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ONOREVOLI ZOCCOLE: PRIMA ZOCCOLE E POI ONOREVOLI?

Se fossero vere le accuse del Senatore del PLI, ex PDL, Paolo Guzzanti secondo il quale da una serie di intercettazioni telefoniche relative all’inchiesta di Napoli, poi distrutte a Roma, risulterebbe palese che alcuni attuali incarichi di governo ricoperti da donne  sarebbero il prezzo pagato dal Premier per soddisfare le proprie bramosie sessuali, incluso un rapporto anale non gradito dalla protagonista, di cui il Quirinale, (che però ha già smentito Guzzanti), mise il veto alla divulgazione, allora davvero l’Italia è allo sfascio! Oddio, tra Noemi, le escort, le proposte razziste della Lega e le critiche di Barbara Berlusconi sui comportamenti indecorosi dei politici non è che vi fossero pochi dubbi che così non fosse. Tuttavia  la speranza che un barlume di dignità ardesse ancora nella politica italiana, alimentava negli animi di tanti cittadini che caparbiamente si ostinano a credere che l’etica sia il fondamento dello Stato e di chi lo rappresenta!

Le accuse del Senatore Guzzanti, che si dice pronto a riferire a un magistrato e a fare i nomi di coloro che sarebbero a conoscenza di queste intercettazioni vergognose, gettano nello sconforto più assoluto. Pensare che il Paese sarebbe rappresentato da donne il cui unico merito per ricoprire cariche istituzionale deriverebbe dalla loro assoluta compiacente sottomissione a soddisfare i perversi desideri del Premier è davvero ributtante, stomachevole. Non offende esclusivamente la dignità delle donne, ma prima di tutto quella di una nazione intera!

scritto da: kayfakayfa    su: LA VOCE DI KAYFA

 

 
 
 

La chiesa non scomunica i pedofili!

In Brasile, una bambina di 9 anni, violentata dall’età di 6 insieme alla sorellina di 14 dal loro patrigno di 23, accusa dei dolori all’addome.
Ricoverata in ospedale, visitandola, i medici scoprono che è incinta di due gemelli e decidono di farla abortire perché partorire alla sua età è molto pericoloso, ne metterebbe addirittura a rischio la vita.
L’ultima decisione spetta ai genitori della piccola: la madre è d’accordo che abortisca, il padre no. Poiché in questi casi per la legge brasiliana conta il volere materno, la gravidanza viene interrotta, scatenando l’ira dell’arcivescovo di Recife, José Cardoso Sobrinho, che scomunica sia i medici che la madre – ma il violentatore no! - perché la legge di Dio è superiore a qualsiasi legge umana.

Commentando il gesto del suo ministro brasiliano, il Vaticano ha affermato che si trattava di un atto dovuto e inevitabile.

Nessuno discute quanto proclamato dalla Chiesa. Tuttavia, visti i trascorsi non certo canonici di molti preti brasiliani – 1700 per la precisione – responsabili in passato di atti di pedofilia nei confronti di bambini poveri, denunciati con clamore dalla stampa brasiliana che raccontava del diario di padre Tarcisio, una sorta di manuale d’istruzioni cui un prete pedofilo doveva attenersi per non rischiare denunce, sarebbe stato forse il caso che la scomunica l'arcivesco la comminasse anche al violentatore, non fosse altro per non alimentare dubbi su una sorta di opportunismo in quanto, se avesse scomunicato anche lo stupratore, di riflesso avrebbe dovuto fare altrettanto con i preti pedofili di ieri (il Vaticano è solito spostare di parrocchia i propri ministri che si macchiano di questo crimine) e, presumibilmente, di oggi, che esercitano il ministero a Recife e dintorni, rischiando di trovarsi di colpo senza più preti cui far celebrare messa!

scritto da: kayfakayfa  sul blog LA VOCE DI KAYFA

 
 
 

Italia in recessione.

Post n°562 pubblicato il 23 Ottobre 2008 da redazione_blog
 

Se qualcuno, candidamente, cercasse di convincervi che la recessione in cui è "inciapata" l’Italia è conseguenza della crisi finanziaria che dall’America ha lentamente travolto, facendoli crollare, tutti i mercati finanziari del mondo causando il fallimento di diverse banche, diffidate perché vi sta raccontando una sciocchezza! Già dall’inizio dell’anno più di una voce metteva in evidenza il rischio serio di recessione per il paese. Addirittura il 23 gennaio, durante il summit economico internazionale di Davos, le previsioni, sia per l’economia mondiale sia per quella italiana non erano affatto rosee, nonostante il disastro di queste ultime settimane fosse, almeno ufficialmente, impensabile. Del resto lo stesso Governatore della Banca d’Italia, Draghi, durante l’audizione al Senato di ieri ha fatto presente che i dati del secondo trimestre dell’anno (aprile, maggio e giugno) segnavano un andamento recessivo per l’economia italiana. Indubbiamente la crisi americana e suoi tragici strascichi hanno accentuato, rendendo reale, questo rischio. Ma in più di un'occasione, sia alla fine dello scorso anno che in più di una quest’anno, Draghi auspicava manovre salariali da parte dei Governi, prima quello di centrosinistra quindi quello attuale, per dare respiro alle famiglie in modo da rilanciare i consumi alla scopo di dare impulso all’industria italiana.

Quali siano le cause reali che hanno portato il paese alla recessione, ossia a una sensibile riduzione dei consumi con conseguente rallentamento della produttività industriale, penso, sia da una vita davanti agli occhi di tutti: il loro nome è euro, la moneta unica europea!

È inutile che, esimi economisti o europeisti convinti, si affannino con tabelle e teoremi incomprensibili per noi "umani" a dimostrare che non è affatto così, ma che addirittura l’entrata nell’euro ha salvato l’Italia da rischi ancora più grossi! Da quando, a fine febbraio 2002, la moneta unica ha ufficialemente soppiantato la vecchia lira, senza che nessuno avesse l’intelligenza di imporre ai commercianti l’esposizione dei prezzi in euro con l’equivalente il lire in modo che la gente si rendesse conto realmente di quanto spendesse, tanti di loro si sono dati alla pazza gioia equiparando un euro non al suo reale valore di circa 2000 lire bensì a 1000 lire, per cui una giacca che costava 100 mila lire te la facevano pagare 100 euro, ossia 200 mila lire. E a nulla sono valse le reiterate denunce delle associazioni dei consumatori o dei singoli cittadini alle autorità affinché si ponesse un freno alla speculazione. Nel giro di pochi mesi tanti italiani dalle Alpi a Pantelleria hanno scoperto che con l’euro, ovvero con la criminale gestione della moneta unica da parte di diversi commercianti e l’incapacità dello Stato di fronteggiarne l’avidità, uno stipendio di 2 milioni e mezzo di vecchie lire, con il quale una famiglia media composta di padre, madre e due figli riusciva ad arrivare, anche se a fatica, a fine mese, convertito nel corrispettivo di 1250 euro a stento serviva per arrivare alla metà del mese. Quante inchieste giornalistiche sono state fatte in tutti questi anni nei mercatini rionali per saggiare il polso alla situazione economica degli italiani, dove gli intervistati all’unanimità mettevano in risalto che da quando è arrivato l’euro non ce la si fa più, tutto è aumentato tranne gli stipendi e le pensioni! E a nulla valse il monito alle massaie del Presidente Berlusconi, durante il suo terzo mandato come Capo del governo, ad andare in giro per i negozi prima di spendere in modo da confrontare i prezzi perché è così che si fa la spesa...
Ovunque andavi i prezzi erano più o meno quelli mentre i soldi nel borsellino non aumentavano! È ovvio che in questo regime di crisi per le famiglie alla fine quelle stesse famiglie hanno dovuto ridurre drasticamente i consumi per non trovarsi con l’acqua alla gola, causando una sensibile riduzione della domanda di acquisto con conseguente stagnazione della produzione industriale.
Se qualcuno in questi sette anni che la moneta unica è entrata in vigore avesse dato realmente ascolto alle recriminazioni dei consumatori, indagando per vedere quel che stava accadendo e ponendo un freno alla speculazione, forse le cose sarebbero andate un tantino in maniera diversa. Viceversa tante parole si sono spese su quest’argomento, soprattutto nelle varie campagne elettorali del 2006 e 2008 ma alla fine nulla di concreto è stato fatto da chi è andato al Governo per aumentare il potere di acquisto sia degli stipendi che delle pensioni.

Se oggi l’Italia è in recessione lo è non per via della crisi finanziaria internazionale in corso, i cui riflessi negativi arriveranno solo tra qualche mese è allora lì saranno mazzate, bensì per una scellerata gestione della moneta unica da parte dello Stato che non ha adeguatamente vigilato affinché l'entrata in vigore dell'euro non arricchisse pochi intimi a scapito di tanti!

Ora che le famiglie hanno dato un drastico freno ai consumi perché sono a un passo dal lastrico, a molti questa situazione brucia perché improvvisamente vedono sensibilmente ridotta la possibilità di continuare ad arricchirsi in maniera esponenziale come hanno fatto finora senza che qualcuno intervenisse.

Gli italiani hanno una pazienza infinita, ma quando è troppo è troppo!

Come dice il proverbio, chi è causa del suo male pianga se stesso!

scritto da kayfakayfa su: LA VOCE DI KAYFA

 
 
 

Morte cerebrale: scontro tra scienza e fede.

E' giusto dichiarare morta una persona in base ad una mera definizione legislativa di morte cerebrale finalizzata a favorire l'espianto degli organi?

Un editoriale di Lucetta Scaraffia, membro del Comitato nazionale di bioetica e vice presidente dell'Associazione "Scienza e vita", apparso alcuni giorni fa sull’Osservatore Romano, l’organo d’informazione del Vaticano, rimette in discussione la validità dei criteri con cui si definisce la morte cerebrale di un individuo autorizzandone l’espianto degli organi.  L’articolo, scritto in occasione del quarantesimo anniversario del Rapporto di Harvard, che modificò la definizione di morte, apre un nuovo fronte di discussioni e polemiche tra scienza e fede anche in virtù del caso di Eluana Englaro, la ragazza in coma cerebrale da sedici anni a causa di un incidente stradale.
Per Eluana, tenuta in vita grazie all’alimentazione artificiale, il padre ha chiesto la sospensione del trattamento al fine di rispettare  la volontà della figlia, Eluana infatti, in un suo diario, auspicava di morire se si fosse trovata in una condizione simile a quella in cui purtroppo attualmente versa.

Il Rapporto di Harvard fu accettato dalla Chiesa, anzi,  nel 2000, Papa Wojtyla, durante il congresso della Transplantation Society tenutosi a Roma, dette alla tecnica del trapianto di organi ed ai criteri scentifici come quello di morte cerebrale, un riconoscimento etico  e morale. E' quanto sottolinea e ricorda oggi Ignazio Marino, senatore del Pd e chirurgo dei trapianti. 
La  scienza è sinonimo di ricerca e di sviluppo, nessuno può metterlo in discussione, pertanto i nuovi studi sul sistema nervoso  non sorprendono. Questi nuovi studi, stando  all’articolo di Lucetta Scarafia,  dimostrerebbero che la morte cerebrale non rappresenta la reale morte dell’individuo come sostenuto invece da neurologi, giuristi e filosofi. Con la morte cerebrale infatti non sopraggiunge la decomposizione del corpo ed essa sarebbe fondamentale per la morte "vera".
Paradossalmente però questi stessi studi pongono sempre più la scienza in una condizione di subordinazione nei confronti della Chiesa.  Essi infatti tacitamente, finiscono per riconoscere l’esistenza di una realtà individuale prescindente il corpo, una realtà trascendente, detta anima o quant’altro, che ha comunque bisogno del corpo per manifestarsi, e la cui scomparsa dal corpo ne sancirebbe la decomposizione e quindi la morte. Ora il punto sta nello stabilire se solo in presenza della decomposizione sia giusto riconoscere lo stato di morte di un individuo, oppure, come avviene oggi, basterebbe dimostrarne la morte cerebrale per autorizzare l’espianto degli organi e la sospensione delle terapie che  tengono in vita il corpo! 
Per altro verso, se un individuo è alimentato da una macchina, come fu per il caso di Welby ed è per quello di Eluana, la vita artificiale non è un forzare la natura, una sorta di accanimento terapeutico cui la Chiesa si è sempre detta contraria?
Sospendere la vita artificiale causa la morte con relativa decomposizione del corpo, quindi l'opposizione della Chiesa alla sospensione dell’alimentazione artificiale per Eluana Englaro  non è altrettanto contraddittorio rispetto a  quegli stessi principi etici di cui la Chiesa è paladina? La scienza  oggi riconosce la possibilità che, seppur l’encefalogramma di una persona risulti piatto, non si possa escludere che essa  continui a vivere in uno stato diverso. Ciò alla luce di studi a riguardo, i quali  dimostrerebbero che, anche in assenza di segnali da parte del cervello, la persona "vive", a maggior ragione poichè con lo stato di morte cerebrale non subentra la decomposizione fisica.
Ma anche questo non è contraddittorio con quanto sino ad oggi la stessa scienza, o almeno una parte di essa, ha sostenuto parlando di vita?


In attesa di ulteriori scoperte sulla vita e sull’uomo forse sarebbe il caso di stemperare le polemiche e  continuare a legiferare in materia sulla base dell'attuale legge, anche per evitare ulteriori confusioni in una discussione che già di per sé è complessa alla fonte.
Non dimentichiamo che già oggi esiste un mercato clandestino degli organi, soprattutto nei paesi poveri, e se si bloccassero gli espianti a causa di simili discussioni lo si alimenterebbe ancora di più con conseguenze devastanti soprattutto per i bambini di quelle zone vittime dell'avidità di uomini senza scrupoli.

scritto da: kayfakayfa   su: LA VOCE DI KAYFA

 

 
 
 

Alitalia: addio cordata!

Contrariamente a quanto prevedevano in molti, la CAI, la cordata di imprenditori italiani guidata da Colannino formatasi per rilevare l’Alitalia evitandole il fallimento, si è ritirata dalla trattativa di acquisizione perché la CGIL e altre cinque sigle di sindacati autonomi dei piloti non hanno accettato il piano di risanamento da lei presentato, facendo a loro volta una controproposta a sua volta respinta dalla CAI. 

Commentando la rottura della trattativa sia il Presidente del Consiglio sia alcuni leader dei sindacati che avevano invece accettato l’offerta della CAI hanno definito irresponsabile l’atteggiamento di Epifani, viceversa i dipendenti riuniti a Fiumicino hanno esultato non appena hanno appreso la notizia, dichiarando “meglio falliti che in mano a questi banditi!”

Ieri sera intervistato dal TG un Epifani dal volto visibilmente tirato non escludeva una ripresa della trattativa e, in risposta alle dichiarazioni di Berlusconi, ricordava al Presidente del Consiglio che senza piloti gli aerei non volano!

Dal canto suo Fantozzi il Commissario Straordinario della compagnia di bandiera ha detto che gli aerei voleranno fino a quando vi saranno i soldi per il carburante, quindi ancora per poco.

Al di là di quelli che saranno i futuri sviluppi della vicenda, l’attuale ipotesi di fallimento dell’Alitalia è uno smacco non solo per il Governo che tanto si era battuto affinché la CAI rilevasse la compagnia al punto da sviluppare un piano che assicurava agli imprenditori solo ricavi e nemmeno un euro di perdita visto che lo stato, quindi i cittadini, si sarebbe accollato la parte a perdere lasciando quella attiva alla CAI, ma anche per l’opposizione in quanto l’Alitalia è in crisi almeno da un ventennio e dunque parte delle responsabilità sono da addebitarsi anche ai precedenti governi di centrosinistra.

Il fallimento della compagna vuol dire l’apertura di un’inchiesta per risalire ai responsabili e punirli.
Se davvero l’Alitalia fallisse c’è da giurarci che ne vedremo delle belle.

scritto da: kayfakayfa su : LA VOCE DI KAYFA

 
 
 
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