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In pensione, lontana dalla scuola eda ogni idea di insegnamento ufficiale

Post n°17 pubblicato il 14 Settembre 2021 da anpo2
 
Foto di anpo2

Scuola:addio.

Ma ci sono due colleghe, ora per me ex-colleghe, che rappresentano il bello e il buono dell'insegnamento. Sono professionali, preparate, capaci di gestire la classe (cosa sempre più difficile). Nel loro caso, al rispetto degli alunni, alla capacità di parlare ad adolescenti spesso refrattari si accompagna la capacità di farsi rispettare.

Sì, sono umane.  Amano il loro lavoro, però. Sono preparate nella loro materia, ma non solo, sanno comunicare il loro sapere, ma non solo: sono belle persone, hanno valori buoni dentro di sè. Questo 'arriva' agli studenti.

Metti quelli che sono autoritari e che fanno paura, metti gli amiconi, metti i conniventi, metti quelli che parlano male dei colleghi, metti anche quelli che subiscono e vengono umiliati: ci sono inegnanti così. Ecco, le due ex-colleghe no. Ed è questo il motivo per cui, pur essendo io ormai felicemente in pensione, la scuola mi sembra ancora un bel posto

 
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Rapporto con l'insegnante,mitologia di se stesse, demitologia dell'insegnante

Post n°16 pubblicato il 15 Marzo 2012 da anpo2
 
Foto di anpo2

Questa volta la sollecitazione a scrivere arriva dall'alunna versione futura velina, corpo perfetto, altezza da indossatrice, spocchia proporzionata, tentazione costante di mettere in discussione il modo di vestire della sottoscritta, peraltro ingenuamente tesa a sottolineare quanto conti l'essere, rispetto all'apparire...Più che di sollecitazione parlerei di fulmine a ciel sereno, sentendo io  l'alunna in questione citare a me e ai compagni  un episodio di pubblico onanismo, episodio oggetto di divertita conversazione laddove lei abita e di sorriso divertito da parte della di lei disinvolta, sciolta genitrice, capace di stare al mondo, eh sì.

Così succede che i modelli di comportamento seguano il percorso alunno-insegnante, non il contrario. L'alunna in questione si sente legittimata ad esprimere in modo totalmente disconnesso dal contesto educativo in cui si trova  l'episodio riferito, appropriandosi dello spazio tempo scolastico, secondo categorie che sono esperite al di fuori e che sono le uniche ad avere dignità, valore, per lei;  le idee-guida da rispettare sono  quelle del mondo televisivo, bulleggiando così come la parte femminile dell'umanità sa fare, cioè ridicolizzando ( o comunque tentando di ridicolizzare) la parte avversaria.

Il fatto è che il setting usuale è saltato completamente, il rispetto che ritengo doveroso nei confronti degli alunni ha lasciato il campo ad una nuova risposta, doverosamente energica ( è crollata l'ossatura utopica del"Io posso fare la differenza") e severa, i ruoli vanno assolutamente rispettati; l'adulto è in feroce crisi di autorevolezza di fronte ai ragazzi: ne ho fatto l'esperienza diretta, è difficile non farsi prendere in giro da chi su questo  ha fatto ottimi esercizi, per anni, soprattutto in famiglia e, probabilmente, con l'appoggio del gruppo di coetanei. E poi quale reazione offesa alle mie parole, è abituata, la bella ragazza, alle scuse da parte degli adulti!!!

La prof con la penna rossa

 
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Non creiamo cattivi maestri.

Post n°15 pubblicato il 13 Settembre 2011 da anpo2
 
Foto di anpo2

Secondo Marcello dell'Orta, i pessimi insegnanti assenteisti,, impreparati, addirittura maneschi, non sono più del 5%. Tanti però partono bene, poi si assestano sul minimo sindacale per frustrazione. L'autore di Aboliamo la scuola  sostiene quanto segue, in un'intervista rilasciata a Vanity fair n° 35: "I genitori attaccano l' insegnante se dà voti bassi. E' un errore. Se non spiega, si assenta a lungo, inculca idee religiose o politiche, la strada è parlarne con il docente, gentilmente, per evitare ritorsioni sul figlio. o chiedere al preside di cambiare classe al proprio pargolo. Mai però criticare l'insegnante davanti ai ragazzi, altrimenti ha automaticamente  perso. I genitori sono spesso in guerra con la scuola. Un insegnante continuamente sminuito, minacciato di ricorsi, senza appoggio a casa, lavora male. E poi non siamo più negli anni '60.Ci sono riunioni continue e molti più obblighi. ma stipendi bassi. I genitori sviliscono un lavoro importante, già pagato poco. Ci andrebbe cuore: un buon insegnante aiuta gli alunni anche fuori dalla scuola. Ma in questa situazione come si fa a chiedergli anche il cuore?"

 

La prof con la penna rossa

 
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La responsabile della scuola, ex preside, oggi manager e i suoi rapporti con i docenti

Post n°14 pubblicato il 06 Settembre 2011 da anpo2
 
Foto di anpo2

Quando si dice il trionfo della cialtronaggine di impronta narcisista si parla della nostra dirigente.A suo parere, siccome c'è lei, la nostra è una scuola d'eccellenza. Qualcosa non torna, dato che per lei noi docenti, praticamente come postulato, come a-priori, siamo degli incompetenti.Ma chi porta avanti il lavoro nelle classi? Le è riuscito il gioco politico del divide et impera, questo sì e per qualche insegnante lei è quanto afferma di essere, per qualche altro insegnante ha avuto buon esito aderire alla sua visione paradisiaca della dea in alto nel trono, senziente del bene e del male, quella che distribuisce premi e punizioni MORALI...Convocata nel sancta santorum mi sono ritrovata dalla parte dei reietti inadempienti circa il suo disegno manageriale, rea di assenteismo. Caspita, ho rovinato l'immagine della scuola: anatema!I miei motivi sono validi, ovviamente, ma non riconosciuti, quindi riprovevoli. Quando si dice il punto di vista: per lei esistono quelli che obbediscono, anche a qualcosa di capriccioso (!) e quelli che non obbediscono. I secondi sono degli inefficaci,incapaci perdenti. Il tutto sarebbe un dato sociologico se lei non godesse di uno status di ricca borghesia e non godesse di protezione politiche, quelle giuste, legate al carro del potere politico, ormai fatiscente ma saldamente incollato alla poltrona del comando.

La prof con la penna rossa

 

 

 
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L'insegnamento e la malattia

Post n°13 pubblicato il 13 Luglio 2011 da anpo2
 
Foto di anpo2

L'esame di stato di quest'anno, 2011, è attraversato da un clima di gentilezza, dovuto all'abilità della presidente di commissione di non imporsi in modo autoritario, di non essere lassista ma, al contrario, di coordinare assiduamente i lavori e di intervenire dove è necessario. Un capo come si deve,  all'insegna del "Quello che stiamo facendo è importante e significativo, diamo noi valore al nostro lavoro, se il contesto glielo toglie" Antiberlusconiana a tutti gli effetti, anche nel modo di vestirsi, così informale, senza alcuna osservanza della moda e senza alcuna pretenziosità nè tantomeno esibizione di status.

Arrivati all'ultimo giorno, si festeggia la fine dei lavori, con le deliziose torte di verdure e le meravigliose torte imprescindibili, non importa se ingrassanti solo a guardarle, con cioccolato, marmellate fatte in casa, burro recante incredibili morbidezze. La presidente mangia con noi, senza mai il minimo accenno alla diabolica quantità di calorie immesse in circuito, come invece facciamo tutte noi, con dolorosi sospiri e pensieri su come smaltire il tutto, su come liberarsi del nuovo, goloso fardello.

Arrivati ai saluti finali, le diciamo commosse e, alla fin fine, perchè negarlo, contente di poter chiudere "Abbiamo pensato per te ad una pianta, il tronchetto della felicità, che ti farà ricordare di noi nel tempo" Risposta: "Vi ringrazio, quest'anno per me è stato veramente significativo perchè sto lavorando con un tumore che mi è stato trovato in fase avanzata". Nessun vittimismo, da parte sua. Io però mi sento senza difese. nel mondo parallelo della scuola entra di prepotenza la più dura delle realtà e mi sembra ingiusto: scompare il momento dello studio, della riflessione, della didattica, della narrazione anche poetica, ecco il nemico aggredire una insegnante di cinquant'anni, andando al di là di tutto quello che io stessa vivo, agisco nella quotidianità dell'insegnamento. E' un enorme ceffone, senza un perchè.

La prof con la penna rossa

 
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