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Post n°2410 pubblicato il 30 Ottobre 2019 da blogtecaolivelli

Fonte: Internet

:Home»Scienza»

La filosofia deve morire: Boncinelli propone

un manifesto del totalitarismo scientifico.

BY ENZO PENNETTA 

ON 29 GENNAIO 2019

Ormai siamo al confronto aperto, non si fa

neanche più finta di dialogare sui rapporti

tra scienza e società, la prima è dichiarata

come unica fonte di verità e quindi sarà

obbligatorio uniformarsi ai suoi dettami.

"La farfalla e la crisalide" si intitola

l'ultimo libro del genetista Edoardo

Boncinelli, la farfalla che nasce dopo un

lungo periodo di preparazione sarebbe

la scienza che ormai sarebbe matura per

prender il volo abbandonando alle spalle

una inutile e superata filosofia.

Curiosamente Boncinelli ignora che la

farfalla è destinata a morire presto, la sua

similitudine non sembra quindi molto bene-

augurante.

Da quello che scrive Daniela Mengazin e

riportato su Pikaia, per Boncinelli la filosofia

sarebbe ormai solo una "inutile zavorra":

l'avvento del metodo sperimentale ha segnato

l'irreversibile rivoluzione che avrebbe liberato

la farfalla della scienza dalla sua storica

incubatrice, rendendola pienamente

autonoma.

 La farfalla, non più gravata da un'inutile

zavorra, può ora librarsi nei cieli della

razionalità,perseguendo il progresso scientifico

e tecnologico.

 Ma i funerali della filosofia, da tempo

annunciati per l'anacronismo e l'inef-

ficacia dei suoi metodi, non sono ancora

stati celebrati. 

È il sintomo più eloquente di uno storico

equivoco

La filosofia sarebbe inefficace, un'afferma-

zione che si scontra con il fatto che la

scienza non può legittimare sé stessa con

i propri metodi, l'epistemologia studia i

fondamenti della scienza osservandola

dall'esterno.

La scienza si basa su assunti indimostra-

bili col metodo scientifico:

1- la realtà è sempre comprensibile

all'intelletto umano 

2- la realtà si basa su delle leggi

Inoltre la scienza ha dei limiti, non può

occuparsi delle finalità delle cose e non

può occuparsi di ciò che è immateriale

come il bene e il male, il bello o il brutto

o l'arte.

In tempi più onesti un grande nome come

Jacques Monod disse chiaramente nel suo

celebre "Il caso e la necessità" che la scienza

ha dei limiti ricordando ad esempio il

"postulato di oggettività" che afferma:

il rifiuto sistematico a considerare la possibilità

di pervenire ad una conoscenza vera mediante

qualsiasi interpretazione dei fenomemi in termini

di cause finali, cioè di progetto.

Il postulato di oggettività è consostanziale alla

scienza e da tre secoli ne guida il prestigioso

sviluppo.

E' impossibile disfarsene, anche provvisoria-

mente, o in un settore limitato, senza uscire

dall'ambito della scienza stessa."

L'affermazione che non si possa ipotiz-

zare un progetto nella natura e che la

ricerca della conoscenza deve prescinderne

è dunque riconosciuto come "postulato", non

un fatto dimostrabile scientificamente, la

scienza stessa quindi secondo Monod si è

data dei limiti e lo ha fatto con una scelta

filosofica.

Monod poi continua:

"Porre il postulato di oggettività come

condizione della scienza vera rappresenta

una scelta etica e non un giudizio di

conoscenza in quanto, secondo il postulato

stesso, non può esservi conoscenza

vera prima di tale scelta arbitraria."

L'affermazione della 'scienza' secondo

la quale non esiste conoscenza al di fuori

di quello che è indagabile come pura correla-

zione causa-effetto è dunque una scelta

arbitraria e quindi una posizione filosofica.

Alla luce di queste premesse appare in

tutta la sua erroneità di petizione di

principio (concetto filosofico) quella con la

quale si afferma che la filosofia non può

far avanzare la conoscenza:

se l'obiettivo è far avanzare la conoscenza,

una delle due risulterà più efficace dell'altra,

una progredirà realmente mentre l'altra no

(o sembrerà farlo solo in apparenza), una

si dimostrerà capace di uno sguardo lungimi-

rante al futuro, l'altra rimarrà incatenata a

una sterile autoreferenzialità.

Curiosa l'accusa di autoreferenzialità 

rivolta alla filosofia e sostenuta in virtù di

un postulato che rende la scienza, questa

sì, autoreferenziale.

E sulle fondamenta di questo errore logico

che solo la filosofia può affrontare,

nell'articolo si lancia una sentenza mortale

nei confronti della filosofia, una disciplina

che non dovrà più essere tollerata:

Quella appena descritta è l'iconografia

dell'alternativa tra pensiero scientifico e

filosofico.

Echiede di schierarci: o dalla parte di

esperimenti e misurazioni, o da quella della

razionalità aprioristica e dei modelli teorici. 

Tra il laboratorio e la poltrona non si

danno terze vie, né fantasiosi appelli a

reciproci benefici. 

C'è posto per una sola fonte stabile di

conoscenza,l'alternativa ne rappresenta

al più un freno o un danno.

A sostegno della sentenza di morte per

la filosofia vengono riportate le parole di

nomi celebri della scienza, quasi dei nuovi

profeti, due esempi per tutto Stephen

Hawking e Richard Dawkins:

Per la filosofia la diagnosi finale è notoria-

mente arrivata con le parole dell'astrofisico

Stephen Hawking, nel saggio pubblicato

a quattro mani con Leonard Mlodinow

"The Grand Design" (2010): "La filosofia

è morta".

 E sarebbe stata spodestata delle sue

tradizionali domande intorno all'origine del

mondo, da dove veniamo e perché siamo qui...

Il biologo evoluzionista e divulgatore

Richard Dawkins, che al saggio di Krauss

ha dedicato una generosa postfazione

(paragonandone il potenziale impatto a

quello dell' "Origine delle specie" di Darwin!),

si è dimostrato altrettanto critico nei

confronti della filosofia.

Tra le pagine del "Gene egoista" (1976)

 si chiese perché la "filosofia e le materie

cosiddette «umanistiche» venissero

ancora insegnate quasi come se Darwin

non fosse mai esistito"?

Tutte queste posizioni, sulle quali si

schiera anche Boncinelli con il suo libro, 

a dispetto dei nomi altisonanti che le

sostengono sono conseguenza di una

evidente ignoranza dell'argomento trat-

tato, non è una battuta dire che se tutti

costoro avessero studiato filosofia avreb-

bero evitato di cadere in errori tanto gros-

solani.

L'unica alternativa all'ignoranza è che

l'uccisione della filosofia sia un atto

consapevole, un gesto del tipo di quello

compiuto dal burattino Pinocchio nell'uc-

cidere il grillo parlante perché gli diceva

la verità, quella che lui non voleva sentire.

 
 
 
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