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Caso n. 7) don Donato Bono, parroco di Sternatia (LE). I tentativi di inquinamento delle prove

Post n°22 pubblicato il 14 Maggio 2008 da contemax2008
 

Anche su questo caso è caduta la coltre del silenzio da quasi 2 anni e quindi è quanto mai utile un aggiornamento a chi avesse notizie più fresche. Le ultime notizie certe parlano di una richiesta di rinvio a giudizio, dopo l'arresto in flagrante, dapprima ai domiciliari e poi in carcere per tentativo di inquinamento delle prove.

Il prete è stato notato da alcuni camionisti sul Grande Raccordo Anulare di Roma mentre compiva atti sessuali su un minore. Dapprima posto ai domiciliari, è stato successivamente arrestato perché avrebbe cercato di influenzare la vittima e i suoi genitori. Sentita anche la perpetua che avrebbe riferito di essere stata picchiata perché si sarebbe accorta di comportamenti strani del prete.

Lasciamo parlare le notizie di stampa che di per sé sono eloquenti

http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=240602

Sternatia (LE) - Il parroco don Donato Bono bloccato sul raccordo anulare di Roma su segnalazione di sette operai

Pedofilia? Sacerdote agli arresti

L'accusa è di atti osceni in auto con il ragazzo di 14 anni che lo accompagnava Il prete nega tutto. Ora è ai domiciliari in casa di un parente a Poggiardo


STERNATÌA E' agli arresti da venerdì sera, indagato per atti sessuali con un minorenne ed atti osceni in luogo pubblico, il parroco della chiesa matrice di Sternatìa intitolata alla madonna dell'Assunta, don Donato Bono, 42 anni, originario di Poggiardo. Dopo la convalida del fermo di polizia giudiziaria, il religioso si trova ai «domiciliari» proprio nella cittadina che gli ha dato i natali, ospite di un parente. La vicenda a causa della quale il sacerdote è finito nei guai con la giustizia, si è verificata la stessa sera di giovedì, nel territorio comunale della Capitale.

Di ritorno proprio da Roma assieme ad uno studente 14enne di Sternatìa, don Donato sarebbe stato notato intrattenere con questo atteggiamenti equivoci, mentre vestito dell'abito talare, si trovava al volante della sua auto.

Così come riferito agli agenti della Squadra mobile di Roma da chi lo ha accusato, l'episodio risulta essersi registrato sul grande raccordo anulare. Di ritorno nel Salento dopo aver sbrigato alcune pratiche all'Università Ecclesiastica dove si sta specializzando in Teologìa, il sacerdote si trovava nel traffico caotico, e per questo, procedeva incolonnato a passo d'uomo. Accanto alla vettura, ad un certo punto si sarebbe portato un pullmino con a bordo sette operai di ritorno dal lavoro, che guardandosi attorno, si sono ritrovati a fissare lo sguardo sul prete e sul ragazzo che gli sedeva accanto. Notata la situazione scabrosa di cui s'è detto, hanno allertato il numero d'emergenza 113, e sul posto sono giunti due equipaggi della Questura romana.

A quel punto, don Donato e lo studente 14enne sono stati accompagnati negli uffici di polizia, ed interrogati. A quanto è dato di sapere, il religioso avrebbe negato ogni addebito, mentre il ragazzo avrebbe ammesso di aver subito le sue attenzioni. Come che sia, d'intesa col magistrato di turno della Procura della Capitale, il sacerdote è stato sottoposto al fermo di polizia giudiziaria, ed in attesa della convalida, che il giudice delle indagini preliminari ha effettuato la mattina successiva, ha trascorso la notte in guardiola.

Quanto al 14enne, è stato raggiunto da alcuni parenti e con loro ha effettuato il viaggio di ritorno a casa. Anche per il parroco della chiesa madre di Sternatìa, che nel frattempo aveva affidato la sua difesa agli avvocati Luigi Rella e Marta Martina, c'è stato il viaggio di ritorno a casa, ma a bordo di una vettura della Squadra mobile leccese, che lo ha trasferito agli arresti in casa a Poggiardo. Vale aggiungere, che negli uffici della Questura di Roma, sono stati accompagnati anche i sette operai che lo hanno accusato, e che uno dopo l'altro avrebbero apposto la propria firma, allorché gli investigatori li hanno invitati a formalizzarla.

29/03/2006

http://www.ildialogo.org/Ratzinger/pretipedofili/inquinareprove04052006.htm

Pedofilia
Arrestato prete, stava tentando di inquinare prove

Fonte: http://www.agenews.it/

PEDOFILIA: ARRESTATO PRETE, STAVA TENTANDO DI INQUINARE PROVE


(AGE) ROMA - Un sacerdote, parroco di Sternadia (Lecce) è stato arrestato questa mattina dagli agenti della IV sezione della Squadra Mobile della Questura di Roma, diretti da Dania Manti, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il sacerdote, che era agli arresti domiciliari perché era stato trovato in auto in compagnia di un minore, avrebbe tentato di inquinare le prove a suo carico. Per questo motivo il pm titolare dell’ inchiesta, Francesco Polino, ha disposto un inasprimento dell’originario provvedimento. Il parroco, che è stato portato nel carcere di Lecce, fu fermato un mese fa circa dalla polizia stradale su segnalazione di alcuni camionisti che lo avevano notato in un’auto parcheggiata in compagnia di un ragazzino, impegnato in atti osceni. Il sacerdote si chiama Donato Bono e l’accusa nei suoi confronti è di atti sessuali con minori. Don Donato, che è nato a Poggiardo (Lecce), da una decina di anni é parroco di un piccolo centro a una trentina di chilometri, Sternadia, dove ha fondato l’ Anspi, una associazione per la formazione spirituale, la catechesi e l’attività sportiva. L’inasprimento del provvedimento a suo carico sarebbe stato reso necessario in seguito al mancato rispetto delle regole previste per gli arresti domiciliari. Il prete avrebbe parlato e incontrato alcune persone, e si sarebbe adoperato per inquinare le prove a suo carico, in particolare facendo esercitare pressione sui genitori del minorenne, e sul ragazzo stesso, in compagnia del quale era stato sorpreso dagli agenti della Polizia Stradale.
(AGE)
Data: 03/05/06 17:31
Autore: NUN

La Gazzetta del Mezzogiorno
Pedofilia: arrestato sacerdote nel Leccese

Era stato già bloccato circa un mese fa in auto, a Roma, in compagnia di un 12enne ma poi avrebbe tentato di convincere la famiglia del bambino a non sporgere denuncia

ROMA - Un sacerdote 40enne è stato arrestato dagli agenti della Squadra mobile romana in un paese vicino Lecce nell’ambito di un’indagine su abusi sessuali nei confronti di minorenni. Secondo indiscrezioni il sacerdote, già bloccato circa un mese fa dagli agenti della polizia stradale mentre si trovava in compagnia di un 12enne a bordo della sua auto sul Grande raccordo anulare della capitale, avrebbe cercato di convincere la famiglia del minore a non sporgere denuncia nei suoi confronti. Per questo motivo il religioso, parroco della cittadina pugliese, sarebbe stato raggiunto da un nuovo provvedimento di custodia cautelare.
Le indagini degli investigatori della quarta sezione della Squadra mobile di Roma erano iniziate subito dopo la scoperta dei continui viaggi fatti a Roma dal sacerdote durante i quali l’uomo era solito farsi accompagnare da ragazzi del suo paese. La polizia, ascoltando varie testimonianze, compresa inizialmente quella del 12enne trovato in auto con il religioso, ha accertato che i minorenni venivano condotti sempre nello stesso ambiente romano.
Dopo essere finito agli arresti domiciliari nella sua abitazione il sacerdote, tuttavia, avrebbe continuato ad avere rapporti con i ragazzi, anche nel suo appartamento, ed avrebbe tentato, secondo l’accusa, di inquinare le prove a suo carico contattando le famiglie dei minorenni, tutte residenti nello stesso paese. Proseguendo nelle indagini sul conto del religioso, però, la polizia in collaborazione con la Mobile leccese, ha condotto una serie di accertamenti nel centro abitato, dove vivono circa 2.000 persone.
Con grandi difficoltà gli investigatori hanno scoperto che alcuni anni fa il sacerdote aveva fondato un gruppo religioso che organizzava campi estivi ed invernali per i giovani del paese ed aveva creato anche un gruppo direttivo, soprannominato «il gruppo dei 12» composto da adolescenti maschi alcuni dei quali avrebbero accompagnato il sacerdote nei suoi viaggi a Roma.
Fra le varie testiomonianze la polizia ha anche ottenuto quella della perpetua della parrocchia che, secondo quanto ha raccontato agli investigatori, già in passato avrebbe avuto sospetti sui comportamenti tenuti dal religioso nei confronti dei ragazzi e per questo sarebbe stata anche picchiata.

3/5/2006

http://archiviostorico.corriere.it/2006/luglio/04/sacerdote_bloccato_con_ragazzino_sul_co_10_060704028.shtml

La richiesta del pm Staffa Il sacerdote bloccato con un ragazzino sul Gra «Processo per pedofilia»Posto prima ai «domiciliari», don Donato a maggio è finito in carcere per aver tentato di inquinare le prove

Un sacerdote pugliese, don Donato Bono, 44 anni, parroco di Sternadia, in provincia di Lecce, rischia di finire sotto processo per pedofilia. Il pubblico ministero Roberto Staffa ha chiesto infatti il suo rinvio a giudizio perchè risponda di atti sessuali con un minorenne e atti osceni in luogo pubblico. I fatti risalgono allo scorso aprile. Il religioso era stato bloccato dalla polizia stradale in una piazzuola del Grande Raccordo Anulare su segnalazione di alcuni camionisti che avevano notato don Donato in atteggiamenti osceni con un ragazzino a bordo della propria auto. Posto dapprima agli arresti domiciliari, il sacerdote era finito in carcere, dove si trova tuttora, all' inizio di maggio per aver tentato di inquinare le prove. Secondo l' accusa, infatti, avrebbe esercitato pressioni sul minorenne e sui suoi genitori per alleggerire la propria posizione. Don Donato, nato a Poggiardo, nel leccese, da una decina di anni è parroco di un piccolo paese dove ha fondato l' Anspi, una associazione per la formazione spirituale, la catechesi e l' attività sportiva. Secondo l' accusa il sacerdote approfittava dei suoi viaggi a Roma per farsi accompagnare da ragazzi minorenni. Dopo essere stato sorpreso dalla Stradale, don Donato è stato preso in consegna dagli agenti della squadra mobile, diretti da Alberto Intini e dal funzionario della IV sezione Dania Manti, che hanno allargato il raggio delle indagini nei confronti del religioso sospettato di aver compiuto violenze anche su altri ragazzini. E sono stati sempre gli investigatori romani ad aver scoperto che il parroco di Sternadia, tornato a casa, si era messo in contatto con alcune famiglie della cittadina per convincere gli adolescenti a ritirare le denunce nei suoi confronti.


Pagina 4
(4 luglio 2006) - Corriere della Sera

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