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questo continuare a cercarsi

 dove l’altro smette.

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Sensibilità tenerezza ardore

sono collegate al cuore

Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi di Dicembre 2016

 

Buona scuola

Post n°4461 pubblicato il 06 Dicembre 2016 da fabiana.giallosole
 

Da “Italia Oggi”


Buona scuola, correttivi a rischio Chiamata diretta e bonus, per il 2017 partite in bilico


Alessandra Ricciardi

Il voto di domenica, con la vittoria del fronte del no al referendum costituzionale, rischia di mettere su un binario morto le deleghe attuative della riforma della Buona scuola, uno dei cavalli di battaglia del governo Renzi. Ma anche i correttivi alla stessa riforma su cui l'esecutivo, proprio nelle ultime settimane, aveva deciso di trattare con i sindacati al tavolo aperto al ministero dell'istruzione.

Tutto congelato, se non peggio, dopo che il premier Matteo Renzi ha rassegnato le sue dimissioni. È saltato per esempio l'incontro previsto per domani a viale Trastevere tra il gabinetto del ministro Stefania Giannini e i segretari sindacali sulla mobilità. Obiettivo delle sigle è di ripristinare il trasferimento su sede per i docenti. Senza quel contratto, e senza quelle aperture, lo scenario che si profila, con un governo tecnico o politico ma di breve durata, è che sulla mobilità si proceda come prevede la normativa e con atto unilaterale dell'amministrazione, dicono da viale Trastevere, e dunque che restino in vigore gli ambiti.

C'è poi da scontare la mancata controriforma della legge Brunetta: l'accordo sottoscritto solo mercoledì scorso tra governo e sindacati, a firmare Cgil, Cisl, Uil e Confsal, sul rinnovo dei contratti del pubblico impiego aveva tra i suoi cardini lo smantellamento del potere legislativo in materia di rapporto di lavoro a favore della contrattazione. Per i sindacati della scuola significa sulla carta poter rivedere, per esempio, la chiamata diretta dei docenti e il bonus al merito, ripristinando la contrattazione e togliendoli dalla discrezionalità del dirigente scolastico.

Sempre per i sindacati quell'intesa va comunque rispettata, a prescindere dal governo che sarà. Ma è evidente che, cambiando esecutivo e clima politico, la partita ora è molto più complicata. E senza modifiche alla Brunetta, chiamata diretta e bonus rischiamo di restare come sono, così come prevede la riforma della Buona scuola.

Tra i dossier su cui regna l'incertezza, ci sono gli stessi aumenti contrattuali, 85 euro in media al mese, previsti dall'intesa del 30 novembre. È vero che la Corte costituzionale ha di fatto imposto il rinnovo dei contratti, ma non ha detto a quanto hanno diritto i dipendenti pubblici. La legge di bilancio che sarà approvata nelle prossime ore, senza modifiche al senato, stanzia per i contratti poco meno di 2 miliardi di euro. Per assicurare 85 euro di aumento ne servono 5 di miliardi, ha detto il ministro ella funzione pubblica, Marianna Madia. Per un governo tecnico o politico di transizione, difficile assumere impegni così onerosi in una prossima legge di Bilancio.

E poi ci sono le deleghe, i decreti attuativi della Buona scuola: dal nuovo sistema di valutazione degli studenti alla revisione della formazione tecnica e professionale, dal canale di educazione e istruzione per la fascia di età 0-6 anni dei bambini al reclutamento dei docenti. Con le relative pendenze per sanare le graduatorie a esaurimento non ancora svuotate. Titoli che adesso sono in attesa di autore

 

 

 
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Legge Bilancio

Post n°4460 pubblicato il 06 Dicembre 2016 da fabiana.giallosole
 

Da “OrizzonteScuola”


Legge di bilancio, salta numero 25mila cattedre, deciderà il MEF. Addio mobilità deroga triennale. Cosa accadrà a riforma 0-6

 

di redazione

 

La manovra finanziaria approderà, blindata, domani mattina alle 9,30 in aula al Senato. Il voto di fiducia ci sarà domani pomeriggio con la chiama che inizierà domani alle 14,30: l’ok definitivo alla legge di Bilancio arriverà quindi domani pomeriggio.

Per quanto riguarda l’esame (ovviamente rapidissimo e blindato) della manovra da parte della commissione Bilancio al Senato, riferisce la capogruppo del Misto Loredana De Petris (Si-Sel) al termine della capigruppo di Palazzo Madama, “la 5a lavorerà questa notte ma non si potrà cambiare niente, nemmeno inserire misure su cui il Governo si era impegnato. Secondo quanto si apprende la maggioranza non presenterà alcun emendamento.

La road map designata dai capigruppo del Senato, quindi, prevede l’approdo del testo della legge di Bilancio in aula domani mattina alle 9,30, eventuali questioni pregiudiziali, poi discussione generale e quindi apposizione della questione di fiducia intorno all’ora di pranzo sulla prima parte della manovra, nel testo uscito dalla Camera. L’esito del voto si avrà nel primo pomeriggio, in tempo per la direzione del Pd prevista per le 15.

Quindi, vista la nuova composizione del testo della legge di Bilancio, l’aula del Senato dovrà votare sulla seconda parte della manovra, quella delle tabelle, per dare il via libera definitivo alla manovra. Quindi il mandato di Matteo Renzi potrà volgere al termine e le sue dimissioni “scongelarsi”.

Tra le misure che salteranno ci sono quelle sulla scuola che la maggioranza aveva ritirato alla Camera e promesso di ripresentare al Senato.

Si tratta di interventi importanti, alcuni dei quali volti ad aggiustare le storture della legge 107 di riforma votata dalla stessa maggioranza.

Alcune misure erano rivolte sia ai docenti interessati alla mobilità che alle assunzioni.

Innanzitutto, la trasformazione delle cattedre da organico di fatto ad organico di diritto. Si tratta di uno stanziamento di 140 milioni nel 2017 e 400 milioni a decorrere dal 2018. Nel testo della Legge di Bilancio non si danno i numeri delle cattedre da trasformare, compito che era stato assegnato ad un emendamento firmato PD che determinava in 20mila cattedre ordinarie e 5mila di sostegno. Adesso l’emendamento non potrà essere ripresentato come promesso dalla Maggioranza durante i lavori parlamentari e la decisione finale di quante cattedre trasformare dipenderà dal Ministero dell’Economia che aveva ipotizzato un massimo di 10mila nuovi posti.

Altro emendamento che era stato ritirato per ripresentarlo in Senato riguardava la deroga del vincolo triennale per la mobilità che avrebbe agevolato molti docenti per ritornare nelle proprie regioni d’origine e che avrebbero trovato più posti grazie all’aumento delle cattedre in organico di diritto.

Per quanto riguarda i finanziamenti alle deleghe, esse saranno approvate insieme alla Legge di Bilancio,  ma appare chiaro che sarà difficile, se non impossibile, realizzarle prima della scadenza prevista dalla riforma per il 16 di gennaio.

Cosa accadrà alla promessa del Premier di consentire alle docenti precarie di usufruire dell’aumento dei posti derivanti dalla riforma 0-6 per le assunzioni?

Ricordiamo, infatti, che Renzi ha promesso una soluzione indipendentemente dal risultato referendario.

Vedremo se si è trattato di promesse condizionate dal risultato referendario o saranno effettivamente mantenute.

 
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Formazione obbligatoria

Post n°4459 pubblicato il 06 Dicembre 2016 da fabiana.giallosole
 

Da “OrizzonteScuola”


Formazione obbligatoria, indicazioni per scuole e reti. Corsi pagati con 500 euro, come farseli riconoscere

 

di Nino Sabella

 

Il Miur, con la nota n. 3373 del 01/12/2016, ha fornito indicazioni affinché le scuole Polo utilizzino efficacemente le risorse loro assegnate per  lo  sviluppo dei  piani formativi delle istituzioni scolastiche negli ambiti territoriali, secondo quanto previsto dal Piano per la formazione dei docenti 2016-2019, affinché i piani di formazione delle reti non si sovrappongano a quelli delle Istituzioni scolastiche e affinché vi sia coerenza tra i piani di formazione delle reti e le priorità nazionali delineate nel citato Piano. 

In premessa si ricorda che: il D.M. n.797 del 19 ottobre u.s., con il quale il Ministro ha adottato il summenzionato Piano, è in corso di registrazione; l’assegnazione delle risorse, previste dall’art. 1 del  comma  125 della Legge 107/15, da parte della DGPERS alle scuole polo individuate negli ambiti territoriali, è imminente; la complessità del Piano e le opportunità che da esso scaturiscono impegnano l’Amministrazione nei suoi diversi livelli di responsabilità a concorrere alla sua realizzazione.

Dopo la citata premessa, vengono quindi fornite le suddette indicazioni.

Viene innanzitutto ribadito il ruolo fondamentale delle reti di scuole, che hanno il compito di favorire una progettualità condivisa per costruire proposte di azioni in sinergia e per rispondere in  modo  più  capillare  alle  esigenze  delle  scuole  e dei  docenti. La rete, leggiamo ancora nella nota, promuove il piano formativo dell’ambito, che non deve essere costituito dalla somma dei piani dei singoli istituti facenti parte della rete, ma una loro sintesi, una rielaborazione per obiettivi, contenuti e temi.

Nel caso in cui la progettazione di ambito non abbia individuato una specifica esigenza formativa, potrà comunque essere riconosciuta una quota parte delle risorse assegnate, come previsto anche dalla nota n. 2915 del 15.09.2016.

Il Piano di formazione delle reti e quelli delle singole Istituzioni scolastiche devono tenere in considerazione, o meglio prendere come punti di riferimento, le priorità individuate nel Piano nazionale e devono integrarsi con le necessità formative dei docenti individuate nei Piani Triennali dell’Offerta Formativa e nei Piani di Miglioramento in esso contenuti.

La progettazione delle attività formative, dunque, deve avvenire – leggiamo nella nota –  secondo “una logica che parte dalla progettazione collegiale e dai bisogni professionali dei docenti, con particolare attenzione ai Piani Triennali dell’Offerta Formativa e ai Piani di Miglioramento in esso contenuti.”

Al fine suddetto, ossia quello di favorire la coerenza  tra  i  piani  di  formazione  delle  reti  e  le  azioni  nazionali, è opportuno  che  ogni  iniziativa  proposta  sia  riferita  ad  una  specifica  priorità del  Piano. A titolo esemplificativo: “le azioni previste dalla nota Miur 03.11.2016,  prot. n. 32839 Formazione dei referenti/coordinatori dei processi sui temi della disabilità e dell’inclusione” rientrano nella Priorità 4.5 del Piano per la formazione.” Ed ancora: “Il  Piano  nazionale  sulle  lingue  straniere  che  coinvolgerà  i docenti in servizio dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado, realizzato con i  Fondi  PON  Scuola  –  Programmazione  2014-2020  con  inizio delle attività formative dall’anno scolastico 2017/18, è afferente alla priorità 4.4. ”

Le proposte formative degli ambiti e delle reti saranno oggetto di un apposito monitoraggio da parte dell’Indire.

Nella nota ritroviamo anche un paragrafo dedicato all’uso della Card (il bonus di 500 euro) per le attività di formazione e nel quale è indicato che le attività formative seguite dai docenti, grazie all’utilizzo della citata Card, sono inserite nel portfolio del docente stesso e sono utili alla definizione del suo curriculum. Tali attività, inoltre, se coerenti con il piano elaborato dal collegio docenti, diventano parte integrante del piano stesso e quindi sono riconosciuti nell’ambito della formazione obbligatoria.

Scarica la nota con le indicazioni per le reti

 

 
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Legge 107

Post n°4458 pubblicato il 06 Dicembre 2016 da fabiana.giallosole
 

Da “La Tecnica della Scuola”


Legge 107: certamente le deleghe salteranno

 

Reginaldo Palermo

 

In rete sta già impazzando il "toto-107": cosa succederà della legge sulla "Buona Scuola" dopo la vittoria del NO? 


Come abbiamo già avuto modo di scrivere è molto probabile che per il momento (e cioè fino a quando non ci sarà un nuovo Parlamento) non cambierà nulla. Può darsi (ma non è sicuro) che possa esserci un cambio di rotta sulla questione della mobilità.
Per il momento l'unico dato certo (anzi molto probabile: in politica la certezza non esiste) riguarda la questione delle deleghe contenute nel comma 181 della legge 107 e che dovrebbero tradursi in decreti attuativi entro la metà di gennaio, e cioè fra un mese.
Le deleghe sono 9 e coprono un ventaglio molto ampio di norme:
a) Riordino delle disposizioni normative in  materia di  sistema nazionale di istruzione e formazione (in pratica revisione del testo unico sull'istruzione)
b) Formazione e reclutamento personale docente
c) Inclusione scolastica alunni disabili
d) Revisione percorsi istruzione professionale
e) Sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita ai 6 anni
f) Diritto allo studio
g) Promozione e diffusione cultura umanistica
h) Scuole italiane all’estero
i) Valutazione e certificazione delle competenze degli studenti
Ma cosa accadrà se entro metà gennaio non saranno adottati i decreti legislativi?
La risposta la si trova nell'articolo 76 della Costituzione che stabilisce che il Parlamento può delegare il Governo "soltanto per tempo limitato".
Nel caso in cui i termini scadano, il Parlamento deve rinnovare la delega. Di casi di deleghe scadute ce n'è stato più di uno ed è sempre stato necessario un intervento successivo delle Camere per rinnovare l'autorizzazione conferita al Governo prorogandone i termini.
In genere si è trattato quasi sempre di decreti legge (i cosiddetti "decreti milleproroghe"); ma è evidente che in questa fase politica turbolenta è molto difficile che il Parlamento approvi una proroga che, in ogni caso, avrebbe ben poco senso: il futuro Governo potrebbe lasciarla decadere senza nessuna difficoltà. 
Resta da capire che fine faranno le risorse che la legge di bilancio stanzia per l'attuazione della riforma, ma questo è un altro tema e se ne riparlerà quando le acque si saranno calmate.

 
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Scuola

Post n°4457 pubblicato il 06 Dicembre 2016 da fabiana.giallosole
 
Tag: Scuola

Da "La Tecnica della Scuola"


E adesso, cosa cambia per la scuola? Nell'immediato, molto poco

 

Reginaldo Palermo 


Non è per nulla facile immaginare cosa capiterà adesso nel mondo della scuola, dopo la vittoria del NO al referendum. Le variabili in gioco sono tante, forse troppe.


Intanto bisognerebbe sapere quale Governo (e con quale programma) si formerà nelle prossime ore.  Potrebbbe essere un Governo per "traghettare" il Paese verso nuove elezioni oppure per proseguire fino al termine della legislatura con lo stesso programma di quello attuale. 
In quest'ultima ipotesi per la scuola potrebbe cambiare poco anche se appare ormai del tutto improbabile che a gennaio il Governo possa licenziare i decreti attuativi previsti dalla legge 107 (se non altro per una questione di tempi). In questo caso l'approvazione dei decreti delegati potrebbe slittare almeno di 6 mesi.
Se, al contrario, dovesse formarsi un Governo "provvisorio" bisognerà capire se si voterà con le regole attuali o se le forze politiche si accorderanno per approvare una nuova legge elettorale. A seconda della strada scelta le elezioni potrebbero svolgersi già fra 3-4 mesi oppure a giugno.
In ogni caso non sembra proprio che ci possa essere il tempo per mettere mano alla legge 107.
Allo stato attuale, quindi, le possibilità che per la scuola cambino le regole in modo significativo sembrano legate quasi esclusivamente alla formazione di un nuovo Governo del tutto diverso da quello dimissionario, ipotesi che, per il momento, non è all'orizzonte.
Resta da capire cosa ne sarà della legge di bilancio: l'ipotesi più attendibile è che la legga verrà approvata con voto di fiducia al Senato, senza nessuna modifica rispetto al testo uscito dalla Camera. 
E che fine farà l'accordo del 30 novembre fra Governo e sindacati? Quasi di sicuro tutto resterà fermo in attesa di un nuovo esecutivo, se non altro per il fatto che l'apertura delle trattative all'Aran è sempre subordinata alla firma di un atto di indirizzo concordato fra MEF, Funzione Pubblica e Miur. Se ne riparla, nella migliore delle ipotesi, prima della pausa estiva, forse.

 

 
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Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

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