Citazioni nei Blog Amici: 12
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca gli argomenti

a

Cerca gli argomenti scorrendo la tendina "tutti i tags" 

 

 

Scrivici:

copdus@gmail.com

 

 

a

 

 

 

 

Buona notte

d

 

Canzone della sera:

▶ Mango - La rondine (videoclip) - YouTube

Il sogno, la poesia,

l'ottimismo aiutano la realtà

più di ogni altro mezzo a

disposizione.

S. Agostino

 

 

 

Aforismi e frasi celebri


as


le lacrime ti impedirebbero di vedere le stelle

(R. Tagore)
 

L'angolo della scrittura

libro

 

 

 

 

 

Giuseppe Nieddu

(Fumetto: Vegis Auree)

Ant02

Il sito di Giuseppe Nieddu

Paolo Lubinu

(Libro: Jesu Cristu Etzu)

Visualizzazione di flyerJCEmini2.jpg

JESÙ CRISTU 'ETZU - ROMANZO D'ESORDIO DI PAOLO LUBINU - crowdfunding

 

Sunny_Poems

a

 

E’ un inseguirsi tra le righe

questo continuare a cercarsi

 dove l’altro smette.

Una connessione spontanea

Senza alcuna richiesta

 

 

 

Sensibilità tenerezza ardore

sono collegate al cuore

Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 06/05/2015

 

Marcella Raiola

Post n°3416 pubblicato il 06 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 

L'intervento accorato della nostra amica di lotta Marcella Raiola. Brava Marcy!!

"Non smettiamo di farci sentire!!!"


▶ #5Maggio - Sciopero plebiscitario per il ritiro del #DDLRenzi 1di2 - YouTube

(cliccare sul link)

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Noi siamo la scuola

 

Sciopero e Copdus

Post n°3414 pubblicato il 06 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da "Docenti Inidonei e +


SCIOPERO UNITARIO CAGLIARI 5 Maggio 2015


Buongiorno a tutte/i. Ieri è stata una giornata speciale, intensa, faticosa ma soddisfacente per il mondo della scuola. Per la prima volta, dopo tanti anni, moltissime persone, Docenti, Ata, Dirigenti, hanno partecipato insieme, affiancati dai sindacati, allo sciopero indetto inizialmente dai COBAS e, successivamente , condiviso da tutte le sigle sindacali presenti in Italia, dalle più conosciute a quelle meno note. Personalmente ho partecipato alla manifestazione/corteo svoltasi nel nostro capoluogo regionale insieme ai colleghi del nostro coordinamento, il COPDUS (Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati Sassari). Io,Fabiana/Bianca, Sergio e Luigi eravamo presenti per rappresentare i Docenti idonei ad altri compiti NON citati dal DDL Renzi. Gli altri colleghi appartenenti al Copdus non erano in buone condizioni di salute tali da consentir loro di affrontare il viaggio che ci ha portati all'altra estremità della nostra isola , seguire il lungo corteo e gli interventi in piazza. La partecipazione all'evento, la rabbia, l'unione nella lotta sono stati altissimi.

Il "dittatorRenzi" DEVE ritornare sui suoi passi.
Il DDL è da rispedire in toto al mittente!!! Restiamo uniti nella lotta e...
"NON SMETTIAMO DI FARCI SENTIRE"

p.s.gli amici del nostro blog possono vedere le fotografie relative alla manifestazione nella sezione album del blog. Tutti potete guardarle nella nostra pagina facebook

Copdus Sassari   (cliccare sul link)

Un saluto solare dalla Sardegna.

FabianaGiallosole

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Sciopero

Post n°3413 pubblicato il 06 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “xcolpevolex”


Ad un passo dalla vittoria. Riflessione dopo lo sciopero del 5 maggio


Quella del cinque maggio è stata un giornata epocale?  Sì. Adesione impressionante, vicina e forse anche superiore all'80% scuole chiuse e centinaia di migliaia di lavoratori, lavoratrici, studenti e genitori in piazza. Il MIU miliardi di investimenti nella scuola. Faraone, sottosegretario all'Istruzione, ha dichiarato in TV che in sostanza ci possiamo scordare il ritiro del ddl. Renzi, che si andrà avanti, apertura per alcune modifiche, ma si andrà avanti. Come ho ricordato in un precedente scritto, vi è una nota massima, propria del sistema decisionista,  " l'autorità, non la verità fa la legge". Ebbene, dobbiamo avere la forza di ribaltare il decisionismo, la piazza del cinque maggio è stata la verità e la verità vuole il ritiro di quella riforma senza modifiche, punto. Perché se questo sciopero non avrà effetto, nonostante la sua imponente e rara consistenza, qui saltano tutte le regole minimali di una democrazia reale e partecipata. Certo, sono consapevole di quello che accade in Italia, lo vedo ogni giorno, ma qui siamo al punto drammatico e disastroso di non ritorno, capiamolo. La stragrande maggioranza del mondo della scuola, altro che tre fischi, ha dichiarato espressamente che quella riforma deve essere cestinata, garantendo, nello stesso tempo, l'assunzione dei precari, cosa possibile senza stravolgere l'assetto esistente della scuola. Le dichiarazioni e gli intenti come emersi, da parte del sistema decisionista, inducono a pensare che in Italia la democrazia rischia di essere proprio un optional. Ciò perché se un Governo non tiene conto di quello che dice il popolo della scuola, che questo vuole stravolgere, con uno sciopero epocale, e ti rispondono in questo modo, quando la richiesta è chiara, ovvero ritiro di quel benedetto o maledetto ddl, di cosa stiamo ancora discutendo qui? Quali modifiche? Quali aperture? Certamente ci troviamo in una situazione storica e sociale molto particolare, la scuola è la base della democrazia, della civiltà, del futuro di questo Paese. Ascoltarla va bene, ma non basta. Si devono recepire anche le istanze che pervengono da questo mondo, e le istanze sono state inequivocabilmente chiare e determinate. Siamo ad un passo dalla vittoria. Una vittoria storica, importante, se il ddl non verrà ritirato, significa che le vecchie regole, proprie della democrazia reale e partecipata, sono state rottamate e ciò lascia una platea enorme di soggettività attive della nostra comunità senza più alcun potere di rappresentanza, di tutela. Qui non è più in ballo solo il ritiro di una riforma disastrosa, qui è in ballo anche la democrazia.

Marco Barone 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Premier

Post n°3412 pubblicato il 06 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: PREMIER

Da "La Repubblica"


E il premier chiama i parlamentari pd “Ritocchi possibili senza stravolgere”


La linea: dialogo sul merito, l’obiettivo resta Oggi il summit di deputati e senatori dem

Alessandro Bei

Dialogo sul merito e fermezza sull’obiettivo. O, più banalmente, la vecchia tattica del bastone e della carota. Matteo Renzi non cambia strada, deciso a portare a casa — «dopo la legge elettorale» — anche la riforma sulla “buona scuola”. Quello che si può fare e quello che sarà modificato, dopo le grandi manifestazioni in tutte le città d’Italia, verrà messo oggi sul tavolo in un summit a porte chiuse tra il premier e tutti i parlamentari del Pd delle commissioni cultura. Camera e Senato insieme, in modo da raccordare le modifiche e assicurare al provvedimento un iter spedito. Perché quella del cronoprogramma è un’altra fissazione del capo del governo, imporre delle date fa parte del suo metodo di lavoro. E dunque «entro il 19 maggio la delega sarà approvata dalla Camera, entro il 15 giugno sarà legge».

Fissati questi paletti, non c’è dubbio che Renzi si sia reso conto che non è conveniente andare allo scontro frontale con tutto un mondo che, in fin dei conti, costituisce ancora una delle architravi elettorali del Pd. Una delle sue “constituencies”, come dicono al Nazareno. Al dunque qualche apertura ci sarà. Sui contenuti ma anche, se si vuole, sullo stile. Il decisionismo renziano da qualche giorno si stempera infatti in un’apertura al dialogo, come avvenuto alla festa dell’Unità di Bologna, con l’incontro a sorpresa con i precari della scuola. E come si è potuto notare ieri nella tappa elettorale che lo ha visto rimbalzare in poche ore tra Bolzano, Trento e Rovereto per le amministrative del 10 maggio, accompagnato da Giorgio Tonini, Gianclaudio Bressa e Lorenzo Dellai. Lo stile conta. «So che proprio simpatico non sono… posso capire le proteste », dice rivolto ai ragazzi che fuori dall’auditorium universitario SanbàPolis lo contestano con uno striscione. O a quelli che in mattina a Bolzano gli avevano lanciato contro uova e pomodori (e una bottiglia da un litro e mezzo piena di terra, che ha mandato all’ospedale per trauma cranico un operatore di Skytg24). «Si può sbagliare, non credo di fare tutto bene. Ascolteremo le ragioni di queste manifestazioni», ripete ad alcuni professori che sono riusciti a entrare nel palazzetto. Poi assicura che nel governo e nel Pd si «continuerà a discutere nei prossimi giorni», con una disponibilità a modifiche sia «sull’organizzazione del sistema scolastico», sia su quali categorie di precari far rientrare nel conteggio dei 160 mila assunti.

La delega del resto ha già iniziato a cambiare. I dirigenti scolastici ad esempio dovranno farsi approvare il Piano dell’offerta formativa triennale, in sostanza quello che la scuola offre agli studenti, dal Consiglio d’Istituto con una votazione. E anche su quali precari assumere non è stata ancora presa una decisione. Tuttavia alcuni punti fermi restano. «Perché il cardine della riforma — spiega il sottosegretario Davide Faraone — non cambierà. Non torniamo indietro né sull’autonomia scolastica, né sulla facoltà dei presidi di scegliersi il “team”. Ovviamente selezionando gli insegnanti in base al curriculum, ma solo tra i vincitori di un concorso nazionale. Non chiameranno gli amici o i parenti». Un altro dei “caveat” imposti dal premier riguarda l’unicità del provvedimento. Perché a Palazzo Chigi si sono convinti che l’obiettivo dei sindacati, e in generale dei nemici della riforma, sia quello di arrivare a un decreto legge per l’assunzione dei precari, lasciando che il ddl di riforma finisca su un binario morto. «Invece le assunzioni e la riforma — osserva il senatore Andrea Marcucci — fanno parte dello stesso progetto. E chi proverà a far saltare la delega dovrà poi risponderne davanti a quei 160 mila precari che non saranno assunti».

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Renzi

Post n°3411 pubblicato il 06 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Renzi

Da "Corriere della sera"



Renzi apre alle modifiche «Ma il futuro della scuola non è in mano ai sindacati»


Il premier: discutiamo senza cambiare i punti sostanziali


ROMA «La scuola italiana non è dei sindacati, è degli studenti e del loro futuro e negli ultimi decenni questo futuro non lo ha costruito. Con questa riforma per la prima volta l’autonomia non è solo una parola introdotta da Berlinguer, ma un concetto su cui stiamo investendo e cambiando tutto».
Matteo Renzi guarda le piazze, le manifestazioni, il primo sciopero generale della scuola dopo 7 anni, ma non cambia idea. «Non cediamo di un millimetro», su questo come su altri punti. «Ho appena rischiato di andare sotto sulla legge elettorale figuriamoci se ci fermiamo perché i sindacati e tanti professori difendono un sistema scolastico costruito su un’ipocrisia, un’autonomia che non è mai realmente partita, una scuola scollegata dal mondo del lavoro, un preside che non può decidere nel proprio istituto».
Del resto è la «sua» riforma anche in senso letterale: il testo che gli fu presentato, il giorno prima del Consiglio dei ministri che approvò la riforma, lo giudicò «poco coraggioso». Finì di leggerlo e le sue mani strapparono in due i fogli della bozza, davanti ad un attonito ministro. Palazzo Chigi riscrisse, il governo il giorno dopo approvò la nuova versione, con le correzioni che Renzi in prima persona volle a tutti i costi.
Anche per questo, oggi, davanti alla protesta, le aperture del premier possono essere «sulle modalità di assunzione» dei precari, come ha detto ieri a Trento, o ancora su correttivi organizzativi, o ancora sul potenziamento dei poteri del consiglio d’istituto, ma su tutto il resto figuriamoci «se ci mettiamo a concertare».
Ed è curioso che ieri sia stato proprio Renzi a tendere, almeno a parole, una mano alle ragioni dei manifestanti, «siamo disposti ad ascoltare e condividere, confrontarci su tutto con grande serenità». E questo mentre invece il ministro offriva ai cortei dello sciopero la faccia più dura, e si incaricava di bollare la protesta come «politica ed elettorale».
Renzi non lo ha fatto, pur condividendo il giudizio, ma ha fatto sapere, ovviamente anche al suo partito, che i pilastri della riforma non si toccano: potenziamento dell’autonomia e poteri del preside, che può avere alcuni contrappesi, ma che deve conservare la possibilità di scegliere realmente i docenti, di avere in concreto la capacità, anche finanziaria, di essere considerato «come il sindaco di una piccola città» (metafora governativa che richiama l’esperienza precedente del premier) e di conseguenza valutato se non è all’altezza.
Insomma una cornice che riapre lo scontro, almeno ideologico, di alcuni giorni fa, su un tema apparentemente molto distante, come la legge elettorale. Ieri Civati e altri della minoranza dem hanno giudicato la riforma della scuola «lontana dalla nostra cultura politica».
Per Renzi invece dare più poteri e più responsabilità al preside-sindaco, togliendone magari ai sindacati, significa esattamente il contrario: introdurre elementi di trasparenza, democrazia decisionale, merito e responsabilità, che dovrebbero riavvicinare il nostro sistema a quello di Paesi che hanno migliori risultati e maggiori risorse da spendere.
È una frattura, anche ideologica, difficilmente componibile. Renzi immagina un preside che deve essere valutato ed eventualmente sanzionato se la scuola non è all’altezza: poteri insieme a responsabilità, reali. Stigmatizza come se fossero la ragione di tutti i mali «le circolari ministeriali e sindacali». Una parte del suo partito ha costruito e difeso il mondo delle circolari, all’insegna di una centralità ministeriale, e di un’idea egualitaria di scuola, che per il leader del Pd hanno finito per soffocare l’istruzione.
Per questo gli emendamenti che in queste ore si discutono in Parlamento passano il vaglio diretto del premier: nel confezionare l’offerta formativa il preside può essere affiancato dal consiglio docenti, nel premiare il merito può essere «coadiuvato» da un comitato di valutazione, due emendamenti, via libera da Palazzo Chigi. Ma sullo scegliere i docenti il potere del preside-sindaco non può essere intaccato. Per Palazzo Chigi è stato pollice verso.

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Sfilata

Post n°3410 pubblicato il 06 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Sfilata

Da “Corriere della sera”


I prof sfilano contro la riforma


Protagonisti Messaggi ironici e giochi di parole con il nome della riforma, cartelli di denuncia, selfie, parodie e proteste in molte piazze delle grandi città italiane ieri — da Milano (nelle foto) a Roma fino a Palermo — per protestare contro la riforma della scuola del governo Renzi. Secondo alcune sigle sindacali l’adesione è stata di quasi l’80%. Al fianco dei docenti c’erano anche tanti studenti

  Se doveva essere la «minoranza» del Paese, come pronosticato dal sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, è stata una minoranza rumorosa. Centomila persone — secondo i sindacati, che parlano di «cortei mai così affollati» — in corteo a Roma, 30 mila a Milano, 20 mila a Bari, 10 mila a Torino, 6 mila a Palermo, 5 mila a Cagliari, centinaia ad Aosta, Catania, Bologna: 500 mila persone in tutta Italia sono scese in piazza per dire no alla riforma della scuola targata Renzi. Due i punti contestati: aver legato la riforma al piano di assunzioni, «ricattando» così la platea della scuola ad accettare tutto pur di ottenere la stabilizzazione dei precari; e lo strapotere ai presidi nel decidere le sorti degli insegnanti.
Anche se le cifre riferite dalla Questura ridimensionano l’impatto della protesta, resta il fatto che a scendere in piazza siano stati proprio tutti. C’erano i sindacati, che non erano così uniti dal 2007: Flc Cgil, Uil scuola, Cisl scuola, Snals, Gilda, e persino i Cobas, anche se il loro corteo seguiva un percorso alternativo. C’erano le associazioni degli studenti: dalla Rete degli studenti medi all’Unione degli universitari, che accusa: «L’ascolto degli studenti, degli insegnanti, dei genitori è stata solo una finta facciata». C’erano le associazioni dei genitori, che chiedono che i propri figli studino in istituti dignitosi e abbiano insegnanti preparati e motivati. C’erano gli Ata, migliaia di bidelli e segretari che da questa riforma vengono solo «tagliati» (del 20%): «L’obiettivo è esternalizzare i servizi, mentre noi siamo vitali per le scuole». C’erano i giovani medici di Co.N.Med #12milaborse che contestano «il numero esiguo di contratti di specializzazione che non tengono conto del reale fabbisogno di medici». C’erano i dirigenti scolastici, quelli che non ci stanno a fare la parte dei «super-manager tagliateste» mentre si barcamenano per le reggenze di diversi istituti.
Ma c’erano, soprattutto, loro, i professori, al centro del disegno di legge in discussione alla commissione Cultura alla Camera, i veri protagonisti — nel bene e nel male — di ogni rivoluzione che riguarderà la scuola pubblica italiana. Scioperano i precari delle Graduatorie ad esaurimento, che non sanno ancora se e come verranno assunti: «Non vogliamo fare i tappabuchi», urlano dopo anni di supplenze, guardando all’organico funzionale come ad un girone infernale. Si arrabbiano quelli delle graduatorie di II fascia e IIII fascia: «Abbiamo lavorato per anni, copriamo migliaia di cattedre scoperte e ora il ddl ci manda a casa». Si indignano gli idonei del concorsone 2012, a cui era stata ventilata la possibilità di una stabilizzazione, e che adesso si sentono «esclusi». E sventolano bandiere e cartelli anche i prof in ruolo, quelli anziani e quelli più giovani, che potrebbero evitarsi il caldo di piazza del Popolo e il comizio dei big del sindacato: «Ma siamo a fianco dei precari, per evitare che si faccia scempio della scuola pubblica, che rischia di snaturare il nostro ruolo».
Non hanno letto il provvedimento, come ipotizza il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini («Da anni non ci si occupava di scuola, sciopero è politico») che in serata fa diffondere slides informative ad hoc? «È un governo arrogante, che non ha argomenti: e che dovrebbe invece guardare alle reazione che c’è nel mondo della scuola e provare a discutere scelte diverse», sentenzia Susanna Camusso, leader della Cgil.


Valentina Santarpia

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Renzi

Post n°3409 pubblicato il 06 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Renzi

Da “OrizzonteScuola”


Renzi. Pronti a dialogare sulla riforma, ma puntare all'autonomia e all'alternanza scuola - lavoro


di Giulia Boffa

 

Il premier Renzi ha parlato di alternanza scuola - lavoro ieri durante la sua visita a Bolzano

"Quando abbiamo dei numeri come quelli che abbiamo", ha detto riferendosi agli ultimi dati sulla disoccupazione, "vuol dire che il sistema di formazione va cambiato. Il modello che c'è in questa terra - ha sottolineato - è un modello per tutta l'Italia.Abbiamo bisogno di copiare dall'Alto Adige il modello della formazione", ha spiegato Renzi, che nel giorno dello sciopero proprio contro la riforma ha rilanciato l’impegno del governo per l’approvazione l'alternanza scuola-lavoro messa come delega all'interno della riforma. "È una grande occasione" perchè "in queste terre la disoccupazione giovanile è il 12%, circa un quarto della media italiana. Le motivazioni sono tante, ma se guardiamo alle statistiche europee vediamo che dove c'è alternanza scuola-lavoro, la disoccupazione giovanile è più bassa",

Ha parlato poi della riforma:"Poi nel merito continueremo a discutere nei prossimi giorni: sulle assunzioni di determinate categorie piuttosto che di altre e sull'organizzazione del sistema scolastico. Siamo pronti ad ascoltare e condividere", ma il principio dell'autonomia resta. Il premier ha sottolineato infatti che il governo "è pronto a incentivare la grande intuizione che è l'autonomia, cioè la possibilità per la scuola di non essere in mano alle circolari ministeriali o sindacali ma alle famiglie e agli studenti. Se facciamo questo sulla scuola cambiamo l'Italia sennò non andiamo da nessuna parte".

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

SCIOPERO

Post n°3408 pubblicato il 06 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “La tecnica della Scuola”


“Sciopero riuscito: 100mila sfilano a Roma, mezzo milione in tutta Italia”


Alessandro Giuliani

Lo hanno detto i sindacati dal palco di piazza Navona. Confermato il dato numerico anche dalle agenzie. E pure quello sulle tante scuole rimaste chiuse nell’intera Penisola per via dello sciopero: in alcune città, come Torino, le adesioni avrebbero raggiunto l'80%. Domenico Pantaleo (Flc-Cgil): il ministro Giannini si dimetta e il sottosegretario Faraone chieda scusa a ognuno dei manifestanti, non sono la minoranza. Massimo Di Menna (Uil): Renzi, se nemmeno ora ci ascolti ‘sei de’ coccio’.

 

Lo sciopero è riuscito, il premier Renzi se ne faccia una ragione: non può pensare di parlare con un milione di lavoratori, convochi i sindacati e rimetta mano a questa riforma. A dirlo sono stati, alternandosi, i sindacalisti promotori della manifestazione di Roma. “Il ministro Giannini si ravveda o si dimetta”, ha detto Domenico Pantaleo, leader della Flc-Cgil. “E il sottosegretario Davide Faraone chieda scusa, uno a uno, a quel personale definito una ‘minoranza chiassosa’, ha aggiunto Pantaleo. I numeri, in effetti, sembrano dare ragione agli organizzatori dello sciopero: in alcune città, come Torino, le adesioni avrebbero raggiunto l'80%.

"Quando il ministro Giannini ha parlato di squadrismo le abbiamo detto di rispettare le contestazioni. Oggi imperterrita ha ripetuto che non comprende le ragioni dello sciopero e che gli insegnanti scioperano per difendere i loro privilegi. Ma  quali sono questi privilegi? Sarebbero quelli di non avere da anni un contratto rinnovato? Di vedere calpestata la propria dignità? Se il ministro Giannini ha questa idea di scuola, allora si dimetta perché non è degna di rappresentare la scuola pubblica di questo paese", ha concluso Pantaleo.

Intanto, le agenzie di stampa certificavano la vittoria del sindacato: un numero impressionante di istituti chiusi in tutta Italia, 100mila presenze a Roma e mezzo milione in tutta Italia, sparsi tra le altre sei manifestazioni organizzate in sei città e i vari flash mob spontanei. “Caro Renzi, se nemmeno ora ci ascolti ‘sei de’ coccio’, come si dice a Roma”, ha tuonato Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola. "Guarda la nostra piazza, la piazza della scuola e stai sereno", ha detto ancora il sindacalista Confederale. 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
 

 CHI SIAMO

Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

Felice settimana


 Serena, solare settimana a tutti voi, piena di energia e di voglia di lottare ancora insieme...

FabianaGiallosoleq

 

 

Biblio-Blogs e Forum utili:

Docente Bibliotecario

http://www.libreriamo.it/


I lettori possono riprodurre liberamente le immagini presenti in questo blog.

In questo blog sono presenti immagini tratte da Internet. 

Se qualcuna di esse, a nostra insaputa, è  protetta da copyright

Vi preghiamo di informarci e provvederemo subito a rimuoverla.

 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Net Parade

Sostieni il blog Docenti Inidonei e + su Net Parade!

Con un click aiuterai il blog a crescere! 

a

 

 

Psss...puoi votare + volte! Grazie. FabianaGiallosole

 

Ultimi commenti

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

pillole musicali

 

s

 

Loredana Errore - Innamorata (Audio) - YouTube

Loredana Errore Ti sposerò - YouTube

 Naya Rivera - Songbird (Traduzione italiano) - YouTube

Preghiera della sera 

O Maria dacci la tua forza

 e la tua volontà per affrontare

 e superare gli ostacoli della vita...

 

Divagazioni artistiche sarde

 

http://web.tiscali.it/spazio_alguer/articoli/2001/immagini/0533_2001%20.jpeg

Il sito di Giuseppe Nieddu

(Grafico pubblicitario, disegnatore fumetti, illustratore tradizionale e digitale etc)

Carlo Nieddu videomaker, fotografo, noto sul web come Carloportone 

 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963