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questo continuare a cercarsi

 dove l’altro smette.

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sono collegate al cuore

Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 11/05/2015

 

DDL

Post n°3450 pubblicato il 11 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: DDL

Da "Docenti Inidonei e +"


NO DDL "BUONA SCUOLA"


Ragazze/i avete esternato al premier Renzi il vostro disappunto?
Io e il Copdus abbiamo scritto così sulla sua pagina:

"Caro" premier Renzi, c'è una sola cosa da riscrivere: il DDL sulla Buona Scuola. Della scuola italiana lei dimostra di conoscere NIENTE. E' vergognoso che con presunzione, ignoranza, in merito alle tematiche e al funzionamento della scuola, ci si cimenti in un'opera ardua come la stesura di un ddl che dovrebbe MIGLIORARE la Scuola Pubblica Italiana e non affossarla preferendole, inoltre, la scuola privata. Il suo procedere senza aver MAI ascoltato le voci degli operatori della scuola che, in quanto tali, sono i più qualificati ad esprimersi, dimostra, da parte sua,oltre ad una marcata arroganza, anche una totale mancanza di democrazia. E' inutile che lei spenda tante, presunte, buone parole per cercare di convincere la collettività sui MIRACOLI da lei e dal suo seguito operati per migliorare lo stato delle cose in Italia e in particolare della Scuola Italiana, la MIA scuola , non certo la sua.. Manca in lei e in tutti coloro che la sostengono la VOLONTA' di muoversi per il mondo della scuola in modo onesto, leale. Conoscete solo l'opportunismo , la prepotenza. Avete tutti i mezzi, le risorse per migliorare il funzionamento della scuola e non c'è bisogno dei vostri vergognosi diktat. Nessuno di noi Docenti, amministrativi, collaboratori voterà il suo partito, il pd. State rovinando la NOSTRA SCUOLA e noi non smetteremo di farci sentire anche se lei afferma di non temere ii nostri "3 fischi"., dimostrando di non conoscere nemmeno il significato della parola rispetto.


 
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Comunicato stampa

Post n°3449 pubblicato il 11 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 

Comunicato-stampa COBAS


La toppa degli emendamenti al Ddl “cattiva scuola” è peggio del buco: no al preside-padrone, ritiro del Ddl, eliminazione dei quiz Invalsi, assunzione stabile dei precari.

Il 12 maggio scioperiamo contro i quiz alle Superiori e per eliminarli anche dall’esame di Terza Media. Manifestazioni locali insieme agli studenti, a Roma alle 10 al MIUR.

Se si effettuasse un referendum nelle scuole, la cancellazione totale del Ddl della cattiva scuola renziana, la contemporanea emanazione di un decreto per l’assunzione stabile dei precari e l’eliminazione degli insulsi quiz Invalsi stravincerebbero. Lo hanno ampiamente dimostrato la giornata memorabile del 5, con la stragrande maggioranza delle scuole chiuse, e la partecipazione allo sciopero del 6 nelle Elementari e al boicottaggio dei quiz del 7, quando in tantissimi istituti docenti ed Ata hanno bloccato la distruttiva procedura quizzarola, aiutati da una marea di genitori che si sono rifiutati di sottoporre i propri figli a indovinelli risibili e deleteri per una seria didattica.

Ma il governo sta cercando di bypassare questa lampante realtà, affermando scioccamente l’ovvietà che “la scuola non è dei sindacati” (Boschi) oppure contrapponendo i docenti e gli Ata, dipinti come “corporativi” e “conservatori”, agli studenti e alle famiglie (Renzi). In realtà la nostra opposizione è fatta per conto della scuola Bene comune, degli studenti e dei cittadini tutti/e, oltre che dei lavoratori/trici, ed è contro l’immiserimento materiale e culturale provocato dall’insulsa scuola-quiz aziendalistica.

Ciò malgrado, il governo procede incurante, sordo ad ogni segnale venuto anche dagli incontri di sindacati, associazioni e studenti con la direzione PD (un confronto “per interposta persona” con un governo pressoché monocolore) ed ha presentato due emendamenti sul ruolo dei presidi-padroni che appaiono una toppa peggiore del buco. Con il primo, si cerca solo di rendere complici i Collegi docenti delle decisioni del preside, perché si dà loro la possibilità di discutere le “direttive” del preside ma non di fuoriuscire da esse, senza alcun potere di bocciarle; con il secondo, addirittura si dà facoltà a rappresentanti di genitori e studenti di valutare, insieme al preside e a due docenti, quali insegnanti (in misura del 5%) della scuola premiare con una somma annua. Come possano gli studenti di una classe e/o i loro genitori valutare i docenti di tutto l’istituto è mistero supremo, e un rapporto distruttivo si creerebbe tra un docente e un suo studente (o genitore di) se da questi dovesse dipendere una parte significativa dello stipendio.

Dunque, a tale sordità e arroganza deve corrispondere una protesta ancor più incisiva e rumorosa, a partire da domani, quando, scioperando, bloccheremo i quiz Invalsi alle Superiori e ne chiederemo l’eliminazione dall’esame di Terza media, manifestando insieme agli studenti nelle principali città. In particolare a Roma saremo di nuovo al MIUR dalle 10. Dopodiché, è evidente che lo sciopero degli scrutini dovrebbe essere il successivo e cruciale appuntamento di lotta. Esso richiede la disdetta formale e sostanziale, da parte dei confederali, Snals e Gilda, della limitazione al diritto di sciopero durante gli scrutini (non più di due giorni consecutivi e in classi non “terminali”), erroneamente accettata a suo tempo. Solo un atto generalizzato e solenne di disobbedienza a regole-capestro, da parte innanzitutto dei sindacati con il maggior numero di iscritti/e, creerebbe le condizioni per qualcosa di davvero memorabile e per una partecipazione analoga a quella del 5 maggio. E in tal caso potremmo vanificare e scavalcare qualsiasi ipotetica “precettazione”.

Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS

11 maggio 2015

 
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RIFORMA

Post n°3448 pubblicato il 11 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Riforma

 

Da “OrizzonteScuola” 



Riforma. Tutte le modifiche, la scheda di approfondimento. Testo sarà licenziato domani da VII



di redazione


Come promesso, l'analisi dei cambiamento effettuati dalla VII commissione cultura alla Camera dopo la discussione e l'approvazione degli emendamenti di sabato sera.

Il testo non subirà altre modifiche e sarà licenziato domani dalla VII Commissione cultura alla Camera. Si passa quindi all'aula.

Domani la commissione Cultura alla Camera - dopo aver concluso sabato l'esame di tutti gli emendamenti - darà il via libera al testo del ddl Scuola e voterà il mandato alla relatrice, Maria Coscia (Pd), per riferire in aula. L'approdo in assemblea è previsto per giovedì mattina.

Uno dei principi fondamentali della riforma è il rafforzamento dell'autonomia scolastica, cioè una maggiore libertà nella gestione degli edifici, della didattica, dei progetti formativi e dei fondi a disposizione di ogni singola scuola: le scuole avranno l'onere di determinare triennalmente la propria offerta formativa e a questa triennalità saranno legati altri adempimenti dell'amministrazione, come gli organici, la mobilità del personale e le assunzioni.

L'organico sarà gestito interamente dal dirigente scolastico che potrà proporre le cattedre e i posti utilizzando gli albi territoriali costituiti dagli Uffici scolastici regionali in base a una sua valutazione. La chiamata degli insegnanti sarà, dunque, senza più graduatorie ma sulla base degli albi (o ambiti) a cui si accederà per concorso pubblico oppure che rientreranno nel Piano straordinario di assunzioni di settembre 2015.

Ecco i contenuti del testo così come modificato dalla commissione.

PIÙ AUTONOMIA: MONTE ORE RIMODULATO. Con la modifica dell'articolo 1 è stata ribadita l'autonomia scolastica da attuare attraverso alcuni strumenti: la possibilità di rimodulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina; il potenziamento del tempo scuola anche oltre i modelli e i quadri orari; la programmazione plurisettimanale e flessibile dell'orario complessivo.

Le scuole dovranno dunque garantire 'l'apertura pomeridiana delle scuole e la riduzione del numero di alunni e di studenti per classe' o potrà prevedere 'articolazioni di gruppi di classi, anche con potenziamento del tempo scuola o rimodulazione del monte orario rispetto a quanto indicato al decreto del presidente della Repubblica n. 89 del 2009'.

Infine, le scuole potranno rimanere aperte anche d'estate. Nei periodi di sospensione dell'attività didattica, infatti, gli istituti e gli enti locali promuoveranno 'attività educative, ricreative, culturali, artistiche e sportive' da svolgersi negli edifici scolastici.

100 MILA ASSUNZIONI. MA IDONEI NEL 2016. Il testo - dopo il passaggio in commissione - conferma l'assunzione, da quest'anno, di circa 100 mila docenti: i vincitori del concorso a cattedre del 2012 e gli iscritti nelle graduatorie a esaurimento. Rimangono fuori dal Piano straordinario di assunzioni gli idonei del concorso 2012. Per loro l'assunzione - prevede un emedamento di Forza Italia - arriverà il 1° settembre 2016.

FUTURO CONCORSO PER SOLI ABILITATI. IDONEI MAX 10%. Per quanto riguarda gli abilitati Tfa e Pas, anche loro esclusi dal Piano assunzioni, è stato previsto un concorso 'ad hoc': il concorsone dovrà essere bandito entro il 1° ottobre 2015 e vi potranno accedere, per l'assunzione a tempo indeterminato, 'esclusivamente i candidati in possesso del titolo di abilitazione all'insegnamento per la classe di concorso o la tipologia di posto per cui concorrono'. Inoltre, è stato previsto un limite al numero di idonei: non potranno essere più del 10% del numero dei posti banditi.

Sempre per il futuro concorso viene previsto che costituiranno titoli 'valutabili in termini di maggior punteggio': aver insegnato per massimo 180 giorni con contratti a tempo e il titolo di abilitazione all'insegnamento 'conseguito a seguito sia dell'accesso ai percorsi di abilitazione tramite procedure selettive pubbliche per titoli ed esami, sia del conseguimento di specifica laurea magistrale o a ciclo unico'. Le graduatorie avranno dureranno 3 anni.

FORMAZIONE DOCENTI E BONUS ANNUALE. I docenti avranno 500 euro all'anno per la propria formazione: si va dai libri ai software, dai concerti ai corsi. A questi si aggiungono anche 40 milioni di euro stanziati per la loro formazione durante il servizio. Il ddl, inoltre, mette a disposizione 200 milioni di euro a partire dal 2016 per il merito del singolo docente: il bonus verrà distribuito dal dirigente al docente che lo merita, motivando la decisione al consiglio di Istituto.

PRIMA COPERTURA ORGANICO SOSTEGNO, POI CATTEDRA. Il governo è delegato a rivedere i criteri di inserimento nei ruoli di sostegno e, in particolare, a garantire che l'alunno con disabilità abbia per l'intero grado d'istruzione lo stesso insegnate di sostegno. L'esecutivo dovrà quindi prevedere 'la revisione dei criteri di inserimento nei ruoli per il sostegno didattico, al fine di garantire la continuità del diritto allo studio degli alunni con disabilità, in modo da rendete possibile allo studente lo stesso insegnante di sostegno per l'intero ordine o grado d'istruzione'.

Inoltre dovrà essere previsto 'che il passaggio di cattedra su posto disciplinare', non avvenga 'prima di aver coperto il posto organico di sostegno'.

2015/16 ANNO TRANSITORIO. ALBI COME PROVINCE. Il ddl disciplina l'istituzione dell'organico dell'autonomia, che sarà composto da posti comuni, posti di sostegno e posti per il potenziamento dell'offerta formativa. L'anno scolastico 2015-2016, con le modifiche, diviene di fatto un anno transitorio. Per il prossimo anno, infatti, gli ambiti territoriali' delle scuole avranno 'estensione provinciale'. Questi saranno poi ridefiniti nel 2016, all'interno dei quali saranno costituite le Reti di scuole.

'RETI' DA 2016, MENO SEGRETERIE E PIÙ MOBILITÀ. Dal 2016 partiranno a regime gli ambiti territoriali sub-provinciali e le Reti di scuole (queste potranno utilizzare gli stessi docenti e accorpare le segreterie amministrative). La modifica introdotta in commissione prevede che entro il 31 marzo 2016 gli uffici scolastici regionali dovranno definire l'ampiezza degli 'ambiti territoriali' - che dovranno essere 'inferiori' alla provincia - e dentro i quali saranno istituite le Reti di scuole. Queste - che dovranno essere costituite entro il 30 giugno 2016 - potranno sottoscrivere accordi per la gestione delle 'risorse professionali' (il personale), le attività amministrative (segreterie) e le iniziative didattiche.

COME SARANNO FORMATI GLI AMBITI TERRITORIALI. I futuri ambiti territoriali (a regime dal 2016/2017) saranno definiti in base a tre criteri: la popolazione scolastica; la prossimità (quindi la vicinanza) delle istituzioni scolastiche; e le caratteristiche del territorio. Quindi sarà tenuto conto - prevede l'emendamento - anche 'delle specificità delle aree interne, montane e delle piccole isole, della presenza di scuole in carcere, nonché di ulteriori situazioni o esperienze territoriali già in essere'.

LE RETI DI SCUOLE. All'interno degli 'ambiti' si formeranno le reti di scuole. Come detto, queste potranno sottoscrivere degli accordi; sarà il Miur, entro 120 dall'approvazione del ddl, a emanare le linee guida con i criteri di cui dovranno tenere conto i futuri accordi. Dunque le convenzioni conterrano i 'criteri' e le modalità' per l'utilizzo dei docenti all'interno della rete; in altre parole, i professori potranno muoversi all'interno delle Rete che corrisponderà a un determinato territorio, che potrà ovviamente comprendere più città.

 

 
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RIFORMA

Post n°3447 pubblicato il 11 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Riforma

 

E ancora: le reti si accorderanno anche sugli insegnamenti opzionali, quelli specialistici, di coordinamento e di progettazione funzionali ai piani dell'offerta formativa. Anche la formazione dei docenti potrà essere 'condivisa' e quindi ai docenti potrà essere chiesta maggiore mobilità anche per la propria formazione. Stessa cosa per le risorse: saranno destinate all'intera rete che dovrà gestirle 'per il perseguimento delle proprie finalità' e che dovrà rendere pubblici i rendiconti e le decisioni.

Infine, ma non meno importante, viene previsto che al fine 'di razionalizzare gli adempimenti amministrativi a carico delle istituzioni scolastiche', la parteche riguarda le pensioni, il Tfr e gli atti amministrativi della scuola, potrà 'essere svolta dalla rete di scuole in base a specifici accordi'. Fonti parlamentari spiegano che la norma potrebbe portare, in futuro, a una riduzione delle segreterie amministrative e, quindi, anche del personale Ata.

STOP PIANO ANNUALE, CI SARÀ SOLO POF TRIENNALE. Il Piano dell'offerta formativa sarà solo triennale, ma potrà essere 'rivisto annualmente entro il mese di ottobre'. E ancora: cambia l'iter di preparazione del Piano dell'offerta che sarà prima elaborato dal Collegio dei docenti sulla base 'degli indirizzi definiti' dal dirigente scolastico' e sarà poi approvato dal Consiglio di istituto.

Il nuovo Pof triennale dovrà prevedere 'il fabbisogno dei posti comuni e di sostegno dell'organico dell'autonomia sulla base del monte ore degli insegnamenti, nonché del numero del numero di alunni con disabilità, fema restando la possibilità di istitutire posti di sostegno in deroga'. Infine, la modifica stabilisce che nel piano dovranno essere presenti non solo le attività formative dei docenti ma anche del personale Ata, in un primo momento escluso.

SCELTA DOCENTI RIMANE A DS. POTRANNO AUTOCANDIDARSI. La scelta dei docenti a cui attribuire gli incarichi rimarrà in capo al solo dirigente scolastico, ma i professori potranno inviare la propria candidatura. Il dirigente, per la copertura dei posti della scuola 'propone' gli incarichi ai docenti di ruolo assegnati all'ambito territoriale di riferimento, anche tenendo conto delle candidature presentate dai docenti. Il preside potrà quindi utilizzare i professori in classi di concorso diverse da quelle per le quali sono abilitati, 'purché possegga titoli di studio, percorsi formativi e competenze professionali coerenti con gli insegnamenti da impartire'.

La proposta di incarico dovrà avvenire sulla base di questi criteri: durata triennale e rinnovabile per ulteriori cicli triennali; 'conferimento degli incarichi con modalità che valorizzino il curriculum, le esperienze e le competenze professionali, anche attraverso lo svolgimento di colloqui'; trasparenza e pubblicità degli incarichi conferiti e dei curricula dei docenti attraverso la pubblicazione sul sito internet della scuola.

ASSEGNAZIONE E ACCETTAZIONE DELL'INCARICO. L'incarico è conferito con l'accettazione della proposta da parte del docente. Nel caso di più proposte, il docente effettua la propria opzione fra quelle ricevute, fermo restando l'obbligo di accettarne almeno una. In caso di inerzia dei dirigenti scolastici nella individuazione dei docenti, sarà l'ufficio scolastico regionale a provvede ad assegnarli d'ufficio alle istituzioni scolastiche. Lo stesso Usr provvederà a conferire l'incarico ai docenti non destinatari di alcuna proposta.

SUPPLENZE FINO A 10 GIORNI. Per quanto riguarda le supplenze, sarà sempre il dirigente a effettuare le sostituzioni dei docenti assenti - fino a 10 giorni - con personale dell'organico dell'autonomia che, 'se impiegato in gradi di istruzione inferiore, conserva il trattamento stipendiale del grado d'istruzione di appartenenza'.

NO RETROATTIVO LIMITE 36 MESI CONTRATTI SUPPLENZE. Il limite di 36 mesi per i contratti dei docenti e del personale Ata per la copertura di posti vacanti e disponibili non sarà retroattivo. I 3 anni saranno contati dall'entrata in vigore della riforma.

SU PREMI E VALUTAZIONE DECIDE DIRIGENTE. Il conferimento dei premi e la valutazione dei docenti rimarranno in capo al dirigente scolastico: dunque non cambiano - nel passaggio alla Camera - le norme (tra le più contestate) contenute nel ddl Scuola. Dunque sarà il preside a valutare i docenti dopo il periodo di formazione (affiancato da un tutor) e a decidere a chi destinare il bonus annuale.

IN STAFF PRESIDE FINO A 10% DOCENTI. I dirigenti scolastici potranno individuare fino al 10% di docenti che lo 'coadiuvano' nel supporto organizzativo e didattico dell'istituzione colastica. I docenti individuati costituiscono lo staff del dirigente scolastico.

ARRIVA RIFORMA COMITATO VALUTAZIONE. Sì alla riforma del Comitato per la valutazione dei docenti, previsto da un decreto del 1994 del primo Governo Berlusconi. Il comitato rimarrà in carica per 3 anni scolastici (e non più uno solo), che sia presieduto dal dirigente scolastico e composto da due docenti della scuola (non viene prevista la presenza di supplenti), due rappresentanti dei genitori per la scuola dell'infanzia e primaria, di un rappresentante degli studenti e uno dei genitori per la scuola superiore.

PIÙ RISORSE PER STIPENDI DS. IN 2015 +46 MLN. Aumento delle risorse del fondo unico nazionale per la retribuzione della posizione, fissa e variabile, e della retribuzione di risultato dei dirigenti scolastici. Con una modifica la commissione ha deciso che per quest'anno il Fondo dovrà essere incrementato di 46 milioni di euro (invece che 12 milioni, come prevede ora dal testo) e che queste risorse siano utilizzate per il triennio scolastico passato (da 2012 al 2015). E ancora: altri 14 milioni (invece che 12) vengono stanziati per l'anno scolastico 2015/2016 e 36 milioni di euro all'anno a partire dal 2016.

IL 'TAGLIO DELLE DELEGHE'. Durante l'esame in commissione Cultura sono state cancellate dal testo una serie di deleghe al governo, tra quelle previste dall'articolo 21 del ddl, una vera riforma nella riforma. Dunque il governo non legifererà sul rafforzamento dell'autonomia scolastica, dei poteri del preside per la scelta e la valutazione dei professori e l'ampliamento delle competenze amministrative delle scuole. È stata poi soppressa la delega per il riordino dei organi dei convitti e quella sulle future assunzioni e valutazioni dei dirigenti scolastici.

Con larga maggioranza è stata successivamente cancellata la delega al governo per la riforma della governance e degli organi collegiali e la delega per rivere le norme sul digitale nelle scuole. Per quanto riguarda quest'ultimo tema, saranno le scuole a 'definire' la gestione dell'identità digitale di studenti, docenti e Ata; i criteri per la tutela della'riservatezza' dei dati personali degli studenti; e i criteri e le finalità per l'adozione di e-book e materiali digitali per la didattica.

 PER 5XMILLE FONDO 'AD HOC'. PEREQUAZIONE. AL 20% In sede di dichiarazione dei redditi, a partire dal 2016, il 5 per mille potrà essere destinato anche alle scuole, con la possibilità di indicare uno specifico istituto a cui destinare le risorse. Nonostente una modifica a firma della relatrice, Maria Coscia (Pd), non cambia la possibilità di destinare alla singola scuola una parte delle proprie tasse, come chiesto da molti esponenti delle opposizioni.

Le novità: la prima riguarda l'istituzione di un Fondo 'ad hoc' per il 5 per mille della scuola e, la seconda, riguarda la ripartizione dei futuri fondi (50 milioni di euro). L'80% andrà alle scuole in base alle scelte e il restante 20% a quelle che hanno ricevuto di meno. In altre parole, il Fondo di perequazione sale dal 10% (previsto dal testo originario del ddl) al 20% che sarà ripartito tra le scuole che non raggiungeranno una soglia minima di risorse, che dovrà essere stabilita dal Miur.

'SCHOOL BONUS' AL 65% PER EROGAZIONI LIBERALI. Il ddl prevede un credito d'imposta al 65% per il 2014 e al 50% per il 2016 per coloro che donano soldi 'per gli investimenti in favore' delle scuole, 'per la realizzazione di nuove strutture, la manutenzione e il potenziamento di quelle esistenti'. E ancora: 400 euro all'anno, da detrarre ai fini Irpef, per ogni alunno iscritto alle scuole paritarie. Le detrazioni riguarderanno gli iscritti agli asili e alle scuole elementari private.

BANDI GARA PER SCUOLA INNOVATIVE. Il ddl prevede anche l'emanazione di un avviso pubblico per l'elaborazione di proposte progettuali per la realizzazione di scuole innovative dal punto di vista architettonico, impiantistico, tecnologico, dell'incremento dell'efficienza energetica e caratterizzate da nuovi ambienti di apprendimento. Inoltre, vengono rafforzate le funzioni dell'Osservatorio per l'edilizia scolastica - al quale, in particolare, saranno affidati compiti di indirizzo e di programmazione degli interventi - e la redazione di un piano del fabbisogno nazionale 2015-2017, al quale sono destinate risorse già stanziate e non utilizzate.

Il governo ha poi deciso di ridurre le sanzioni per gli enti locali che non hanno rispettato gli obiettivi del patto di stabilità 2014 e hanno sostenuto, nello stesso anno, spese per l'edilizia scolastica. Infine, vengono stanziati 40 milioni per il 2015 per il finanziamento di indagini diagnostiche dei solai e dei controsoffitti degli edifici scolastici.

 ISTRUZIONE ADULTI. Per sostenere e favorire nuovi assetti organizzativi e didattici, per aumentare l'istruzione degli adulti, il ddl prevede che il Miur - entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della riforma - dovrà modificare le norme in merito.

MATERIE OPZIONALI 2° BIENNIO E ULTIMO ANNO SUPERIORI. Le scuole introdurranno, anche utilizzando la quota di autonomia, insegnamenti opzionali nel secondo biennio e nell'ultimo anno delle scuole superiori.

CURRICULUM STUDENTE FARÀ MEDIA PER ESAME STATO. Per l'esame di Stato delle scuole superiori la commissione d'esame terrà conto del curriculum dello studente.

ARRIVA POTENZIAMENTO PER TUTTE LINGUE UE. Valorizzazione e potenziamento delle competenze linguistiche, con particolare riferimento all'italiano, 'nonché alla lingua inglese e alle altre lingue comunitarie', anche mediante utilizzo della metodologia Content language integrated learning.

OK PIÙ STORIA E FILOSOFIA E COMPETENZE CINEMA-MUSICA. Potenziamento non solo delle competenze nella musica e nell'arte, ma anche 'nello spettacolo dal vivo', nel cinema, e delle conoscenze storiche e filosofiche.

PIÙ ATTIVITÀ IN LABORATORIO. Il testo, in particolare all'articolo 2 (sull'autonomia scolastica) prevede il 'potenziamento delle metodologie laboratoriali e della attività di laboratorio'.

STOP CYBERBULLISMO E DISPERSIONE. La commissione, durante l'esame, ha approvato l'emendamento della relatrice per il contrasto al cyberbullismo e alla dispersione scolastica. Dunque tra gli obiettivi nazionali che le scuole dovranno garantire dovrà esserci il 'contrasto' della dispersione scolastica, al bullismo della e dovrà essere garantita 'la più ampia inclusione scolastica'. Non solo perché le scuole dovranno garantire il diritto allo studio degli alunni 'con bisogni educativi speciali' anche attraverso percorsi individualizzati e personalizzati.

TECNICO INFORMATICO SCELTO TRA PERSONALE ATA. Le scuole potranno individuare - nell'ambito dell'organico dell'autonomia - il personale Ata per il coordinamento del contesto amministrativo e informatico delle attività del Piano nazionale della scuola digitale.

 EQUIPOLLENZA LAUREE 3+2 E TITOLI ACCADEMIE. È riconosciuta 'l'equipollenza' alla laurea triennale, magistrale e alla specializzazione dei titoli rilasciati da scuole e istituzioni formative nei settori di competenza del ministero dei Beni culturali.

ARRIVANO 56 MLN PER AFAM IN 2015-2022. Il Fondo per il funzionamento amministrativo e didattico delle istituzioni statali dell'Alta formazione artistica, musicale e coreutica (Afam) è incrementato di 7 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2015 al 2022.

A MENSA ALIMENTI A KM ZERO E DA AGRICOLTURA BIO. Le istituzioni che gestiscono le mense scolastiche potranno inserire nei bandi di gara, per l'affidamento dei servizi, criteri di priorità per l'inserimento di prodotti agricoli e alimentari a chilometri zero, proveniente dall'agricoltura biologica, a ridotto impatto ambientale e di qualità e della pesca sociale.

TECNICHE PRONTO SOCCORSO IN TUTTI I CICLI. Per promuovere la conoscenza delle tecniche di primo soccorso nelle scuole elementari, medie e superiori saranno attivate 'iniziative specifiche' rivolte agli studenti.

ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO ANCHE ALL'ESTERO. Il percorso di alternanza scuola-lavoro si potrà realizzare anche all'estero, per favorire contestualmente l'acquisizione di una lingua straniera'.

STOP A NORMA SU APPRENDISTATO. Soppressa la norma contenuta nel ddl Scuola che prevedeva la possibilità di stipulare contratti di apprendistato per gli studenti delle scuole superiori per la qualifica e per il diploma professionale. A quanto si apprende la norma sarebbe stata soppressa perché in contrasto con quanto prevede il Jobs act.

IN REGISTRO IMPRESE ALBO PMI PER ALTERNANZA. Presso le Camere di commercio sarà istituita una apposita sezione speciale del Registro delle imprese a cui dovranno essere iscritte le Pmi per l'alternanza scuola-lavoro.

CHI USA EDIFICI È RESPONSABILE. Gli esterni che usufruiranno dell'edificio scolastico per effettuare attività di scuola saranno responsabili 'in ordine di sicurezza ed al mantenimento del decoro degli spazi'

 

 

 
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DDL

Post n°3446 pubblicato il 11 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: DDL

Da “La Tecnica della Scuola”


DDL, tutti in piazza di domenica per fermare la riforma


Alessandro Giuliani

 

A lanciare la proposta è Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas, nel corso di un’intervista rilasciata alla ‘Tecnica della Scuola’ alla vigilia dello sciopero del 12 maggio alle superiori per osteggiare le prove Invalsi: per dare la prova tangibile della sintonia ritrovata tra i sindacati, dovremmo manifestare per il ritiro del Ddl e per la scuola Bene comune in una giornata in cui la stragrande maggioranza dei cittadini non lavora. Confermato lo stop degli scrutini: che sia unitario.

Proseguono le interviste della ‘Tecnica della Scuola’ alla vigilia degli scioperi nazionali contro il ddl Buona Scuola. Dopo aver incontrato Marcello Pacifico (Anief) e Stefano d’Errico (Unicobas), poi Rino Di Meglio (Gilda) e Massimo Di Menna (Uil Scuola), stavolta abbiamo sentito le ragioni di Piero Bernocchi, storico portavoce nazionale dei Cobas, alla vigilia dell’astensione lavorativa richiesta dal sindacato di base in corrispondenza delle prove Invalsi delle superiori.

Bernocchi, domani 12 maggio i Cobas tornano a scioperare, in occasione delle prove Invalsi delle superiori: cosa vi aspettate da questa ennesima protesta in pochi giorni?

L’articolazione degli scioperi del 5, 6 e 12 maggio, decisi come Cobas con largo anticipo, teneva conto della duplice necessità di lottare contro il Ddl della cattiva scuola di Renzi e contro i quiz Invalsi, dato lo strettissimo legame tra la scuola del preside-padrone e la valutazione, tramite insulsi indovinelli, del “merito” di docenti e studenti. La confluenza dei confederali, Snals e Gilda sulla giornata del 5 ha reso possibile uno sciopero oceanico, della stragrande maggioranza dei docenti ed Ata. Ma, dopo il 5, restava e resta viva la necessità di bloccare il più possibile i quiz alla primaria, il 6, e alle superiori, domani. Il 6 questo è avvenuto, grazie anche alla cooperazione da parte dei genitori che in tantissime scuole hanno tenuto i figli a casa per consapevole decisione. Crediamo che lo stesso accadrà domani con una altrettanto incisiva alleanza tra docenti e studenti delle Superiori.

Non crede che chiedere al personale di aderire a due scioperi in pochi giorni possa rivelarsi un boomerang, nel senso che l’adesione non potrà essere alta e alla fine si rischia di dare ragione all’operato del Governo?

Naturalmente non si può paragonare l’ampiezza dello sciopero del 5, che coinvolgeva e riguardava tutti, con quello di domani, che è mirato soprattutto ad impedire l’effettuazione dei quiz alle superiori. Siamo così consapevoli del peso e del costo di due scioperi in una settimana che abbiamo sollecitato (così come il 6 alla primaria) la costituzione di Casse di resistenza con le quali i colleghi non scioperanti rimborsano i docenti ed Ata che, scioperando per la seconda volta, impediscono l’effettuazione dei quiz.

Sul ddl di riforma c’è un malcontento generale. Al punto che anche i sindacati hanno ritrovare un’insolita ‘armonia’. È solo un’impressione?

No, è la pura e documentabile verità. E’stata l’opposizione radicale e largamente maggioritaria contro il Ddl Renzi, la scuola del preside-padrone e la scuola-quiz che ha spinto anche gli altri sindacati che prima ritenevano accettabile, con qualche modifica, il progetto governativo, a scioperare con noi il 5. Se si effettuasse un referendum nelle scuole, la cancellazione totale del Ddl, la contemporanea emanazione di un decreto per l’assunzione stabile dei precari e l’eliminazione dei quiz stravincerebbero. Ma il governo sta cercando di bypassare questa lampante realtà, affermando scioccamente l’ovvietà che “la scuola non è dei sindacati” (Boschi) oppure contrapponendo i docenti e gli Ata, dipinti come “corporativi” e “conservatori”, agli studenti e alle famiglie (Renzi). In realtà la nostra opposizione è fatta per conto della scuola Bene comune, degli studenti e dei cittadini tutti, oltre che dei lavoratori, contro l’immiserimento materiale e culturale provocato dall’insulsa scuola-quiz aziendalistica. Però, per dare una prova tangibile di questa sintonia, bisognerebbe fare come il movimento per l’acqua pubblica e offrire un’occasione per manifestare tutti insieme, in una giornata in cui la stragrande maggioranza dei cittadini non lavora: una manifestazione nazionale, enorme, di domenica, per il ritiro del Ddl e per la scuola Bene comune. So bene che in Italia non esiste una tradizione di manifestazioni domenicali. Ma proprio per questo risalterebbe quanto elevata è la preoccupazione generale per la disgregazione della scuola pubblica contenuta nella sciagurata idea dell’”uomo solo al comando”. Una domenica con tutti in piazza darebbe un segnale fortissimo ad un governo sordo ed arrogante. Domani, nelle nostre iniziative locali (in particolare a Roma al MIUR alle 10), pensiamo di lanciare la proposta a tutte le forze, sindacati, strutture studentesche e dei cittadini, che in queste settimane hanno scioperato e lottato contro il ddl. E, tenendo conto dei tempi parlamentari e delle elezioni regionali, forse la data migliore, se la proposta riceverà consensi, potrebbe essere il 7 giugno.

Lei e Marcello Pacifico, dell’Anief, in settimana avete chiesto al PD, nel corso dell’incontro al Nazareno, di rivedere le regole sulla rappresentanza sindacale. Ci spiega qual è la vostra proposta?

Beh, i risultati delle elezioni del Cspi, che pur arrivano lentissimamente (come avete brillantemente scritto voi, “portati a dorso di mulo”), stanno dimostrando l’assoluta arbitrarietà del monopolio della rappresentanza consegnato ai Cinque sindacati “tradizionali”. E’ bastato consentire a docenti ed Ata di votare su liste nazionali per manifestare le proprie preferenze sindacali, per dimostrare che i Cobas, ma anche l’Anief, sono ampiamente rappresentativi, superando abbondantemente il fatidico 5% che per decenni è stato sufficiente per ottenere i pieni diritti sindacali. Come Cobas siamo addirittura nei primi tre posti in molte province e ordini di scuola. Nell’incontro con la direzione PD (che in realtà era un confronto “mascherato” con il governo), insieme all’Anief abbiamo sottolineato questa realtà, chiedendo che d’ora in poi si separi la misurazione della rappresentanza nazionale da quella per le singole Rsu di scuola, in modo che si possa votare per un sindacato a livello nazionale anche laddove non ci sia un candidato Rsu di quel sindacato. E che ci vengano restituiti subito almeno i diritti che all’amministrazione non costano niente: e cioè la partecipazione alle trattative nazionali (per quel poco che è rimasto da trattare) e soprattutto il diritto di assemblea in orario di lavoro, che da diritto dei singoli lavoratori/trici, è stato requisito dai Cinque sindacati monopolisti.   

L’ultima domanda è sullo sciopero in corrispondenza degli scrutini: forse, stavolta aderiranno anche i Confederali, Snals e Gilda perché proprio in quei giorni dovrebbe arrivare il sì definitivo al ddl di riforma. Non c’è il pericolo che il Miur possa ‘precettare’ i docenti per evitare la malparata?

Dopo il 12 - e in parallelo, se verrà condivisa la proposta, alla possibile costruzione di una manifestazione nazionale dei lavoratori e dei cittadini tutti - è evidente che lo sciopero degli scrutini dovrebbe essere il prossimo e cruciale appuntamento di lotta. Però questo richiede la disdetta formale e sostanziale, da parte dei confederali, di Snals e Gilda, della limitazione al diritto di sciopero durante gli scrutini (non più di due giorni consecutivi e in classi non “terminali”), erroneamente accettata a suo tempo. Solo un atto generalizzato e solenne di “disobbedienza” a regole-capestro, da parte innanzitutto dei sindacati con il maggior numero di iscritti, creerebbe le condizioni per qualcosa di davvero memorabile e per una partecipazione analoga a quella del 5 maggio. E in tal caso potremmo vanificare e scavalcare qualsiasi ipotetica “precettazione”.

 
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Prof su Fb

Post n°3445 pubblicato il 11 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “la Repubblica”


Prof all'attacco di Renzi su Fb: "Non voteremo più Pd"


"Noi non voteremo PD perché indignati dal DDL la buona scuola". È questo il succo di centinaia di messaggi apparsi sul profilo del premier. Resta alta la tensione all'interno del mondo scolastico, nonostante Renzi, dopo lo sciopero del 5 maggio, abbia tentato di aprire un dialogo

http://www.repubblica.it/scuola/2015/05/11/foto/prof_all_attacco_di_renzi_su_fb_non_voteremo_piu_pd_-114092912/1/?ref=nl-Ultimo-minuto-ore-13_11-05-2015#1

 

Da “Corriere della sera”

 

Boschi, scontro con i sindacati: la scuola in mano a loro non va

La Cgil: arroganza e disprezzo della democrazia. Fassina: uguale a Gelmini

Da una parte, lei: «La scuola in mano ai sindacati funziona? Io credo di no». Dall’altra, loro: «#staiserenorenzi, non ti voteremo». In mezzo, un disegno di legge di riforma che continua a spaccare il mondo della scuola che, dopo uno sciopero con 500 mila persone nelle piazze, non smette di avere paura e anzi annuncia nuove proteste. «Non è accettabile lasciare le cose come sono», dice la ministra per le Riforme Maria Elena Boschi in un comizio a Pesaro: «In commissione molti aspetti della riforma sono stati modificati, al Senato ora c’è una sfida da cogliere insieme, rinviamo tutto? Io non ci sto».
Ma neanche i sindacati ci stanno. Dopo lo sciopero del 5 maggio, sono stati ricevuti dai parlamentari Pd ai quali hanno spiegato i loro no alla Buona scuola, poi hanno chiesto un incontro al governo. «Nessuno ci ha risposto — dice ora Domenico Pantaleo della Cgil —, ma la dichiarazione della Boschi conferma l’arroganza e il disprezzo della democrazia: la scuola non è dei sindacati, ma nemmeno proprietà privata del governo, è del Paese». E ricorda che «l’agitazione nelle scuole va avanti se non smette questa idea arrogante e autoritaria di fare una riforma cui oltre 600mila persone hanno detto no». Anche la Cisl, con Francesco Scrima, attacca: «Il sindacato non ha bisogno della legittimazione del governo, piuttosto il governo prenda atto che è il mondo della scuola che si ribella».
Ci saranno assemblee continue nelle scuole, tanto per cominciare. Ma non si escludono «blocco degli scrutini e occupazioni degli istituti». Siamo a fine anno, sottolinea Massimo Di Menna, Uil, «un momento delicato, i docenti sono stanchi e dalla Boschi mi aspettavo una dichiarazione più di spessore: il dialogo si fa in due, le proteste di oltre 600mila persone vanno ascoltate, quello del governo invece è un soliloquio».
Anche perché nel testo appena approvato in commissione Istruzione alla Camera e che in settimana arriva in Aula, «non troviamo alcun impegno, piuttosto peggioramenti». I sindacati ce l’hanno con quella parte del ddl sulla valutazione dei docenti che prevede un comitato con preside, due prof, uno studente e un genitore: loro giudicheranno gli insegnanti alla fine dei tre anni e decideranno se dare il bonus di merito. «Ma questa è la scuola al contrario — dice Di Menna —: gli studenti che danno l’aumento ai prof è un pasticcio che fa ridere tutta l’Europa».
A Boschi risponde poi Nichi Vendola (Sel): «La scuola pubblica del nostro Paese è sulle spalle degli insegnanti, va avanti grazie al loro impegno e ai loro sacrifici». E Stefano Fassina, della minoranza Pd, twitta: «Che tristezza la ministra Boschi, parla come la Gelmini 2008. Governo incapace di comprendere scuola». Lei, la ministra, sorride: «Anche sull’Italicum ci siamo sentiti dire che il governo vuole una legge antidemocratica, che siamo ad un principio di dittatura. Berlusconi lo ha detto anche ieri e lui ha esperienza...».


Claudia Voltattorni

 
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BOSCHI

Post n°3444 pubblicato il 11 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Boschi

Da “la Repubblica”


Boschi: "Scuola solo in mano ai sindacati non funziona". Per Cgil è "disprezzo democrazia


Botta e risposta sulla riforma di Renzi: alla ministra replica l'organizzazione dei lavoratori. Prima, però, a dissentire nel merito era stato anche il candidato Pd alla presidenza delle Marche

Il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, nelle Marche durante un'iniziativa pubblica con il candidato governatore del centrosinistra, Luca Ceriscioli (ansa)PESARO -  La riforma della scuola "non è un prendere o lasciare", ma "quello che non è accettabile è lasciare le cose come sono. La scuola solo in mano ai sindacati funziona? Io credo di no". Non ha usato mezzi termini il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, per difendere la 'Buona scuola' del governo Renzi. Una difesa che si è tradotta in un attacco diretto ai sindacati.

La replica della Cgil, tuttavia, non si è fatta attendere: "La dichiarazione della ministra Boschi conferma l'arroganza e il disprezzo della democrazia. La scuola non è dei sindacati ma nemmeno proprietà privata del Governo. È del Paese e di chi quotidianamente garantisce alle nuove generazioni di avere una istruzione all'altezza dei tempi". A dirlo è stato il segretario generale della Flc-Cgil, Domenico Pantaleo.

Il ministro delle Riforme è tornata dunque a parlare della contestata riforma della scuola a Pesaro, dove si è recata oggi per sostenere il candidato governatore del centrosinistra nelle Marche, Luca Ceriscioli.  E, paradossalmente - prima ancora che la Cgil le rispondesse - ha avuto come "contradditore" proprio Ceriscioli, insegnante di matematica, ora in aspettativa. Boschi ha sottolineato l'importanza della "sfida del cambiamento" e ha rimarcato che "già nel lavoro fatto in Commissione molti aspetti della riforma sono stati modificati. Il ruolo del dirigente è stato attenuato, pur riconoscendo l'autonomia dei dirigenti che devono poter individuare l'insegnante più giusto per la loro scuola". "Nel Piano dell'offerta formativa inoltre - ha proseguito Boschi - sono coinvolti anche i docenti, le famiglie e i ragazzi più grandi". Al Senato - ha concluso - ora c'è un passaggio fondamentale, una sfida da cogliere insieme. Rinviamo tutto? No, non ci sto".

Ceriscioli, che pure ha premesso di non aver condiviso appieno la piattaforma dello sciopero dei docenti, ha fatto propri alcuni temi della protesta: "lo strapotere lasciato ai dirigenti scolastici va mitigato - ha detto - perché la collegialità è un valore quando si devono traguardare risultati". "Da rivedere anche il ruolo dei precari". "Io - ha ricordato Ceriscioli al ministro - sono stato precario per 10 anni, poi ho vinto il concorso, il primo che mi si è presentato". "Quando ero sindaco di Pesaro - ha continuato - ho stabilizzato 70 lavoratori che avevano lavorato per 15 anni per il comune. Non ne ho scelto neppure uno, ma era giusto riconoscere il loro investimento di vita".

Boschi ha allargato poi il discorso a tutto il programma di riforme del suo esecutivo. In primo luogo quella elettorale: "Ci siamo sentiti dire che il governo vuole una legge antidemocratica - ha affermato-  che siamo ad un principio di dittatura. Berlusconi lo ha detto anche ieri: 'siamo vicini a una deriva autoritaria' e lui ha esperienza...". Immediata la risposta di Forza Italia per bocca del capogruppo alla Camera Renato Brunetta: "Povera Boschi...troppo potere e visibilità per chi ha letto e studiato poco come lei. Le ricordo che Berlusconi ha vinto le sue ultime elezioni con il 48% - ha detto - in maniera netta e senza brogli, quando ha vinto il Pd il sospetto di brogli c'era".

Non è mancato un messaggio lanciato alla minoranza del suo partito: "Il Pd è l'unica risposta per poter cambiare il Paese. Non credo che gli italiani, e soprattutto il popolo del Pd, ci perdonerebbero se mandassimo all'aria tutto. L'abbiamo fatto con Prodi e l'Ulivo, non vogliamo ripetere gli stessi errori". 
"Abbiamo la responsabilità enorme di fare le riforme", ha continuato il ministro. "Qualcuno - ha osservato - pensa che le riforme possano farle Salvini o Grillo? Nessuno dentro il Pd vuole interrompere questa ripresa. Confermata anche dai dati sulla ripresa economica".

 
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 CHI SIAMO

Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


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