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PREGHIERA A SAN GIUSEPPE

San Giuseppe

San Giuseppe, mi consacro a te per essere per sempre tuo imitatore, tuo amabile figlio. Prendi possesso di me, fa’ del mio corpo e della mia anima ciò che faresti del tuo corpo e della tua anima, per la gloria di Gesù. Pure lui si è affidato a te così pienamente da lasciarsi portare là dove tu credevi opportuno, da stabilire te per suo padre e obbedirti come il più docile figlio. Sacro Cuore di Gesù, grazie di averci dato Giuseppe per padre e di averci donato tutto ciò che hai e tutto ciò che sei. Fa che ti restituisca amore per amore; te lo chiedo per intercessione e in nome di san Giuseppe. Amen.

 

Eucarestia

O Gesù, che ti fai alimento spirituale per noi nel Sacramento dell'Eucarestia, nutri le nostre anime e fa' che possiamo essere sempre migliori, giorno dopo giorno, nelle vie di Dio. Amen.

 

 
 
 

 

Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio

Post n°2179 pubblicato il 14 Settembre 2024 da francesconapoli_fn
 

 

Gesù

Dal Vangelo secondo Marco 8,27-35: (In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà»). PAROLA DEL SIGNORE.

Commento: (Cari lettori, chiunque di noi si trova a parlare di Gesù, anche tra chi non ha fede e non crede, ieri come oggi. In televisione, nei dibattiti, tra amici: Gesù spesso è un mistero irrisolto, difficile da decifrare. Chi è, veramente, Gesù di Nazareth? Le risposte le conosciamo: un grand'uomo, un uomo mite, un messaggero di pace, uno dei tanti uccisi dal potere. Tutto vero, ma talvolta ci si ferma qui; difficilmente si accetta la testimonianza della comunità dei suoi discepoli: Gesù è il Cristo, Gesù è il Figlio di Dio. Molti danno retta alla teoria di moda per dire sempre e solo una cosa, da duemila anni: il Gesù vero non è quello (sconcertante) che ci hanno raccontato... Gesù non ci sta e, a bruciapelo, pone oggi a ciascuno di noi la domanda: "E tu chi dici che io sia?". Per noi solamente, senza l'assillo di dare risposte sensate o alla moda, senza la facciata e l'immagine da tenere in piedi. Simone osa e si lancia: "Tu sei il Cristo!". Risposta forte e ardita: in nessun modo Gesù assomiglia al messia che la gente si aspetta, così comune, dimesso, arrendevole e misericordioso. Ma Gesù, riconosciuto Cristo, gli restituisce il favore e gli svela che egli è una Pietra, su cui fonderà la sua Chiesa. Se ci avviciniamo a Gesù e lo riconosciamo Signore, subito verremo a conoscenza di chi siamo in noi stessi, chi siamo in verità. Dio svela l'uomo a se stesso, sempre. Amen).

 
 
 

Gesù guarisce un sordomuto

 

Gesù guarisce un sordomuto

Dal Vangelo secondo Marco 7,31-37: (In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!»). PAROLA DEL SIGNORE.

Commento: (Cari lettori, Gesù non fugge gli impuri e non li condanna, come fanno i farisei. Invece li salva. La guarigione del Vangelo di oggi, fa esclamare alla folla "ha fatto bene ogni cosa, ha fatto vedere i ciechi, ha fatto udire i sordi!". Entusiasmo condivisibile. Indubbiamente il Vangelo di questa domenica ci fa riflettere. Sarebbe meglio non ammalarsi, e raramente ho visto gente trovare Dio e la fede nel dolore. Più spesso la si perde. La nostra predicazione è scivolata nella retorica su questi temi, e ci siamo scordati che il dolore e la malattia stravolgono una vita e, il più delle volte, annegano la fede. Preferiamo cento volte essere guariti che offrire la nostra sofferenza in comunione a Gesù in croce! Allora? Gesù ha maturato in sé una certezza: non è vero che "basta la salute". L'uomo vuole immensamente di più, necessita di molte più cose. Abbiamo bisogno di salute, certo. Ma, molto di più desideriamo la felicità. Di fronte ad un malato Gesù chiede: "Cosa vuoi che ti faccia?". Assurdo, no? Vuole la guarigione! Ma ne siamo proprio certi? Gesù sa che solo qualcosa di più grande può rendere felice il cuore dell'uomo. Come i dieci lebbrosi guariti, di cui uno solo, straniero, torna a ringraziare, Gesù dice: "Dieci sono stati sanati, ma uno solo si è salvato". La malattia è mistero e misura del nostro limite, ma più della malattia c'è l'assenza di senso. Gesù, guarendo, sta dicendo che il Regno ormai è arrivato, che la presenza del Padre sta contagiando il cuore di ogni uomo. Amen).

 
 
 

Gesù: "Non c'è nulla al di fuori dell'uomo che possa renderlo impuro"

Post n°2177 pubblicato il 31 Agosto 2024 da francesconapoli_fn
 

 

Gesù

Dal Vangelo secondo Marco: (In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo»). PAROLA DEL SIGNORE.

Commento: (Cari lettori, ciascuno di noi che gli piaccia o no è fortemente condizionato nel suo agire da ciò che il contesto culturale nel quale è immerso gli ha trasmesso. Il complesso dei valori e delle consuetudini sono delle regole così profondamente radicate in noi che è praticamente impossibile non esserne condizionati. Quanta parte hanno nelle nostre scelte le parole o, ancora di più, i comportamenti di coloro che fanno parte del nostro mondo e a cui abbiamo dato e diamo la nostra fiducia? La responsabilità che ogni nostra parola e ogni nostro gesto ha sugli altri è enorme! Dire una parola o compiere un gesto ha un enorme valore sulla vita di altri. Le tradizioni, ovvero quel complesso di parole e gesti che facciamo nostre o che ignoriamo, finiscono per avere un impatto non trascurabile sulla vita di chi entra in relazione con noi. Gesù è consapevole di tutto ciò, sa che ci sono tradizioni che allontanano dalla verità e che generano convinzioni che non rendono la vita migliore. Il brano del vangelo di questa domenica è un invito a riflettere su ciò che può cambiarci la vita e su ciò che genera illusione. Essere convinti che mangiare un cibo piuttosto che un altro ci possa rendere persone migliori, è una illusione. Ciò che può avvelenare la vita - dice Gesù - e la può rendere un inferno, è ciò che "esce" dal nostro cuore e non sarà certo un cibo a poter cambiare le cose. Attenti quindi a non passare molto tempo ad osservare tradizioni che illudono, meglio metterci in ascolto di una Parola, di una Verità che può cambiarci dal di dentro e può aiutarci a non lasciarci condizionare dal male che ci abita. Amen).

 
 
 

Gesù ha parole di vita eterna

Post n°2176 pubblicato il 24 Agosto 2024 da francesconapoli_fn
 

 

Gesù

Dal Vangelo secondo Giovanni 6,60-69: (In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio»). PAROLA DEL SIGNORE.

Commento: (Cari lettori, siamo giunti alla ventunesima domenica del Tempo Ordinario. La Liturgia ci propone il proseguimento del capitolo sesto di Giovanni in cui si racconta che molti dei discepoli scelti da Gesù, avendo ascoltato la sua Parola, tornarono indietro e non andarono più con lui. Fratelli e sorelle, in principio Dio era la Parola. Questa poi è diventata carne, cioè per mezzo dei profeti prima e per mezzo di Gesù dopo, ha iniziato a camminare sulla Terra cercando di far conoscere agli uomini la verità e la bellezza della vera vita. Ma purtroppo non tutti hanno compreso questa Parola, forse perché non rispondeva alle loro aspettative e ai loro interessi. A quelli che l'hanno accolta, Gesù ha permesso di essere segnati dal suo sigillo e col Battesimo abilitati a parlare con le sue stesse parole che sono parole di vita eterna, cioè aiutano chiunque le ascolta a vivere secondo la volontà di Dio e a camminare verso la vita eterna che egli promette ai suoi figli. Gesù con le sue parole ci rivela l'amore del Padre, ci infonde quel calore capace di scaldare i cuori più duri e di indicarci la strada della vita vera. Viviamo in un tempo in cui il "tutto e subito" e il "tutto è consentito" ci stanno facendo dimenticare quanto sia importante attraversare delle tappe, a volte impegnative, ma necessarie per la nostra salute spirituale. E quando ci viene proposto Gesù proviamo noia perché sembra che quella strada non porti da nessuna parte o non produca effetti immediati nella nostra esistenza. Quindi preferiamo le cose del mondo, dilettevoli e alla nostra portata, che di fatto ci allontanano da Dio. Ma non è forse vero che per ricevere un premio inestimabile, bisogna anche saper fare sacrifici? E chi di noi, in fin dei conti, non vorrebbe essere nella felicità eterna in una vita che non ha mai fine? Bisogna dunque dare alla religione, alla propria fede, un ruolo di primaria importanza nella propria vita; riscoprire la bellezza della Parola di Dio che salva).

 
 
 

Chi mangia la carne del Figlio dell'uomo ha la vita eterna

Post n°2175 pubblicato il 17 Agosto 2024 da francesconapoli_fn
 

 

Gesù

Dal Vangelo secondo Giovanni 6,51-58: (In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno»). PAROLA DEL SIGNORE.

Commento: (Cari lettori, siamo giunti alla ventesima domenica del tempo ordinario. La Liturgia ci propone uno scorcio di Vangelo di soli otto versetti, in cui Gesù ripete: "Chi mangia la mia carne vivrà in eterno". Quasi un ritmo incantatorio, una divina monotonia. Gesù insiste sul perché alimentarsi di Lui: per vivere la vera vita, per vivere davvero. È l'incalzante certezza da parte di Gesù di possedere il segreto che cambia la direzione, il senso, il sapore dell'esistenza. "Chi mangia la mia carne ha la vita eterna": con il verbo al presente: "ha", non "avrà". La vita eterna è una vita libera e autentica, giusta, che si rialza e non si arrende, che fa cose che meritano di non morire. Una vita come quella di Gesù, capace di amare come nessun altro. Sangue e carne è parola che indica la piena umanità di Gesù, le sue mani di carpentiere con il profumo del legno, le sue lacrime, le sue passioni, i suoi abbracci, i piedi intrisi di nardo e la casa che si riempie di profumo e di amicizia. E qui c'è una sorpresa, una cosa imprevedibile. Gesù non dice: prendete su di voi la mia sapienza, mangiate la mia santità, il sublime che è in me. Dice, invece: prendete la mia umanità, il mio modo di abitare la terra e di vivere le relazioni come lievito delle vostre. Nutritevi del mio modo di essere umano, come un bimbo che è ancora nel grembo della madre e si nutre del suo sangue. Gesù non sta parlando solo del sacramento dell'Eucaristia, ma del sacramento della sua esistenza: mangiate e bevete ogni goccia e ogni fibra di me. Vuole che nelle nostre vene scorra il flusso caldo della sua vita, che nel cuore metta radici il suo coraggio, perché ci incamminiamo a vivere l'esistenza umana come l'ha vissuta lui. Si è fatto uomo per questo, perché l'uomo aneli a Dio. Allora mangiare e bere Cristo significa prenderlo come misura, modello, energia. Non solo "andare a fare la Comunione" ma "farci anche noi sacramento di comunione". Allora il movimento fondamentale non è il nostro andare fino a lui, è invece Lui che viene fino a noi. Lui in cammino, Lui che percorre i cieli, Lui felice di vedermi arrivare, che mi dice: "sono contento che tu sia qui". Io posso solo accoglierlo stupito. Prima che io dica: "ho fame", ha detto: "Prendete e mangiate", mi ha cercato, mi ha atteso e si dona. "Prendete e mangiate!": sono parole che sorprendono ogni volta, come una dichiarazione d'amore: "io voglio stare nelle tue mani come dono, nella tua bocca come pane, nell'intimo tuo come sangue, farmi cellula, respiro, pensiero di te. Tua vita". Amen).

 
 
 
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Un blog di: francesconapoli_fn
Data di creazione: 01/06/2010
 

San Michele Arcangelo

San Michele Arcangelo, donaci la forza per tenere lontano le insidie del maligno. Ricaccia negli inferi gli spiriti malvagi e custodisci con la tua potenza i figli di Dio. Amen.

 

Sacro Cuore di Gesù

Sacro Cuore di Gesù purificaci da ogni macchia di peccato e donaci salute e salvezza.

Amen.

 

San Pio

O San Pio da Pietrelcina, intercedi per noi presso Gesù affinché ci siano concesse le grazie materiali e spirituali necessarie per ottenere la salvezza eterna di ognuno di noi, cosicché possiamo rendere gloria a Dio come Lui vuole, con cuore, anima e mente. Amen.

 

 

Sant'Antonio di Padova

O Sant'Antonio, che hai preferito abbandonare la dottrina per vivere nella semplicità, sul tuo esempio, aiutaci a vivere come umili cristiani pieni di sante virtù, la cui grande ricchezza sta nell'essere con Cristo, Salvatore del mondo. Amen.

 

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