No pain No gain
A new way...Oggi è il primo vero giorno della mia rinascita spirituale. E lo dico quasi tremando perchè durante la splendida messa di guarigione di oggi ho provato sensazioni bellissime.
Anzitutto tutte quelle persone... io non amo stare tra la folla, diciamo pure che ho quasi la fobia dei posti affollati, mi mettono l'ansia e un senso di solitudine estremo. Lì però, in quella bellissima chiesa che frequentavo da bambino e che poi ho abbandonato, mi sono sentito bene, coccolato, compreso e totalmente a mio agio.
Ho letteralmente abbracciato quelle persone, le ho strette a me, le ho baciate, ho fatto in modo che potessimo comunicare anche solo con un sorriso. Ho pregato insieme a loro, tenendole per mano e mi sono estraniato per pregare, da solo, comunicando con Dio.
E ho pregato per le persone a cui tengo, per i miei pazienti, per le persone con cu oggi ho qualche problema e, infine, per me. Ho pregato Dio di pazientare.
Pazientare perchè non ho ancora pronta la mia preghiera che contiene il mio più grande desiderio. Ho però bene in mente quello che farò per sdebitarmi: diventare un missionario di Dio. E appena ho finito questa preghiera la predica verteva proprio su questo argomento. Mi sono reso conto che lo sono sempre stato anche quando Dio non era con me. La cosa buffa è che prima facevo del bene perchè era giusto farlo, semplicemente. Oggi farò del bene per un motivo in più: perchè è come se fosse Dio a farlo, tramite me stesso.
Il momento più intenso è stato quando abbiamo detto, assieme e tenendoci per mano, il Padre Nostro. Ecco, quella è stata la prima volta che ho recitato il Padre Nostro. L'ho fatto da piccolo, e anche altre volte da cresciuto, ma non c'ho mai veramente creduto. Oggi sì, ci credevo e lo sentivo perfettamente. E il perchè è semplice: ci credevo perchè oggi credo, oggi ho fede.
Questo è, probabilmente, il mio primo giorno di rinascita spirituale. Uscito dalla chiesa mi sentivo in pace con me stesso, il che considerando me stesso, è quasi un miracolo. Non a caso partecipavo ad una messa di guarigione. Beh, un piccolo miracolo è avvenuto...
simone
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Cicatrici...
Sono quelle che mi resteranno nel cuore per sempre e che mi ricorderanno per sempre quello che è appena trascorso e che continua a tormentarmi. Ed è un tormento impotente, viscerale, drammatico, proprio perchè mi vede, alla fine di tutta questa storia, senza rimpianti e senza azioni mal giocate.
Vorrei aver compiuto gesti avventati per darmi colpa di quello che non c'è mai stato, vorrei non aver scritto post, dedicato canzoni, aspettato sms che dovevo leggere tra le righe, aver sentito certe frasi al telefono e riconoscervi in esse le mie stesse emozioni, le emozioni che ho provato quel giorno e che mai mi scorderò.
Avrei voluto essere più razionale, più distaccato, meno uomo e più bambino. Avrei voluto non esporre queste mie *cose* ma la mia faccia, in quei giorni, diceva tutto, come un fumetto stampato in fronte e che parlava di me. E parlando di me mi trovava un giorno felicissimo e un giorno triste, un giorno contento e un giorno arrabbiato.
Vorrei non aver cullato un sogno, il 26 dicembre, di essere riuscito a concretizzare qualche cosa e, nell'immediato secondo, di aver subito immaginato il degno finale di questa storia. Questa storia ipotizzata e mai successa. Perchè uno di noi vive nel passato e uno di noi nel futuro, e nessuno di noi nel presente.
Vorrei non aver lasciato senza parole, impiegato metafore che non riuscirò più a colorare, scattato fotografie giusto per il piacere di incorniciare un momento. Avrei voluto lasciare in altre mani questa mia storia e non nelle mani di chi non mi ha mai capito e che mi ha giudicato badandosi su mezze frasi e mezze parole. Perchè l'amore non si può giudicare, l'amore non si può capire. L'amore lo si dovrebbe vivere e basta.
E non l'ho vissuto... ma lo mantengo in me. E lei fa lo stesso. E questo lo so perchè ricordo ancora il primo sguardo. LO sguardo.
Tutte queste belle frasi hanno un tempo che odio. Il condizionale. Il tempo più adeguato avrebbe dovuto essere il presente.
E mi chiedo come farò a baciare la mia prossima ragazza, come farò a unirmi a lei, a vivere con lei, come farò a portare qualcosa di lei con me... quando nel cuore avrò sempre e comunque Lei, con le nostre cicatrici.
Non dovevo lasciarti senza parole. Non dovevo esserti superiore. Non dovevo essere troppo per te.
Ma l'ho fatto... e non ho rimpianti, perchè quello ero io, come nessun'altra mi ha mai decifrato...
simone
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Questa è una frase che una ragazza mi ha detto qualche settimana fa... Il modo, il luogo, il come e il perchè non hanno in realtà molta importanza.
Quello che è importante è il significato, intimo, di questa frase. Questa ragazza non mi conosce, precisiamo, nel senso che a parte qualche parola che ci siamo detti non conosce altro di me. Non conosce i miei problemi, le mie afflizioni, la mia vita, la mia storia. Ma ha colto nel segno.
Questo è il mio più grande difetto. Il difetto di cui ogni singola volta mi pento di avere, di cui talvolta ho anche vergogna di avere.
E anche qui c'è una dicotomia ben precisa. Il non dubitare di me stesso è sia sintomo di insicurezza che comunque ammetto di avere e, peraltro, fa anche parte delle mie virtù in quanto mi permette di migliorare continuamente, sia sintomo di una mia insicurezza nelle persone, in generale.
Insicurezza che si amplia a dismisura per le persone a cui voglio veramente bene. Divento esigentissimo con le persone a cui voglio bene e a cui tengo, insomma i miei veri amici. Basta un messaggio che non arriva quando penso che io sia giusto che arrivi, un saluto affrettato e cose di questo genere e incomincio ad assalirmi di dubbi per persone che, platealmente, fino a un secondo prima di mi avevano dato tantissimo amore.
Ho tantissimi difetti, tantissimi.... ma baratterei tutti i miei pregi per levarmi di dosso questo singolo difetto.
In realtà la sua frase continuava... con: perchè Dio è sempre con te. Ci sto lavorando, duramente e mi sto rendendo conto della diversità con cui oggi intendo il mio *credere in Dio* rispetto a quello che dicevo/pensavo quando ero bambino. Un grande uomo, circa un anno fa, mi disse che avevo compiuto il passo più grande per ritrovare la fede cercarndola... forse oggi ho fatto il passo più grande per togliermi questo difetto che mi fa vivere molto male.
sim1
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Strano come proprio nella settimana il terremoto in Abruzzo ha portato via così tante persone... Strano, oppure è un messaggio nemmeno tanto velato?
Sono in questi momenti in cui la fede dovrebbe farci *stare tranquilli*, dovrebbe semplicemente suggerirci di pregare per queste anime che sono state prese in cielo...
Ma è complicato, molto. Perchè avrei voglia di urlare, avrei voglia di chiedere tante cose al mio Dio...
Ma, nello stesso tempo, è anche il punto più alto in cui dobbiamo ergerci se siamo credenti. Il punto più complicato e difficile. Avere fede, nonostante tutto. Nonostante le morti ingiuste, nonostante il cancro che colpisce i bambini, nonostante le piccole ingiustizie quotidiane che turbano il nostro equilibrio.
Probabilmente è proprio questa la prova del nove...
sim1
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Ci sarebbero molti modi, per me, per descrivere chi è Barbara.
Però credo che ci sia una analogia, nel nostro immaginario collettivo, che riesce a rendere questa descrizione efficacissima.
Alfred Pennyworth è il maggiordomo di Bruce Wayne. Ma non solo, è il suo confessore, il suo braccio destro, il suo mentore, colui al quale si confida nei momenti più difficili, la persona fondamentale per fare in modo che la sua vita complicata vada avanti. Alfred, soprattutto, è colui che lo comprende, che lo guarda con un sorriso anche quando cade e fa fatica a rialzarsi e, in quei momenti, riesce a prenderlo per mano e a sopportarne le prese di posizione estreme e, talvolta, ingombranti. Alfred è la sua coscienza, la persona a cui si rivolge nel momento in cui deve compiere qualche atto e ha bisogno di un parere, la persona che è sempre avanti di uno step e riesce a prevederne ogni atto potenzialmente sbagliato. Alfred, infine, è il custode dei suoi segreti più intimi, specialmente della sua maschera.
Ecco, Barbara è il mio Alfred. Colei che mi spinge a essere me stesso sempre, che mi ha sostenuto quando ho avuto la caduta più dura della mia vita, che mi ha sorriso quando non mi servivano grandi gesti, che sopporta ogni giorno il mio caratteraccio e che riesce sempre a prevedere, a essere uno step avanti e a dirmi quelle parole che mi fanno capire...
Si parla tanto di amicizia, ma per me l'amicizia è questa. Persone come Barbara che, a prescindere dai km che ci dividono, ci sono sempre e comunque, che ti fanno sentire fiero di essere come sei solo per il grande orgoglio di averla come amica e come sorella. Quante volte mi dici grazie per la mia amicizia, beh, questa volta voglio essere io a dirti grazie. Grazie per accompagnarmi in questo periodo che, sono sicuro, sarà di grandi svolte ma anche di certezze, e la prima certezza sei sempre tu.
So che, se un giorno, in preda allo sconforto, ti dirò questa frase: non ti sei ancora stufata di me? La risposta sarà come quella che Alfred diede a Bruce Wayne quando gli fece la stessa domanda: mai.
simone
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Inviato da: trillyo5
il 22/06/2009 alle 19:23
Inviato da: brokenheart79
il 11/06/2009 alle 18:28
Inviato da: scattusa.b
il 11/06/2009 alle 17:21
Inviato da: brokenheart79
il 05/06/2009 alle 17:11
Inviato da: scattusa.b
il 05/06/2009 alle 17:01