggi che hanno fatto grande Milano (2010)

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- Il grande libro dei misteri di Milano risolti e irrisolti (2006, III edizione)

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- Milano criminale (2005,  esaurito)

 

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I LIBRI DI DANIELA

- Josephine Baker Tra palcoscenico e spionaggio (2017)

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- Le grandi donne di Milano (2007, II edizione)

  

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- L'eterno ritorno, un pensiero tra "visione ed enigma" (2005)

 

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Messaggi del 14/07/2014

L’Italia “bara” sulle procedure di ASILO, giallo su sanzioni Ue

Post n°1688 pubblicato il 14 Luglio 2014 da accorsiferro
 
Foto di accorsiferro

Il commissario europeo agli Affari interni lamenta la mancata registrazione delle impronte digitali allo scopo di scaricare i rifugiati sugli altri Paesi. Ma smentisce l’ipotesi di ritorsioni

di Andrea Accorsi

Giallo sulla possibile, ennesima bacchettata europea all’Italia. Stavolta a far arrabbiare gli eurocrati di Bruxelles è un “trucco” al quale ricorrerebbe il nostro Paese per limitare il numero di clandestini da ospitare sul territorio nazionale dopo il loro sbarco, così da scaricarli sulle spalle degli altri partner europei. La Commissione Ue si è affrettata a smentire l’ipotesi di una procedura di infrazione in corso. Ma c’è il fondato sospetto che a puntare il dito contro l’Italia siano i governi di altri Paesi membri.
Tutto nasce da una intervista della commissaria Ue agli Affari interni, la svedese Cecilia Malmstroem, ad un quotidiano del suo Paese (Dagens Nyheter) nella quale spiega che la Commissione europea starebbe studiando eventuali procedure contro l’Italia perché ometterebbe di registrare i rifugiati che transitano sul suo territorio, nella speranza che si trasferiscano altrove. «La nostra impressione - dichiara la commissaria europea - è che l’Italia, e una parte degli Stati membri, non spieghino con sufficiente chiarezza ai cittadini che se vogliono chiedere l’asilo devono lasciare le loro impronte digitali». Niente impronte, nessuna richiesta di asilo corretta. E quindi nessun obbligo di tenersi gli “asilanti”. Ma anche una violazione bella e buona della convenzione di Dublino, che impone ai richiedenti asilo di presentare la loro domanda al Paese dell’Unione europea in cui sono approdati per primo: nella stragrande parte dei casi, considerata la geografia europea, la Penisola, con le sue coste a breve distanza dall’Africa.
Secondo il giornale scandinavo, la Malmstroem «non esclude che la Commissione Ue proceda contro l’Italia davanti alla Corte di giustizia dell’Ue». Per la commissaria «il problema è che dobbiamo essere capaci di dimostrare che questi atti sono sistematici e deliberati». Gli italiani, sottolinea, «devono ovviamente rispettare la legge, mentre ci sforziamo di aiutarli in una fase in cui hanno accolto da 40 mila a 50 mila persone in breve tempo».
Immediata la smentita della Commissione europea. Secondo il portavoce dello stesso commissario, l’esecutivo di Bruxelles sta esaminando «la questione, dato che alcuni Stati membri hanno espresso preoccupazioni in proposito, ma nessuna azione ufficiale è stata presa in merito». Dunque la Ue «non sta pensando a una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia in merito a presunte mancate registrazioni di impronte digitali di richiedenti asilo».
Ma diversi governi europei sospettano che l’Italia consenta un transito troppo facile dei rifugiati che sbarcano nella Penisola dalle aree calde del Mediterraneo, in modo che possano registrarsi e chiedere asilo più tardi in altri Paesi membri della Ue. È quanto affermano fonti della stessa Commissione europea, secondo le quali Cecilia Malmstroem avrebbe ricevuto segnalazioni in tal senso da alcuni Stati membri.
Una procedura d’infrazione della Commissione nei riguardi dell’Italia, rimasta ferma al primo stadio della la messa in mora, era già stata avviata nel 2012, ma riguardava le condizioni di accoglienza dei rifugiati e le difficoltà pratiche da loro spesso riscontrate per accedere alle procedure di richiesta dell’asilo.
Per l’on. Paolo Grimoldi «nel giallo delle sanzioni Ue per la mancata identificazione dei clandestini l’unico dato certo è che i tanti appelli all’Europa di Alfano non se li è filati nemmeno l’ultimo usciere di Bruxelles. Il Paese continua ad essere cornuto e mazziato, perennemente in bilico tra sanzioni e aiuti mai arrivati per il mancato rispetto delle regole di Schengen. Intanto i clandestini arrivano a migliaia e l’Italia si conferma lo zimbello di Bruxelles».

dalla Padania del 4.7.14

 
 
 

Ai CLANDESTINI altri 130 milioni e pure le CASERME

Post n°1687 pubblicato il 14 Luglio 2014 da accorsiferro
 
Foto di accorsiferro

Il ministro della Difesa, Pinotti, illustra il piano del governo per far fronte all’emergenza sbarchi: altri soldi e strutture per accoglierli tutti

di A. A.

Ma allora i soldi ci sono. Peccato che li spendono tutti nel modo sbagliato. In una intervista al Mattino il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha annunciato le prossime mosse del governo per porre «un argine alla tragedia degli sbarchi dei migranti». L’esecutivo si appresta a varare «un piano da 130 milioni» di euro per l’emergenza. Serviranno per i centri di accoglienza temporanei, «ma non solo. Saranno utilizzati - ha puntualizzato la ministra - per le attività necessarie ad assistere gli immigrati appena sbarcati».
Non basta. «È in atto uno screening sulle caserme, per verificare la possibilità di utilizzarne qualcuna come centro di accoglienza». Destino davvero insolito, quello delle caserme sparse sul territorio nazionale: da presidio contro gli invasori a loro rifugio.
Sempre la Pinotti ha parlato di un diverso rapporto con la Libia e del coinvolgimento dell’Onu per tentare di fermare gli sbarchi. «Il nuovo governo libico - ha detto - potrebbe favorire un’intesa con l’Onu. Si potrebbe chiedere alla Libia di fare richiesta all’Unhcr di intervenire ad evitare tragedie ulteriori, magari aprire campi umanitari sotto controllo Onu. La politica del governo Renzi in materia di immigrazione è ormai nota: puntiamo, come ribadito dal premier, ad un’evoluzione della politica europea in materia, ma anche ad un diverso rapporto con la Libia». Ma «c’è bisogno di più fondi comunitari in tema di immigrazione, anche per trasformare Frontex. Il richiamo all’articolo 80 (del trattato sul funzionamento della Ue, nda), che specifica il principio di solidarietà e la ripartizione delle responsabilità nelle politiche comunitarie, è faro per chiedere un cambio di rotta sull’immigrazione a tutta l’Europa».
A proposito dei presìdi militari sacrificati sull’altare dell’immigrazione incontrollata e senza freni, mercoledì alcuni reparti del Reggimento Cavalleggeri Guide di Salerno appartenenti alla Brigata Garibaldi sono stati destinati all’accoglienza dei 1.044 immigrati arrivati nel porto della città a bordo della nave “Etna” della Marina Militare. Ne dà notizia l’Esercito sul suo sito. Le Guide hanno organizzato aree di sosta riparate dal sole e collaborato con le forze dell’ordine nell’accoglienza e nel controllo dei clandestini sbarcati. L’impegno «è durato fino alla serata per completare le operazioni di profilassi sanitaria e l’identificazione da parte delle forze di polizia, successivamente gli immigrati sono partiti per i centri di accoglienza della regione e in alcune località delle regioni limitrofe».
Secondo quanto riferisce L’Espresso citando stime del ministero del Lavoro libico, negli ultimi mesi hanno cercato scampo in Libia ben tre milioni di persone. Si tratta di individui sprovvisti di documenti e fuggiti da Siria, Eritrea, Somalia, Mali, Niger, Nigeria, Camerun, Sudan e Congo. A questi tre milioni di profughi, sottolinea il settimanale, la Libia non ha nulla da offrire e il limite alle partenze è dato in questo momento soltanto dalla mancanza di imbarcazioni o di soldi per pagare la traversata.
Così, se da gennaio l’Italia ha già superato il record dei 61 mila profughi raggiunto nel 2011, l’anno d’inizio delle rivoluzioni arabe, potremmo essere soltanto all’inizio del peggio. Una pressione senza precedenti sulla rete di assistenza, già scarsa, di prefetture e Comuni.
«Oltre ai morti delle ultime ore, alle immagini dei sopravvissuti che abbracciano i loro bambini - scrive Fabrizio Gatti sull’Espresso - sono i numeri a smascherare la lontananza dell’Unione europea da quanto sta accadendo. Sapete a quanto ammonta lo stanziamento per il 2014 assegnato da Bruxelles a Frontex per controllare tutti i confini dell’Unione? Sono 89 milioni 197 mila euro. Poco più di quanto hanno incassato i trafficanti libici ed egiziani in appena sei mesi: cioè 97 milioni 600 mila dollari Usa al costo a persona di 1.600 dollari, la valuta richiesta all’imbarco. Più il milione e mezzo pagato dal migliaio di profughi che da ottobre a oggi sono annegati durante il viaggio. Un incasso per i criminali che al cambio supera i 75 milioni di euro».

dalla "Padania" del 4.7.14

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: accorsiferro
Data di creazione: 04/03/2006
 

IL FILM CHE ABBIAMO VISTO IERI SERA

Il Prof. Dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionato con la mutua**

Legenda:

** = merita
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Andrea:

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Jane Eyre di Charlotte Brontë

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