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Sul dibattito a sinistra

Post n°5 pubblicato il 07 Aprile 2007 da ilBriganterosso
Foto di comitato11marzo

Nell'ultimo periodo si è aperto un dibattito a Sinistra sulle prospettive di quest'ultima in considerazione del fatto che, la nascita del futuro Partito Democratico, determinerà un riposizionamento di tutte le forze politiche italiane, a partire, appunto, da quelle di Sinistra, visti anche gli spazi che si apriranno in seguito alla scomparsa del principale Partito della Sinistra italiana, ovvero i Ds.

Ha "aperto il fuoco" la dichiarazione di Fabio Mussi, storico leader della Sinistra Ds, che ha detto chiaramente che, finito il congresso, la minoranza Ds non parteciperà al processo costituente del Pd ma avvierà un "cantiere della Sinistra" per verificare la possibilità di creare un soggetto unitario della Sinistra italiana. Nel giro di alcune settimane si sono pronunciati in merito, sia Fausto Bertinotti che di fatto ha accantonato il progetto della Sinistra Europea ed aperto la porta alla proposta di Mussi, sia Franco Giordano, segretario Prc, che addirittura si è spinto oltre prospettando la nascita del "Partito della Sinistra" già per le Europee del 2009. Successivamente è intervenuto anche Diliberto, segretario del Pdci, che ha proposto di riunire tutte le anime della Sinistra attraverso un processo confederativo che garantisse l'identità dei singoli Partiti.

Personalmente ritengo che tra tutte queste, la proposta più sensata sarebbe quella espressa da Oliviero Diliberto che, però, alla luce dei fatti, appare estremamente minoritaria ed, addirittura, mi sembra che ci sia il tentativo, da parte di Sinistra Ds e Prc, di tenere fuori dal dibattito il Pdci. Ciò dimostra, a mio avviso, che purtroppo ancora una volta si sta procedendo nella direzione sbagliata: ovvero vi è il tentativo concreto di creare un nuovo Partito a partire, non da una discussione ampia che coinvolga tutte le anime e soggettività della Sinistra italiana, ma, al contrario, a partire dall'unione di gran parte del ceto politico di Rifondazione Comunista con parte del ceto politico dei Ds. Tale soggetto politico, tra l'altro, visto che sarebbe legato a livello europeo al Pse, rappresenterebbe di fatto un arretramento delle posizioni politiche rappresentate dal Prc.

Insomma si aggrega a Sinistra con l'effetto di diminuirne l'influenza; che dire, se accadesse un vero capolavoro dell'assurdità!!!

 
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Post N° 4

Post n°4 pubblicato il 01 Luglio 2006 da comitato11marzo

ANCHE A MILANO L'ANTIFASCISMO NON SI ARRESTA
Manifestazione molto partecipata quella di sabato 17 a Milano, nonostante
il terrorismo mediatico condotto nei giorni precedenti dai TG regionali e
dai giornali che, nelle cronache locali, paventavano saccheggi e
devastazioni per depotenziare il significato politico del corteo ed
isolarlo dal contesto cittadino. Invece in piazza siamo scesi in così tanti
che anche gli stessi media sono stati costretti a registrare dalle
cinquemila alle seimila presenze (ma sicuramente eravamo di più). Una
presenza ampia e variegata che è difficile riassumere per sigle e
organizzazioni, contrassegnata da tanti striscioni e tante bandiere, rosse
e rossonere. In testa i genitori degli arrestati l'11 marzo con alcuni
esponenti di Rifondazione, poi i vari centri sociali milanesi promotori
dell'iniziativa, noi anarchici e via via le altre realtà cittadine e
nazionali, gli studenti antifascisti, diversi camion con musica amplificata.
Significativa la presenza anarchica dietro lo striscione 'Da Torino a
Milano: fermare l'alta velocità della repressione', alcune centinaia di
compagne e compagni che con slogan, comizi volanti e canti anarchici hanno
contrassegnato la loro partecipazione. Ampia anche la diffusione di Umanità
Nova e del volantino preparato per l'occasione.
Imponente lo schieramento delle forze del disordine statale sia in coda al
corteo che nelle strade laterali, diversi i negozi chiusi nella
centralissima Via Torino, ma anche curiosità da parte dei tanti passanti in
centro per gli acquisti del sabato.
La stampa ha dovuto registrare di malavoglia la volontà comunicativa di
tutto il corteo e non potendosi attaccare ad alcunché, ha amplificato a
dismisura alcune scritte sui muri e sulle vetrine, la chiusura di qualche
serranda, dimostrando tutto il suo livore nei confronti dei manifestanti.
Anche la scritta murale - Liberiamoci dal carcere - tracciata sul recinto
del carcere di San Vittore con la quale si è voluto concludere il corteo è
diventata oggetto di indagine con minaccia di denuncia per danneggiamenti.
Non c'è da stupirsi: ognuno fa il suo mestiere, sporco quanto basta.
Quello che conta è che si sia riusciti a manifestare con forza per la
liberazione degli antifascisti detenuti, partendo dal cuore di una città
ancora troppo poco sensibile alle esigenze di libertà e di socialità dei
settori di fatto marginalizzati e che si sia riusciti a portare la nostra
solidarietà ai detenuti che dalle sbarre del carcere hanno risposto come
potevano ai saluti.
Non solo, la riuscita della manifestazione, dopo innumerevoli riunioni di
confronto e di chiarificazione tra le varie componenti del 'movimento'
milanese, può rappresentare un nuovo punto di partenza per una pratica di
relazioni intrecciate, basate sul riconoscimento reciproco e non sulle
forzature, in grado di dare nuova linfa e nuova energia alla pratica
sociale, l'unica in grado di costruire le condizioni di ribaltamento,
collettivo, dell'esistente.
Di seguito il volantino distribuito per l'occasione:

A Milano l'11 marzo 2006 un corteo indetto per protestare contro il raduno
fascista di Fiamma Tricolore si conclude con scontri con la polizia: 45 le
persone fermate. Di queste, 34 vedono il loro arresto confermato. A
tutt'oggi 25 persone rimangono in carcere mentre il numero finale di
indagati è pari a 29; intanto procedono le indagini per individuare altre
persone attraverso la visione di centinaia di foto e di filmati .Per loro
l'accusa è di concorso in devastazione, incendio e resistenza a pubblico
ufficiale.
Sempre a Milano il 4 maggio due giovani studenti vengono arrestati e altri
tre denunciati dopo uno scontro con un gruppo fascista di Legione
studentesca, nel quale uno studente di destra riporta ferite medicate al
pronto soccorso. Per loro l'accusa è di lesioni personali dovuta a motivi
'abbietti' ("l'odio politico"). Attualmente sono agli arresti domiciliari.

Il governo Berlusconi che ha portato i postfascisti di Alleanza Nazionale
al potere, ha rappresentato il punto più alto, dal 25 aprile 1945, della
ripresa d'azione politica dell'estrema destra. Apparentemente sconfitto
dall'insurrezione armata della Resistenza, il fascismo, sotto varie vesti,
non ha mai smesso di operare dall'immediato dopoguerra ad oggi: lo
testimonia la lunga scia di sangue e di violenza che ha attraversato questo
paese. La realtà odierna è contrassegnata da un suo rafforzamento che non è
tanto dovuto dalla crescente intensità di attentati, provocazioni,
aggressioni culminate con l'assassinio di Dax e diversi tentativi
d'omicidio, quanto dal diffondersi di un clima generale di intolleranza,
razzismo e sessismo che ha modificato i rapporti sociali, i comportamenti
collettivi e le dimensioni individuali, basato sul disprezzo e l'odio per
il 'diverso' (il povero, l'immigrato, lo zingaro, l'ebreo, l'islamico,
ecc.) e che ripropone il fascismo come sbocco 'naturale'di una mentalità
autoritaria e di una strutturazione gerarchica della vita sociale.
Ciò che deve preoccupare tutti è l'esistenza di una vasta rete di alleanze
di fatto, che va dalle destre istituzionali ad ampi settori dell'apparato
statale, fino ai gruppuscoli dell'estremismo più becero. Infatti, al di là
dei linguaggi, identici sono gli obiettivi di entrambi: i migranti, i
comunisti, gli anarchici, i diversi, i centri sociali, i sindacati di
base…, a dimostrazione che quanto fanno praticamente i nazifascisti rientra
pienamente nella campagna d'ordine sicuritaria agitata dalla stampa di
destra ('Libero', 'La Padania', 'Il Giornale', ecc) e sostenuta dai Pera di
turno e dai 'moderati'che vorrebbero più polizia e più repressione insieme
a quell'apparato statale che, tramite giudici e poliziotti, arresta,
denuncia e persegue penalmente i militanti antifascisti, criminalizzando le
manifestazioni di piazza con il principio della responsabilità collettiva e
dilatando l'applicazione degli articoli sull'associazione sovversiva.
Quello stesso apparato che, tra le file delle forze di repressione interna
ed esterna, arruola e mantiene in servizio individui dichiaratamente
fascisti , come si è visto a Napoli e a Genova nel 2001, e come chiaramente
si evidenzia dai risultati elettorali tra le truppe italiane di stanza in
Iraq ed Afghanistan.

Per questo la pratica antifascista si trova a doversi misurare con un
avversario che va ben oltre le contingenze di una necessaria autodifesa nei
confronti di una manovalanza violenta ed aggressiva di bande di esaltati,
nella consapevolezza che l'antifascismo di regime, istituzionale ed
inoffensivo, nel celebrare retoricamente i combattenti ed i caduti, ha in
realtà affossato le vere ragioni della loro lotta, della loro ribellione,
che erano lotta e ribellione all'autorità dello Stato-padrone. Non basta
inchiodare i fascisti alle loro responsabilità storiche ed attuali, ma
occorre anche sollevare il velo sull'ipocrisia dell'antifascismo di regime
che sul sangue e i sacrifici dei resistenti ha collaborato al grande patto
di ricostruzione capitalistica nazionale che ha ridato fiato ai propri mostri.

Per essere reale l'antifascismo deve tornare ad intrecciarsi alla critica
radicale dell'esistente ed alla prospettiva rivoluzionaria di una società
senza gerarchie né sfruttatori, sconfiggendo sul terreno della pratica
sociale - autogestionaria, solidale, antirazzista, antisessista - ogni
tentativo di criminalizzazione della nostra vita e di attacco alle libertà
individuali e collettive.

Dopo aver partecipato alla manifestazione di Torino del 10 giugno che,
indetta dagli anarchici, ha visto sfilare migliaia di antifascisti, siamo
di nuovo in piazza il 17 giugno a Milano per sostenere con forza che:

L'ANTIFASCISMO NON SI ARRESTA! LIBERTA' IMMEDIATA
PER GLI ANTIFASCISTI DETENUTI!

FEDERAZIONE ANARCHICA MILANESE
CIRCOLO ZABRISKIE POINT - NOVARA
CIRCOLO DEI MALFATTORI - MILANO GRUPPO
LIBERTARIO L'ERBA- CASATENOVO
COLLETTIVO SPAZI LIBERATI- MILANO UNDERGROUND SPAZIO
ANARCHICO - BERGAMO
COLLETTIVO LIBERTARIO NOVATESE




 
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Post N° 3

Post n°3 pubblicato il 01 Luglio 2006 da comitato11marzo

Di seguito l'appello degli antifascisti torinesi che il 27 giugno andranno alla sbarra per "devastazione e saccheggio".
Fate circolare.

Chi devasta? Chi saccheggia?
Dopo sei mesi di reclusione tra galera e arresti domiciliari e circa quattro mesi di obbligo di firma, il 27 giugno inizier? il processo per i 10 arrestati e i 2 denunciati (8 gi? sono stati condannati con rito abbreviato con pene che vanno dai sei mesi ad un anno e due mesi) per due manifestazioni avvenute prima dell'estate. Una di solidariet? con la popolazione migrante rinchiusa nel Cpt di corso Brunelleschi, in agitazione in quel periodo, e l'altra relativa alla mobilitazione antifascista del 18 giugno scorso indetta in seguito all'aggressione di matrice fascista e al ferimento con armi da taglio di 2 abitanti del Barocchio Squat di Grugliasco. In entrambi i casi le manifestazioni sono terminate con alcuni momenti di tensione con le forze dell'ordine.

A gennaio ? arrivato il rinvio a giudizio con l'accusa di Devastazione e Saccheggio.
Questo reato che ? stato usato per il G8 di Genova, per la mobilitazione antifascista dell'11 marzo a Milano contro 25 compagn* (in carcere da pi? di tre mesi,) e che, a quanto si dice, potrebbe essere in futuro utilizzato contro chi liber? il cantiere del tav di Venaus l'8 dicembre scorso, prevede una pena che va dagli 8 ai 15 anni di reclusione e permette la carcerazione preventiva; un reato insostenibile, scelto tardivamente da chi ci accusa, con prove a carico vaghe e confuse.

Riteniamo impensabile che si possa essere accusati di devastazione e saccheggio per manifestazioni di quel tipo. La situazione giudiziaria dei 12 imputati dimostra inoltre la chiara volont? della magistratura di gestire le lotte sociali come problemi d'ordine pubblico. Negli scritti dei giudici ci viene chiaramente spiegato come siano le personalit? dei soggetti a essere messe sotto processo, quelle personalit? giudicate pericolose perch? segnalate dalla Digos come attive a decine e decine di manifestazioni e iniziative di movimento. Sotto accusa sembrano essere non tanto i fatti compiuti, ma l'appartenenza degli imputati ad ambiti di lotta anarchici e antagonisti, come se la loro opinione e pratica politica fosse di per s? reato e dunque perseguibile per legge!
Non vogliamo con questo fare alcun tipo di vittimismo in quanto non ? nostra pratica politica e siamo soliti rivendicare pienamente le lotte che portiamo avanti, assumendocene le responsabilit?.

Facciamo appello a quanti intendono mobilitarsi, prendere posizione ed esprimersi perch? non si continui ad avallare un'ingiustizia clamorosa che potrebbe trasformarsi in un grave precedente a pregiudizio della generale libert?.

Per questo facciamo appello:

- alla derubricazione del reato di devastazione e saccheggio
- ad una pubblica denuncia dell'attacco preordinato alla nostra pratica ed alle nostre idee
- alla difesa della libert? di manifestare
- alla partecipazione alle iniziative di solidariet?

iniziando dal presidio davanti al palazzo di giustizia marted? 27 giugno ore 9

Gli imputati

 
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Post n°2 pubblicato il 27 Giugno 2006 da comitato11marzo

Anche Beppe Grillo è sceso in campo ad appoggiare la causa dei ragazzi ancora in carcere dopo più di 3 mesi dai fati di Milano, ancora senza un regolare processo. Potete leggere qui il messaggio sul suo blog ufficiale.

Il Comitato Antifascista 11 Marzo ha ora organizzato una festa presso il Parco della Memoria di Correggio, festa alla quale interverranno, tra gli altri, l'On. Francesco Caruso (PRC) e gli avvocati Giannelli, Burani e Bisacca. Potete trovare qui il volantino ufficiale della manifestazione.

 
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Post n°1 pubblicato il 14 Giugno 2006 da comitato11marzo
È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto
partito fascista. (Costituzione della Repubblica Italiana, disposizione
XII)


27 ragazzi, di cui 8 pacifici ragazzi reggiani,
incensurati, stimati e onesti lavoratori, rischiano dagli 8 ai 15 anni
di carcere per aver partecipato al corteo antifascista dell'11 marzo a
Milano contro la manifestazione di Fiamma Tricolore.

I nostri
concittadini, del tutto estranei agli atti vandalici accaduti in via
BuenosAires, rischiano una pesante condanna con l'accusa di aver
concorso moralmente ai danneggiamenti, in base a un articolo del Codice
Rocco (entrato in vigore nel 1930, in pieno regime fascista, e ancora
in vigore oggi nella sua interezza) che prevede pene estremamente dure
anche per chi partecipa a una manifestazione in cui vengono commessi
reati penali, pur non avendo commesso personalmente alcun reato È
l'assurdo capo di imputazione del "concorso morale", capo utilizzato
dai legislatori del Ventennio come una spada di Damocle sul capo di
qualsiasi oppositore organizzato del regime, e in vigore ancora oggi,
in netto contrasto con l'art.27 della nostra Costituzione che afferma
quanto segue:

La responsabilità penale è personale.

Il
neonato "Comitato Antifascista 11 Marzo" chiede l'immediata sospensione
della carcerazione preventiva a cui sono sottoposti da più di 3 mesi: una lunga carcerazione in attesa di processo che viene riservata solo
ai reati più gravi e agli individui maggiormente pericolosi per la
società, viene qui applicata a 8 ragazzi incensurati le cui prove della
complicità ai danni provocati nel capoluogo lombardo sono inesistenti. Inoltre, il Comitato si impegna in una lotta politica contro ogni legge liberticida e anticostituzionale ancora presente nel nostro codice penale e contro ogni retaggio illiberale del Ventennio, affinchè non accadano in futuro altri episodi come questi, e affinchè sia possibile manifestare liberamente e pacificamente il proprio pensiero senza alcun timore: è un dovere di uno Stato civile e democratico garantire questo diritto ai suoi cittadini.
 
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