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fate1

Post n°38 pubblicato il 28 Ottobre 2009 da lauravaccarino

                                            Fate a scuola

 

E’ settembre e la campanella della scuola suona anche per le fate.

Nella radura è raccolto il gran consiglio con a capo fata Saggia.

Sono state convocate le fate più giovani: d’ora in avanti comincia la loro istruzione, come sarà la scuola per le fate?

Andranno anche loro in cartoleria o al supermercato a comprare zainetti, portapenne o quaderni con gli eroi del momento sulla copertina?

Non credo proprio, le fate non conoscono tutte le carabattole di cui noi ci

circondiamo e vivono benissimo lo stesso.

Quando tutte le sorelline sono presenti, fata Saggia comincia a parlare:

“ Care piccole amiche; fino ad ora la vostra vita è stata soprattutto gioco, ma ora dovete andare a scuola per conquistare la responsabilità di usare la bacchetta magica. ”

Un fremito d'emozione corre tra le fatine: “ La bacchetta magica! “

Finalmente anche loro potranno fare magie.

Non si può avere un potere così grande se prima non si dimostra di saperlo usare!

Naturalmente ci vuole un'adeguata istruzione; la Gran fata continua:

“ Ognuna di voi avrà un compito. Dovrete osservare tutto quello che accade in una zona a voi assegnata, ma senza intervenire. Cercherò di spiegarmi meglio: nella natura tutto è perfetto, ed è come la Grande Madre lo ha voluto; anche un’aquila che rapisce una marmotta per nutrirsene è cosa giusta. Non dovrete tentare di salvare gli animali dai predatori perché altrimenti i loro piccoli morirebbero senza cibo.”

“ Sappiamo di chiedervi un grande sacrificio; siamo consapevoli che ognuna di voi in varie occasioni, ha salvato un cerbiatto dal lupo o un uccellino dalla volpe. Ora però dovrete imparare ad osservare senza farvi tentare dal cambiare la natura delle cose.

Ora andate e…..- mi raccomando, tra ventun giorni vi aspettiamo con un dettagliato resoconto di ciò che avete visto!”

 

Bambini indovinate un po’ chi c’e tra le fatine? Ma le nostre amichette Neve e Frillina.

Allontanandosi dalla radura parlano  tra loro un po’ preoccupate:

“ Come faremo a non aiutare gli animali? Abbiamo imparato ad essere utili a tutti quelli che sono in difficoltà; sarà difficile non farlo.”

Il loro compito è osservare lo stagno.

Volteggiano sull’acqua cercando un punto d'osservazione riparato e comodo.

Con gran soddisfazione trovano un nido di picchio scavato nell’albero.

Una grande quantità di rane gracida tra le canne o riposa sulle foglie delle ninfee. Anitre di ogni  razza sono scese sul lago per fare i nidi nel canneto.

Gli aironi camminano sulle lunghe zampe, eleganti e compunti nell’acqua bassa; una coppia  di cigni reali naviga a vele spiegate sul lago, con al seguito tre bellissimi pulcini coperti di morbidissimo piumino grigio. Chi ha raccontato che i piccoli dei cigni sono brutti?

L’aria è piena dei voli delle libellule, di mosche di ogni tipo, di farfalle dai colori sgargianti e…….di zanzare.

A pelo d’acqua scivolano leggere le zattere, ogni tanto una tinca o una carpa saltano in superficie per rimpinzarsi di insetti,

Il caldo del pomeriggio spinge gli animali a nascondersi in luoghi freschi.

Il silenzio è rotto solo dal gracidare delle rane e dal frinire delle cicale.

La calura pesa su tutto lo stagno; anche le fatine sentono il bisogno di schiacciare un pisolino.

Il fresco della sera torna a rendere attive tutte le creature e il canneto stormisce dolcemente al venticello che si è levato.

I germani reali nuotano con al seguito la loro  numerosa famiglia, gli anatroccoli si tuffano nell’acqua e giocano. Un piccolo si allontana dai genitori…….. L’ombra del falco si riflette sul lago: “ attento!! “ se ti allontani potresti diventare la sua prossima preda! Le fatine fremono…….

Le rane si cibano di insetti e larve di libellule, gli aironi setacciano il fondo del lago in cerca di gamberetti e si nutrono di piccole rane; ogni animale si ciba di altre forme di vita, anche l’erba che mangiano le anitre è un essere vivente.

Un martin pescatore dalla sgargiante livrea, si tuffa nell’acqua e ne esce con un piccolo pesce nel becco.

La vita trascorre tranquilla nella perfetta pace della natura.

Finche una volta…….

Non è ancora giorno, dall’acqua si alza una leggera nebbiolina che avvolge ogni cosa.

Tutto è ancora sospeso tra la notte e il giorno ed il cielo a est inizia a colorarsi di viola.

Le fate sentono un suono sconosciuto che le allarma.

Sull’acqua scivola una barca, al suo interno un uomo scruta l’orizzonte, ha in mano un bastone. Le due amiche ricordano immediatamente i racconti

narrati da altre fate: quel bastone  è molto pericoloso e può uccidere da lontano con un terribile rumore di tuono.

“Questo non può avvenire nel nostro stagno, ” pensano Neve e Frillina.

“ non permetteremo che venga usata un’arma.”

“ Come faremo a neutralizzare questo pericolo se non possiamo intervenire?“
Ma ecco che in un baleno gli abitanti dello stagno hanno escogitato un piano. ( ricordate? Le creature della natura si parlano con la mente.)

Cosa sta succedendo? Guardate……….
Improvvisamente l’acqua intorno alla barca brulica di pesci che fanno una gran confusione, i cigni selvatici, ad ali spiegate volano pericolosamente vicino alla testa del cacciatore, le anitre nuotano come forsennate per agitare quanta più acqua possibile. La barca comincia ad ondeggiare violentemente, il cacciatore perde l’equilibrio; spalanca le braccia e lascia cadere il fucile nell’acqua. La melma del fondo si incaricherà di farlo arrugginire.
L’uomo, pensando a qualche misteriosa magia, fugge con i capelli dritti per il terrore.
Gli animali e le fate gioiscono e si abbandonano a canti e balli.

La pace è ritornata, persino il gufo che stava dormendo sodo ed è stato svegliato dal gran fracasso, è felice di avere assistito a questo avvenimento.
I giorni successivi, sembrano a tutti particolarmente sereni.

Il tempo passa, è ora di tornare. Un po’ preoccupate le fatine pensano a come verrà giudicato il loro intervento. Chissà se avranno meritato la bacchetta magica!
Tutto è pronto.
Le giovani fate arrivano a frotte e, librandosi sulla radura attendono di essere ammesse al cospetto del consiglio.
La Grande fata le invita a scendere; sa che le giovani sorelle hanno fatto del loro meglio e conosce tutto quello che è accaduto.
Guarda con amore ogni allieva e dice: “Vi siete comportate tutte benissimo, sono molto orgogliosa di voi. Avete meritato la bacchetta magica per la saggezza e l’amore dimostrato”.

Neve e Frillina si guardano le mani: dal palmo di ognuna fiorisce una piccola luce è la loro nuova bacchetta, bianca come un fiore di narciso.
Una profonda emozione le coglie. Salutano con tanta gratitudine e volano nel profondo del bosco per meditare in pace su questo dono prezioso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
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