Creato da caddeomario il 12/04/2010
...amore, arte, poesia,...sogno, realtà, mitomania...
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SCOPERTI DA MARIO CADDEO E MARIO PRILI
DOCUMENTI INEDITI DEL ‘600 - ‘700 - ‘800
RICONDUCIBILI ALLA NOBILE FAMIGLIA "COLONNA" ED AL CARAVAGGIO
Alla vigilia di Natale del 2013, il Comm. Mario Prili, Ispettore Onorario del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, aveva donato al Centro Sociale Anziani di Paliano ben 1200 volumi e tre bellissimi quadri, acquistati dal grande architetto Giulio Gra (Il progettista del Grande Raccordo Anulare di Roma) e dall'Avv. Ripa di Meana e (galleria), collocati nella sala dedicata allo scomparso Giuliano Gemma, unitamente al quale, a seguito di una precedente visita, si era ripromesso la concretizzazione dell'evento, prima che un fatale incidente stradale strappasse alla vita il grande attore, nonchè scultore di talento.
Col prezioso supporto dello stesso Prili, tempo addietro collaboratore degli storici dell'arte Giuliano Briganti e Maurizio Marini, insieme al quale, tra l'altro, anni addietro aveva riportato proprio a Paliano la "Maddalena in estasi" del Caravaggio, pertanto, fin dagli anni '60, già antiquario famoso per il rinvenimento di varie opere attribuite al Perugino, al Guercino, al Botticelli ed al succitato Caravaggio, queste ultime dipinte durante la fuga dell'artista in direzione di Napoli, della Sicilia e di Malta, attraverso i feudi Colonna, dopo Marino, Palestrina e Zagarolo, a Carpineto Romano, Paliano, Anagni e Veroli, lo storico dell'arte Mario Caddeo, già funzionario di zona per Genazzano, ora in quiescenza, nel 2014 aveva scoperto una raccolta epistolare del ‘600 - ‘700, attinente alle vicende della nobile famiglia nel contesto del cosidetto "Stato di Genazzano" e del "Regno di Napoli", nonchè una singolare pubblicazione storico-devozionale dell'800 ed una rara stampina devozionale, rappresentante la vera immagine mariana, venerata nel locale Santuario del Buon Consiglio, incisa da T. Viero, all'incirca nel 1811, presso il calcografo Natale Salvardi in Piazza del Pavaglione a Bologna.
In verità il Caddeo aveva intrapreso una ricerca di ulteriori tracce e testimonianze sulle mosse caravaggesche in questo circoscritto ambito, e particolarmente in merito al transito del Merisi ed alla sua presenza anche presso il castello di Genazzano, di cui l'attuale Soprintendente per le Belle Arti e Paesaggio del Lazio, Agostino Bureca, diresse i complessi lavori di consolidamento strutturale e di restauro architettonico ed artistico ai tempi del Giubileo 2000. Nella quadreria di detto Palazzo Colonna, nel Salone degli Armigeri, secondo gli inventari a partire dal 1611, sempre il Caddeo aveva appurato che, tra l'altro, figurasse un S. Gerolamo dalla mano sinistra cromaticamente incompiuta, come se, propendendo per l'indiziaria attribuzione al grande artista, questi fosse stato bruscamente interrotto nella sua opera, a quanto risulta acquisita dal collezionista Luigi Marcucci di Olevano Romano e poi da un professionista salentino, all'epoca delle dismissioni degli arredi prima dell'alienazione del palazzo, dovendo precipitosamente riprendere la fuga, peraltro risultando ormai disperso l'epistolario del medesimo artista, scoperto sempre dal Prili nel secretaire di un mobile del ‘700 e donato a fine secolo scorso alla contessa Bucci-Casari, discendente del ramo Tomacelli-Colonna di Paliano.
I dieci manoscritti inediti ritrovati, anche se non contengono notizie storiche rilevanti, attengono all'ordinaria giurisdizione civile e criminale tenuta dall'Uditore, cioè il giudice feudale. Tra gli altri, ci si sofferma su un documento, datato Roma 11 agosto 1764, con sigillo originale, che fa riferimento ad una questione giudiziaria ed è emblematicamente indirizzato da Lorenzo Colonna all'Uditore, cioè il giudice del tribunale dello Stato di Genazzano. Si tratta del dominio amministrativo, economico e giudiziario dei Colonna, duchi dal 1569 e principi dal 1571, tra l'altro aventi titolo di Gran Contestabile del Regno di Napoli, peraltro delegati dal governo della Santa Sede, debole perifericamente, quali vicari, o di fatto, in quanto proprietari di castelli, secondo una forma di feudalesimo particolare, esistente soltanto nel Lazio, laddove non erano concesse investiture, come nelle altre dinastie europee, ma si consentiva il potere autonomo del signore sui vassalli.
In merito alla loro provenienza, si può ipotizzare la dispersione dell'Archivio Colonna di Genazzano, avvenuta soprattutto nel 1979, quando Aspreno Colonna, in procinto di alienare per prelazione il castello al Comune, sulla scorta di talune fonti, avrebbe asportato arredi, armature, quadri e suppellettili, peraltro raccogliendo atti e carteggi in diversi sacchi, non si sa bene se per trasferirli altrove o che altro, ben consapevole della loro valenza storica ed archivistica, ma tant'è che diversi manoscritti dispersi sono stati successivamente localizzati presso gli Archivi Vaticani, mentre altri ancora sono rocambolescamente pervenuti alla collezione dello scultore Tommaso Gismondi di Anagni, o addirittura spacciati al mercato romano di Porta Portese.
Esperite doverose indagini archivistiche, bibliografiche e storiche, studi paleografici, riscontri ed approfondimenti vari da parte del Caddeo, con l'imprescindibile contributo scientifico di Piero Scatizzi, massimo esperto ed ordinatore degli Archivi Colonna, nell'interesse istituzionale e della pubblica fruizione, avendo dapprima interpellato l'Archivio di Stato, la Soprintendenza per i Beni Archivistici del Lazio e l'Istituto Nazionale per la Grafica, per quanto di stretta competenza, il 24 marzo 2015 i succitati documenti recuperati sono stati oggetto di donazione, disponendosi la collazione dei carteggi epistolari al fondo dell'Archivio Storico presso la Biblioteca del Comune di Genazzano, diretta da Anna Rita Floresta, alla presenza dell'Assessore alla Cultura Michela Lucci, mentre l'incisione dell'immagine mariana e la pubblicazione storico-devozionale sono state collocate presso l'Archivio Storico della Biblioteca Vasqueziana, diretta da Cinzia Di Fazio, attinente al Convento Agostiniano, annesso al Santuario di S. Maria del Buon Consiglio, sempre a Genazzano, di cui sono responsabili Padre Giovanni Gisondi e Padre Felice Perrino, aperto regolarmente al pubblico ed inserito nel sistema organizzato dall'Ufficio Nazionale Beni Culturali della CEI.
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SPERANZA IN UN MONDO MIGLIORE In questa alluvionata valle di lacrime sempre più sconvolta e tormentata, ormai tutta una selva di croci, sta scomparendo ogni sorta di umanità… Aleggiano sui vivi i fantasmi dei caduti, da John Kennedy e Martin Luther King ad Aldo Moro… nonché altri paladini pari loro, martiri che della vita hanno fatto dono per un ideale che sopravvivrà poiché il loro carismatico ricordo mai morirà… Alcuni erano famosi, altri, bambini, giovani, vecchi, donne ed uomini erano e resteranno sconosciuti, anonimi… ma tu, Padre,… ed anche tu, Madre,… non vedete, dove siete? Questo olocausto è cronaca agghiacciante ormai quotidiana e, purtroppo, sempre meno toccante, tanto sono ricorrenti gli eventi e la storia incalzante… Indignazione, amarezza, fede, perdono, solenni commemorazioni e sermoni, una frettolosa preghiera e poi… col tempo subentrerà ineluttabile l’oblìo nelle menti e nei cuori incalliti di quasi tutti noi… Anche per le misere spoglie mortali delle vittime dei cataclismi naturali forse non resterà neanche un poco di umana pietà perché invero nessuno ne ha. Al cimitero campeggia un gran bel monumento con qualche fiore avvizzito sul freddo marmo, un cero spento ed intorno il baratro del silenzio, fino alla prossima catastrofe, o all’ennesimo, effimero anniversario. La ridda macabramente retorica delle parole però continuerà fine a se stessa, vanamente, e più d’uno, come me, inutilmente, si chiederà se c’è ancora speranza in un mondo migliore… (Mario Caddeo, 2013)
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MOSTRA “OMAGGIO A CARAVAGGIO TRA EPIFANIE E EPIFENOMENI”
Esposizione dal 7 al 17 gennaio 2013 al MUSEO CROCETTI di ROMA
Mentre si moltiplicano freneticamente le mostre e le esposizioni celebrative e divulgative (da “Roma al tempo del Caravaggio”, al Polo Museale di Roma, fino ad “About Caravaggio. Visioni & Illusioni Contemporanee”, alle Scuderie Aldobrandini di Frascati) ed impazza il toto-Caravaggio mediatico per l’ennesima contestata attribuzione di questa o quell’opera oggetto di singolar tenzone da parte di più o meno affermati critici e storici dell’arte (Mahon, Marini, Radini Tedeschi, Sgarbi, ecc.) contrapposti al gotha istituzionale (Calvesi, Imponente, Strinati, Vodret, Zeri, ecc.) per rispetto dei personaggi assurti in cattedra, pur strettamente interessato in qualità di appassionato e di studioso, rinuncio aprioristicamente ad esprimere pubblicamente il mio modesto parere di competenza, dal momento che il Merisi, nauseato da una siffatta ridda, si starà già da tempo rivoltando nella tomba...
La mia attenzione è invece sensibile alla cosidetta “avanguardia sperimentale” estrapolata da una folta schiera di artisti moderni e contemporanei, tra i protagonisti e gli emergenti, che traendo ispirazione e slancio dal consacrato patrimonio pittorico caravaggesco, ne hanno rinnovato l’intento creativo e lo spirito rivoluzionario.
Nella mia velleitaria veste di ultimo degli artisti, peraltro lusingato dall’essermi ritagliato, per bontà altrui, un piccolo spazio nel cono d’ombra del mito, partecipando alla mostra “Omaggio a Caravaggio tra epifanie ed epifenomeni” presso il Museo Crocetti a Roma, umilmente propongo, senza accostamenti e riferimenti pedissequi e stridenti al grande maestro lombardo, la singolarità espressiva del mio lessico “organicistico”, semplice ed innovativo insieme, quantomeno evolutivo se non proprio rivoluzionario come sarebbe stato lecito aspettarsi.
Dal brodo primordiale della mia vena sperimentale creativa, banalmente utilizzando i casuali residui di colore dell’ultima tavolozza, ho cercato di digitalizzare sul supporto, masonite e tela nella fattispecie, una ristretta gamma cromatica che, comunque, perviene alla sublimazione della dominante impronta astratta, benchè leggibile nella risultante composizione figurativa, laddove il senso comune constaterebbe forse l’assioma opposto.
Appartenendo alla medesima sinfonia coloristica, la forma del “Vulcano” si coniuga e si replica, con l’appariscente eruzione, in evidente simbiosi e sintonia cromatica, echeggiando una sorta di clonazione percettiva nel vibrante e fantomatico “U.F.O.”.
Pertanto, entrambe le opere compenetrano lo spazio esterno, senza soluzione di continuità con l’insieme interiore, sfuggendo alla trama fittizia della cornice interrotta e, se vogliamo enfatizzare gli intenti, esprimendo un messaggio umano ed emozionale che si imprima nella memoria.
Mario Caddeo
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ANGOSCIA
Sul tenebroso travaglio del quotidiano vissuto
anche se non fa più notizia
drammaticamente m’interrogo anch’io…
Avvilito batto la testa
sulla conflittualità dell’esistenza,
addirittura in bilico con la sopravvivenza…
Pennellate radiose di mitica quintessenza
vorrebbero lenire la dolente realtà
ma la scossa coscienza tuttavia soffrirà…
La mia immagine riflessa allo specchio
cupamente attanaglia il cuore,
sopraffatta dalla trasfigurazione dell’ego,
evanescente ectoplasma, invero…
Straziato e pervaso da un grido d’angoscia
soffocato in gola, trapassato nell’anima
dalla straziante lamina delle vicissitudini…
Eppur inaspettato, un barlume prorompe
sulle ali della speranza ineluttabile
aggrappata all’imperscrutabile mistero divino
negli impervi meandri dell’umano cammino…
In un angolo buio anch’io,
rischiarato da una tremula fiammella
di fede liberatoria
e, non vorrei, illusoria…
(Mario Caddeo, 2012)
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L’AMORE PER ME
Un flash abbagliante di raggi d’oro
quei capelli avvolgenti le curve sinuose,
poi un tuffo al cuore
immergendomi nello smeraldo degli occhi tuoi…
Ammaliante creatura divina,
scateni tempeste d’adrenalina
nell’anima mia, un’apnea senza risalita
nel vorticante mulinello della vita…
Come un monello tiene prigioniera
stretta in pugno l’ultima palpitante preda,
l’incantevole variopinta farfallina
rapita dai petali in fiore,
tu sei per me l’amore…
ma non puoi, non vuoi essere mia
perché sei nata libera
come il sole, il cielo e la terra
ed ogni altra cosa bella,
essenza della natura meravigliosa,
all’universo già promessa sposa…
Così è l’amore per me…
sentimento ineluttabile…
emozione irrefrenabile…
speranza ineludibile…
chimera irraggiungibile…
(Mario Caddeo, 2010)
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