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PREGHIERA A SAN GIUSEPPE

San Giuseppe

San Giuseppe, mi consacro a te per essere per sempre tuo imitatore, tuo amabile figlio. Prendi possesso di me, fa’ del mio corpo e della mia anima ciò che faresti del tuo corpo e della tua anima, per la gloria di Gesù. Pure lui si è affidato a te così pienamente da lasciarsi portare là dove tu credevi opportuno, da stabilire te per suo padre e obbedirti come il più docile figlio. Sacro Cuore di Gesù, grazie di averci dato Giuseppe per padre e di averci donato tutto ciò che hai e tutto ciò che sei. Fa che ti restituisca amore per amore; te lo chiedo per intercessione e in nome di san Giuseppe. Amen.

 

Eucarestia

O Gesù, che ti fai alimento spirituale per noi nel Sacramento dell'Eucarestia, nutri le nostre anime e fa' che possiamo essere sempre migliori, giorno dopo giorno, nelle vie di Dio. Amen.

 

 
 
 

 

Gesù profetizza la sua gloria

Post n°2153 pubblicato il 14 Marzo 2024 da francesconapoli_fn
 

 

Gesù

Dal Vangelo secondo Giovanni 12,20-33: (In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire).

Commento: (Cari lettori, siamo giunti alla quinta domenica di Quaresima e in questo brano del Vangelo Gesù profetizza la sua gloria e lo fa con la piccola parabola del chicco di grano che, se muore, caduto in terra, porta molto frutto. Quando Gesù parla di questo, in realtà non parla di morte come noi la intendiamo, ma dell'istituirsi a mezzo per ottenere la vita, quella vera. Che è qualcosa di diverso. Se ci pensiamo bene, il Signore con la sua morte ha dato senso alla morte, l'ha privata della paura e l'ha trasformata in vita. Gesù ci sta dicendo: quando morirò sappiate che vivrò io e vivranno molti grazie alla mia nuova vita. Proprio come il chicco di grano che al suo interno più profondo porta il germe che, se piantato, dona nuova vita. Quando il chicco cade per terra, su quella stessa terra che gli ha dato vita, lui gliela restituisce e produce altra vita, altro frutto pronto a nutrire chiunque ne mangerà. Noi traiamo forza dai cibi che riceviamo: il chicco di grano macinato non muore, ma è trasformato in ciò che noi mangeremo e dal quale trarremo energia. In realtà, Gesù sta parlando della vita di ciascun cristiano: se noi sapessimo mettere da parte noi stessi, i nostri istinti, il nostro orgoglio e sapessimo nutrirci di Lui, della sua Parola e della sua vita, riceveremmo le energie spirituali per affrontare ogni prova. Così poi, quando torneremo alla terra il nostro esempio di vita porterà frutto in chi si sarà nutrito della nostra presenza. Gesù ci sta insegnando che non è importante conservare la vita, ma donarla per portare frutti. È questo che non lo spaventa a salire sulla croce, è questo che dobbiamo imparare da Lui: ci possiamo piegare, ma non ci spezzeremo. Moriremo sulla terra, ma con Gesù vivremo per l'eternità. Amen).

 
 
 

Gesù istruisce Nicodemo

Post n°2152 pubblicato il 09 Marzo 2024 da francesconapoli_fn
 

 

Gesù e Nicodemo

Dal Vangelo secondo Giovanni 3,14-21: (In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio»). PAROLA DEL SIGNORE.

Commento: (Cari lettori, siamo giunti alla quarta domenica di Quaresima e dopo la vicenda fragorosa di Gesù che scaccia i mercanti dal Tempio che abbiamo meditato domenica scorsa, adesso si passa ad un momento del Vangelo intimo e raccolto. Nicodemo ha grande stima di Gesù e vuole capire di più, ma non osa compromettersi e si reca da lui di notte. Prima sorpresa: quel Gesù che dirà «il vostro parlare sia sì sì, no no», rispetta la paura di Nicodemo, non si perde nei limiti della sua poca coerenza, ma mostrando comprensione per la sua debolezza, lo trasforma nel coraggioso che si opporrà al suo gruppo (Gv 7,50) e verrà al tramonto del grande venerdì (Gv 19,39) a prendersi cura del corpo del Crocifisso. Quando tutti i coraggiosi fuggono, il pauroso va sotto la croce, portando con sè tanto affetto e gratitudine. La Parola di Gesù trasforma. Ci indirizza ad una via tutta nuova, per noi che i maestri dello spirito hanno sempre stretto nell'alternativa: coraggio o viltà, coerenza o incoerenza, resistenza o debolezza, perfezione o errore. Gesù mostra una terza via: il rispetto che abbraccia l'imperfezione, la fiducia che accoglie la fragilità e la trasforma. La terza via di Gesù è credere nel cammino dell'uomo più che nel traguardo, puntare sulla verità umile del primo passo più che sul raggiungimento della meta lontana. In quel dialogo notturno Gesù comunica, in poche parole, l'essenziale della fede: Dio ha tanto amato il mondo... è una cosa sicura, una cosa già accaduta, una certezza centrale: Dio è l'amante che ti salva. Parole decisive, da riassaporare ogni giorno e alle quali aggrapparci sempre. Dovete nascere dall'alto: noi viviamo delle nostre sorgenti, ed abbiamo sorgenti di cielo da ritrovare. Allora potremo finalmente nascere a una vita più alta e più grande, e guardare l'esistenza da una prospettiva nuova, da un pertugio aperto nel cielo, per vedere cosa è effimero e cosa invece è eterno. Abbiamo bisogno di rinascere dall'alto, cioè dallo Spirito. Chi lo fa, non solo è tempio dello Spirito, ma è della stessa sostanza dello Spirito. Ogni essere genera figli secondo la propria specie, le piante, gli animali, l'uomo e la donna. Ebbene, anche Dio genera figli secondo la specie di Dio. Rinascere dallo Spirito significa diventare creature nuove che abbandonano l'uomo vecchio, si liberano di tutte quelle cose non conformi a Dio che hanno macchiato la loro vita fino a quel momento, e ricominciano da zero seguendo i comandamenti di Dio e mettendoli in pratica. Costoro che agiscono così, saranno sicuri che il loro nome sarà scritto nel Libro della Vita ed un giorno potranno contemplare il volto del Padre nella gioia, insieme agli angeli e ai Santi nel regno dei cieli. Agiamo allora in tal senso. Amen.

 
 
 

La cacciata dei mercanti dal Tempio

 

Gesù caccia i venditori dal Tempio

Dal Vangelo secondo Giovanni 2,13-25: (Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo). PAROLA DEL SIGNORE.

Commento: (Cari lettori, siamo giunti alla terza domenica di Quaresima e da adesso, per tre domeniche consecutive, la liturgia ci proporrà il Vangelo di Giovanni. In particolare ora contempliamo la cacciata dei mercanti dal Tempio di Gerusalemme operata da Gesù.Per poter comprendere a fondo questo brano, dobbiamo cercare di rispondere a una domanda: perché Gesù se la prende cosí tanto con i cambiamonete e i venditori? Cosa c'è dietro questo gesto cosí forte del maestro? Se c'è una cosa che Gesù non puó accettare è ridurre la fede a uno scambio tra domanda e offerta, a un mercato del sacro dove si compra e si vende la salvezza. Gesù si arrabbia cosí tanto perché tutto questo deforma il volto di Dio, lo trasforma in un ragioniere pignolo che pesa sulla sua divina bilancia i meriti, le offerte, i sacrifici e le mortificazioni del popolo. Gesù annuncia un Dio diverso e proclama la sublime bellezza della gratuità e dell'amore che libera dalla schiavitú del merito. Non siamo noi a meritare i suoi doni e il suo amore, ma è Lui che è così buono e misericordioso al punto da concerderci tutto al di là delle nostre buone opere e azioni, e perdonandoci dei peccati, ci abilita a contemplare il suo volto. La conversione urgente che tutti dobbiamo vivere in questo tempo di quaresima è esattamente questa: passare dal Dio-ragioniere al Vangelo della grazia, dalle catene del merito alla libertà dell'amore. Solo così potrà risplendere in noi la luce del Risorto e noi possiamo contemplare il vero volto del Padre misericordioso. Amen).

 
 
 

La Trasfigurazione di Gesù

 

La Trasfigurazione di Gesù

Dal Vangelo secondo Marco 9,2-10: (In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti). PAROLA DEL SIGNORE.

Commento: (Cari lettori, dal deserto delle tentazioni la liturgia di questa seconda domenica di Quaresima ci fa fare un salto spirituale al monte della Trasfigurazione. Pietro, Giacomo e Giovanni si lasciano condurre da Gesù, si fidano di Lui anche se il cuore e la testa sono pieni di domande, dubbi e incertezze. Camminano in silenzio e non possono non ricordare le parole del maestro che inaspettatamente annuncia la sua passione e la sua morte. Ma all'improvviso il Signore si trasfigura davanti a loro, una nube li avvolge e la voce del Padre squarcia il silenzio e rivela la vera identità di Gesù: non solo maestro e messia, Lui è il Figlio amato. I discepoli, senza saperlo, assistono ad un anticipo della gloria della Resurrezione. Gesù svela l'altra faccia del suo mistero, vuole giocare a carte scoperte e si rivela in tutta la sua bellezza. Rileggendo questo brano non possiamo non pensare a tante persone che stanno caricando una croce pesante sulle loro spalle e vivono nel buio del dolore e della sofferenza; possiamo dire che sono il volto vivente di Gesù in mezzo a noi: dovremmo tante volte sostare con loro e lasciarci inondare l'anima dalla luce della trasfigurazione, che si manifesta in ogni persona cara al Signore che sopporta benevolmente i fardelli della vita. La voce del Padre svela il segreto della trasfigurazione: "ascoltatelo". Possiamo trasformare la nostra vita, percorrere sentieri di luce e lasciarci alle spalle le ombre dell'egoismo e dell'autoaffermazione solo mettendoci in ascolto della Parola. Un ascolto vero, profondo, autentico. In questo tempo di Quaresima concediamo spazio al silenzio, all'ascolto, alla meditazione. Solamente ascoltando la voce del Figlio impareremo a vivere da veri fratelli sotto lo sguardo misericordioso del Padre. Amen).

 
 
 

Gesù va nel deserto e poi in Galilea

Post n°2149 pubblicato il 16 Febbraio 2024 da francesconapoli_fn
 

 

Gesù

Dal Vangelo secondo Marco 1,12-15: (In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo»). PAROLA DEL SIGNORE.

Commento: (Cari lettori, la prima Domenica di Quaresima apre la riflessione sul tema delle tentazioni e del combattimento spirituale. Il Vangelo di Marco apre la sua narrazione descrivendo la particolare situazione in cui si trova Gesù nel deserto: "Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano". Questa condizione, che spesso passa inosservata o poco meditata, rappresenta un punto di partenza importante per riflettere sull'intero periodo della Quaresima. Mentre siamo tentati in ogni modo, attraverso le subdole suggestioni del maligno, il Signore non ci fa mai mancare il sostegno della grazia. Il deserto in cui Gesù è sospinto, nella Sacra Scrittura, è prima di tutto un luogo di grazia. Nel deserto, Israele impara a fidarsi di Dio, a ricercare la sua guida e a vivere la libertà. La solitudine e le privazioni del deserto fanno apprezzare l'essenzialità delle cose e sperimentare che la vita è un dono. Dio condusse il popolo infedele nel deserto, perché privato dagli idoli di cui si era arricchito, si ricordasse del suo Signore e decidesse di appartenere unicamente a lui. Nel deserto Israele riconoscerà il suo peccato e la fedeltà di Dio. In estrema sintesi il deserto nella vita di ogni credente è una tappa necessaria, un percorso obbligato per imparare a fidarsi di Dio, un campo di prova dove l'uomo è chiamato a fare la sua scelta. Così fu per il popolo di Israele: dovette scegliere se camminare con le proprie forze, confidando nella propria intelligenza o seguire per quarant'anni un Dio il cui pensiero è inaccessibile e che guida i suoi figli giorno dopo giorno con la sua Parola. Con la Parola di Dio, Gesù ha vinto il maligno; ecco dunque l'invito a tutti i credenti ad approfondire e praticare quotidianamente la Parola di Dio. Occorre che il Vangelo letto e meditato nel cuore diventi la vera lampada per i nostri passi e la luce sul nostro cammino. Solo così potremo attendere all'invito urgente che il Signore ci fa: "convertitevi e credete nel Vangelo". Si cambia direzione solamente se c'è qualcosa di cui fidarsi che ci spinge a farlo. Ecco ora il tempo buono per lasciarci guidare nel deserto e per riscoprire la forza della Parola di Dio che ci guida verso la Pasqua. Amen).

 
 
 
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Sacro Cuore di Gesù purificaci da ogni macchia di peccato e donaci salute e salvezza.

Amen.

 

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O Sant'Antonio, che hai preferito abbandonare la dottrina per vivere nella semplicità, sul tuo esempio, aiutaci a vivere come umili cristiani pieni di sante virtù, la cui grande ricchezza sta nell'essere con Cristo, Salvatore del mondo. Amen.

 

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