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I carrozzoni dinastici, un male per i sistemi politici

SAGGIO BREVE
I carrozzoni dinastici, un male per i sistemi politici

F. Allegri
4 marzo 2014

Ho letto di recente che Hillary Clinton intende candidarsi per le elezioni presidenziali USA del 2016 e che ha già avviato il suo carrozzone elettorale.
Questo serve a trovare per tempo un gran numero di collaboratori o sostenitori e ad anticipare gli avversari.
Tra i sostenitori della Clinton ci sono il senatore di New York Chuck Schumer e il finanziere George Soros insieme ad un super PAC che già fa attività politica in alcuni stati.

Questa scelta mi permette varie considerazioni sulla crisi politica unita a quella economica di questi decenni.

Il futuro politico USA non può trarre beneficio da un altro Clinton, più militarista e legato alle politiche delle multinazionali e alle loro donazioni o della grande finanza.
Non scordiamo che il male degli USA si riscontra in tutto l’occidente.
Le dinastie politiche alla Clinton si caratterizzano per il loro ruolo di incantatori politici prosaici che condizionano gli elettori più ingenui e vulnerabili specie in assenza di azioni concrete.

I burocrati moderni scelgono bene i propri cavalli di battaglia, ad esempio la Clinton parlerà di donne, bambini e istruzione, lo farà ogni giorno.
Sono temi usurati che non richiedono impegni concreti, basta la burocrazia quotidiana.
In USA il tema vero sarebbe il salario minimo federale a 10 dollari e 50 cents l’ora per 30 milioni di lavoratori mal pagati che oggi riscuotono un salario minimo di 7.25 dollari che è fermo da anni.
Il tema è pertinente: i due terzi di questi americani mal pagati sono donne, molte anche mamme single che lottano per sostenere i loro bambini poveri.
Inoltre, quasi un milione di questi lavoratori lavora per Walmart: in passato la Clinton fu un membro del suo consiglio di amministrazione.
La Clinton non farà queste considerazioni.

C’è di peggio, adesso abbiamo le donne belligeranti che non vanno al fronte, sempre la Clinton, quando fu nel Senate Armed Services Committee, lo dimostrò.
Le dinastie politiche spesso sono fondamentali per patrocinare politiche di riarmo e di oltranzismo atlantico, con i loro sprechi e con gli stanziamenti preferenziali per armi avveniristiche solo in teoria come gli F 35.
Questa burocrazia familiare non è pacifista, sono élites che possono venderci certe tragedie come occasioni di lavoro per poi ammettere (molto dopo) gli errori più ingenui, come il più disinvolto dei cittadini.

Quando il bellicismo va di pari passo con gli interessi delle guerre dell’Impero non ci sono dubbi o ripensamenti.
Qui in Italia cade l’oblio su tutte le lotte di sinistra degli anni settanta e ottanta, si riabilita anche Henry Kissinger, Reagan e presto lo faranno anche con Andreotti!
Le dinastie praticano l’opportunismo e ultimamente lo chiamano “Larghe intese”.
Queste continuano ad essere per il bene del paese, ma se va bene non lasciano tracce mentre normalmente fanno dei danni notevoli, specie alle finanze pubbliche o alle norme di progresso e tutela delle minoranze.

Le nuove sinistre sono più coinvolte in questi processi e spesso sono protagoniste della militarizzazione crescente che ci circonda e che è sfogata soprattutto contro i governi dei paesi in via di sviluppo specie se amici della Cina.
Oggi la parola impero ha un nuovo sinonimo, esso è “forza di proiezione” e si applica soprattutto in Asia per contrastare la presunta minaccia cinese che ultimamente ha trovato qualche concretezza soprattutto da quando anche i generali cinesi sono finanziati meglio.

Le grandi dinastie sentono il dovere della diplomazia.
Di solito si circondano di diplomatici prestigiosi, ruoli che comunque monopolizzano!.
Viaggiano molto, ma ottengono poco, specie in materia di trattati internazionali.
Basta presenziare, conta la presenza e la foto di rito, senza sforzi per convincere le opinioni pubbliche della bontà di certi atti: Di solito accade l’opposto, ci si sofferma su trattati pessimi e si insabbiano quelli sul cambiamento del clima, sui bambini, le donne, i disabili e la tortura, le sparizioni, le mine anti uomo e le bombe a grappolo (non solo in USA).
Questi temi annoiano.


L’azione militare è più emozionante per le caste.
L’ultima tragedia è stata la guerra di Libia voluta dallo staff del presidente Obama e che ha avuto le conseguenze attese.
La Libia è nel caos provocato dalle milizie che hanno devastato anche il Mali.
Io continuo a pensare che tale guerra non servisse al mondo, semmai è stata un favore alle dinastie monarchiche arabe e africane.
Le guerre delle dinastie hanno perso il loro nome, anche la parola attacco è poco usato e non si fanno più dichiarazioni di guerra.
Bastano gli ultimatum inaccettabili, forse sono più redditizi e meglio finanziati rispetto alle vecchie tasse di guerra.

Chiaramente le dinastie suddette sostengono, come dei fanatici, la globalizzazione delle multinazionali e del NAFTA, l’Organizzazione mondiale del commercio e sosterranno gli accordi di libero scambio continentali specie se sovrapposti agli stati.
Il punto debole e poco noto di tale accordo di libero scambio è nel commercio dei farmaci, specie di quelli salva vita che sono costosi ed inaccessibili per molte famiglie a basso reddito, specie nei paesi in via di sviluppo o con sanità pubbliche limitate.
Altri due punti deboli delle dinastie sono nelle politiche contro le frodi in generale e contro i commerci internazionali di rifiuti, specie in zone di guerra come l’Iraq che è stato devastato dopo la guerra lampo di 10 anni fa. (Per approfondire, vedi http://wemeantwell.com/).

Non mi auguro un futuro roseo per le dinastie e anzi auspico che una loro crisi si sommi alla terza grande crisi che verrà nei prossimi anni.
Gli scricchioli di questo castello della casta sono evidenti, pensate anche agli spionaggi tra potenti fatti dai servizi segreti americani che abbiamo scoperto l’anno scorso e che violano chiaramente la Convenzione ONU del 1946.
Questo fatto spiega meglio di altri, la crisi del momento e le difficoltà che si avvicinano anche a causa di una debolezza politica diffusa e crescente: Per la pace e il benessere servono politici decisi e nuovi.
Oggi abbiamo politici deboli e poteri forti condizionanti, specie se militari e bellicisti con predilezione per l’Africa e il medio oriente ricco e popoloso, ma privo di acqua.
Dietro queste forze evidenti trionfa Wall Street e le borse amiche che sono i primi finanziatori della politica moderna.
Questo si nota meno in tempi di crisi finanziaria e di crollo dell’economia che coinvolgono lavoratori e pensionati.
La dinastia pratica la politica del basso profilo invece di portare avanti progetti precisi e chiari, specie in materia di riforma della finanza.

Queste dinastie prosperano in un mondo surreale fatto di premi prestigiosi e di discorsi di circostanza o inaugurali per ammiratori servili o per burocrazie interessate o talvolta contro delle opposizioni di comodo.
Sulle opposizioni di comodo scrivo i righi più facili, esse sono chiassose e inconcludenti, qui metto anche le 5 Stelle e il loro blog.
Sono patrocinate da altre dinastie e da personaggi che non vengono colpiti dalle crisi economiche e politiche.
Di solito diffondono vecchie ideologie o valori morali molto aleatori e utili per stabilire delle dominazioni.
Questo si chiama falso bipolarismo!

Il falso bipolarismo che ultimamente piace agli italiani ha tante caratteristiche, una delle più diffuse e la cerimonia di incoronazione dei presunti leader politici.
Questi sono presentati con largo anticipo come promotori di forze politiche nuove e con programmi avveniristici quanto vaghi.
Ogni giorno nasce o rinasce un leader e contemporaneamente muore un programma progressista e popolare basato sui bisogni sulla gente e non sui privilegi delle lobbies, sulla sanità, fisco equo, opere pubbliche, giustizia e salari adeguati.

La stampa zuccherata, con le sue foto e i suoi pettegolezzi completa il lavoro.
Come chiudere? Prima di tutto speriamo che la Clinton si ritiri o che sia sconfitta, in secondo luogo c’è da sperare negli elettori e nel loro intuito.
Le dinastie sono il vecchio, non c’è motivo per votarle, anche se uno si sente un moderato.

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De_Li_zio_sa
De_Li_zio_sa il 05/03/14 alle 17:49 via WEB
Molto interessante la tua analisi.D.
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