Creato da blogtecaolivelli il 04/03/2012

blogtecaolivelli

blog informazione e cultura della biblioteca Olivelli

 

 

« Menzogna Romantica e ver...Menzogna Romantica e ver... »

Menzogna Romantica e verità romanzesca di René Girard

Post n°1285 pubblicato il 08 Marzo 2017 da blogtecaolivelli

 

§3. L'eredità di FreudAlcuni temi portanti del pensiero di Girard - quello della violenza e quello del meccanismo della vittina espiatoria e dei suoi rapporti con la psicologia interindividuale - mostrano, implicitamente o esplicitamente, la loro derivazione da alcune intuizioni del pensiero di Freud. Girard parte dalle tesi freudiane ma poi le supera rimproverando al fondatore della psicoanalisi di aver soltanto intuito la forza operativa della visione mimetica del desiderio che però rimane poi inefficace sia nel caso del complesso di Edipo sia nel caso dell'uccisione collettiva dell'orda primitiva. Ora, in sintesi, presento le affinità e le differenze dalla teoria freudiana della quale Girard si occupa ampiamente e a più riprese87.

3.1.La proibizione dell'incesto

 

Girard ritiene che l'elaborazione mitica e rituale, benché suscettibile nei particolari di infinite variazioni, non può non ruotare intorno ad alcuni grandi temi tra i quali la proibizione dell'incesto. Anche nel caso dell'incesto il pensiero rituale ripete il meccanismo fondatore e l'azione rituale ha come funzione unica ed essenziale quella di evitare il ritorno della crisi sacrificale. A proposito di tale proibizione Girard sostiene l'inevitabilità della sua teoria mostrando, anche se non esplicitamente, l'inconsistenza delle altre88: quella del Tylor89, del Morgan90, di Westermack91, di Freud92, di Malinowski93, di Durkheim94, di Lévi-Strauss95. Fra tutte queste interpretazioni Girard sceglie di riprendere nei dettagli quella freudiana, di cui riconosce la validità per certi aspetti ma da cui poi si distacca. Lo studioso francese ritiene che sia stata l'assenza quasi assoluta del tema dell'incesto nella cultura occidentale alla fine del diciannovesimo secolo a suggerire a Freud che tutta la cultura umana è sottoposta al desiderio universale e universalmente rimosso di commettere l'incesto materno; a confermare tale ipotesi interviene la presenza dell'incesto nella mitologia primitiva e nei rituali. Freud, dietro l'incesto del mito edipico, intuiva qualcosa di essenziale per ogni cultura umana; per Girard nel campo dei miti e delle religioni non si può attribuire alla psicoanalisi nessun altro successo paragonabile a questo, per quanto parziale e limitato esso sia. Ma la psicoanalisi non è mai riuscita a mostrare come e perché l'assenza dell'incesto in una determinata cultura significherebbe esattamente la medesima cosa che la sua presenza in molte altre96; Girard è invece convinto che l'incesto generalizzato rappresenta il termine assoluto della crisi sacrificale.

Lo studioso francese ritiene che la sua concezione mimetica del sacrificio non sia mai assente in Freud, anche se non arriva mai a trionfarvi poiché Freud insiste invece sull'altro polo del suo pensiero in favore di un desiderio rigidamente oggettuale, cioè dell'inclinazione libidica per la madre. La prima identificazione descritta da Freud ha per oggetto il padre e chiarisce che il bambino manifesta un grande interesse per il padre e lo innalza a suo ideale. Evidente è la somiglianza tra 1'identificazione con il padre e il desiderio mimetico girardiano in quanto entrambi consistono nella scelta di un modello97 che indica al discepolo l'oggetto del suo desiderio col desiderarlo egli stesso: il desiderio mimetico non è radicato né nel soggetto né nell'oggetto ma in un terzo (il rivale) che desidera a sua volta e di cui il soggetto imita il desiderio. Per Girard in tutti i desideri oltre ad un soggetto ed un oggetto c'è anche un terzo termine, il rivale, che desidera lo stesso oggetto del soggetto. La rivalità non è il frutto di una convergenza accidentale di due desideri sullo stesso oggetto: in realtà il soggetto desidera l'oggetto perché lo desidera il rivale stesso. E' il rivale che, desiderando questo o quell'oggetto, lo indica al soggetto come estremamente desiderabile. Perciò il desiderio, ricalcato su un desiderio-modello, è essenzialmente mimetico: elegge lo stesso oggetto del modello. Ma due desideri che convergono sullo stesso oggetto si ostacolano scambievolmente e ciò sfocia automaticamente nel conflitto.

L'identificazione di cui parla Freud è un desiderio che cerca una propria realizzazione per mezzo dell'appropriazione degli oggetti del padre: il figlio cerca di sostituire il padre sotto ogni aspetto e quindi anche nei suoi desideri, desiderando ciò che il padre desidera. Nella prima definizione Freud insiste che l'identificazione con il padre è anteriore a qualsiasi scelta di oggetto e che soltanto dopo l'identificazione con il padre viene l'inclinazione libidica per la madre. Sono pertanto individuate due origini del desiderio per la madre: la prima è il mimetismo, cioè l'identificazione con il padre; la seconda è la libido direttamente fissata sulla madre98. Per constatare che Freud si allontana dalla via del desiderio mimetico che gli si apre innanzi, Girard suggerisce di leggere la definizione stessa del complesso di Edipo ove si trova una strana indicazione: quando il figlio si scontra con l'ostacolo paterno la sua identificazione finisce per confondersi con il desiderio di sostituire il padre anche presso la madre. Colpisce questo 'anche presso la madre' in quanto è evidente che, se nella fase dell'identificazione il figlio già voleva sostituire il padre sotto ogni aspetto, voleva sostituirlo anche presso la madre99: secondo Girard questa leggera incongruenza dissimula qualcosa di molto importante. Egli fa sfociare il pensiero di Freud in uno schema mimetico che fa del padre il modello del desiderio; poiché è il padre che designa al figlio il desiderabile col desiderarlo egli stesso, il figlio non può evitare di desiderare tra le altre cose anche la madre. Ma Freud, dopo aver implicitamente suggerito una tale lettura mimetica, non la formula mai apertamente e scrivendo 'anche presso la madre' implicitamente la respinge: è quest'ultima parte di frase a neutralizzare ogni possibile interpretazione mimetica dell'identificazione. Un'attenta lettura della definizione del complesso di Edipo in due diversi testi freudiani100 rivela che non ci troviamo davanti, come potrebbe sembrare, ad un fedele riassunto una dell'altra: sono differenziate da elementi apparentemente minimi ma in realtà importanti. L'analisi girardiana mette in rilievo che Freud nel primo testo respinge gli elementi mimetici presenti, mentre nel secondo testo rafforza l'inclinazione libidica ma, anzichè presentarla come il risultato di un primo contatto con l'identificazione, inverte l'ordine dei fenomeni ed esclude in tal modo formalmente il nesso di causa e effetto suggerito dal primo testo. Il secondo testo quindi, a spese delle migliori intuizioni del primo, finisce per eliminare tutti gli effetti mimetici101.

Inoltre Girard evidenzia anche un altro aspetto: poichè il discepolo e il modello si dirigono verso lo stesso oggetto, tra il discepolo e il modello si avrà uno scontro violento. E' però 'innocentemente' che il discepolo si porta verso l'oggetto del suo modello e che vuole sostituire il padre anche presso la madre: semplicemente obbedisce all'imperativo di imitazione che gli viene trasmesso dalla cultura e dal modello stesso102. Soltanto l'adulto può interpretare l'intenzione del bambino come un desiderio di usurpazione, dal momento che la interpreta entro un sistema culturale che non è però ancora quello del bambino. I1 rapporto modello/discepolo esclude già per definizione l'uguaglianza che renderebbe la rivalità concepibile nella prospettiva del discepolo; quest'ultimo imita i desideri del modello ma è incapace di ravvisarvi qualcosa di analogo al suo stesso desiderio103. Chiaramente il desiderio dell' incesto non può essere un'idea del bambino, ma è evidentemente l'idea dell'adulto. La prima interposizione del modello tra il discepolo e l'oggetto deve costituire un'esperienza particolarmente 'traumatizzante' perché il discepolo non è in grado di effettuare l'operazione intellettuale che l'adulto gli attribuisce. In realtà, trovandosi ad affrontare l'ira del modello, il discepolo è obbligato a scegliere tra se stesso e il modello ed è evidente che sceglierà quest'ultimo in quanto giustifica l'ira dell'idolo con la propria insufficienza. I1 discepolo si crede colpevole anche se senza sapere esattamente di che cosa e sentendosi indegno di possedere l'oggetto desiderato, lo sentirà più desiderabile che mai. L'orientamento del desiderio verso gli oggetti protetti dalla violenza dell'altro si è così iniziato ed il legame che in questo modo si stringe tra il desiderabile e la violenza potrebbe non sciogliersi mai104. I1 punto focale della critica girardiana è il rimproverare a Freud di restare attaccato, malgrado le apparenze, ad una filosofia della coscienza: "l'elemento mitico del freudismo è la coscienza del desiderio parricida e incestuoso"105.

Freud ha insomma dapprima tentato di sviluppare il complesso di Edipo sulla base di un desiderio per metà oggettuale e per metà mimetico, da cui deriva la strana dualità dell'identificazione con il padre e dell'inclinazione libidica per la madre. Il fallimento di tale compromesso spinge Freud a fondare l'Edipo su un desiderio puramente oggettuale e a riservare gli effetti mimetici per un'altra formazione psichica, il Super-io, che non è che la ripresa dell'identificazione con il padre a cui Freud non vuole rinunciare del tutto106. Nei testi freudiani ritorna più volte il concetto fondamantale di 'ambivalenza' che tradisce contemporaneamente sia la presenza della configurazione mimetica (in cui sono inseparabili l'identificazione, la scelta dell' oggetto e la rivalità) sia l'incapacità del pensatore ad articolare correttamente i rapporti dei tre elementi della figura (il modello, il discepolo e l'oggetto che si contendono). Il termine ambivalenza compare alla fine di entrambe le definizioni del complesso di Edipo e perciò Girard conclude che Freud si rifugia nella nozione di ambivalenza ogni volta che la contraddizione del desiderio mimetico gli fa pressioni e gli si impone senza che egli riesca a chiarirla. Dietro l' 'ambivalenza' in Freud c'è dunque un'intuizione parziale ma reale del desiderio mimetico107: Girard è pertanto convinto che la sua lettura della proibizione dell'incesto non sia stata veramente rifiutata da Freud, ma semplicemente non sia stata scorta in quanto "essa sembra così semplice e naturale, una volta che la si è individuata, che Freud non avrebbe mancato di prenderla in considerazione, se non altro per rifiutarla, se fosse veramente giunto fino ad essa. La verità è che non vi è arrivato"108. Girard ritiene che Freud resti abbagliato da ciò che gli appare come la sua scoperta cruciale che gli impedisce però di impegnarsi a fondo sulla via della mimesis cherivelerebbe chiaramente la natura mimetica del parricidio e dell'incesto: comunque in Freud l'intuizione del desiderio mimetico pur non trionfando mai non lo lascia però nemmeno mai tranquillo. Girard conclude che il sorgere della psicanalisi è storicamente determinato dall'avvento del moderno e che la maggior parte dei fenomeni raggruppati intorno al 'complesso di Edipo', anche se l'origine loro attribuita è mitica, hanno un'unità reale e un'intellegibilità che rivela pienamente la lettura mimetica. Il complesso di Edipo è occidentale e moderno "così come sono occidentali e moderne la neutralizzazione e la sterilizzazione relative di un desiderio mimetico sempre più libero dai suoi impedimenti ma sempre imperniato sul padre e suscettibile in quanto tale di ricadere su certe forme di equilibrio e di stabilità"109.

3.2.La lezione di Totem e Tabù

 

Come è noto in Totem e Tabù Freud applica alla psicologia collettiva o Volkerpsychologie i risultati della psicoanalisi, presupponendo la validità anche nel campo socio-psicologico del principio di Haeckel per cui l'ontogenesi ricapitola la filogenesi110: trasferisce cioè la scoperta del complesso edipico dal campo individuale a quello collettivo. Nel quarto saggio di Totem e Tabù (I1 ritorno del totemismo nell'infanzia) Freud tenta anche la ricostruzione storica del grande crimine appoggiandosi alla tesi di Darwin sull'orda primitiva e ad alcune intuizioni di Robertson Smith sul significato del rito totemico. L'ipotesi del parricidio commesso dagli uomini in età arcaica, nel quale la civiltà avrebbe trovato la propria origine, è celebre: in essa traspare la stretta relazione di corrispondenza istaurata da Freud nei due sensi, tra ontogenesi e filogenesi. Infatti, secondo l'ordine della ratio cognoscendi il complesso edipico individuato nei singoli nevrotici contemporanei precede e guida la scoperta della sua origine storica e secondo l'ordine della ratio essendi è l'origine storica del complesso che ne spiega il persistere nei contemporanei. Tale continuità è secondo Freud resa possibile dall'ipotesi della trasmissibilità di generazione in generazione di una specie di 'psiche collettiva'111, qualcosa in più della 'coscienza collettiva' di Durkheim, poiché implica chiaramente l'ipotesi lamarckiana della trasmissione ereditaria di alcune esperienze storicamente acquisite112. Ereditarietà ed esperienza individuale in Freud si corrispondono e si integrano reciprocamente in modo che nell'individuo l'educazione, cioè l'esperienza del proprio ambiente sociale, nega la libertà pulsionale e si limita a rafforzare uno sviluppo già ereditariamente segnato113: l'opera della civiltà anziché contrastare e reprimere l'opera della natura ne è il risultato. Se nell'uomo è presente un conflitto, come testimonia la psicoanalisi, esso non è dovuto per Freud al contrasto fra natura e civiltà, fra libertà interiore e coercizione esterna, ma è dovuto all'insopprimibile dualismo delle pulsioni umane naturali, cioè ad una scissione che è originaria della stessa natura umana.

La famosa dottrina freudiana sull'origine della civiltà giunge a Girard attraverso le critiche di molti studiosi fra cui Kroeberl14, Malinowskil15, Lévi-Straussl16. Girard è concorde con la critica contemporanea pressoché unanime nel considerare inaccettabili le tesi sviluppate in Totem e Tabù, in quanto Freud si concede in anticipo tutto ciò di cui il libro si sente chiamato a rendere conto: l'orda primitiva di Darwin è una caricatura della famiglia e il monopolio sessuale del maschio dominatore già coincide con le future proibizioni dell'incesto. Ma per Girard una lettura attenta rende inoltre evidente la bizzarria che l'omicidio nel libro c'è ma non è utile, almeno sul piano in cui si suppone debba servire. Se l'argomento del libro è la genesi dei divieti sessuali l'omicidio non giova affatto a Freud e gli crea invece delle difficoltàl17. Soltanto l'ipotesi girardiana del meccanismo della vittima espiatoria permette di comprendere perché man mano che si compie l'immolazione sacrificale si passi dal 'crimine' alla 'santità'. Girard ritiene che Freud non viene ingannato dalla sua intuizione quando essa gli suggerisce di riferire tutti gli enigmi a un omicidio reale ma, mancando il meccanismo essenziale, non arriva poi ad elaborare la sua scoperta in modo soddisfacente: il pensatore tedesco non riesce a superare la tesi dell'uccisione unica e preistorica che, se presa alla lettera, conferisce all'insieme un carattere fantasiosol18. I1 dinamismo di Totem e Tabù si orienta verso una teoria generale del sacrificio119: il sacrificio si presenta come un atto che si compie al posto di un altro che nelle normali condizioni culturali nessuno né osa né desidera commettere ed è proprio questo che Freud, imprigionato nel problema dell'origine, cessa paradossalmente di vedere. Egli vede che bisogna far risalire il sacrificio a un evento ben più vasto ma poi l'intuizione dell'origine, poiché non si sviluppa completamente, è incapace di concludersi e gli fa perdere ogni senso della funzione. Girard ritiene che "per conciliare la funzione con la genesi, per svelarle completamente l'una per mezzo dell'altra, occorre impadronirsi della chiave universale che Freud elude sempre: solo la vittima espiatoria può soddisfare tutte le esigenze a un tempo''l20.

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

ULTIME VISITE AL BLOG

prefazione09m12ps12vittorio.59dony686miriade159tirchio2000blogtecaolivelliellistar2012Draiostre.sa47bibanna545annamatrigianoLoneWolf1822Miele.Speziato0
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

TAG CLOUD

 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963