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PINOCCHIO

Post n°1257 pubblicato il 28 Gennaio 2017 da blogtecaolivelli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino
Pinocchio.jpgLe avventure di Pinocchio visto da Enrico MazzantiFirenze1883
AutoreCarlo Collodi
1ª ed. originale1883
Genereromanzo
Sottogenerefantasticoumoristico,per ragazzi
Lingua originaleitaliano
AmbientazioneToscanaXIX secolo
ProtagonistiPinocchio
CoprotagonistiMastro Geppetto, il Grillo-Parlante, la Bambina dai Capelli Turchini
Antagonistiil Gatto e la Volpe, il Terribile Pesce-Cane, Mangiafoco, il Pescatore Verde, l'Omino di Burro, Lucignolo

Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino è un romanzo scritto daCarlo Collodi (pseudonimo dello scrittore Carlo Lorenzini) a Firenze nel 1881. Si tratta di un classico della letteratura per ragazzi, e grazie anche al giudizio favorevole di Benedetto Croce, che ne scrisse nel 1903, è entrato a pieno titolo fra le grandi opere della letteratura italiana.

Il protagonista

Il romanzo ha come protagonista un personaggio di finzione, appunto Pinocchio, che l'autore chiamò burattino pur essendo morfologicamente più simile una marionetta (corpo di legno con articolazioni, mosso dai fili) al centro di celeberrime avventure. Il motivo è che all'epoca della scrittura del romanzo (1881) il termine "burattino" significava invece un "fantoccio mosso dai fili", mentre il termine "marionetta" era di scarso uso popolare ed era stato considerato da alcuni scrittori dell'epoca un "francesismo".

Il personaggio - burattino umanizzato nella tendenza a nascondersi dietro facili menzogne e a cui cresce il naso in rapporto a ogni bugia che dice - è divenuto successivamente protagonista anche nel mondo del cinema e dei fumetti. Sulla sua figura sono stati inoltre realizzati album musicali e allestimenti teatrali in forma di musical.

Storia editoriale

Collodi inizialmente pubblicò l'opera a puntate, quasi per caso e senza troppa voglia, sulla prima annata del 1881 del Giornale per i bambini diretto da Ferdinando Martini, un periodico settimanale supplemento del quotidiano Il Fanfulla, nella quale furono pubblicati i primi otto episodi. Collodi definisce il suo lavoro «una bambinata» e dice al direttore del giornale: «Fanne quello che ti pare; ma, se la stampi, pagamela bene, per farmi venire voglia di seguitarla». Il titolo della fiaba, all'inizio, fu: La storia di un burattino. La prima puntata apparve sul numero del 7 luglio, seguita da altre sette, rispettivamente il 14 luglio, 4 e 18 agosto, 8 e 15 settembre, 20 e 27 ottobre.

Particolare interessante, nell'ultimo episodio dell'anno si legge: Continuazione e fine. L'intenzione di Collodi era infatti quella di concludere il racconto con il burattino che, impiccato, «stirò le gambe e, dato un gran scrollone, rimase lì come intirizzito.» In seguito alle proteste ansiose e rammaricate dei piccoli lettori, il giornale convinse Collodi a continuare la storia.Il lavoro, tuttavia, non fu agevole, tanto che occorsero altri due anni per vederne la conclusione, giungendo al classico finale che oggi si conosce, con il burattino che assume le fattezze di un ragazzo in carne e ossa. Dalla seconda annata in poi, la favola mutò definitivamente il titolo in: ''Le avventure di Pinocchio''.

La prima edizione in volume venne pubblicata, con alcune modifiche, nel 1883 dalla Libreria Editrice Felice Paggi con le illustrazioni di Enrico Mazzanti.

Un calcolo delle copie di Pinocchio vendute in Italia e nel mondo è impossibile, anche perché i diritti d'autore caddero nel1940, e a partire da quella data chiunque poté riprodurre liberamente l'opera di Collodi. Una ricerca degli anni settantacondotta da Luigi Santucci annoverava 220 traduzioni in altrettante lingue. Ciò significa che, all'epoca, si trattava del libro più tradotto e venduto della storia della letteratura italiana.[8] Una stima più recente fornita dalla Fondazione Nazionale Carlo Collodi alla fine degli anni novanta, e basata su fonti UNESCO, parla di oltre 240 traduzioni.

Ambientazione temporale e geografica

Benché sia stato scritto nel 1881, il romanzo è ambientato nel passato, presumibilmente all'epoca del Granducato di Toscana, come si può notare anche dai riferimenti ai quattrinisoldi e zecchini d'oro che vengono citati nella storia. Durante il periodo di Leopoldo II (1824-1859) gli zecchini d'oro corrispondevano a 80 crazie o a 400 quattrini, mentre un soldo era pari a 3 quattrini. Nel 1861 invece era stato formato il Regno d'Italia, Firenze non era ancora capitale ma dal 24 agosto 1862la Lira italiana aveva soppiantato tutte le altre monetazioni preunitarie. La presenza dei Carabinieri ne dà però un'ambientazione post-unitaria. Alcune fonti ambienterebbero le avventure di Pinocchio nella zona a nord di Firenze, in particolare nelle località di CastelloPeretolaOsmannoro e Sesto Fiorentino. Punto di partenza di tale possibile ricostruzione è rappresentato da villa Il Bel Riposo (situata in prossimità di villa La Petraia e villa Corsini), nella quale Collodi soggiornò a più riprese durante la seconda metà dell'Ottocento. La parte del racconto in cui Pinocchio viene impiccato dagli assassini alla Grande Quercia è ambientata invece in provincia di Lucca, nei pressi di Gragnano. L'albero descritto da Collodi esiste ancora in quella zona, ed è anche chiamato Quercia delle streghe.

Trama

« C'era una volta...
- Un re! - diranno subito i miei piccoli lettori.
No ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno. »
(Carlo Collodi, incipit de "Le avventure di Pinocchio")

Costruzione di Pinocchio e prime monellerie

Mastro Ciliegia osserva stupito il tronco

Nella bottega del falegname mastr'Antonio, detto mastro Ciliegia per via del naso tondo e paonazzo, si trova un pezzo di legno da cui il falegname, ritenendolo di scarso valore, intende ricavare una gamba di tavolino. All'improvviso il pezzo di legno comincia a parlare (implora il falegname di non martellarlo forte) e mastro Ciliegia, spaventato, lo regala all'amico Geppetto, anche lui falegname, chiamato Polendina da chi vuol farlo arrabbiare (anche se Geppetto è notoriamente irascibilissimo) a causa del colore della sua parrucca gialla, capitato nella sua bottega per chiedergli appunto un pezzo di legno con il quale costruirsi un burattino che gli consenta di guadagnarsi da vivere tenendo spettacoli in tutto il mondo.

Geppetto veste Pinocchio

Geppetto, nella sua poverissima casa (il fuoco nel camino è dipinto), comincia a scolpire il burattino, già da lui ribattezzato Pinocchio, il quale, ancor prima di essere finito, inizia a parlare e dimostra di essere un bricconcello, deridendo il falegname che pure lo stava costruendo. Una volta completato, Geppetto, che lo considera come un vero e proprio figlio, gli insegna a camminare ma Pinocchio, da birbante qual è, scappa subito in strada inseguito dal padre; un carabiniere lo ferma, ma finisce col portare in prigione Geppetto, temendo che quest'ultimo possa punire troppo severamente il burattino per la sua marachella.

L'incontro con il Grillo-parlante

Pinocchio torna da solo dentro casa, dove incontra un Grillo-parlante filosofo, che lo ammonisce per il suo comportamento disubbidiente: indispettito, gli lancia contro un martello e lo uccide all'istante, andando oltre le sue stesse intenzioni. Affamato, rovista la casa in cerca di qualcosa da mangiare: trova un uovo, ma quando lo rompe ne esce un pulcino. Prova allora a chiedere un po' di pane in una casa del paese, ma rimedia soltanto una secchiata d'acqua in testa. Tornato a casa affamato e inzuppato d'acqua, si addormenta appoggiando incautamente i piedi sul braciere. Quando l'indomani Geppetto viene rilasciato dalla prigione, trova Pinocchio affamato, piangente e con i piedi bruciati: gli dà da mangiare tre pere che aveva portato con sé dal carcere e gli ricostruisce i piedi. Il burattino, in segno di gratitudine, promette di andare a scuola: Geppetto gli prepara un vestito di carta e, nonostante il gelo invernale, vende la sua giacca per comprargli un abbecedario.

Pinocchio al teatro dei burattini

Il burattinaio Mangiafuoco

Pinocchio s'incammina verso la scuola, ma durante il tragitto viene attratto da una musica, proveniente dal Gran Teatro dei Burattini: incuriosito, decide di vendere l'abbecedario per procurarsi i soldi del biglietto per lo spettacolo. I burattini sul palcoscenico scorgono Pinocchio nel pubblico e interrompono la recita per festeggiarlo. Il burattinaio Mangiafuoco, arrabbiato per lo scompiglio, decide in un primo momento di gettare Pinocchio nel fuoco per poter cuocere un montone, ma poi si commuove cominciando a starnutire davanti alle invocazioni di pietà del burattino, lo libera e gli regala cinque zecchini d'oro da portare a Geppetto.

Il Gatto e la Volpe

All'osteria del Gambero Rosso con il Gatto e la Volpe

Mentre fa ritorno a casa Pinocchio s'imbatte in due loschi individui,il Gatto e la Volpe, ai quali racconta incautamente delle monete d'oro ricevute. I due lo convincono a sotterrarle nel vicino Campo dei miracoli dicendogli che una volta seminate si sarebbero trasformate in un albero carico di zecchini d'oro. I tre s'incamminano e lungo la strada si fermano all'osteria del Gambero Rosso, dove il Gatto e la Volpe mangiano a crepapelle a spese di Pinocchio e dove decidono di rimanere a dormire. Durante la notte i due imbroglioni abbandonano Pinocchio lasciando che sia lui a pagare il conto con una delle sue cinque monete d'oro e chiedendo all'oste di avvisarlo che lo aspettano l'indomani al Campo dei miracoli. Quando lascia l'osteria, malgrado l'avvertimento ricevuto dallo spettro del Grillo-parlante che lo invita a diffidare di chi promette facili ricchezze, il burattino viene inseguito dal Gatto e la Volpe che, travestiti da briganti per non farsi riconoscere, vogliono rapinarlo delle monete. Nel tentativo di cercare riparo, bussa alla porta di una casa bianca: alla finestra si affaccia una bambina dai capelli turchini che dice a Pinocchio che in quella casa sono tutti morti, compresa lei stessa che è in attesa della bara. Intanto i due raggiungono il burattino, che per sicurezza tiene le monete sotto la lingua, e, non riuscendo a farlo parlare, lo impiccano a una quercia. Stanchi di attenderne la morte per soffocamento, se ne vanno dicendo che torneranno l'indomani, certi di trovarlo morto con la bocca spalancata. Qui, al capitolo XV, finiva la prima stesura dell'opera di Collodi.

La Bambina dai capelli turchini e le bugie dal naso lungo

Pinocchio spaventato dai conigli neri nella casa della Fata

La bambina dai capelli turchini, che è in realtà una Fata, ordina a un falco di spezzare con il suo potente becco la corda che tiene sospeso Pinocchio e di posarlo delicatamente a terra e poi ordina al suo Can-barbone, Medoro, di andarlo a prendere e di portarlo nella sua casa. Qui chiama a consulto tre illustri medici, un corvo, una civetta e il redivivo Grillo-parlante per sapere da loro se il burattino sia vivo o morto. Mentre gli altri due medici sono incerti sul suo conto, ilGrillo-parlante spiega tutto dicendo che il burattino è un monellaccio disubbidiente che farà morire di crepacuore il padre. A quelle parole Pinocchio apre gli occhi e comincia a piangere. La Fata, notando che ha la febbre alta, cerca di fargli prendere una medicina: il burattino dapprima la rifiuta perché la ritiene troppo amara e pretende delle zollette di zucchero per pulirsi la bocca, ma poi accetta quando vede arrivare quattro conigli-becchini neri venuti a prenderlo con una bara. Racconta poi alla Fata dell'incontro con i briganti ma, quando lei gli chiede che fine abbiano fatto le monete d'oro, Pinocchio mente dicendo che le ha perse quando in realtà le ha in tasca, poi mente ancora aggiungendo che le ha perse nel bosco e infine mente una terza volta dicendo che in verità le ha inghiottite insieme alla medicina. A ogni bugia che dice, però, il suo naso si allunga ogni volta sempre di più tanto da non permettergli più di girare la testa nella stanza. La Fata, dopo avergli spiegato che esistono due tipi di bugie, quelle con le gambe corte e quelle (come nel suo caso) con il naso lungo, riporta il naso di Pinocchio alla lunghezza originaria con l'aiuto di un migliaio di picchi. Poi il burattino esce di casa per andare incontro a Geppetto, che si sta dirigendo verso di loro, dopo che gli è stato chiesto dalla Fata di andare anche lui a vivere nella casetta nel bosco.

 
 
 
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