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Post N° 3

Post n°3 pubblicato il 26 Agosto 2006 da Fandang0
 
Foto di Fandang0

La zebra è ferita, è stata finalmente punita per tutte le sue malefatte.
Adesso non salta più bella e spensierata come un tempo.
Del resto, non si può correre impunemente per troppo tempo nella jungla essendo zebra e credendosi leone.

Grido l'indignazione di chi, come me, ha vissuto il calcio come una scuola di vita prima ancora di un semplice sport.

Avevo 7 anni, quando calzavo le mie prime scarpette di cuoio tacchettate e sentivo l'odore dell'erba appena falciata del campo.
Il campo, che ai miei occhi di bambino appariva come una sconfinata radura, un'interminabile tappeto verde troppo grande per le mie piccole gambe.
Lì ho tirato i miei primi calci, e allora aveva davvero un altro significato.
Si imparava per prima cosa a stare insieme, socializzare, conoscere nuova gente, fare amicizie, forse destinate a durare per sempre. Fra di noi non c'era malizia, arrivismo, cattiveria, c'era spirito di squadra, tenacia, lealtà, voglia genuina di aiutarsi l'un con l'altro a perseguire uno stesso scopo.
Scoprivamo la disciplina, la correttezza, che non c'era vittoria senza sudore e sacrificio.
E poi, finalmente, la gara, dove mettevamo in gioco tutto; scoprivamo il significato di vittora, ma ancora meglio, il gusto amaro della sconfitta.Al 90° si contavano i vinti e i vincitori ma tutto finiva lì, dentro quel tappeto verde, consapevoli che comunque era semplicemente un gioco....

Si ammetto, è una visone un pò romantica ma è così che mi piace pensare al calcio, quello pulito, senza scandali e tangenti, senza scommesse e interessi, il calcio visto con l'innocenza di un bambino e non con la tipica venalità di un adulto.

 
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