Creato da StefySelvatica il 29/01/2007
 

BULIMIA DI VIVERE

uscire dalla bulimia per tornare a vivere

 

 

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AIUTARSI AD USCIRE DALLA BULIMIA

Post n°160 pubblicato il 30 Maggio 2009 da StefySelvatica
 

All’interno delle lettere che ricevo, la domanda fondamentale che mi viene posta è sempre la stessa: "come hai fatto a guarire dalla bulimia?".

Chi mi segue ormai ha capito come la penso: la bulimia costituisce la malattia/sfogo/dipendenza che viene utilizzata come mezzo per affrontare quei problemi, disagi, difficoltà che la persona non riesce a risolvere diversamente e, soprattutto, con serenità.

Credo che sia decisamente inutile interrompere il circolo vizioso senza tentare, allo stesso tempo, di compiere un lavoro su se stessi per provare a vivere secondo quello che suggerisce il proprio cuore.

Solamente in seguito ad una forte motivazione personale nel voler riprendere in mano la propria vita si può arrivare ad intraprendere un percorso di guarigione: questo cambiamento positivo inoltre non può avvenire dall’oggi al domani e può essere originato da miriadi di tasselli che, pian piano, incastrandosi correttamente, permettono alla persona di trovare un proprio equilibrio senza l’uso ed abuso di una malattia così autodistruttiva.

Fatta questa premessa, ammetto dunque che alla domanda "come si esce dalla bulimia?" non so dare una risposta.

Quello che so è che, dopo anni ed anni di abbuffate e vomito, ciò che mi è servito per interrompere il circolo vizioso è stato cambiare prospettiva, ovvero: smettere di incaponirmi su come non avere più crisi e concentrarmi su tutto ciò che dentro di me faceva scattare la voglia di vivere!

Mi permetto dunque di elencare (senza un ordine particolare) quelle azioni, quei ragionamenti , quelle riflessioni che possono sembrare a prima vista semplici e inutili ma che, in definitiva, mi hanno dato l’opportunità di allontanarmi sempre di più dalla malattia fino a farla perdere di significato, tanto da non essere più necessaria all’interno della mia esistenza.

Nei prossimi post cercherò di approfondire questi punti ulteriormente, uno alla volta e se me ne verranno in mente altri li aggiungerò;))

Invito chiunque abbia ulteriori idee da condividere, a scrivere direttamente sul blog o a contattarmi (bulimiadivivere@yahoo.it) per suggerirle: sarò lieta di pubblicarle!

Cercare qualcuno con il quale confidarsi. Anche se può sembrare difficile aprirsi con un famigliare o un amico, superato l’imbarazzo iniziale ed individuata la persona giusta, può davvero risultare determinante avere un appoggio.

Non chiudersi. Al di là del confidare intimamente a qualcuno il proprio problema: uscire, svagarsi, divertirsi, parlare con persone nuove, contattare vecchie amicizie, aiuta a vedere le cose sotto prospettive differenti dalla propria.

Informarsi. Esistono libri, articoli, interviste molto interessanti per quanto riguarda la bulimia. Approfondire l’argomento per crearsi un’opinione personale può far emergere degli aspetti del problema che si sottovalutavano e offrire nuovi spunti di riflessione.

Provare a rivolgersi a diversi psicologi o centri specializzati. Ci vogliono: tempo, fortuna e pazienza per trovare la soluzione adatta a se stessi. Non mollate dopo un primo tentativo, rivolgetevi a più persone e cercate di prendere la vostra decisione ascoltandovi.

Sfogarsi in modo sano. Seguire un hobby, fare sport, leggere, creare, dar libero sfogo a passioni accantonate da tempo, rispolverare i propri sogni nel cassetto, rappresentano tutte azioni che donano gioia e voglia di vivere. Suggerisco dunque di sceglierne almeno una e di provare a seguirla, fino in fondo però! Senza mollarla a metà^____^

Non credere allo specchio. Durante il decorso della bulimia si instaura il cosiddetto dismorfismo corporeo, ovvero: ciò che la persona vede allo specchio (estremizzando i propri difetti fisici) non corrisponde alla realtà. Per me è stato d’aiuto cercare di credere a chi mi diceva com’era realmente il mio corpo, come è stato utilissimo vedere la mia immagine in alcune foto scattatemi per caso: non corrispondeva per niente alla Stefania riflessa, anzi…mi sembrava emaciata talmente era pelle e ossa! Credo che per la prima volta provai compassione per me stessa.

Mangiare lentamente. Provare a gustare di nuovo il cibo senza ingozzarsi è un’esperienza particolare. Ogni alimento ha un suo sapore: è bello permettersi di riscoprirlo per il semplice piacere personale.

Preparare "la tavola". Rispettatevi! Mangiate, appena potete, in un luogo che vi piace, create un ambiente solare, magari colorato, che non sembri un campo di battaglia ma che vi invogli a consumare un pasto in modo sano.

Provare a focalizzare prima di una crisi. Quando sentite la classica tensione pre-abbuffata crescere dentro di voi tentate di riportare su carta, a parole, con i movimenti corporei, insomma: come meglio vi viene, le sensazioni che sentite dentro di voi.

Premiarsi. Qualunque passo microscopico o macroscopico si compia a favore di se stessi,  è degno di essere sottolineato con un gesto di affetto nei propri confronti. Concedetevi una coccola, un premio, un momento di gratitudine che vi faccia sorridere.

Eliminare i sensi di colpa. I sensi di colpa non servono ad altro se non a generare altri circoli viziosi. Molto spesso costituiscono la base della malattia e la sostengono nel tempo. Ciò che è successo è successo, le persone ed i contesti non sono perfetti. Non serve ostinarsi a guardare indietro o aspettare in eterno un cambiamento in chi ci sta vicino. Provare a lasciare andare nel rispetto di se stessi aiuta tantissimo.

Ricordarsi che si è vivi! Avete un problema ma non siete morti. Dietro alla malattia ci siete sempre voi. Dietro ai comportamenti distorti, agli schemi mentali rigidi ed estremizzati esiste una persona sana, unica, splendida, che non vede l’ora di emergere. Non usate la bulimia per giustificare i blocchi esistenziali, avete tutte le carte per farcela e dentro di voi lo sapete!

Ascoltarsi. Qualcosa dentro di voi è in conflitto. Soltanto voi potete riuscire a capire le radici della malattia ma continuare ad arrovellarsi su concetti come questo non porta ad altro che a perpetuare l’avvitamento verso il basso. E’ utile invece provare a distrarre il cervello ed a ricongiungersi con ciò che davvero sente la propria anima. Cercate il più possibile di agire spontaneamente, evitando di analizzare, programmare, seguire schemi mentali precostituiti. Buttatevi! Vi alzate alla mattina con la voglia di correre? Se potete fatelo! Avete una voglia irrefrenabile di urlare? Urlate! Vi sentite creativi e volete dipingere per un giorno intero? Dipingete! Insomma: tirate fuori in ogni modo quel lato di voi che reprimete e che con la malattia sfogate in modo negativo!

Perdonarsi. Si diventa davvero bravissimi a darsi contro. Come si riesce ad essere indulgenti e comprensivi nei confronti delle altre persone perché non possiamo esserlo verso noi stessi? Allenarsi a non darsi addosso costituisce un trampolino di lancio per tornare ad avere fiducia nelle proprie capacità. Non esiste nulla in noi che non va, anche noi possiamo sbagliare, cadere e far del male, l’importante è riuscire ad ammetterlo e continuare a tentare.

FORZAAAAAAAAAAAA!!!!

Con affetto,

Selvatica

 
Rispondi al commento:
Utente non iscritto alla Community di Libero
luce il 05/05/17 alle 23:44 via WEB
in realta' npn esiste guarigione ... non se ne puo' uscire dalla bulimia dal volito ...lo gestisci ma ce lo hai sempre sempre nella testa ...sempre putroppo ...ci distrugge dentro
 
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