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Calandra A. Alfredo - E-mail: calandralf@libero.it - MSN: calandralf@hotmail.it - Sito: www.alcal.it

 

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Post n°57 pubblicato il 13 Novembre 2010 da al.cal

...ha quasi 5 anni!

Quante cose sono successe in tutto questo tempo. Ma se potessi...tornerei sempre indietro per fermare il tempo, o per addormentarmi e smettere di pensare. Anche se, in qualche modo..ho già smesso di farlo.

 
 
 

...

Post n°56 pubblicato il 13 Novembre 2010 da al.cal

Anche stanotte ti ho sognato. Mi dicevi che "mi puzzava l'alito". 

Non ho più paura di niente.

 
 
 

Mi manchi da morire

Post n°55 pubblicato il 01 Aprile 2009 da al.cal

Utilizzo sempre internet per scrivere qualcosa nella speranza che il messaggio arrivi. Sto malissimo. Vorrei riprendermi, ma per quanti sforzi faccia, il mio pensiero va sempre a te! Quando sarà il mio tempo? Quando potrò dire di essere finalmente una persona tranquilla? Sto ancora pagando per il bene che non ho fatto? E per il male che invece ho fatto. Resisterò ancora? Vorrei chiedere aiuto, ma non so a chi.

 
 
 

Convivium...

Post n°54 pubblicato il 20 Dicembre 2007 da al.cal

Non è morto con te il magico mondo dove il ricordo trattiene i momenti eterni delle nostre vite. Come in sogno tremolano le immagini e i suoni, gli odori e gli affetti dei giorni vissuti che si dilatano nel silenzio. "E la morte non avrà dominio".

Fonte convivium

 
 
 

...

Post n°53 pubblicato il 19 Dicembre 2007 da al.cal

Cu cridi di pigghiari i stiddi chi manu pigghia sulu muschi

 
 
 

       La Quercia e il Cipresso di Gibran

Post n°52 pubblicato il 14 Dicembre 2007 da al.cal

Voi siete nati insieme e insieme starete per sempre.
Sarete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni.
E insieme nella silenziosa memoria di dio.
Ma vi sia spazio nella vostra unione,
E tra voi danzino i venti dei cieli.

Amatevi l’un l’altro, ma non fatene una prigione d’amore:
Piuttosto vi sia un moto di mare tra le sponde delle vostre anime.
Riempitevi l’un l’altro le coppe, ma non bevete da un’unica coppa.
Datevi sostentamento reciproco, ma non mangiate dello stesso pane.
Cantate e danzate insieme e state allegri, ma ognuno di voi sia solo,
Come sole sono le corde del liuto, benché vibrino di musica uguale.

Donatevi il cuore, ma l’uno non sia di rifugio all’altro,
Poiché solo la mano della vita può contenere i vostri cuori.
E siate uniti, ma non troppo vicini;
Le colonne del tempio si ergono distanti,
E la quercia e il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro
.

 
 
 

citazione

Post n°51 pubblicato il 16 Novembre 2007 da al.cal

"Tutti sono importanti...

...ma nessuno e' indispensabile"

....tranne gli autotrasportatori!

 
 
 

Aforisma:

Post n°50 pubblicato il 10 Novembre 2007 da al.cal

Nessun piacere è un male in

assoluto; ma alcune fonti del

piacere procurano spesso più

male che bene.

Epicuro

 
 
 

www.AlcAl.it

Post n°48 pubblicato il 29 Maggio 2007 da al.cal

Internet è un mondo meraviglioso. Uno spazio infinito dove tutto sembra possibile. Uno spazio dove il tempo ha una strana cadenza. Parole scritte solo qualche anno prima, messaggi persi in quell' etere incommensurabile, siti visitati in un passato recente, tutte quelle azioni virtuali rivisitate nel presente, provocano un senso di stupore, di meraviglia diluita con uno strano senso di nostalgia. È proprio vero; in internet il tempo non ricopre la sua azione, il suo ruolo; in internet il tempo non scorre irrimediabilmente; rileggi un messaggio, una tua frase e solo dopo ti ricordi d’averla scritta tre/quattro anni fa, quando la tua vita era diversa; quando gli eventi hanno stravolto totalmente il tuo equilibrio, in internet tutto è rimasto immutato, intatto. Sarà questo il motivo per cui molti scelgono il “cyberspazio” come luogo ideale all’interno del quale è possibile lasciare  un’ impronta della propria presenza nel mondo, nella convinzione che quella sia una impronta eterna non suscettibile all’ effetto logorativo del tempo nello spazio tangibile e materiale. Dove vanno a finire le parole digitate su una tastiera, quelle stesse parole che rievocano pensieri, azioni, emozioni, esperienze, gioie e dolori e che navigano in uno spazio che non è spazio, in un tempo che non è tempo, anche quando chiudiamo la nostra sessione di lavoro? Bhè, in realtà non è difficile comprenderlo; questo “non-tempo” e “questo “non-spazio” è, alla fin fine, una invenzione ingegnosa dell’uomo che ha trovato il modo di mettere in relazione in maniera completa, innovativa, le singole personalità accorciando le distanze. Il tempo è sempre quello. Lo spazio anche. Ma a me non piace pensare così.  Il mondo di internet: dunque un sito per lasciare una impronta; un spazio per le proprie memorie; luogo nel quale porre in evidenza, con un certo impatto, le proprie esperienze, sensazioni e tant’altro ancora con l’ausilio della multimedialità, questa illustre sconosciuta che dà voce alle nostre emozioni, amplificandole. Domanda: “chi è interessato alla lettura di quei files multimediali che parlano di te? Quanto è importante la visibilità del tuo sito? Quanto è importante il numero dei siti che contengono tra i “preferiti” anche il link del tuo spazio on-line? Quanto è importante quel programma (counter/statistics) che calcola il numero degli utenti che hanno visitato il tuo sito?”. Se non vi è fine di lucro, la risposta è “nulla”! Non ha nessuna importanza la quantità; è indifferente la qualità; ciò che conta è che in quel meraviglioso spazio “inesistente” - si, proprio così…proprio perché internet, a conti fatti, non esiste (!) dato che, in concreto, esso non risponde alle basilari leggi della fisica…tempo/spazio e materia, in un mondo meramente astratto, psicologico – si cerchi e si trovi quella libertà “terapeutica” di porre in “essere” qualcosa che di importante c’è di te o di tuo scrivendo, postando, immaginando, Creando. Creo questo semplice sito, nella grafica e nella struttura, nella speranza che ciò che vi scriverò, riecheggerà nelle menti di persone lontane dalla mia terra, lontane dal mio tempo. Possano fare tesoro, queste stesse, delle mie esperienze tratte dalle mie parole. Vi lascio citandovi un aforisma che è diventato indicativo, oggi, del mio modo di vedere la vita: 

 

"La vita e la morte confluiscono in uno, e non c'è né evoluzione né destino; soltanto essere".

Albert Einstein (1879-1955

 
 
 

nuovo indirizzo:

Post n°44 pubblicato il 20 Maggio 2007 da al.cal

www.AlcAl.it

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Anni '80...

Post n°42 pubblicato il 22 Aprile 2007 da al.cal

Lo scopo di questa missiva è quello di rendere giustizia a una generazione, quella di noi nati agli inizi anni ’80 (anno più, anno meno), quelli che vedevano la casa acquistata allora dai nostri genitori valere oggi 20 o 30

volte tanto, e che pagheranno la propria fino ai 50 anni. Noi non abbiamo fatto la Guerra, né abbiamo visto lo sbarco sulla luna, non abbiamo vissuto gli anni di piombo, né abbiamo votato il referendum per l’aborto o per quello sulla caccia e la nostra memoria storica comincia più o meno coi Mondiali di Italia ’90. Per non aver vissuto direttamente il ’68 ci dicono che non abbiamo ideali, mentre ne sappiamo di politica più di quanto credano e più di quanto sapranno mai i nostri fratelli minori e discendenti. Babbo Natale non sempre ci portava ciò che chiedevamo, però ci sentivamo dire, e lo sentiamo ancora, che abbiamo avuto tutto, nonostante quelli che sono venuti dopo di noi si che hanno avuto tutto, e nessuno glielo dice. Siamo l’ultima generazione che ha imparato a giocare con le biglie, a salta la corda, a giocare a lupo, a un-due-tre-stella, a strega comanda colori, a strega di mezza notte, e allo stesso tempo i primi ad aver giocato coi videogiochi ( W il commodore64!!!!), ad essere andati ai parchi di divertimento o aver visto i cartoni animati a colori. Abbiamo indossato pantaloni a campana, a sigaretta, a zampa di elefante E con la cucitura storta; la nostra prima tuta è stata blu con le bande bianche sulle maniche e le nostre prime scarpe da ginnastica di marca le abbiamo avute dopo i 10 anni. Andavamo a scuola quando il 31 ottobre era la vigilia dei santi e non Halloween, quando ancora si veniva bocciati e in estate si faticava se ti lasciavano materie, siamo stati gli ultimi a fare la Maturità e i pionieri del 3+2. Siamo stati etichettati come Generazione X e abbiamo dovuto sorbirci Sentieri e i Visitors, Twin Peaks e Beverly Hills ( ti piacquero allora, vai a rivederli adesso, vedrai che delusione!!!!). Abbiamo pianto per Candy-Candy, ci siamo innamorate dei fratelli di Georgie ci siamo picchiati dopo i combattimenti di Goldrake o Jeeg Robot d’Acciaio, abbiamo riso con Spank, ballato con heather Parisi, cantato con Cristina D’Avena e imparato la mitologia greca con Pollon e la rivoluzione francese con Lady Oscar. Siamo una generazione che ha visto Maratona fare campagne contro la droga. Siamo i primi ad essere entrati nel mondo del lavoro come CO.CO.CO. e quelli per cui non gli costa nulla licenziarci. Ci raccontano sempre fatti accaduti prima che nascessimo, come se non avessimo vissuto nessun avvenimento storico. Abbiamo imparato che cos’è il terrorismo, abbiamo visto cadere il muro di Berlino, e Clinton avere relazioni improprie con la segretaria nella stanza Ovale; siamo state le più giovani vittime di Cernobyl ( chi è dell’86 alzi la mano!!); quelli della nostra generazione l’hanno fatta la guerra ( Iraq, Kosovo, Afganistan e ancora Iraq, senza dimenticare tutte quelle che non fanno notizia per scarsi interessi economici!!!); abbiamo gridato NO NATO, fuori le basi dall’Italia,

senza sapere molto bene cosa significasse, per poi capirlo di colpo un 11 di settembre e cose se non bastasse qualcuno ha creduto bene di ricordarcelo l’11 marzo a Madrid e l’08 luglio a londra. Abbiamo giocato a Pac-Man, odiamo Bill Gates e credavamo che internet sarebbe stato un mondo libero. Siamo la generazione di BIM BUM BAM e del Drive In. Siamo la generazione che andò al cinema a vedere i film di Bud Spencer e Terence Hill.Quelli cresciuti ascoltando gli Europe e Nik Kamen, e gli ultimi a usare dei gettoni del telefono. Ci siamo emozionati con Superman, ET o Alla Ricerca Dell’Arca Perduta. Bevevamo  il Billy e mangiavamo le Big Bubbole, ma neanche le Hubba Bubba erano male; al supermercato le cassiere ci davano le caramelline di zucchero come resto. ( già….i “fruttini”) Siamo la generazione di Crystal Ball (“con Crystal Ball ci puoi giocare”), delle sorprese del Mulino Bianco, della mitica Girella, dei mattoncini Lego a forma di MATTONCINO,

dei Puffi, i Voltrons, Magnum P.I., Supercar, A-Team, Holly e Benji, Mimì Ayuara, l’Incredibile Hulk, Poochie, Yattaman, He-Man, Lamù, Creamy, Kiss Me Licia, i Barbapapà, Memole, i Mini Pony, le macchinette della majorette, Big Jim e la casa di Barbie di cartone ma con l’ascensore. La generazione che ancora si chiede se Mila e Shiro alla fine vanno insieme. L’ultima generazione a vedere il proprio padre a caricare il portabagagli della macchina all’inverosimile per andare in vacanza 15 giorni. Guardandoci indietro è difficile credere come siamo ancora vivi: viaggiavamo in macchina senza cinture, senza seggiolini speciali e senza air-bag; facevamo viaggi di 10-12 ore e non soffrivamo di sindrome da classe turistica.L’ultima generazione degli spinelli.Non avevamo porte con protezioni, armadi o flaconi di medicinali con chiusure a prova di bambino. Andavamo in bicicletta senza casco né protezione per le ginocchia o i gomiti. Le altalene erano di ferro con gli spigoli vivi e il gioco delle penitenze era bestiale. Non c’erano i cellulari. Andavamo a scuola carichi di libri e quaderni, tutti infilati in una cartella che raramente aveva spallacci imbottiti, né tanto meno le rotelle!!! Mangiavamo dolci e bevevamo  bibite, ma non eravamo obesi. Ci attaccavamo alla stessa bottiglia per bere e

nessuno si è mai infettato. Ci trasmettevamo solo i pidocchi a scuola, cosa che le nostre madri sistemavano lavandoci la testa con l’aceto. Non avevamo Playstation, Nintendo 64, PSP, Gameboy DS, videogiochi, 99canali televisivi, dolby-surround, cellulari, computer e internet, però ce la spassavamo tirandoci gavettoni e rotolandoci per terra tirando su di tutto; bevevamo l’acqua direttamente dalle fontane dei parchi, acqua non imbottigliata, che devono anche i cani! Abbiamo avuto libertà, fallimenti, successi e responsabilità e abbiamo imparato a crescere con tutto ciò. Tu sei dei nostri? Congratulazioni!! Dedicato questo a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di crescere come bambini….per l’ultima volta..

 

 
 
 

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Post n°39 pubblicato il 13 Aprile 2007 da al.cal

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Singolarità, Big-Bang

Post n°38 pubblicato il 12 Aprile 2007 da al.cal

Un piccolo frammento identico al Tutto da cui tutto è partito

di Antonio Bruno

Link pagina sito: http://www.dnamagazine.it/big-bang.html

Scienziati "scomodi" che, con le loro teorie "scomode", hanno contribuito e contribuiranno di certo al progresso della conoscenza umana ce ne sono sempre stati e, se Dio vuole, ce ne saranno sempre.
Ma cosa, realmente, è "scomodo" e cosa, invece, è solo il naturale manifestarsi dell'intelletto umano nella ricerca della Conoscenza Ultima?
immaginePrendiamo la questione del Big-Bang: la nostra mente raziocinante, alla frenetica ricerca di un inizio di tutto, dopo aver sbattuto come un uccello capitato in una stanza contro le pareti della filosofia, della speculazione, della mistica e della magia, si è per ultimo affidata agli scienziati.
L'esigenza di trovare *l'inizio* è stata, potremmo dire, "l'input subliminale" alla formulazione del concetto di *singolarità*, frutto e parto dei fisici teorici di tutto il pianeta da parecchi decenni. Il fatto è che il pensiero di un "universo infinito" rappresentava un insopportabile blocco: voglio dire, qualcosa che non riusciamo a concepire può mai entrare in qualche modello scientifico? L'uomo di scienza ha cercato in tutti i modi di rispondere "no", ed è così, in parole molto succinte, che è nata l'esigenza della "singolarità".
Siamo negli anni '70: mentre si cercava di bypassare l'esigenza di una "singolarità iniziale" in attesa di maggiori e nuovi elementi da inserire in un soddisfacente modello fisico, Roger Penrose e Stephen Hawking hanno voluto dichiarare che la singolarità, pur nell'ambito delle soluzioni di
Fridman definite dalle equazioni di Relatività Generale (RG), è un evento inevitabile. Ma non dimentichiamo che la RG ha un tallone d'Achille proprio nella struttura basilare dei suoi assunti laddove pone sullo stesso piano, tempo spazio e materia. Sì, perchè, nel caso della singolarità, questi tre elementi non esistono affatto e, dunque, una singolarità equivale di fatto al funerale della RG. Non esistono leggi fisiche nella singolarità, anzi, non esiste proprio fisica.
Ma, allora, ci sono, e se sì quali, dei limiti alla RG che rendano necessario il superamento della teoria classica di Einstein magari grazie alle teorizzazioni della Fisica Quantistica (FQ) in virtù degli specifici campi d'indagine di quest' ultima? La risposta non è facile perchè, a tutt'oggi, anche i limiti della FQ sembrano emergere abbastanza evidenti.
Sono stati tentati vari approcci, vari modelli, ma nessuno si è rivelato del tutto soddisfacente. In pratica, il problema basilare si può riassumere come *la difficoltà di applicare la FQ ai problemi cosmologici*. Ecco, allora, gli studi del matematico italiano Fantappiè, che parlavano, fin dal 1952, di nuove visioni dei concetti di "simmetria" e di "legge fisica" che ci portano a rapportarci, essenzialmente, a due parametri costanti: il primo è la nota velocità della luce, l'altro che definisce il raggio dello spazio-tempo, facendo di questo un qualcosa di sferico, di uniforme e, soprattutto, di esente da singolarità. In altre parole, questo modello, attraverso l'algebra, permetterebbe di arrivare all' "universo di De Sitter", una soluzione che non mancò di sollevare perplessità al suo
apparire non riuscendo i fisici a ben circoscrivere gli strani comportamenti dello spazio-tempo-vuoto.

Se la meccanica quantistica si occupa del complesso fenomenico inerente il mondo atomico, i cosiddetti "micro-oggetti" da essa studiati, costituiscono le "oscillazioni di campo" le quali, di fatto, permettono al principio d'indeterminazione di Heisenberg di acquisire un senso, in quanto un evento può sì essere calcolato probabilisticamente, ma *mai* in modo certo come avveniva, invece, nella fisica pre-quantistica.
Ad ogni modo, non è ancora possibile considerare un metodo, un modello, un sistema soddisfacenti per applicare la meccanica quantistica alla cosmologia. Le "visioni standard", possiamo dire che limitano e rendono incompleti gli sforzi dei teorici. Nei modelli standard, sia del Big-Bang che della meccanica quantistica, hanno visto confluire in sé tutte le teorizzazioni di scienziati come S. Hawking e J. Hartle, A. Guth e P.Steinhardt, A. Linde e A. Vilenkin e altri ancora.
A questo punto, sorge l'importantissima questione del *vuoto* e, qui, non voglio avventurarmi oltre e troppo in territori che non mi competono. Se il vuoto è energia, attualmente possiamo ritenere con una certa speranza di veridicità che, quando il vuoto avrà esaurito del tutto la sua "funzione d'onda", esso si riavvolgerà su sè stesso e forse, come un grande buco nero, "evaporerà".
(liberamente tratto da: "Atti del Convegno -Teoria degli Universi e Sintropia L. Fantappié del 21 maggio 1993" da Synthesis settembre - dicembre 1993)

A questo punto, potremmo pensare al nostro universo come ad un qualcosa di "disordinato"?
L'aggettivo sembra in effetti un po' originale, certo non molto cosmologico ma quest'impressione è solo superficiale. In effetti, se consideriamo, innanzitutto, che il principio dell' *entropia* è in un certo senso il nome scientifico del disordine, dobbiamo domandarci se il nostro universo abbia a
che vedere o meno con questo principio.
Qui ci colleghiamo a quello che alcuni fisici degli anni Settanta definirono "l'universo oscillante", ovvero un universo che compie continui viaggi di "andata e ritorno" fra un big bang ed un big crunch (collasso globale e definitivo di tutto quanto esiste nell'universo fino al punto di partenza).
Un "universo oscillante" che potrebbe esistere da sempre e proseguire la sua esistenza all'infinito. Un big bang, quello di questo ciclo, che altro non sarebbe che uno degli infiniti big bang già trascorsi. ma è mai esistito un big bang *iniziale*? La scienza non è in grado affatto di rispondere a questa domanda. Se ci pensiamo, possiamo richiamare alla nostra mente Aristotele il quale, già ai suoi tempi, parlava di universo eterno.
Ma torniamo al presunto principio dell'entropia, ovvero del "disordine" dell' universo.
E' davvero un universo "disordinato", il nostro? E, se fa parte di un infinito ripetersi di universi, sono sempre stati universi "disordinati"? Se la seconda legge della termodinamica è applicabile in senso cosmologico ( e non si vede perchè non dovrebbe esserlo, a questo punto della nostra
discussione) potremmo considerare che il disordine, ovvero l'entropia dell'universo, sono in costante aumento con il trascorrere del tempo.
"Tempo": parola basilare e molto importante. Di che tempo stiamo parlando?
Del tempo "termodinamico", o entropico, che segue una sua peculiare freccia?
Del tempo che alcuni chiamano "filosofico" o "psicologico", che ha a che vedere con il nostro rapporto umano e concettuale con il tempo? O, infine, del tempo cosmologico, la cui freccia pare portarci verso una costante dilatazione dell'universo?
Per i fisici, possiamo parlare fino ad un certo punto, sia della freccia del tempo termodinamica che di quella psicologica: entrambe sembrano procedere nella stessa direzione. Se, però, dovesse un giorno iniziare il processo che porterà l'universo al big crunch, non possiamo aspettarci una semplice rivisitazione "all'indietro" del cammino fin qui fatto, perchè la freccia
termodinamica non ci seguirà. Se questo ipotetico big crunch avvenisse, molti pensano che sarebbe alquanto simile all'evento che origina un "buco nero", nel quale non viene giudicata possibile l'esistenza di vita intelligente poichè pare che una freccia termodinamica forte sia necessaria per gli esseri viventi. All'inizio del percorso verso il big crunch, infatti, le stelle avrebbero tutte esaurito il loro combustibile nucleare, protoni e neutroni, che ne costituivano l'essenza, si saranno trasformati (o, meglio, decaduti) in piccolissime particelle radioattive e luminose ed il disordine sarebbe assoluto.
L'uomo ipotetico che si trovasse ancora vivo in un simile scenario, proprio come il classico astronauta caduto in un buco nero, subirebbe contrazioni letali, sarebbe trasformato in una sottiletta o meglio, più precisamente, subirebbe forti ed insopportabili contrazioni in senso orizzontale contemporanee ad insostenibili "stiramenti" in senso verticale.
Indubbiamente, un'ottima cura dimagrante, ma, ahimè, letale...Così, almeno, ci dicono molti scienziati.

Ma c'è una domanda che, se ci riflettiamo bene, potrebbe sorgere in noi: se il percorso verso il big crunch è così caotico e disordinato, così entropico, come potremmo ritornare alle soglie di un successivo big bang, quello previsto dal modello dell' "universo oscillante", dove tutto dovrebbe
risultare "altamente ordinato"? Qualche fisico ha espresso la possibilità che, in questo caso, avremmo a che fare con una sorta di eventualità fortunata, un po' come quando si spera che la pallina di una roulette si femi proprio sul numero giusto o quella di un flipper vada a posizionarsi
nella buca giusta per vincere un'altra partita... La "buca giusta", in questo caso, sarebbe uno stato di uniformità tale, se vogliamo di tale eccezionalità, che renderebbe possibile l'avvio di un nuovo big bang verso un universo simile al nostro. E la giostra ricomincerebbe.
Ma, finora, siamo rimasti alla posizione delle speculazioni fisiche degli anni '60 e '70. Cosa è cambiato, oggi?
Dovremmo, qui, parlare a lungo di questioni come l'inflazione, dello spaziotempo di De Sitter, o di teorie come quella degli "universi a bolla" o dell' universo emerso dal nulla per via di un tunnel quantistico. Chiaramente non è questa la sede nè sono io il relatore più qualificato. Mi sembra,
però, degno di interesse concludere citando la teoria dell'"universo autogenerante" ovvero: potrebbe, l'universo, essersi creato da sé? Se qualcuno ha presente la teoria delle "superstringhe", diventata abbastanza d'attualità negli ultimi tempi, ricorderà che essa ci parla di un insieme di dimensioni spaziali inizialmente "arrotolate" ed infinitesimamente piccole. Insomma, tutte le dimensioni, anche il nostro tempo, sarebbero state avvinghiate l'una all'altra e, se ha un qualche senso parlare di "piccolezza", appunto, molto piccole. Fin qui, saremmo anche
d'accordo con l'inflazione, poiché l'universo in espansione sarebbe simile a quello del passato, per gradi successivi. Ovvero, l'universo di un miliardo di anni fa sarebbe simile a quello di due miliardi di anni fa, solo più "espanso"; e questo a quello di tre miliardi di anni fa, e via di seguito... In questo modello, un piccolo frammento di universo sarebbe identico a quello da cui tutto è partito. Immaginiamoci un puzzle: se una piccola tessera (e noi sappiamo che è così) è stata quella da cui ha avuto principio e si è sviluppato tutto il puzzle, fatto della stessa materia e
dipinto con gli stessi colori, possiamo dire, forse, che, da qualche parte, c'è un giocatore che ha bisogno di trascorrere il tempo...

 
 
 

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Post n°37 pubblicato il 10 Aprile 2007 da al.cal

http://digilander.libero.it/al.cal

 
 
 

Dal mio sito...

Post n°36 pubblicato il 10 Aprile 2007 da al.cal

Internet è un mondo meraviglioso. Uno spazio infinito dove tutto sembra possibile. Uno spazio dove il tempo ha una strana cadenza. Parole scritte solo qualche anno prima, messaggi persi in quell' etere incommensurabile, siti visitati in un passato recente, tutte quelle azioni virtuali rivisitate nel presente, provocano un senso di stupore, di meraviglia diluita con uno strano senso di nostalgia. È proprio vero; in internet il tempo non ricopre la sua azione, il suo ruolo; immaginein internet il tempo non scorre irrimediabilmente; rileggi un messaggio, una tua frase e solo dopo ti ricordi d’averla scritta tre/quattro anni fa, quando la tua vita era diversa; quando gli eventi hanno stravolto totalmente il tuo equilibrio, in internet tutto è rimasto immutato, intatto. Sarà questo il motivo per cui molti scelgono il “cyberspazio” come luogo ideale all’interno del quale è possibile lasciare  un’ impronta della propria presenza nel mondo, nella convinzione che quella sia una impronta eterna non suscettibile all’ effetto logorativo del tempo nello spazio tangibile e materiale. Dove vanno a finire le parole digitate su una tastiera, quelle stesse parole che rievocano pensieri, azioni, emozioni, esperienze, gioie e dolori e che navigano in uno spazio che non è spazio, in un tempo che non è tempo, anche quando chiudiamo la nostra sessione di lavoro? Bhè, in realtà non è difficile comprenderlo; questo “non-tempo” e “questo “non-spazio” è, alla fin fine, una invenzione ingegnosa dell’uomo che ha trovato il modo di mettere in relazione in maniera completa, innovativa, le singole personalità accorciando le distanze. Il tempo è sempre quello. Lo spazio anche. Ma a me non piace pensare così.

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Il mio sito su libero:

Post n°35 pubblicato il 09 Aprile 2007 da al.cal

http://digilander.libero.it/al.cal/

In fase di costruzione...

 
 
 

Aforismi...

Post n°34 pubblicato il 07 Aprile 2007 da al.cal

"La luce che brilla il doppio dura la metà"

 Jimi Hendrix


 
 
 

Therapeutics Fitness Center

Post n°33 pubblicato il 04 Aprile 2007 da al.cal
 
 
 

Solo per Te

Post n°32 pubblicato il 24 Marzo 2007 da al.cal
Foto di al.cal

23/III/07  02:06

Questa è forse la 3° volta che, nella mia vita, mi ritrovo a mettere per iscritto il mio pensiero. Forse, un giorno, in un tempo futuro, non avrò difficoltà a comprendere e rammentare lo stato d'animo che provo, che vivo nel buttare giù queste righe. Di quanto cariche di dolore siano queste parole. Per tre volte mi sono ritrovato, sentivo forte il bisogno di "dire" ad un pezzo di carta, quanto grande fosse il vuoto lasciato da un evento della mia, travagliata ed imprevedibile e, nello stesso tempo, facile e prevedibile esistenza...>>

 
 
 

Il tempo...

Post n°31 pubblicato il 19 Marzo 2007 da al.cal

Viaggiare nello spazio-tempo

Di Massimo Ortelli:Matt Visser e il collega David Hochberg, fisici teorici della Victoria University di Wellington, in Nuova Zelanda, asseriscono che viaggiare nel tempo rappresenta una concreta realtà piuttosto che una fantasia. Una nuova loro ricerca infatti, suggerisce che la costruzione di un cunicolo, una galleria che attraversa lo spazio-tempo, potrebbe risultare molto più economica del previsto visto che la quantità di “materia esotica” (un tipo di materia con qualità energetiche negative che viene respinta anziché attratta dalla gravità) occorrente sarebbe estremamente esigua. Tuttavia, il problema fondamentale è dove poter reperire la “materia esotica”. Matt Visser e David immagineHochberg hanno per ora solo dimostrato che basta disporre di una quantità infinitesimale di “materia esotica” per poter viaggiare nel tempo. I due fisici dimostrarono già sei anni fa che la “materia esotica” era indispensabile per permettere a un cunicolo spaziotemporale di rimanere aperto. Secondo i due fisici, la soluzione per poter concretizzare la “materia esotica” è inclusa nel complesso teorema delle fluttuazioni quantistiche, dove le particelle subatomiche e le corrispondenti antiparticelle, fluttuanti ambedue nel vuoto, entrano ed escono dall'esistenza. Con ogni probabilità la “materia esotica” potrebbe nascere con la violazione della condizione di energia media nulla. In tal caso, basterebbe solo una infinitesimale quantità di materia che viola tale principio, a patto che il cunicolo venga progettato con la massima parsimonia.

Istituzione scientifica citata nell'articolo:


Victoria University of Wellington New Zealand

 
 
 
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Data di creazione: 20/02/2006
 
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