Internet è un mondo meraviglioso. Uno spazio infinito dove tutto sembra possibile. Uno spazio dove il tempo ha una strana cadenza. Parole scritte solo qualche anno prima, messaggi persi in quell' etere incommensurabile, siti visitati in un passato recente, tutte quelle azioni virtuali rivisitate nel presente, provocano un senso di stupore, di meraviglia diluita con uno strano senso di nostalgia. È proprio vero; in internet il tempo non ricopre la sua azione, il suo ruolo;
in internet il tempo non scorre irrimediabilmente; rileggi un messaggio, una tua frase e solo dopo ti ricordi d’averla scritta tre/quattro anni fa, quando la tua vita era diversa; quando gli eventi hanno stravolto totalmente il tuo equilibrio, in internet tutto è rimasto immutato, intatto. Sarà questo il motivo per cui molti scelgono il “cyberspazio” come luogo ideale all’interno del quale è possibile lasciare un’ impronta della propria presenza nel mondo, nella convinzione che quella sia una impronta eterna non suscettibile all’ effetto logorativo del tempo nello spazio tangibile e materiale. Dove vanno a finire le parole digitate su una tastiera, quelle stesse parole che rievocano pensieri, azioni, emozioni, esperienze, gioie e dolori e che navigano in uno spazio che non è spazio, in un tempo che non è tempo, anche quando chiudiamo la nostra sessione di lavoro? Bhè, in realtà non è difficile comprenderlo; questo “non-tempo” e “questo “non-spazio” è, alla fin fine, una invenzione ingegnosa dell’uomo che ha trovato il modo di mettere in relazione in maniera completa, innovativa, le singole personalità accorciando le distanze. Il tempo è sempre quello. Lo spazio anche. Ma a me non piace pensare così.
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Inviato da: Emma
il 23/01/2014 alle 12:01
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