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Post N° 10

Post n°10 pubblicato il 22 Marzo 2008 da saffitrina

Questa é la breve storia di un fugace palpito di vita donatomi proprio in un momento in cui mi trovavo a sperimentare un avvilente stato di morte interiore (per chi non lo sapesse é una condizione in cui non si vive, si vegeta; non si cammina, si erra; non si respira, si boccheggia... Una condizione in cui, infine, non si organizzano i propri pensieri, ci si "scivola" sopra)...
Sebbene racchiusa in una parentesi ormai chiusa, l'esperienza di cui vi voglio parlare é stato quanto di più positivo mi potesse capitare, nel momento migliore in cui potesse accadere.

Ero reduce da un'impari battaglia con il mostro, battaglia durata diversi anni e che mi aveva lasciato profonde ferite sul cuore e lo spirito fiaccato...
Il "mostro" era un essere che racchiudeva in sé molte delle caratteristiche negative che col tempo mi son ritrovata ad odiare...
Irresponsabile e inconcludente come pochi, complessato, accidioso, megalomane, traditore, sleale e perennemente smarrito nei suoi stessi percorsi mentali... Già, perché più che bugiardo egli era un abile affabulatore, un manipolatore della realtà e delle menti altrui, che per di più aveva fatto del vittimismo il suo portabandiera e dell'altrui sofferenza, l'unica ragione di vita.
Era l'anno in cui il mostro decise di andarsene, di abbandonarci al nostro magro destino, non senza aver prima mandato in fallimento un'attività in cui lavoravo anch'io e nella quale avevamo investito tutti i nostri risparmi. Così mi ritrovai in un sol botto senza lavoro, senza soldi e senza marito... Poco male, se fossi stata sola. Ma c'erano dei figli a cui badare, delle bocche da sfamare. Il che non era cosa da poco! Per giunta rischiavo di perdere anche la casa in cui vivevamo, non potendone pagare l'affitto... Come fai a non sentirti smarrita, in una situazione del genere? Era come se qualcuno, durante la notte, si fosse divertito a ridipingere tutti i palazzi, a spostare tutte le insegne, a cambiare tutti i segnali stradali del percorso che ero abituata a fare e che avrei fatto anche l'indomani, cosa che mi aveva perdere orientamento e punti di riferimento...

Consapevole che non avrei potuto sbrogliare quell'immensa matassa senza impazzire, decisi di spezzettarla e di stabilire una scala di priorità.
Risolte  in breve tempo tutte quelle che stavano in cima alla lista (grazie all'impegno costante e ad una tenacia che neanche pensavo di avere), continuavo stranamente a sentirmi come persa in un mare in tempesta. Avevo bisogno di una zattera sulla quale salire, ma non sapevo neanche bene quale potesse essere... Amicizia? Una parola buona? Qualcuno che mi sostenesse moralmente in quell'impresa titanica? Dei consigli?...
Boh, non ne avevo davvero idea! Sapevo solo che serviva qualcosa che alimentasse la forza insospettabile che avevo visto nascere dentro di me, perché quella forza mi serviva per andare avanti ed io VOLEVO DISPERATAMENTE FARCELA!
Fu così che cominciai ad entrare assiduamente in una certa chat.
Cercavo quel indefinibile qualcosa ma trovai ulteriore squallore: Depravati e Pervertiti: Frustrati e Insoddisfatti; Squilibrati, Psicolabili e, molto spesso, meri avvoltoi che non vedevano l'ora di potersi avventare su qualche carcassa umana condotta in quel luogo dalle proprie visissitudini... Eppure, in mezzo a tanta melma, c'erano anche tante perle! Persone sanissime ed equilibrate che usavano quel mezzo mediatico col solo scopo per cui era stato inventato: comunicare!
Con una di queste, un uomo mio coetaneo, s'instaurò subito un feeling. Stavamo in contatto tutti i giorni, dapprima solo in chat poi via sms ed infine telefonicamente, tanto che ben presto cominciammo a non poter fare a meno l'uno dell'altra. Erano taciti appuntamenti che rendevano più vivibile la mia vita... ed anche la sua.
Dopo alcuni mesi decidemmo d'incontrarci. Già da qualche tempo progettavo di fare una breve vacanza per riprendermi fisicamente e psicologicamente da tanta fatica, per tirare un po' il fiato prima di immergermi nuovamente nella risoluzione dei miei problemi, però non avevo mai pensato alla meta. Fu in quell'occasione che optai per la città in cui viveva lui.
Venne a prendermi alla stazione e mi accompagnò all'albergo che avevo scelto per la mia permanenza... Lì esplose una passione improvvisa ed incontrollabile e mi si aprì un universo del tutto sconosciuto, fatto di complicità, tenerezza, rispetto dei tempi, condivisione, piacere intenso, compenetrazione... Insomma, tutte sensazioni MAI provate prima!... Facemmo l'amore ripetutamente e per tutti i giorni che restai lì, fu sempre così. Lui veniva da me, dopo il lavoro, e ci amavamo con una tale intensità che mi sembrava di morirne, una due tre volte... E ogni volta non era un semplice incontro di corpi, bensì un incontro di anime che si aggrappavano l'una all'altra ed alla vita...

Quando tornai a casa avevo lo zaino stracolmo di certezze, ma nonostante questo camminavo a tre metri da terra... Avevo capito che non era colpa mia se il mio ex marito mi trascurava e talvolta mi respingeva, perfino; non era colpa mia se lui aveva problemi sessuali e frequenti defaillances; non era colpa mia se mi aveva tradito (credo che nel tradimento cercasse la conferma di una virilità che non aveva... Ma io allora non potevo saperlo!)... NON ERA COLPA MIA!!
A questo pensiero provai tanta pena per lui, ma anche tanto odio per tutto ciò che mi aveva fatto, compreso portarmi ad uno stato di tale prostrazione e avermi manipolata fino al punto di farmi credere (non con le parole, ma nei comportamenti) che la "malata" fossi io...

 
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