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AFFARI TUOI? AFFARI NOSTRI!!!!

Post n°17 pubblicato il 08 Gennaio 2010 da pantariste89
Foto di pantariste89

Un'amica oggi mi ha raccontato una cosa interessante....

Qualche sera fa, trasmissione "Affari tuoi" una trasmissione per la famiglia, per bambini e bambine, simpatica, divertente, in perfetta prima fascia serale....SUL SERIO????

Mi hanno raccontato che il notaio è entrato facendo la sua citazione come tutte le sere...e ha detto

"Quando un uomo dice no è no! Quando una donna dice no è sì!!"

Commento del conduttore: "cominciamo frizzantini, stasera!"

Grazie, signor notaio, che profondità, che intuizione, che esempio di rispetto della persona...veramente encomiabile...

Ma è l'esempio perfetto di come oggi siamo costrette a respirare un'atmosfera maleodorante e nauseabonda, che subdolamente ci prende alla gola e ci soffoca, senza dare nell'occhio, senza sollevare polemiche.

Una battuta detta col sorriso sulle labbra, senza permetterci quasi di riconoscerla, tanto si mimetizza col buon senso comune, e via, il gioco continua, e intanto quelle parole pesano come macigni, avallano la violenza contro le ragazze e le donne, in una logica del "lei dice no , ma intende sì", "lei ci stava, è colpa sua", che purtroppo abbiamo imparato bene a conoscere, ma che continua a imperversare, senza quasi che sia possibile gridare la nostra rabbia. Se questa è la trasmissione di punta della RAI, siamo messe bene....

(mi scuso per la fretta, cercherò di tornare sull'argomento...)

 
 
 

LE AVVENTURE DELLE AMAZZONI terza e (per ora) ultima puntata

Post n°16 pubblicato il 05 Gennaio 2010 da pantariste89
Foto di pantariste89

Premetto che non sono contenta del finale, la morale è detta in modo banale, anche se ci credo fermissimamente, mi sarebbe piaciuto renderla meglio...ma sono un po' stanca...

PER LE PUNTATE PRECEDENTI VEDERE I POST 12 E 15 (MI PARE)

SEMPRE DEDICATO AD UN’AMICA SPECIALE

 

…Un’altra freccia di Mila colpì quasi subito un avversario ad una gamba: l’uomo rotolò per terra dolorante, fuori combattimento. Pantariste, appostata su un lato poco distante, scagliò la sua prima freccia sul gruppo di quattro uomini che si avvicinava alla compagna, ma, meno abile di Mila, non riuscì a colpire i bersagli in movimento e la freccia si perse sibilando accanto a uno degli attaccanti: anche Pantariste urlò la sua rabbia, un po’ per darsi coraggio e un po’ per attirare l’attenzione degli attaccanti in modo che non tutti arrivassero addosso a Mila; due uomini infatti si fecero avanti per attaccare Pantariste, mentre Lucius, resosi conto che bisognava fermare in qualsiasi modo le amazzoni, dava l’ordine di prendere una prigioniera e di ucciderla subito se le donne non avessero gettato le armi. Pantariste si rese conto della situazione e prese un’altra freccia (era stato questo il suo compito fin dall’inizio: proteggere le ragazze): il guardiano delle ragazzine stava per alzare la spada per colpirne una, quando Pantariste incoccò la freccia, invocò mentalmente la Dea Artemide e la scoccò:  la Dea ascoltò Pantariste e l’uomo fu colpito proprio nel braccio che teneva la spada, e finì a terra anche lui, senza poter eseguire l’ordine. Mentre i due uomini stavano arrivando addosso a Pantariste che aveva gettato a terra l’arco e aveva impugnato l’ascia bipenne, un’altra freccia di Mila mise fuori combattimento un altro dei due, colpendolo dritto nel cuore. Anche Mila, gettato arco e frecce aveva impugnato l’ascia e un coltello. Lucius osservava attonito la scena: quelle due amazzoni stavano mettendo fuori combattimento uno dopo l’altro i suoi uomini ed era facile intuire che cosa sarebbe successo se fosse rimasto lì anche lui.

Pantariste riuscì ad aver ragione del suo avversario, anche con l’aiuto di Veena, che non aveva resistito alla voglia di uscire dal suo nascondiglio e di scendere ad aiutare le sue compagne. In effetti Pantariste era apparsa in difficoltà, di fronte all’impeto dell’energumeno che l’aveva attaccata con la spada sguainata e aveva parato i colpi dell’avversario tenendo la sua ascia a due mani, ma stava indietreggiando pericolosamente sotto la veemenza di quello, quando Veena saltò fuori gridando per distrarre l’uomo che istintivamente si voltò verso la nuova avversaria: Pantariste, sveltissima, con una spazzata ai talloni dell’avversario lo fece cadere e battere la testa per terra; l’uomo intontito cercò di rialzarsi, ma prima che ci potesse riuscire quasi contemporaneamente le due amazzoni gli assestavano due colpi in testa con l’impugnatura dell’ascia e del coltello. Il bestione cadde a terra tramortito e le due si abbracciarono ridendo.

Mila contemporaneamente aveva dovuto affrontare due avversari. Il primo l’aveva attaccata con la spada alta ed era bastato chinarsi e scostarsi di lato per fargli perdere l’equilibrio e colpirlo al fianco col coltello: l’uomo cadde ferito proprio mentre l’ultimo, Salem, le arrivava addosso: questo sembrava un po’ più tosto, ma non c’era confronto con l’amazzone, abituata a combattimenti ben più terribili. Dopo una serie di colpi parati, Mila approfittò di uno sbilanciamento del nemico e lo colpì con un calcio al ginocchio. L’uomo cadde a terra e Mila lo colpì in testa col piatto della sua ascia bipenne, mandandolo nel mondo dei sogni: il risveglio sarebbe stato molto brusco per quel bastardo…

Mila ansando per l’eccitazione della battaglia appena finita pensav che le amazzoni avrebbero fatto ritorno al villaggio con diversi prigionieri. Un grido di Lucius che stava scappando a cavallo interruppe il corso dei suoi pensieri: “Maledette vipere, la pagherete!!”. L’uomo spronò e si allontanò. “Inseguiamo quel bastardo!” proruppe Pantariste, ma Mila, con saggezza “No, sorella, siamo stanche per il combattimento, quel porco ha il cavallo più fresco dei nostri, e poi sarà un bene che possa raccontare quello che succede agli uomini che osano calpestare il sacro territorio amazzone!”. Pantariste assentì alle sagge parole della compagna che la riprese:“Tu piuttosto, non ti avevo ordinato di badare alle prigioniere? Perché hai cominciato a tirare frecce da questa parte?”. “Ma ti arrivavano addosso in quattro, ho cercato di toglierne di mezzo qualcuno…”cercò di giustificarsi l’amazzone più giovane. “Lo so, stavo scherzando…hai fatto benissimo…” “E anche tu me ne hai levato di mezzo uno, mentre stavano per arrivarti addosso…” “Certo, ogni amazzone difende la sua sorella, e tu oggi hai combattuto bene, Pantariste…” “Ho avuto una maestra eccezionale, Mila…” Sì, però devi migliorare nel tiro con l’arco…tra un po’ colpivi me!”. Le due amazzoni si guardarono, scoppiarono in una sonora risata e si abbracciarono. Poi, abbracciarono Veena e liberarono le altre bambine, le quali avevano avuto davanti agli occhi un ottimo insegnamento di come le amazzoni devono combattere. Gli uomini feriti vennero legati strettamente: al villaggio amazzone le altre sarebbero state molto contente di avere fra le mani i bastardi che avevano ucciso le loro sorelle; intanto Veena fu spedita con uno dei cavalli a recuperare le due amazzoni che si erano spinte sull’altro lato del fiume. C’era ancora molta strada da fare prima di tornare al villaggio. “Sai, qual è l’insegnamento di questa vicenda, Pantariste?” chiese Mila alla compagna. L’amazzone più giovane attese, senza parlare. “Che due amazzoni insieme non possono essere fermate da niente, che due amazzoni insieme possono cambiare il mondo…”

 

UN BACIO A TUTTE E GRAZIE DELLA PAZIENZA1

 

 

 
 
 

LE AVVENTURE DELLE AMAZZONI seconda puntata

Post n°15 pubblicato il 04 Gennaio 2010 da pantariste89
Foto di pantariste89

NELLA PRIMA PUNTATA:

 

Riassunto della prima puntata (per chi non vuol leggere la prima puntata sul post n.12):

Un gruppo di guerrieri ha attaccato e distrutto uno sguarnito villaggio amazzone, rapendo anche una ventina di ragazzine e di bambine per venderle schiave. Ma alcune intrepide guerriere sono sulle loro tracce. Intanto uno degli uomini ha trascinato via la più grande delle ragazzine per “insegnarle l’educazione”…

 

PASSI SALIENTI…

Le quattro giovani guerriere… avevano trovato le tracce dei bastardi che avevano attaccato il villaggio di Sanash, nel sud del loro territorio… Quando arrivarono sul luogo dello scontro …rimasero inorridite alla scena che si presentava ai loro occhi: il villaggio completamente incendiato, le cinque anziane a terra uccise, con le armi ancora tra le mani, circondate da una decina di corpi inerti degli attaccanti…. Poi Raina aveva trovato un’anziana ancora viva. “Ci hanno attaccato…di sorpresa…-riusciva a sussurrare – abbiamo cercato  di fermarli…anche…alcune ragazze…hanno combattuto bene…ma erano troppi…le hanno…portate via tutte…” … I cuori di Mila e Pantariste ebbero un sussulto quando con mille precauzioni videro che i fuggitivi con le loro prede si erano fermati… due amazzoni contro nove uomini pesantemente armati, non era facile…

 

 SECONDA PUNTATA!!!

SEMPRE DEDICATO AD UN’AMICA SPECIALE

Orlof aveva sbattuto per terra Veena con veemenza e la piccola amazzone si mordeva le labbra per non piangere e non dare la soddisfazione a quell’orso schifoso. L’aveva portata in una radura vicina e si stava preparando “per insegnarle le buone maniere”. Teneva un pesante stivale sui bei capelli biondi della ragazzina, per impedirle di muovere la testa. Dopo aver lottato con tutte le sue forze e dopo essere stata stordita dalle botte dell’omaccione, Veena non si era ancora rassegnata al suo destino e aspettava un momento propizio per la fuga.  Ma il bastardo, salitole sopra, le teneva le due mani con una sola delle sue, mentre con l’altra si preparava a soddisfare i suoi perversi desideri. Quando Veena stava per essere penetrata, il bestione fece uno strano suono, come un gorgoglio dalla bocca, e si abbattè pesantemente accanto a lei. Veena riconobbe subito la freccia amazzone che gli spuntava dal collo, resistette alla tentazione di urlare, quando una figura agile le si fece vicina per consolarla. Era Mila, che accortasi del trambusto tra Veena e Orlof aveva scagliato, pochi attimi prima che la giovane venisse violata, una delle sue infallibili frecce. Ora la giovane amazzone cercava di calmare con fare materno la ragazzina. Arrivò anche Pantariste, silenziosa come una gatto. Le due amazzoni imposero a Veena di nascondersi, non prima di averla dotata di un coltello, e Mila le spiegò che cosa avrebbero tentato di fare. Si fece dare tutte le informazioni di cui necessitava e mise in un luogo sicuro Veena.

Mila e Pantariste discussero ancora del piano e si prepararono accuratamente. Mila chiese alla compagna: “Hai paura?". Pantariste senza rispondere fece di sì col capo. Mila le accarezzò il volto: “Non temere, anch’io ne ho, ma niente può fermare due amazzoni che combattono insieme…”. Pantariste si rincuorò e abbracciò con gratitudine la compagna. “Adesso, alle nostre posizioni”.

 

Nel loro campo gli uomini avevano mangiato qualcosa di veloce, sotto gli occhi angosciati delle ragazzine. Quando uno dei guerrieri fece presente che Orlof non era ancora tornato con la prigioniera e ricevette l’ordine di Lucius di andarlo a riprendere, una freccia sibilò nell’aria e si piantò nel cuore dell’uomo che si era appena mosso, e che cadde a terra, inerte.

La confusione regnò sovrana nel campo degli uomini, che correvano a prendersi le armi, rispondendo ai perentori ordini di Lucius, quando l’aria fu letteralmente scossa dal grido di guerra lanciato da Mila: “AYYYAAAAAAAAHHHHHAAAAAAA!!!!!“  Era un grido potente, raggelante, carico della rabbia per la morte di tante sorelle cadute a causa della violenza maschile, e per quella che poteva ancora essere commessa. L’amazzone si stagliava con il suo arco, pronta ad affrontare i nemici, e Lucius aveva dovuto ripetere due volte il suo ordine di attaccarla, perché gli uomini si erano fermati per qualche attimo, irrigiditi davanti alla potenza di quell’urlo.

Poi erano partiti alla carica in cinque, guidati da Salem, mentre Lucius gridava ad un altro di tenere d’occhio le ragazzine…

 

CONTINUA…

 

 
 
 

L'ETIMOLOGIA DEL TERMINE "AMAZZONE": UN ESEMPIO DI DISINFORMAZIONE MASCHILISTA

Post n°14 pubblicato il 02 Gennaio 2010 da pantariste89
Foto di pantariste89

DONNE CON DUE MAMMELLE

La questione è molto interessante perché rivelatrice di una mentalità indotta dalla cultura patriarcale maschilista e anti-donna: quella degli antichi greci che facevano risalire l’origine del termine da A (privativo) e MAZON (mammella), giustificando l’atto terribile dell’amputazione della mammella con la pratica del tiro con l’arco, per la quale il seno sarebbe stato ingombrante. E’ il risultato che molti siti internet ancor oggi danno sull’argomento, fornendo un interessante esempio di disinformazione: così da sempre tutte noi siamo state abituate a pensare che le amazzoni fossero una razza di barbare assetate di sangue che compivano riti crudeli (in un prossimo post, mi piacerebbe tornare sull’argomento pensando a come sono state presentate le amazzoni nei film, per moltissimo tempo).

Peccato che tutti gli esempi di arte greca che ci sono giunti (vasi, sculture, fregi, ecc) presentino guerriere amazzoni nel pieno della loro vigoria fisica e della loro bellezza, con entrambi i seni, senza nessuna mutilazione!!! Come mai gli stessi greci che attribuivano alle amazzoni l’amputazione del seno, le raffiguravano nelle opere artistiche completamente integre???

 

UN PICCOLO TENTATIVO DI SPIEGAZIONE

Vediamo la questione per un attimo dal punto di vista maschile: per i greci che cosa rappresentavano le amazzoni? Erano donne indipendenti, forti, che non si sottomettevano alla logica maschile del “quello che marchio all’interno del mio territorio è cosa totalmente mia, che sia animata o inanimata”. Erano delle ribelli, insomma, all’ordine costituito patriarcale e maschilista, che assegnava un posto ben preciso alle donne, all’interno della città e della famiglia, col solo scopo di procreare e crescere i figli. In quello che viene considerato l’esempio più elevato di democrazia della società greca, cioè l’Atene di Pericle, in realtà dalla vita politica erano escluse proprio le donne, oltre la metà degli abitanti! Altro esempio di trasgressione alle regole maschili è rappresentato dalle Baccanti.

Le amazzoni, dal punto di vista maschile, osano ribellarsi a quest’ordine di cose, anzi prendono le armi e si rivoltano contro gli uomini: il sorriso di sufficienza e di disprezzo dei maschi che combattono contro di loro (“non sono che delle donne!”) si tramuta in uno sguardo carico di paura davanti a queste “femmine” che lottano per ciò che amano e che quindi sono disposte al sacrificio supremo.

In altri termini le amazzoni, sempre dal punto di vista maschilista, rinunciano alla loro femminilità, per dedicarsi ad attività che, nella divisione dei ruoli imposta dagli uomini, erano propriamente maschili. E qual era invece l’attività femminile che veniva negata? La cura della famiglia, dei figli, esplicitato superbamente nell’atto dell’allattamento: ecco il riferimento alla mammella! Allora perché non denigrare le amazzoni, accusandole di un rito crudele e nello stesso tempo simbolico? Così le donne guerriere o le donne che si ribellavano agli stereotipi maschili sarebbero apparse come delle belve sanguinarie, un popolo di barbare che andava sterminato, un elemento irrazionale che andava eliminato dalla superiore logica maschile razionale: esempio ne è uno dei fregi del Partenone di Atene, quello che rappresenta l’Amazzonomachia (il combattimento contro le Amazzoni) insieme per esempio alla lotta contro i Centauri (metà uomini e metà bestia, e quindi anche loro simbolo dell’irrazionalità) e in un quadro ideologico di lotta (e di vittoria) della Ragione contro le forze oscure dell’irrazionalità.

Purtroppo dobbiamo ammettere che l’operazione di gettare fango e discredito sulle amazzoni è pienamente riuscita: ma così si gettava fango e discredito sulla donna, ammonendola a non uscire dai confini dettati dal predominio maschilista.

 

ALTRE ETIMOLOGIE

Ben più plausibili appaiono altre derivazioni per il nome “amazzone”; una per esempio considera la A iniziale come un rafforzativo-superlativo, il che ci porterebbe ad una traduzione di GRANDE SENO.

Un’altra interpretazione si riferisce alla parola MASA, che significa Luna per cui le amazzoni sarebbero le SEGUACI DELLA LUNA: in effetti tantissimi elementi avvicinano la Luna alla figura femminile (la contrapposizione culturale al Sole, elemento maschile, l’identificazione con uno degli aspetti della Dea Artemide, il periodo del mese lunare simile come durata al ciclo mestruale femminile, ecc). Inoltre spesso in arte le amazzoni sono rappresentate con scudi dalla forma proprio di mezzaluna.

Un’altra etimologia farebbe pensare ad un unione di AMA e ZOO, col risultato di VIVERE INSIEME: e questo alluderebbe al sacrosanto separatismo che le amazzoni ricercavano per poter vivere in pace; le donne insieme diventavano anche più forti.

Altre due si riferiscono al maschio: una vorrebbe dire SENZA MASCHI, l’altra significherebbe UCCISORI DI UOMINI: e anche queste due si spiegano bene!!!

A voi la scelta: quale preferite?

 

 

 

AMAZZONOMACHIA

 

 
 
 

YAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Post n°13 pubblicato il 31 Dicembre 2009 da pantariste89

GRUPPO DI AMAZZONI CHE FESTEGGIANO

AUGURI AMAZZONICI E FEMMINISTI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

UN BACIO A TUTTE LE SORELLE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 
 
 
 
 

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