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Thomas Duncan era arrivato a Dallas dalla Liberia il 20 settembre. Zaia: «Daremo ogni sostegno ai nostri volontari». Oggi informativa del governo al Senato

di Andrea Accorsi

È morto il paziente liberiano Thomas Eric Duncan, ricoverato a Dallas per aver contratto l’Ebola. Era la prima persona a cui il virus era stato diagnosticato negli Usa.
Duncan era arrivato a Dallas dalla Liberia il 20 settembre e si è ammalato pochi giorni dopo. Dopo essersi recato in ospedale, fu mandato a casa dopo una prima visita al pronto soccorso. Riportato in ospedale il 28 settembre, da allora è stato tenuto in isolamento. Altre persone a Dallas potrebbero essere in pericolo. Secondo funzionari sanitari, dieci persone hanno avuto contatto diretto con Duncan mentre era contagioso.
In cinque dei principali aeroporti Usa, ai passeggeri in arrivo dall’Africa Occidentale verrà misurata la temperatura. Inoltre, i passeggeri dovranno rispondere alle domande di un questionario.
La situazione in Sierra Leone è «disperata, il livello di diffusione del virus sta aumentando, soprattutto nella capitale Freetown, una città da un milione di persone che ha dovuto chiudere gli ingressi via mare e chiudere le strade dopo le 5 del pomeriggio». È l’allarme lanciato da Ernest Sesay, operatore umanitario presidente della ong FHM, del network della italiana Fondazione Avsi. «Si parla di una media di 30 vittime al giorno che hanno bisogno di una sepoltura. La paura cresce e il governo sta valutando la possibilità di un nuovo coprifuoco, più lungo» spiega Sesay, ricordando che lunedì scorso c’è stato un picco con 121 morti e 80 nuovi casi registrati.
Secondo la Fao servono con urgenza 30 milioni di dollari per salvaguardare vite umane, sicurezza alimentare e mezzi di sussistenza nelle aree colpite dall’epidemia. L’organizzazione ieri ha lanciato un nuovo programma per dare assistenza urgente a 90 mila famiglie vulnerabili in Guinea, Liberia e Sierra Leone il cui approvvigionamento alimentare e i cui mezzi di sussistenza sono minacciati dall’effetto distruttivo dell’epidemia sulle economie rurali, le attività agricole e i mercati. La Banca mondiale ha valutato in 32,6 miliardi di dollari, entro la fine del 2015, l’impatto sui Paesi dell’Africa occidentale.
«I padovani Giovanni Putoto e Matteo Bottecchia e tutti gli altri coraggiosi volontari del Cuamm che si stanno prodigando per fronteggiare Ebola e curare le persone colpite in Africa sappiano che la Regione del Veneto è e sarà orgogliosamente al loro fianco in ogni modo possibile». Così il Governatore Luca Zaia commenta la partenza di altri due operatori volontari dal Veneto per la Sierra Leone.
Ue e Oms Europa ostentano tranquillità circa la diffusione del virus in Europa, definendola «altamente improbabile» e «evitabile». Oggi alle 13 si terrà al Senato l’informativa urgente del governo sul virus.

dalla "Padania" del 9.10.14