Area personale
Tag
Cerca in questo Blog
Menu
I miei Blog Amici
Ultimi commenti
Chi può scrivere sul blog
I miei link preferiti
Messaggi di Giugno 2017
Populismi o meno, qualche riflessione sullo Stato e sul suo rapporto concreto, reale, percepito (termine che in linea generale non uso, ma che stavolta un senso ce l’ha) con la gente concreta e reale è opportuna farla.Mi ha indotto a cominciare a pensarci la recentissima hit parade di episodi di stalking denunciati (“denunciate, denunciate” dicevano le Forze dell’Ordine, la Magistratura, il Governo…) senza che la denuncia abbia sortito il minimo effetto, e che si sono conclusi tragicamente per il (di solito “la”) denunciante. Non faccio l’elenco: chiunque legga i giornali o guardi la TV lo conosce benissimo.C’è poco da dibattere: lo Stato nelle sue diverse articolazioni non è quasi mai riuscito a proteggere i cittadini che (peraltro su sua esplicita sollecitazione) gli chiedevano protezione. Per sottovalutazione, sciatteria, incapacità, mancanza di risorse: a chi ci ha lasciato la pelle, e a chi pensa di correre lo stesso rischio, poco importa. Quando finisce male lo Stato e le sue articolazioni chiedono scusa: responsabili comunque non ce ne sono, e se per (raro) caso vengono individuati pagano solo il prezzo di una severa riprovazione e (se proprio va male) di una carriera rovinata (i PM recentemente condannati per un episodio di questo tipo pagheranno una pena pecuniaria soltanto se e quando lo Stato, che intanto paga lui, deciderà di rivalersi su di loro).Ma attenzione: a nessuno venga in mente che se lo Stato non protegge i cittadini questi possano prendere in considerazione l’ipotesi estrema di proteggersi da soli! Questo lo Stato non lo può tollerare. Il cittadino che si vede archiviata senza che nessuna protezione gli venga concessa una denuncia per stalking deve rassegnarsi. Ma chi si difende da un’aggressione deve sapere che lo Stato scatterà subito, lo rigirerà come un calzino (© Piercamillo Davigo), per verificare se per caso il cattivo cittadino non abbia usurpato l’esclusiva dello Stato nel difendere i cittadini. E, naturalmente, al cittadino non verrà consentito di cavarsela chiedendo scusa, come consentito allo Stato. Dice: ma buona parte dei casi di supposta legittima difesa si concludono favorevolmente per l’imputato. Ma quando lo Stato manca al suo dovere di difendere il cittadino c’è non c’è nessun “imputato”. L’autodifesa è di default una violazione, salvo prova contraria; il mancato rispetto dello Stato dei suoi doveri un “deprecabile errore”.Ho magari calcato un po’ i toni per rendere più visibile (tinte forti…) la contraddizione di cui sto parlando: uno Stato che rivendica (come da copione) il monopolio della sicurezza e, dove necessario, della risposta violenta e non è capace di farlo, finisce per accanirsi più contro chi viola questo monopolio che contro chi viola il diritto alla sicurezza.Questa realtà, più o meno strillata dai media e dai social, non è però relegabile alle fake news proprio in virtù dei numerosi e conosciuti riscontri.Io penso che una riflessione sul sistema della sicurezza-giustizia e del modo in cui si declina in relazione alla realtà concreta della società italiana vada sviluppato. Magari tornando (per carità, per un semplice esercizio intellettuale) alle fonti del Contratto Sociale... |
La CGIL fa l'offesa per i nuovo provvedimento sul lavoro occasionale ma non si capisce perché. Il suo problema era affermare che il lavoro occasionale è a mala pena tollerabile in ambito familiare, ed escluso in ambito d'impresa. L'abrogazione del Voucher è stato un trionfo. Certo, l'abrogazione è stata una scelta strumentale per evitare un referendum pericoloso (non per l'argomento in sé, ma per il contesto politico in cui si sarebbe inserito, come la CGIL sapeva perfettamente); del resto anche la CGIL sapeva benissimo che l'argomento del referendum era strumentale, e l'obiettivo era dare un'altra botta a Renzi.
Siccome però l'economia reale non è commissariabile dalla CGIL (quanta nostalgia per il Gosplan..!) il Governo ha ritenuto (giustamente) necessario introdurre qualche norma per regolare e tutelare il lavoro occasionale.
Ma, se io fossi la CGIL, prenderei realisticamente atto con soddisfazione che:
Eppure la CGIL è insoddisfatta e annuncia il ricorso alla Corte Costituzionale (una specie di TAR del Lazio dei ricchi..?), D'Alema e gli altri puffi a sinistra del PD minacciano la crisi di governo (ma dopo aver dichiarato che avrebbero fatto scudo col loro corpo al governo Gentiloni non è un argomento un po' esile quello dei voucher per mandarlo a casa?)
Due considerazioni: primo, l'abbattimento dei tetti di utilizzo e le limitazioni all'uso dei voucher per le aziende erano già ampiamente proposti ed applicabili senza bisogno di sopprimere l'imputato. In sostanza, come più volte detto, si poteva intervenire con correttivi sugli utilizzi distorti del voucher senza bisogno di abolirlo. Secondo, e più problematico: è proprio il concetto di "occasionale" che fa venire la dermatite a Camusso e Speranza. Nella poderosa visione della politica che piega l'economia alla propria demiurgica volontà non c'è posto per ciò che non sia stato consapevolmente programmato: da qui l'esigenza di vincoli strettissimi, complicati e costosi e di un controllo occhiuto che la vita reale non prenda iniziative autonome.
Ma, e insisto, se l'obiettivo era di rendere indigeribile il lavoro occasionale, è stato sostanzialmente raggiunto. Certo, le famiglie e (con qualche difficoltà in più) le aziende prenderanno una vecchia e conosciuta scorciatoia: il lavoro nero. Ahimè, la vita reale si riprenderà le sue iniziative, ma almeno la dermatite di Speranza e Camusso sarà debellata.
|
Inviato da: cassetta2
il 13/11/2020 alle 12:01
Inviato da: cassetta2
il 06/03/2020 alle 11:48
Inviato da: Roberto Di Maulo
il 23/01/2019 alle 23:13
Inviato da: RavvedutiIn2
il 19/11/2017 alle 17:32
Inviato da: ammortisseur
il 06/06/2017 alle 12:27