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Messaggi del 18/07/2016

BUONA SCUOLA - MOBILITA' AMBITI

Post n°955 pubblicato il 18 Luglio 2016 da emmegisinda
 

PERCHE’ NON E’ STATO POSSIBILE RAGGIUNGERE UN ACCORDO

15.07.2016 20:30

L’impossibilità di portare a positiva conclusione la sequenza contrattuale sull’assegnazione della sede di servizio ai docenti titolari di ambito scaturisce dalle proposte che l’Amministrazione ha avanzato nella fase finale del confronto, discostandosi nettamente dal quadro di intese faticosamente costruite in sede politica nei giorni precedenti.

Se nella mattinata di giovedì 14 luglio si poteva dire sostanzialmente definita un’intesa sulle procedure con cui dare attuazione a quanto prevede la legge 107 per i titolari di ambito, la battuta di arresto e poi la rottura della trattativa si sono determinate dopo che l’Amministrazione ha presentato, contrariamente alle intese, una lista abnorme di requisiti fra i quali individuare i quattro cui fare riferimento, in ogni scuola, per graduare le domande presentate dai docenti interessati all’assegnazione.

Tutta la trattativa, frutto di un preciso impegno assunto dalle parti nel contratto integrativo sulla mobilità firmato nella scorsa primavera e durata più di un mese, è stata portata avanti con l'obiettivo di garantire imparzialità, pubblicità, massima oggettività e trasparenza delle procedure e dei criteri da seguire nell’assegnazione dei docenti alle scuole. Questo nell'interesse non solo del personale, in attesa di conoscere la propria sede di lavoro, ma anche dei dirigenti scolastici responsabili degli atti amministrativi necessari.

Nello spirito, dunque, di un’azione sindacale attenta, com’è da sempre costume della Cisl Scuola, a contemperare efficacia del servizio pubblico ed esigenze di tutela professionale dei lavoratori, si era arrivati a definire una procedura così articolata, che avrebbe dovuto prevedere:

  • la pubblicazione da parte di ciascun istituto di un “avviso” contenente l’indicazione degli specifici requisiti  di competenza (massimo quattro) di cui la scuola ha particolare necessità in relazione alle peculiarità del proprio PTOF;
  • la domanda dei docenti, rivolta a tutte o solo ad alcune scuole dell'ambito, corredata da un curriculum in formato standard, disponibile tramite il sistema informativo, riportante esperienze e competenze certificate;
  • la pubblicazione da parte del dirigente scolastico, una volta ricevute dall’Amministrazione le domande rivolte alla propria scuola, di una graduatoria dei docenti interessati, considerando in via prioritaria il possesso dei requisiti richiesti e, in caso di parità dei requisiti posseduti, prendendo in considerazione il punteggio normalmente riconosciuto per le operazioni di mobilità;
  • la copertura, in base all’ordine di graduatoria come sopra definito, dei posti vacanti.

Gli uffici regionali avrebbero completato le assegnazioni dei docenti rimasti senza sede, operando in base al punteggio della mobilità. Il tutto con una tempistica che garantisse a tutti accessibilità alle informazioni e alle procedure, con l’obiettivo di una sistemazione di tutto il personale entro l'avvio dell'anno scolastico.

Non senza qualche preoccupazione per i tempi comunque piuttosto stretti in cui svolgere una procedura così articolata, consideravamo un buon accordo quello costruito col confronto e il negoziato, un accordo che garantiva sia principi trasparenti ed oggettivi sia regole chiare, utili a evitare difformità di comportamenti e quindi rischi elevati di contenzioso. Un accordo che rappresentava l’esigenza delle organizzazioni sindacali di regolare una procedura che invece per l'amministrazione poteva e doveva non avere troppi vincoli e precetti.

Contenere in termini ragionevoli il numero dei requisiti definiti in ambito nazionale, dai quali ogni scuola avrebbe avuto la possibilità di scegliere i quattro da inserire nel proprio “avviso” (in relazione ai contenuti del PTOF) appariva scelta coerente e funzionale rispetto all’impianto generale di una procedura complessa da gestire in tempi piuttosto stretti.

Per questo ci è parso sorprendente, oltre che inaccettabile, la presentazione da parte dell’Amministrazione di una lista di oltre quaranta requisiti, molti dei quali non strettamente attinenti alla didattica, altri assolutamente generici e non verificabili. Una “lista della spesa” non pertinente e dispersiva che oltre a complicare il lavoro dei dirigenti scolastici, avrebbe disorientato i docenti che nel predisporre la propria candidatura sarebbero stati indotti ad elencare tutto e di più, come se fosse un'esposizione astrusa, restituendo un’opacità di caratteristiche professionali piuttosto che agevolare l'esaltazione delle qualità che veramente servono al lavoro in classe.

Dopo aver invano proposto - motivandone la necessità - di ridurne in modo consistente il numero, abbiamo preso atto dell’impossibilità di concludere in modo coerente e positivo un percorso negoziale rivolto a ottenere regole che garantissero imparzialità e trasparenza, tentativo compromesso dall’intransigente arroccamento del MIUR su richieste che tutte le organizzazioni presenti al tavolo hanno ritenuto inaccettabili.

Siamo ora in attesa di conoscere - dopo il nostro impegno costante che ha spinto l'amministrazione in extremis a confrontarsi per provare a trovare un'intesa - le decisioni che l’Amministrazione dovrà assumere, in assenza di contratto, con atto datoriale. Se alla fine l'amministrazione coglierà nel suo provvedimento unilaterale i tratti di principio e di coerenza voluti con forza dalle organizzazioni sindacali, rimarrà però l’“inquinamento” dovuto a comportamenti rigidi e incomprensibili.

Sarà comunque alta la nostra vigilanza: nel caso si cercasse di disperdere quanto di positivo la trattativa è comunque riuscita a definire sul versante delle procedure da seguire per le assegnazioni, si metteranno in campo le necessarie iniziative. Così come saranno impugnate decisioni e comportamenti che non assicurino le indispensabili garanzie di obiettività e trasparenza per le quali, nelle settimane scorse, ci siamo impegnati con forte e costante determinazione.

 
 
 

BUONA SCUOLA - MOBILITA' AMBITI

Insegnanti, ambiti e scuole: salta la trattativa. Impossibile accettare che la scuola diventi un mercato dei titoli. Grave la responsabilità del ministro

14.07.2016 22:30

Non trova una positiva conclusione la trattativa sull'assegnazione dei docenti dagli ambiti alle scuole, sebbene oggi ci sia stato accordo sulle procedure.

Il negoziato è saltato a causa dell'inflazione di requisiti che il Miur avrebbe preteso di inserire nell'accordo.

Un atteggiamento arrogante che contraddice l'intesa politica raggiunta nei giorni scorsi e le premesse su cui è stata costruita facendo venir meno le garanzie di imparzialità delle procedure concordate.

Si vuole trasformare la scuola in una sorta di mercato delle competenze più disparate: dagli incarichi organizzativi alla progettazione per bandi ai collaboratori del dirigente scolastico. Una pletora di requisiti e di titoli che poco hanno a che vedere con il passaggio dei docenti dagli ambiti alle scuole.

Il sistema dei requisiti, raccolti a caso e in un numero così eccessivo, non può funzionare. Ci hanno presentato un album di figurine. Di questa scelta il ministro porta per intero la responsabilità.

Quello a cui noi miriamo è un sistema efficace, capace di far incontrare i bisogni delle scuole, definiti collegialmente, con la professionalità dei docenti, evitando eccessi di concorrenza inutile e dannosa tra le scuole e tra gli insegnanti.

Serve un percorso che abbia come punti centrali la trasparenza delle procedure e l'oggettività dei requisiti stabiliti a livello nazionale, dando anche ai dirigenti punti di riferimenti chiari con cui operare. Questo rimane il nostro obiettivo. Non accetteremo passivamente misure che siano lesive della dignità professionale degli insegnanti.

Roma, 14 luglio 2016

COMUNICATO SINDACATI SCUOLA
FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA, SNALS CONFSAL

 
 
 

BUONA SCUOLA - MOBILITA' AMBITI

Assegnazione dagli ambiti, sindacati convocati domani per incontro politico

13.07.2016 15:44

E' giunta poco fa dal MIUR la convocazione dei sindacati per un incontro di natura politica sui nodi che hanno portato allo stop della trattativa sulla sequenza contrattuale relativa alle procedure di assegnazione alle scuole dei docenti titolari su ambito territoriale. L'incontro è fissato per le ore 8.30 di domani, giovedì 14 luglio.

 
 
 

CONTRATTO - RINNOVO

Rinnovare i contratti. Rilanciare la contrattazione. Per una crescita fondata sulla valorizzazione del lavoro

13.07.2016 08:46

"Il lavoro non è solo un fattore di costo tra i tanti: il lavoro sono le persone, donne e uomini che portano il loro contributo nelle aziende". Così la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, nel suo intervento di apertura all'Attivo Unitario delle delegate e dei delegati di Cgil, Cisl e Uil, svoltosi a Roma il 12 lulgio 2016 col titolo "Rinnovare i contratti. Rilanciare la contrattazione. Per una crescita fondata sulla valorizzazione del lavoro".
"La contrattazione non vale solo a ottenere il giusto compenso, ma serve a dare dignità e sviluppo alle aziende in cui lavorano uomini e donne. Il blocco dei contratti influisce negativamente sul Pil del paese, sulla crescita, sulla dignità del lavoro", ha detto Furlan. "Siamo preoccupati per la scarsa attenzione che il governo dà al ruolo della Pubblica Amministrazione. Quello della Pa dovrebbe essere un tema di priorità del governo, perché parliamo di un'ampia platea di lavoratori, che offrono i servizi al paese. E’ un elemento di rilancio del paese, il governo si impegni su 
obiettivi e indirizzi, su investimenti maggiori, sulla partecipazione dei lavoratori
”. Per la Segretaria generale della Cisl si deve far diventare “la contrattazione in questo settore la modalità con cui si definiscono obiettivi condivisi”. Riferendosi in particolare alla scuola ha affermato: "L'ultima riforma ha mortificato la contrattazione. Bisogna riconoscere i diritti dei precari della scuola: precari, ma che lavorano tutto l'anno. Per le retribuzioni, per la scuola é ineludibile il fattore anzianità, ultimo fattore di tutela, in attesa che insieme si definisca un ammodernamento solido del sistema". 
Occorre ora riqualificare il lavoro, riconoscere i risultati, discutere di premialità, questione che non può essere gestita fuori dalla contrattazione - ha aggiunto Furlan - Nella prossima legge di stabilità ci dovranno essere risorse congrue, da sette anni ci sono lavoratori che vedono il loro stipendio bloccato, servono regole nuove, nella Pa servono più risorse da investire e recuperare. Il contratto nazionale è un elemento fondamentale e deve restare la fonte primaria delle regolazioni del lavoro. Noi attraverso la contrattazione vogliamo definire i minimi retributivi, come abbiamo fatto finora. Il contratto nazionale serve, in un paese caratterizzato da piccole e medie imprese - ha concluso la Segretaria generale della Cisl - è uno strumento di equità sociale, serve a promuovere la formazione, a garantire diritti e tutele salariali dei lavoratori, a far funzionare il mondo del lavoro, a far funzionare il paese attraverso la regolazione del rapporto tra imprese e lavoratori. La contrattazione è incontro, attraverso di essa abbiamo gestito in questi anni migliaia di situazioni di crisi. La ripresa economica è ancora troppo, troppo debole. La politica parla di sviluppo e crescita, ma senza la contrattazione non si va da nessuna parte. La contrattazione rende le nostre imprese più competitive ed è il primo presupposto su cui costruire la crescita e l'occupazione. Meno contrattazione vuol dire meno democrazia. Anche per questo è importante chiudere presto e bene i contratti".

VIDEO INTERVENTO FURLAN

 
 
 
 

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