Latiano aperta
Informazioni e opinoni su Latiano e dintorni a cura di Leopoldo Calò
NOVITà
Da oggi il blog avrà una nuova rubrica: RADIOFANTE. Sono le notizie non ufficiali, quelle che i cittadini conoscono ma che nessuno osa dare, le previsioni di ciò che accadrà nel Palazzo. Chi dovesse essere a conoscenza di qualche notizia di interesse generale potrà scrivere a lpcalo@libero.it
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Il Consiglio Comunale, nella seduta del 9 luglio scorso, ha approvato l'ennesima variante al Piano di Fabbricazione per la realizzazione di un'attività produttiva, questa volta nel centro abitato e per sanare una situazione di fatto consolidatasi negli anni.
Le posizioni dei consiglieri sono abbastanza chiare. Gli Ecopacifisti votano contro le varianti perché le considerano un cedimento rispetto all'assenza di quelle regole certe che l'approvazione del Piano Urbanistico Generale definirebbe una volta per tutte.
I consiglieri della destra, con una eccezione in questo caso (l'avv. Caforio), votano comunque a favore perché ritengono non si possa far pagare ai cittadini, bloccandone le aspettative, le inadempienze di un ente pubblico che ancora non è riuscito a dotarsi di uno strumento urbanistico adeguato.
La maggioranza fa leva su quest'ultimo ragionamento, non privo di logica e parzialmente condivisibile, per incentivare la pratica delle varianti e delle lottizzazioni, ipotecando il futuro dello sviluppo urbanistico della città al di fuori di una benché minima programmazione pubblica.
Io penso che la politica esca letteralmente a pezzi da vicende come questa.
Perché è ormai chiaro che questa maggioranza non ha nessuna intenzione di portare a compimento l'ìter di approvazione del PUG, contravvenendo ad un punto essenziale del suo programma amministrativo e quindi mancando di lealtà nei confronti delle forze politiche che l'appoggiarono e degli elettori che la votarono (mi smentiscano con i fatti).
Perché le varianti, se pure in regola dal punto di vista formale, devono essere approvate in Consiglio e i consiglieri hanno il diritto-dovere di entrare nel merito di ogni singola variante. Non lo fanno, e non solo per una questione di principio (osservo che la mancata approvazione del PUG è alla base di due posizioni diametralmente opposte) ma perché affetti, i consiglieri, da una inconsapevole, forse, sfiducia in se stessi e nella politica che oggi rappresentano. Perché non si può votare favorevolmente per una variante e sfavorevolmente per un'altra? Ovvio, perché questo sarebbe visto come una disparità di trattamento ingiustificata, l'apice della politica clientelare che tutti dicono di rifiutare. Si noti, sarebbe visto così non solo dai cittadini ma anche dagli stessi consiglieri: lo dicono loro. E se lo dicono loro...