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Ada vede

Punti di domanda e qualche risposta su di noi e la società, con un pizzico di umorismo

Messaggi del 15/06/2017

Come liberarsi dai blocchi emozionali e dalle paure (parte prima)

Foto di traggogolone

Traduzione dell'articolo pubblicato il 10 gennaio 2017, parte prima

Tu vivi in una gabbia che ti sei accuratamente costruito per proteggere te stesso.
Così ho fatto io.
Tutti lo abbiamo fatto.
Letteralmente, hai disegnato ogni aspetto della tua vita, per proteggerti dalle paure e dai conflitti interiori che non ti senti in grado di affrontare.
Nel suo libro “The Untethered Soul”, Michael Singer propone l'analogia di una persona con una spina conficcata nel braccio.
Questa spina capita che sia proprio conficcata sul nervo del braccio.
Di conseguenza, anche la più leggera carezza che sfiori la spina, un dolore elettrizzante gli corre lungo tutto il corpo.
Per poter vivere senza dolore, questa persona, si deve rassicurare che nulla possa toccare la spina nel braccio.
Non può dormire nemmeno nel suo letto, se si rigirasse infatti toccherebbe la spina.
Per cui un giorno si inventa un aggeggio che protegge la spina, con cui può anche dormire.
Il problema è risolto.
Non può fare sport o avere molto contatto fisico con la gente. Dunque egli disegna un altro aggeggio che gli protegge il braccio dal contatto eventuale.
Non è molto comodo da mettere, ma protegge la spina.
Problema risolto.
Egli ha imparato come gestire ogni singola area della sua vita, di modo che nulla possa toccare la spina.
Dal lavoro al tempo libero alle sue relazioni.
Controlla il suo ambiente esterno, al punto che si è liberato dai problemi che gli darebbe la spina.
Ma lo è veramente?
In realtà, tutto ciò che ha fatto questa persona è di avere coperto il problema. Dall'aver agito in questo modo, egli ha dovuto costruire la sua intera vita attorno al problema.

La sua altra opzione – di gran lunga meno dolorosa e complicata – sarebbe semplicemente di rimuovere quella spina!
In modo simile, tu hai “spine interiori” attorno alle quali hai costruito la tua intera vita.
Hai seppellito i traumi della tua infanzia, le tue paure, le tue insicurezze emotive.
Quando qualcosa tocchi quelle spine interiori – piuttosto che lasciarle giungere in superficie, prendendone consapevolezza e lasciandole andare – le seppellisci più a fondo, distraendoti dal dolore appena ti è possibile.
Tony Robbins ha detto “tiri fuori dalla tua vita ciò che tolleri”.
Tu hai appreso a tollerare il fatto di vivere con le tue paure e i tuoi conflitti interiori. Come risultato, ti sei programmato una vita molto lontano dal tuo vero potenziale.
Lo abbiamo fatto tutti quanti.

L'evoluzione della paura.

L'essere umano ha implementato in sé una reazione di tipo fuggi-attacca, dinanzi alle sfide.
Per buona parte della storia dell'uomo, siamo stati esposti a rischi fisici, alla nostra incolumità fisica, costantemente.
In tutti i modi, adesso che il nostro ambiente fisico è relativamente sicuro, le nostre sfide da esterne sono diventate interne!
Ora, piuttosto che doversi preoccupare dall'assalto di una tigre, si è preoccupati per la propria auto-stima! Sei preoccupato di ciò che la gente pensa di te. Sei preoccupato di non aver fatto abbastanza. Sei preoccupato di avere offeso altra gente. O preoccupato di fallire.
Quando il tuo corpo è in salute, non è che ci pensi su molto. E' così, funziona adeguatamente.
Ma spendi gran parte delle tue ore di veglia preoccupato del tuo benessere emotivo, provando sempre ad assicurarti di sentirti bene.

Cosa ti dice questo del tuo benessere emotivo?
Emozioni salubri sono lo specchio di un corpo sano – non dovresti preoccupartene tanto.

Quando sorge un problema, piuttosto che seppellirlo più in fondo, risolvilo. Vai oltre. Lascialo andare, cosicchè non debba rovinarti il futuro.
Eppure, questo è il modo in cui molta gente si rapporta con i suoi problemi emozionali. Piuttosto che sistemarli, costruiscono le più bizzarre relazioni e vivono per proteggersi dall'affrontare le paure ed i traumi.

Tu non sei le tue paure.
Il primo passo, nel vivere una vita di libertà, sta nel rendersi conto che tu non sei le tue paure! Tu fai esperienza delle tue paure. Similmente, tu non sei i tuoi pensieri. Sei consapevole di essi.
Non sei nemmeno il tuo corpo.
Piuttosto, si può dire che tu sia l'essere dentro che fa esperienza ed agisce, tramite il corpo.
Tu sei il soggetto – i tuoi pensieri, sentimenti ed esperienze fisiche sono gli oggetti.
Qui sta il perchè molta gente si costruisce una vita attorno alle proprie paure. Sono iper-attaccatti ad una particolare immagine di sé. Hanno creato una scatola attorno a sé – la personalità – per definire chi siano e come agiscano.
La verità è molto più elementare: tu sei quello che fa esperienza dei pensieri, sentimenti e sensi fisici.
Sei l'osservatore del mondo interno ed esterno a te. Tu stabilisci dove mettere la consapevolezza, ciò che gli psicologi chiamano “attenzione selettiva”. Tu riponi l'attenzione a pensieri, sentimenti e cose che hanno importanza per te. Ciò su cui ci si focalizza, si espande. La tua consapevolezza delle cose le rende reali per te.
Quando fai esperienza di qualcosa che è associato ad una emozione disturbante – la spina interiore – la tua attenzione si sposta da qualunque altra cosa stavi facendo. Piuttosto che guardare quel film, ti sei perso in pensieri e ricordi passati.
Questo è il punto in cui fai il passo indietro consapevole.
Tu non sei i pensieri o i sentimenti che stai sperimentando. Lo stesso fatto che queste emozioni stanno crescendo è il segnale che hai un conflitto interiore non risolto.
Piuttosto che seppellire queste emozioni più in fondo, guardale per quello che sono: emozioni.
Esse non sono te. Sono ciò di cui stai facendo esperienza. Concediti di sentirle. Non nasconderti da loro. Non distrarti da loro. Osservale e fanne esperienza completamente. Dimenticati di te o dell'evento. Impara da loro. Saranno probabilmente poco piacevoli. Di solito le seppellisci perchè sono dolorose e spiacevoli.
Fanne esperienza e liberatene.
Togliti quella spina.
La sola altra opzione è di perpetrare e di conservarti il problema. (continua)

 
 
 

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