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Luigi Pirandello- La casa del Granella e altri racconti

Post n°959 pubblicato il 30 Aprile 2016 da blogtecaolivelli

 

fonte: da Internet

 La casa del Granella

I topi non sospettano l'insidia della trappola. Vi cascherebbero, se la sospettassero? Ma non se ne capacitano neppure quando vi son cascati. S'arrampicano squittendo sú per le gretole; cacciano il musetto aguzzo tra una gretola e l'altra; girano; rigirano senza requie, cercando l'uscita.

L'uomo che ricorre alla legge sa, invece, di cacciarsi in una trappola. Il topo vi si dibatte. L'uomo, che sa, sta fermo. Fermo, col corpo, s'intende. Dentro, cioè con l'anima, fa poi come il topo, e peggio.

Inizia così La casa del Granella (L. Pirandello), un brillante ed affascinante rappresentazione della natura umana. La novella si svolge in una piccola città d'Italia (in Sicilia) nel Ottocento.

Il primo capitolo della novella introduce il lettore ad uno dei protagonisti, l'avvocato Zummo. È agosto. È la mattina presto e già è estremamente caldo. Ci troviamo nella sala d'attesa dell'avvocato, e la sala è piena dei clienti.

L'inizio di qualsiasi novella del Pirandello è sempre particolarmente interessante: in questo caso Il Pirandello inizia con una domanda. "Fare i topi sospettano che ci sia pericolo quando incontrano una trappola per topi?"

La risposta è "No". Il Pirandello rileva che anche dopo hanno caduto, i topi non capiscono bene a ciò che è successo. Il topo catturato diventa sempre più disperato (squitte e muove continuamente); cerca di fuggire ma non c'è scampo. In altre parole, un topo non ha né una strategia per riconoscere ed evitare la trappola (nel primo luogo) né la capacità di sfuggire una volta catturato.

I clienti di Zummo sono anche presi in una trappola. Loro sono intrappolati dalle leggi del Paese: o hanno una lamentela con qualcun'altro o qualcun'altro ha una lamentela con loro. Sono presi in un procedimento legale che è intrinsecamente inefficiente e lento; di conseguenza devono mettere le loro vite in attesa. I clienti sono tormentati dai loro litigi e sono desiderosi per giustizia. Quindi possiamo dire che odiino il sistema giuridico e allo stesso tempo vogliano coinvolgersi esso. (Diciamo noi, "they are between a rock and a hard place".)

Il lettore capisce come gli esseri umani in una trappola differiscono dai topi:

L'uomo che ricorre alla legge sa, invece, di cacciarsi in una trappola. Il topo vi si dibatte. L'uomo, che sa, sta fermo. Fermo, col corpo, s'intende. Dentro, cioè con l'anima, fa poi come il topo, e peggio.

E cosí facevano, quella mattina d'agosto, nella sala d'aspetto dell'avvocato Zummo i numerosi clienti, tutti in sudore, mangiati dalle mosche e dalla noja.

Nel capitolo 2 il lettore si incontra tre protagonisti supplementari, la famiglia Piccirilli: padre, madre e figlia. Il padre è riservato, non raffinato e poco istruiti. È di circa 60 anni e in cattivo stato di salute. La condizione del padre potrebbe essere ereditata dato che la sua figlia ha molti dei suoi problemi:

Con la figliuola, dall'altro lato, si ricascava nel medesimo squallore contegnoso del padre. Magrissima, pallida, con gli occhi strabi anche lei, sedeva come una gobbina.

A questo punto il lettore capisce che i Piccirilli hanno solamente di recente trasferito alla città. Loro non sono disperatamente poveri, es. il padre ha un insieme formale di abiti (che tuttavia lui indossa raramente) e la madre è "sovraccarica d'oro". (La madre è una grande, chiassosa, obesa donna audace, un estroverso).

I Piccirilli sono strani (dato che non prendono il loro turno di vedere l'avvocato). Quando i Piccirilli si riuniscono l'avvocato Zummo, è la fine della sua giornata di lavoro e il Zummo è esausto e affamato: ha intenzione di tornare a casa per condividere un pranzo con la sua famiglia e poi fare un pisolino. Così, saluta i Piccirilli piuttosto sgarbatamente:

- Lor signori? - domandò di mala grazia.

I Piccirilli spiega perché sono venuti a visitare il Zummo. Per gli ultimi 3 mesi hanno affittato una casa di proprietà del signor Granella. I Piccirilli credono che la casa sia infestata dai spiriti maligni: tutti e tre sono terrorizzati e quindi vogliono rompere il loro contratto di locazione. (L'intero quartiere capisce la loro situazione e i vicini sono anche convinti che la casa è infestata.) Quindi il Granella ha citato in giudizio i Piccirilli: secondo lui i Piccirilli hanno rotto il contratto di locazione e hanno anche infamato la reputazione della casa.

L'avvocato Zummo non crede il racconto della famiglia:

- Da chi? - fece Zummo, credendo d'aver sentito male.

- Dagli spiriti, sissignore! - raffermò forte, coraggiosamente, la moglie, agitando in aria le mani.

Zummo scattò in piedi, su le furie:

- Ma andate là! Non mi fate ridere! Perseguitati dagli spiriti? Io devo andare a mangiare, signori miei!

Rapidamente l'incontro con l'avvocato si rivolge a umorismo e ironia:

E Zummo, scrollandosi rabbiosamente:

- Ma andate, vi dico! Sono pazzie! Siete venuti da me? Al manicomio, al manicomio, signori miei!

- Ma se ci hanno citato... - gemette a mani giunte il Piccirilli.

- Hanno fatto benone! - gli gridò Zummo sul muso.

In particolare questo scambio verbale mi ha fatto ridere ad alta voce:

- Voi li avete veduti? - le domandò Zummo con un sorriso di scherno.

- Sissignore, con gli occhi miei, - affermò subito, non interrogato, il Piccirilli.

- Anch'io, coi miei, - aggiunse la figlia, con lo stesso gesto.

- Ma forse coi vostri! - non poté tenersi dallo sbuffare l'avvocato Zummo con gl'indici tesi verso i loro occhi strabi.

L'incontro dura circa un'ora. Alla fine, l'avvocato Zummo rimane in dubbio ("Allucinazioni... storielle da femminucce."). Tuttavia è tentato di accettare il caso a patto che lui riesca a trovare un precedente legale che gli permetterà di difendere i Piccirilli al processo.

Secondo me il capitolo 4 è la chiave per comprendere il significato della novella. All'inizio del capitolo l'avvocato Zummo ha trovato due precedenti legali che determineranno come il litigio sarà deciso in tribunale: per trovare in favore dei Piccirilli ci deve essere un difetto di casa che il proprietario si rifiuta di riparare o non può risolvere. Solo in questa circostanza può essere rotto un contratto di locazione.

Il caso è debole: richiede una dimostrazione chiara e convincente che la casa sia infestata e che i Piccirilli non fossero responsabile per la presenza degli spiriti. L'avvocato Zummo si rende conto subito che sarà difficile al meglio per vincere il litigio al processo.

Nel corso delle sue indagini, l'avvocato Zummo cambia la sua attenzione da uno "spirito" a una "anima immortale". Questo cambiamento ha conseguenze profonde. L'idea di uno spirito ha una connotazione laica e ho il sospetto che in Italia, come in America, gli spiriti e le case infestate siano associati ai truffatori, gli impostori e i maghi. (C'è sempre un trucco, una spiegazione razionale, per la presenza degli spiriti, e ci sono sempre i folli che credono.) Al contrario l'anima immortale ha una connotazione religiosa e come tale è più facilmente accettata. Una delle tante ironie della novella è che (a questo punto) l'avvocato Zummo non si estende le sue indagini agli insegnamenti della Chiesa. Invece, guarda le opinioni degli scienziati.

Dopo un po' l'avvocato Zummo cambia la sua opinione della presenza degli spiriti da "allucinazioni" a "era innegabile"!

e con suo sommo stupore venne a conoscere che ormai i fenomeni cosí detti spiritici, per esplicita dichiarazione degli scienziati piú scettici e piú positivi, erano innegabili.

- Ah, perdio! - esclamò Zummo, già tutto acceso e vibrante. - Qua la cosa cambia d'aspetto!

Finché quei fenomeni gli erano stati riferiti da gentuccia come i Piccirilli e i loro vicini, egli, uomo serio, uomo colto, nutrito di scienza positiva, li aveva derisi e senz'altro respinti. Poteva accettarli? Seppure glieli avessero fatti vedere e toccar con mano, avrebbe piuttosto confessato d'essere un allucinato anche lui. Ma ora, ora che li sapeva confortati dall'autorità di scienziati come il Lombroso, come il Richet, ah perdio, la cosa cambiava d'aspetto!

A questo punto, l'avvocato Zummo diventa ossessionato dall'idea di un'anima immortale... perché aiuta a spiegare il senso della sua vita sulla Terra.

Da un pezzo non trovava piú nell'esercizio dell'avvocatura, che pur gli aveva dato qualche soddisfazione e ben lauti guadagni, non trovava piú nella vita ristretta di quella cittaduzza di provincia nessun pascolo intellettuale, nessuno sfogo a tante scomposte energie che si sentiva fremere dentro, e di cui egli esagerava a se stesso l'intensità, esaltandole come documenti del proprio valore, via! quasi sprecato lí, tra le meschinità di quel piccolo centro. Smaniava da un pezzo, scontento di sé, di tutto e di tutti; cercava un puntello, un sostegno morale e intellettuale, una qualche fede, sí, un pascolo per l'anima, uno sfogo per tutte quelle energie. Ed ecco, ora, leggendo quei libri... Perdio! Il problema della morte, il terribile essere o non essere d'Amleto, la terribile questione era dunque risolta? Poteva l'anima d'un trapassato tornare per un istante a "materializzarsi" e venire a stringergli la mano? Sí, a stringere la mano a lui, Zummo, incredulo, cieco fino a jeri, per dirgli: "Zummo, sta' tranquillo; non ti curare piú delle miserie di codesta tua meschinissima vita terrena! C'è ben altro, vedi? ben altra vita tu vivrai un giorno! Coraggio! Avanti!".

A questo punto la novella si evolve rapidamente. L'avvocato Zummo perde il processo. Il Granella decide di stare da solo alla casa sua durante la notte, nel tentativo di dimostrare ai cittadini che la casa è sicura. Tuttavia, il Granella teme per la sua vita e lui esce di casa presto. Il Granella è colto e l'avvocato Zummo è vendicato. Il Granello è rovinato.

Secondo me il confronto iniziale tra i topi e gli esseri umani in una trappola era 'apt' dato che ha prefigurato un'idea che Pirandello vuole il lettore a prendere in considerazione.

I topi non cercano il senso della vita e non si chiedono sulla possibilità di una vita ultraterrena. Ma gli uomini fanno così. Il Pirandello sembra dire che questo sia un caratteristico essenziale degli esseri umani. Il Pirandello, come sempre, sceglie le sue parole molto attentamente. A un certo punto, l'avvocato Zummo si riferisce a uno degli scienziati come mesiah. Quindi Pirandello vuole che il lettore comprenda che gli esseri umani hanno creato l'idea di religione per spiegare il significato della loro vita sulla Terra e per promuovere l'idea di una vita ultraterrena.

 
 
 
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