Idv Tivoli

Carissimi, l'acceso dibattito che ho avuto modo di leggere sul blog soltanto questa mattina mi stupisce: nessuno di Voi ha avuto il coraggio di firmare il proprio commento, a testimonianza di come sia semplice sputare sentenze coperti da uno stupido anonimato che non fa parte del mio modo di essere, privi per questo della concezione dell’essere rappresentanti istituzionali di un partito che apertamente dichiara la propria appartenenza alla famiglia del centrosinistra. Il tentativo che in questa ultima tornata elettorale abbiamo messo in campo è stato quello di proporre, anche se su un percorso irto di difficoltà, una alternativa squisitamente politica alla gestione monocratica dell'amministrazione tiburtina. Un tentativo che, come già detto, nonostante il buon risultato, non è stato sufficiente per rivoluzionare lo status amministrativo di Tivoli. Un'esperienza che abbiamo fatto in assoluta convinzione e in perfetta coerenza con le linee strategiche dell'IDV di Tivoli e con la quale pensavamo di iniziare un percorso di diverso confronto con gli elettori. Abbiamo constatato che al primo turno il 42% dei cittadini ha deciso di dare la propria preferenza al candidato Vincenzi, con il quale avevamo iniziato già da lungo tempo una netta differenziazione sulle scelte strategiche da adottare. La decisione di trovare la via di un accordo politico, e ci tengo a chiarire la differenza che esiste rispetto all’apparentamento a testimonianza che non ho ambizioni di occupare sedie, è scaturita da un intenso dibattito interno, aperto al sincero contributo di tutti i candidati e di tutti gli iscritti con i quali si è addivenuti a tale posizione di sostegno nei confronti di Vincenzi. Apparteniamo alla grande famiglia del centrosinistra e tale appartenenza ci ha portato a tentare attraverso il percorso di accordo di impedire che la città “finisse” nelle mani del centrodestra. Tale argomentazione, elemento basilare del presupposto di accordo, è stata enunciata, dandone ampia visibilità sia sugli organi di stampa sia in tutte le occasioni pubbliche alle quali abbiamo partecipato. Nell’anonimato che Vi contraddistingue c’è l’atteggiamento vigliacco di non voler accedere alle vie dell’interessamento e che lo stare alla finestra è posizione sicuramente comoda ma non propedeutica al cambiamento. Sono uomo pubblico e pubblicamente ho sempre affrontato e sostenuto le mie idee, di fronte a tutti, senza timore alcuno di mantenere le posizioni che mi sono state riconosciute a seguito dell’impegno profuso in questi ultimi anni. Tale mio atteggiamento vorrei fosse confortato da un altrettanto valido percorso di trasparenza che in Voi non trovo. Abbiate il coraggio delle Vostre azioni, delle Vostre parole e dei Vostri pensieri affermando la Vostra identità. Sarò disponibile, se lo riterrete opportuno, ad incontrarVi in qualsiasi momento. E concludo, ricordandoVi che non risponderò a nessuna delle Vostre sollecitazioni, se non garantite dalla conoscenza della Vostra identità.