Creato da abele.2005 il 05/04/2008

Il mio blog

Il blog hà lo scopo di far conoscere il dramma della violenza

IL MIO ANGELO

 

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Post N° 726

Post n°726 pubblicato il 01 Dicembre 2008 da abele.2005

CARI AMICI... HO PENSATO DI INVIARVI LA STORIA DI EMANUELE UN Pò
RIASSUNTA PER KIEDERVI DI AIUTARE ME E LA MADRE A DIFFONDERE ANKE AI
VOSTRI AMICI...DI FACEBOOK!!!
QUESTO è CIò KE SCRIVE LA MADRE DI EMA....

BUONGIORNO SONO LA MAMMA DI EMANUELE LO BUE
PICCOLO GOCCE FORMANO GLI OCEANI
GRAZIE DI CUORE A CHIUNQUE POSSA AIUTARE IL
MIO PICCOLO CARABINIRE

UN GRANDE ABBRACCIO

ELEONORA.CRESPI
333 2915163


La storia del Piccolo Carabiniere

28 settembre 2000: nasce Emanuele

E’
un bambino come gli altri, un angioletto pieno di vita e di cose da
fare. Va a scuola volentieri, a quattro anni comincia a suonare il
pianoforte, studia l’inglese, fa karate, gioca a calcio. E’
appassionato di astronomia e legge i libri di Margherita Hack, che lui
chiama “la signora delle stelle”.

Da grande vuol fare il
carabiniere. Tutti i giorni vuole passare davanti al monumento di
fronte alla caserma di Cologno Monzese intitolata a Salvo, a due passi
da casa nostra. E ogni 23 settembre (anniversario dell’eroico
sacrificio di D’Acquisto) e ogni 25 aprile gli porta un mazzo di fiori.

10 aprile 2007: mattina

Mio figlio ha mal di pancia. Viene il dottore e ci consiglia di andare al pronto soccorso.

Ospedale San Raffaele.

Emanuele
ha paura, è tutto nuovo per lui, non ha mai visto un dottore finora. Si
sforza di restare tranquillo, vuol fare l’ometto. Solo lo sguardo
impaurito tradisce la sua ansia.

Finalmente la diagnosi: appendicite. Bisogna operare. Subito.

Lo
accompagniamo in sala operatoria, mio marito e io. Lui ci arriva sulle
sue belle gambette sane e forti. Sale da solo sul lettino. E’ impaurito
ma non versa una lacrima.

10 aprile 2007: tarda serata

Tutto è pronto. Gli do un bacio. L’ultimo.

Aspettiamo..... Nessuno ci dice niente. Preoccupazione. Ansia. Panico!

Ma ecco quattro dottori in camice. Chi sono?
“Signora, abbiamo avuto un problema: 15 minuti senza ossigeno al cervello!”
Cosa? Che vuol dire? Aspettate! Se ne vanno.

Noi
non capiamo. Cos’è successo? Un problema! Che problema? Ossigeno?
Cervello? CHE VUOL DIRE? Nessuno ci spiega niente. Incubo! Il pensiero
si ghiaccia. Poi esplode.

Terapia intensiva

Corriamo al
reparto Terapia intensiva. Qualcuno ci ha detto che nostro figlio è là.
Ci precipitiamo. Porta chiusa. Suoniamo il campanello. Entriamo:
Emanuele!
Intubato. Aghi nel collo, nelle braccia, nelle caviglie. Il torace blu per colpa del defibrillatore.
Nudo, coperto solo da un lenzuolo, livido, martoriato come il Cristo del Mantegna.
E tutti quei rumori, di quelle macchine che lo tengono in vita.

Cos’è successo?
Perché
gli sono mancati 15 minuti di ossigeno? Non si sa. Il fatto è che senza
ossigeno i neuroni sono morti a grappoli. E da lì è finito e cominciato
tutto.

Quattro giorni dopo

Nel pieno dell’incubo!
Devono
trapanargli la testa per misurare la pressione endocranica (dentro il
cranio) che sale vertiginosamente. Emanuele è in pericolo di vita. Gli
asportano d’urgenza la teca frontale, l’osso della fronte......xxxxxxxxx
Terribile? Spaventoso? Atroce? Non c’è una parola sufficiente.
Rimarrà
così per tanti mesi. In costante pericolo di vita. Continuamente lo
sottopongono all’ipotermia,Gli fanno anche una trasfusione e gli
somministrano farmaci. Molti e molto potenti.
Non scorderò mai più in tutta la vita il suo pianto continuo. Lo sento appena si aprono le porte di Terapia intensiva.
Lui vuole la sua mamma ma io non posso stargli accanto se non negli orari permessi.

28 maggio 2007

Emanuele viene trasferito alla clinica La Nostra Famiglia di Bosisio Parini, Lecco.
Altra
sofferenza! Per stargli accanto devo affidare ai miei genitori mia
figlia di 13 anni, mentre mio marito vive con me in clinica e passa le
notti in un appartamento in affitto. Le spese, e sono molte, a carico
nostro.
Emanuele ha la fronte gonfissima perché........xxxxx

Bosisio Parini: clinica di riabilitazione

E’
un mondo a parte. La valle della sofferenza dei bambini. Emanuele
piange, piange. Viene alimentato artificialmente con un sondino
naso-gastrico, la testa fasciata. Una sofferenza indicibile! Passano i
giorni, i mesi.
Gli tolgono le bende. E’ senza capelli, rasato a zero. Una cicatrice immensa, larga un dito. Sembra un’aureola.......xxxx

Inizia
la fisioterapia, per evitare l’atrofia di muscoli e nervi, e la
logopedia, per cercare di recuperare e mantenere la capacità di
deglutizione, che per il momento non sembra compromessa del tutto.

Emanuele non parla, non ride più, non suona più il piano, non gioca, non studia. Gli hanno spezzato le ali della vita!
Ogni movimento è sofferenza. Emanuele piange continuamente...

Settembre 2007: inizio del mese
Mercoledì
Operazione
per rimettere al suo posto l’osso autologo, vale a dire l’osso frontale
di Emanuele. L’intervento dura tutta la mattina.

Venerdì
Gli
mettono la PEG per l’alimentazione artificiale: un tubicino che
attraverso l’addome porta il cibo alla stomaco. Due giorni di vomito a
causa dell’anestesia e tantissimi altri problemi. Le informazioni sono
latenti.

4 ottobre 2007
Inizio uno sciopero della fame per
ottenere attenzione e riuscire così a scoprire se c’è un qualche posto
al mondo dove possano curare Emanuele e farlo migliorare il più
possibile.
Tante promesse e tanto fumo. La realtà è che siamo soli e
abbandonati a noi stessi. Tutti si aspettano da noi rassegnazione e
pensano senza dircelo “portatevi a casa vostro figlio e arrangiatevi,
che tanto così rimarrà per sempre”.
Quando chiediamo informazioni e aiuto tutte le porte ci vengono sbattute in faccia.
Nel frattempo ci alterniamo al capezzale di Emanuele perché anche nostra figlia ha bisogno della sua mamma.

Riesco
ad ottenere qualche passaggio TV e qualche articolo. Le cose si
muovono. Con l’aiuto di tante persone contattiamo centri europei e
americani e raggiungiamo anche un dottore inglese che con un certo
farmaco risveglia i pazienti dal coma neurovegetativo. Sotto stretto
controllo medico lo proviamo su Emanuele, ma purtroppo non fa effetto.


22 Aprile 2008

Partiamo per gli States!
Un
volo umanitario, organizzato dall’Aeronautica Militare, ci porta a Fort
Lauderdale dove, così come molti altri bambini italiani, Emanuele viene
curato: ossigenoterapia (per fornire il “carburante” ai neuroni),
fisioterapia intensiva (per stimolare una possibile ripresa), logopedia
(per abituarlo di nuovo a mangiare da solo), terapia cranio-sacrale
(utile per mantenere la funzionalità del corpo e degli organi interni).

15 Ottobre 2008

Rientriamo, per mancanza di fondi, con un nuovo volo umanitario.

Oggi

Emanuele
è a casa. Ha bisogno di ore e ore di assistenza e cura giornaliera, ma
le istituzioni, pur facendo del loro meglio, garantiscono solo una
piccola parte del necessario. Purtroppo i malati allettati sono
numerosi e molti sono bambini.
Noi facciamo di tutto per aiutare
nostro figlio, e tante persone comuni, amici ma anche sconosciuti, ci
aiutano come possono. Il buon cuore però non basta, ci vogliono fondi.
Le esigenze sono moltissime, tutte cose assolutamente indispensabili.
Purtroppo questa è la vita reale.


SALVIAMO EMANUELE!
Tutti insieme. CONTRIBUITE ANCHE VOI!

Informazioni dettagliate e contatti diretti con la famiglia sul blog WWW.SALVIAMOEMANUELE.BLOGS

POT.COM

C/C 500
intestazione: Salviamo Emanuele
coordinate bancarie: IBAN IT22 D 05584 32970
Banca Popolare di Milano, filiale di Cologno Monzese (MI)


GRAZIE! di cuore famiglia Lo Bue

 
 
 
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