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Misantropia

Post n°54 pubblicato il 27 Marzo 2007 da Camera_Obscura
 

sabato, 27 maggio 2006

Anche stanotte non si dorme, già ANCHE
Potrei diventare un insonne seriale
o forse lo sono già
CHISSA'

Perchè non dormo? Non sono agitato, anzi, piuttosto relaxed. Oggi ho fatto i soliti 40 km di mtb, scoprendo peraltro nuovi sentieri nella zona che i cartelli visti chiamavano "alto lambro". Qui non è un fiume enorme, ma un torrente piuttosto fermo e il sentiero lo attraversa per una decina di volte con conseguenti guadi. Non mi divertivo così da tempo. Ora ripensavo al pomeriggio passato in bici e ad altro anche. Questa mattina Canon ed Apple hanno organizzato un workshop sui colori e nuove attrezzature per la stampa. Sarebbe stato interessantissimo, ne sono certo. Stasera mi sarei dovuto dividere in due per andare a un concerto con amici che ritengo importanti e contemporaneamente all'inaugurazione della mostra BEAR IN MIND. Lì avrei conosciuto finalmente Acid e forse anche qualche altro blogger. Alla fine non ho fatto nulla. Ho preso la bici alle sette e ho pedalato per quasi due ore.
42.3 km
22.1 km/h di media che per un bodrillo come me alle prime armi e fuoristrada non è male
da solo!
Forse è qui che sta il punto. DA SOLO!
La verità dei bidoni che ho tirato oggi sta in LEI, che ciclicamente si ripresenta. Mi sento male in mezzo alla gente, soffro al punto che mi si strozza il respiro in gola e mi sembra di soffocare; è da diversi anni che la conosco e non posso far nulla per allontanarla. Se ne va da sola quando è soddisfatta della confusione creata in me. Per conto mio non ho grossi problemi, aspetto tranquillamente.

aspetto
aspetto
aspetto...
Tanto poi passa!

In parte le colpe sono mie per questo. E' la prima volta che ne parlo qui e forse lo faccio per l'insonnia o forse perchè mi sento in colpa verso quegli amici che sicuramente capiranno comunque, anche senza passare da qui.
La pochezza di certi umani mi ha turbato in passato. Allora avevo invertito le giornate. La sera lavoravo, il pomeriggio studiavo, la mattina dormivo e la notte uscivo.
C'era un curioso rito prima di uscire di casa. Preparavo l'attrezzatura e testavo gli accumulatori, mettevo la tromba esponenziale in un fodero imbottito perchè, se fredda, non funzionava e stop; niente cibo ne acqua per me. Non ci pensavo. E il rito macabro iniziava ad essere sempre più causa e sempre meno motivazione. Iniziavo a provare stima per quegli animali, più conoscevo del loro comportamento e più li ammiravo... Più avanzavo nella ricerca e più mi vedevo a desiderare l'allontanamento dai miei cari e dagli amici, per annegare in quello che è stato il periodo creativo più intenso della mia vita.
Per sentirmi in sintonia con quei lupi, scelsi di impormi l'abbandono. Si esatto, mi abbandonavo agli eventi, nel senso che lasciavo regolarmente le chiavi del land rover sulla ruota, con il permesso per l'accesso in riserva integrale sul cruscotto, bene in vista.
Anche se ormai le guardie conoscevano tanto me, quanto il fuoristrada e anche se di notte nessuno sano di mente si aggirava per quei boschi pieni di lupi ed orsi, mi sembrava cortese mostrare il permesso a chiunque fosse passato di li, giusto per non dare cattivo esempio, nè deterrenti.
L'abbandono era mentale più che fisico, in senso pratico potrei tradurlo come un "ecco, adesso mi libero di tutti i legami che ho con questi umani ed entro in un altro mondo, sperando che mi tengano con loro" e così facendo, vagavo per intere notti assillato dai pensieri. Mandavo avanti regolarmente la ricerca, che consisteva nel lanciare richiami con un'attrezzatura apposita e registrare le risposte con un microfono direzionale. A casa, poi, analizzavo gli spettri di frequenza per cercare di stabilire il numero dei membri del branco. E non mi preoccupavo del fatto che avrei voluto, ogni notte di più, mollare la vita da umano per vivere nel rispettoso silenzio di quei boschi.
In teoria, l'identificazione del numero di lupi nel branco, era realizzabile e forse adesso (coi nuovi software a disposizione) lo è ancor di più, considerato che ululano tutti su frequenze diverse. Senza strumenti si riesce, con un orecchio ben allenato, a distinguere fino a 3 esemplari, ma quando il branco è più numeroso c'è caos. L'ululato vero e proprio inizia dopo che il lupo ha "uggiolato" fino a trovare la frequenza libera e poi, quel suono sublime, intenso, che allora tanto mi rassicurava nei boschi, di notte, da solo, o forse no...


Se fossi riuscito in quell'impresa avremmo risolto tutti i problemi di censimento, ma poi... ma poi... ma poi... La mia vita è piena di ma poi.
Morale della favoletta è che, probabilmente non sono mai riuscito a farmi accettare in un branco di lupi, ma non sono mai nemmeno tornato del tutto tra voi umani. A volte davvero mi disturba la presenza altrui, altre invece, difenderei il prossimo fino allo stremo delle forze, "perchè tra i lupi non esistono orfani". Ho imparato molto dal loro comportamento e ancor oggi li amo come null'altro al mondo. La ricerca si è conclusa col mio abbandono dell'università e dell'intero ambiente accademico... Ho risposto alla domanda che mi ponevo in silenzio da troppo tempo ormai: "Chi sei tu per disturbare questi animali che vivono solo di quello che la natura gli offre?" "Nessuno..."
E ho smesso di vagar per boschi la notte... Poi, amici che non vedo da una decina d'anni, mi hanno riportato lentamente coi piedi per terra... Ma di loro è un altro raccontare.

 
 
 
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