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Post N° 3

Post n°3 pubblicato il 26 Agosto 2006 da Fandang0
 
Foto di Fandang0

La zebra è ferita, è stata finalmente punita per tutte le sue malefatte.
Adesso non salta più bella e spensierata come un tempo.
Del resto, non si può correre impunemente per troppo tempo nella jungla essendo zebra e credendosi leone.

Grido l'indignazione di chi, come me, ha vissuto il calcio come una scuola di vita prima ancora di un semplice sport.

Avevo 7 anni, quando calzavo le mie prime scarpette di cuoio tacchettate e sentivo l'odore dell'erba appena falciata del campo.
Il campo, che ai miei occhi di bambino appariva come una sconfinata radura, un'interminabile tappeto verde troppo grande per le mie piccole gambe.
Lì ho tirato i miei primi calci, e allora aveva davvero un altro significato.
Si imparava per prima cosa a stare insieme, socializzare, conoscere nuova gente, fare amicizie, forse destinate a durare per sempre. Fra di noi non c'era malizia, arrivismo, cattiveria, c'era spirito di squadra, tenacia, lealtà, voglia genuina di aiutarsi l'un con l'altro a perseguire uno stesso scopo.
Scoprivamo la disciplina, la correttezza, che non c'era vittoria senza sudore e sacrificio.
E poi, finalmente, la gara, dove mettevamo in gioco tutto; scoprivamo il significato di vittora, ma ancora meglio, il gusto amaro della sconfitta.Al 90° si contavano i vinti e i vincitori ma tutto finiva lì, dentro quel tappeto verde, consapevoli che comunque era semplicemente un gioco....

Si ammetto, è una visone un pò romantica ma è così che mi piace pensare al calcio, quello pulito, senza scandali e tangenti, senza scommesse e interessi, il calcio visto con l'innocenza di un bambino e non con la tipica venalità di un adulto.

 
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UNA SQUADRA FORTISSIMICronaca di un mondiale

Post n°2 pubblicato il 25 Agosto 2006 da Fandang0
Foto di Fandang0

E' un'Italia a quattro stelle quella che brilla sul tetto del mondo. Domenica 9 luglio 2006, 23 giocatori azzurri hanno scritto una pagina indelebile nella storia del calcio mondiale destinata a rimanere a lungo nei nostri occhi e nei nostri cuori.
E' il sogno di milioni di italiani che finalmente si avvera, il premio a un popolo che si è abbracciato virtualmente in un tripudio di bandiere e colori.

Per tutti gli ultras malati di pallone, divoratori di trasmissioni sportive, ma anche per quei tifosi occasionali, quelli di circostanza che scoprono il calcio ogni quattro anno, trascinati da un'irrefrenabile un entusiasmo nazional-popolare.
Perchè non venite a raccontarmi che da voi non è saltato fuori l'incredulo di turno a chiedere:"oh, ma Baggio a sto giro non l'hanno convocato?" .

Noi popolo di inguaribili scaramantici che, pur di non rompere l'incantesimo, abbiamo stravolto le nostre abitudini e quelle degli altri, compiendo i riti propiziatori più impensabili replicando le nostre gesta dalla vittoria col Ghana sino alla finalissima con i francesi. Non si trattava solo di occupare i soliti posti sulla solita poltrona, con gli stessi indumenti della gara precedente, magari, troppo facile. Ho visto cose che mai avrei immaginato. La nostra amica, ad esempio, ha avuto la malaugurata idea di andare in bagno proprio durante la pausa tra il primo e il secondo tempo di Italia - Ghana. Non l'avesse mai fatto. Avete idea di quante volte l'abbiamo mandata a cacare? Ci sono stati momenti in cui il tifo veniva distolto dalla televisione a favore dell'amica perchè da dentro il bagno le venisse lo stimolo giusto, quello stimolo che porta bene alla nazionale. Insomma, ce la saremo guadagnati anche noi sta benedetta coppa. Che dite? Lo sappiamo noi le sudate che abbiamo fatto, le unghie che ci siamo mangiati durante i rigori.

Un pensiero vola a 10.000 italiani, che in merito alla promozione "Tifa l'Italia e Vinci" si sono visti rimborsare l'acquisto del loro televisore LCD o al plasma che sia, di dimensioni non inferiori ai 32 pollici. Loro hanno festeggiato doppiamente!!!

Ma in fondo, chi se ne frega se Blatter diserta le premiazioni, se Der Spiegel ci definisce "forme di vita parassitaria, pigri, mammoni ed esibizionisti"; se "Die Zeit" titola in prima pagina "mafia in finale"; chi se ne frega se fuori dallo stivale nessuno ci ama; se Zidane si mette a fare il c...ione, no, non intendevo dire campione.
A conti fatti, non credete che tutto questo non faccia altro che insaporire il piatto già succulento del vincitore?

Non so come la pensiate voi, ma una squadra sempre alla gogna che, nonostante le critiche, calciopoli e la stampa estera, non risponde se non coi fatti, impartendo una grande lezione di carattere e dignità, in realtà, il suo Mondiale lo aveva vinto già.

Grazie Azzurri

 
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Prefazione

Post n°1 pubblicato il 02 Agosto 2006 da Fandang0

Eccomi qui. Chi sono? Come sono? Da dove vengo? Quando si entra in un posto nuovo, con persone non conosciute, educazione vuole che ci si presenti con tutti i crismi del caso, se non fosse che trovo imbarazzante e inopportuno parlare di se stessi in certi termini; in fondo avrei da spendere soltanto buone parole per me, anche perchè se non lo faccio io chi altri dovrebbe farlo? Conoscete un venditore che parla male del proprio prodotto? Tendiamo a proteggere, amare, a valorizzare quello che ci appartiene. E' un pò la storia dello scarrafone: "a ogni scarrafone è bella mamma sua". Ed è troppo vero. Nessuno ti guarda con gli occhi della mamma. Per lei sei sempre il più bello, il più bravo, insomma il più tutto.

La mamma. Non ho mai trovato una donna che mi amasse più di lei, peccato fosse già sposata.

Più intrigante sarebbe invece parlare male di se stessi, ma poi perchè farlo; non so voi ma con me stesso ci devo convivere tutti i giorni. Che figura ci faccio con me stesso, la persona a cui tengo di più, mi resto anche simpatico, in fondo. Come faccio poi a guardarmi in faccia il giorno dopo? Dovrei evitare gli specchi per un giorno intero. E Se mi incrocio sotto casa, come faccio a cambiare marciapiede? Sembra facile ma non lo è, fidatevi, nè per me nè per lui.
Ma lui chi? E che ne so, mi sono incartato sul finale.

Chi siamo e cosa facciamo lasciamolo decidere da altri, che ammettiamolo, lo sanno fare meglio di noi. Veri professionisti del fancazzismo, parassiti che non potendo vivere una vita propria, vivono quella di altri. Questo genere di animale vive in branco, è pigro e notoriamente si accoppia di rado, lo si evince dal fatto che se trombassero di più magari parlerebbero di meno. La loro attività si svolge come in una vera e propria redazione giornalistica, altro che CNN. Ogni notizia, per loro, non è mai troppo banale, e se lo è ci si lavora in modo da renderla appetibile alle malelingue. Insomma, si farcisce la torta. Come in ogni branco che si rispetti serve un vero e proprio leader: quello/a che la spara più grossa. E non pensiate sia cosa da poco, ci vogliono anni e anni di duro lavoro e sacrifici per diventare numeri uno in questo campo.
E tu non pensare di essere fuori dai giochi.

Comunque, non era qui che volevo arrivare, volevo solamente dire che chi sono, come sono, forse sarebbe più indicato a dirlo una persona super partes, con un occhio clinico, obiettivo, disinteressato. Ecco quello non sono certo io.
In fondo sono quello che penso e quello che dico, il resto fa volume.

 
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