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Capitolo 5

Post n°14 pubblicato il 18 Agosto 2005 da antislamico
Foto di antislamico

Facciamo un riepilogo dei capitoli precedenti e vediamo quali miti abbiamo sfatato!

La lotta contro la sharia non è niente di meno che la lotta in difesa dei diritti universali dell'uomo, un concetto nato in Occidente e negato dall'Islam. Benvenuti nel blog delle verità scomode, politicamente scorrette. Dove non si ha paura di scrivere che il profeta Maometto - la cui vita " fa dottrina" per ogni buon musulmano - era un conquistatore tagliateste.   

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Mito numero uno: Maometto non era un un gandhi o un sant'uomo  in salsa araba, non predicò pace e tolleranza. Il profeta lottò in battaglia, conquistò, gettò i nemici a pezzi nelle fosse comuni, stabilì che i prigionieri potessero essere uccisi o fatti schiavi, condannò a morte per i secoli a venire coloro che avrebbero abbandonato la " vera religione". Quanto al Corano, contiene « oltre un centinaio di versetti » in cui esorta i fedeli a combattere i miscredenti ( una sura da imparare a memoria: « Uccidete gli idolatri ovunque li incontriate, catturateli, assediateli e tendete loro agguati » 9: 5). Laddove l'Islam invoca la pace è la pace della sottomissione ad Allah per tutte le genti, e le citazioni dei teorici musulmani, anche contemporanei, sono lì a ricordarcelo.

Mito numero due:
ebrei e cristiani hanno vissuto bene sotto la dominazione ottomana. È quello che sostiene pure l'Organizzazione delle nazioni unite nei suoi seminari, ma è anch'essa una balla. Quando convivenza pacifica si è avuta, è perché ebrei e cristiani hanno accettato, loro malgrado, il ruolo di cittadini di serie B. Pagando la jiza, la tassa imposta a tutti i non musulmani, e firmando trattati umilianti in cui acconsentivano, tra le tante cose, a dare un tetto e cibo per tre giorni agli islamici che si fossero presentati in chiesa « come ospiti » . Oltre, s'intende, a non costruire nuove chiese, a non leggere la Torah e il Vangelo a voce alta e a subire le altre restrizioni alla libertà di culto valide tutt'ora in grandissima parte dell'Islam.

Mito numero tre:
l'Islam rispetta le donne, anzi le onora. Corano alla mano, è vero il contrario: « L'uomo ha autorità sulle donne perché Dio ha fatto l'uno superiore all'altra » ( 4: 34). Lo stesso Corano stabilisce che la testimonianza di una donna vale metà di quella di un uomo, così come mezza è la parte di eredità che le spetta rispetto al figlio maschio. Il libro sacro stabilisce anche il diritto alla poligamia maschile e la possibilità per gli uomini di fare sesso con le schiave.
E fu il profeta a stabilire il principio per cui non esiste stupro senza la testimonianza diretta di quattro uomini.

Quarto mito: il Corano vieta di uccidere. Non è così, giacché il comandamento (« Il credente non deve uccidere il credente, se non per errore », 4: 92) vale, appunto, solo se la vittima è islamica; nulla di simile nel Corano protegge la vita dei "miscredenti". Quanto all'uccisione di donne e bambini di altre religioni, secondo la legge islamica vale il principio per cui essa è vietata «a meno che essi non stiano combattendo contro i musulmani» . Il che, oggi, autorizza le stragi di civili da parte dei kamikaze.

Ultimo mito: i cosidetti fondamentalisti non sono una piccola minoranza che  si è impossessata del potere e che impone la feroce dittatura islamica, ma sono l'islam! 

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