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questo continuare a cercarsi

 dove l’altro smette.

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sono collegate al cuore

Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 01/04/2014

 

Formazione Docenti

Post n°2765 pubblicato il 01 Aprile 2014 da fabiana.giallosole
 

Da "ItaliaOggi"


Riformare la formazione dei docenti, un percorso ad ostacoli ma possibile


di Max Bruschi* *ispettore Miur

Sulla formazione iniziale dei docenti, le parole del Ministro Stefania Giannini pronunciate al Senato suonano come una conferma del principio, tante volte violato, della continuità degli atti amministrativi e della conseguente soddisfazione delle legittime aspettative: «Avvieremo subito una nuova tornata del Tirocinio Formativo Attivo (Tfa) per il prossimo anno accademico, perché credo sia doveroso offrire ai giovani laureati la possibilità di conseguire il titolo abilitativo. Il modello del Tfa introduce un principio sacrosanto: l'abilitazione si ottiene dopo aver dimostrato in aula di avere la preparazione e l'attitudine all'insegnamento... Per il futuro», aggiunge il titolare di Viale Trastevere «dovremmo introdurre un modello più snello. Penso all'inserimento direttamente nel percorso della laurea magistrale universitaria di un periodo di tirocinio con cui ottenere, al momento della laurea e dopo un esame parallelo alla discussione della tesi, anche l'abilitazione». Questa strada fu presa in considerazione e poi scartata già dalla commissione Israel, che preferì per la scuola secondaria un meccanismo di 2 (laurea magistrale) + 1 (Tirocinio), rimasto inattuato se non per strumento musicale, ma è indubbiamente percorribile, ad alcune condizioni e con alcune accortezze. Prima di tutto, occorre che il lavoro sulle classi di concorso, simile per tempi e condizionamenti al proverbiale «albero di Bertoldo», sia compiuto scindendo nettamente vecchio e nuovo e arrivando a una drastica riduzione nel loro numero, basata rigorosamente su considerazioni di carattere didattico-disciplinare. Un conto sono le «confluenze» delle vigenti classi sui nuovi insegnamenti (per le quali è necessario un regolamento), altro le prospettive future, gestibili, ai sensi del Testo Unico, in base a un rapido decreto. Secondo, occorre che i percorsi di laurea magistrale «abilitanti» (si intende: con severe prove selettive di accesso) siano «blindati», evitando l'anarchia universitaria e di cedere alle lobby accademiche inserendo negli ordinamenti didattici «il troppo e il vano». Insomma, se si chiede agli atenei e alle istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica di produrre scatole di pomodoro, occorre che di esse si tratti, e non di scatole di fagioli, con la scusa che sempre scatole sono. E ciò sia in termini di settori scientifico disciplinari, che di insegnamenti. Se risulta inconcepibile (eppure, così oggi è) che si possa insegnare, per fare solo un esempio, storia senza dover dare un esame di storia contemporanea, sarebbe altrettanto irresponsabile non prevedere, con esattezza, quali tra le svariate discipline raggruppate in uno stesso settore debbano essere insegnate con riferimento al profilo in uscita. Terzo, altrettanta severità occorre impiegare nei requisiti per l'attivazione dei corsi, mettendo a frutto le esperienze dei Tfa. Spacciare, tanto per fare un esempio, corsi disciplinari per corsi di didattica, come in alcuni casi è accaduto, non è corretto per gli aspiranti docenti, ma ha anche ricadute pesanti sul raggiungimento sostanziale dei profili previsti. Sin qui le condizioni. Restano le accortezze. I percorsi di Tfa devono non solo godere di continuità sino alla predisposizione dei nuovi ordinamenti, togliendo gli aspiranti da una ingiustificabile incertezza, ma sarebbe opportuno proseguano, in parallelo, anche successivamente. E ciò per due motivi. Primo, ci sono alcune centinaia di migliaia di aspiranti, in possesso del «titolo» di accesso, cui non sembra possibile né giusto far rifrequentare un percorso di laurea magistrale; secondo, alcuni settori male si prestano a una laurea magistrale configurata «ad hoc» per l'insegnamento: solo per fare alcuni esempi, medicina, ingegneria, la stessa giurisprudenza. E sarebbe un rimedio decisamente abborracciato limitarsi ad appiccicare i crediti di tirocinio ai percorsi di laurea magistrale ordinamentali, senza prevedere i necessari apprendimenti relativi alla didattica.

L'esperienza dice che, lavorando sodo, occorrono almeno 8 mesi per riformare il percorso. Più il tempo necessario a predisporre le tabelle relative alle lauree e ai diplomi, da prevedere in un semplice decreto, rinnovabile costantemente sulla base dell'esperienza. 



 
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RENZI

Post n°2764 pubblicato il 01 Aprile 2014 da fabiana.giallosole
 
Tag: Renzi

Da “La Tecnica della Scuola”

 

Angela Merkel: “Finalmente una Frau in Italia”,

RENZI ROTTAMATO. STEFANIA GIANNINI VERSO LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO



di Pasquale Almirante


Le dure prese di posizioni di Stefania Giannini avrebbero indotto l’attuale premier, Matteo Renzi, alle dimissioni. “Coltiverò ulivi”: avrebbe detto alle agenzie. Dopo le bacchettate, prima alla ministra della P.A., Marianna Madia, sui prepensionamenti, e poi perfino a Matteo Renzi, sulla riforma del senato, i partiti politici della maggioranza pronti a votare la ministra dell’istruzione al premierato

Maretta al Parlamento e in fibrillazione tutti i partiti politici che appoggiano il governo Renzi. La causa è rappresentata dalla dichiarazioni della ministra dell’istruzione, Stefania Giannini, che, dopo avere bacchettato la sua collega, Madia, sui prepensionamenti ritenuti poco credibili ed esiziali per la stabilità del Paese, aveva pure redarguito il presidente del consiglio, Matteo Renzi, la cui proposta, eccessivamente veloce e gattopardesca, sulla riforma del senato era da discutere e valutare bene e attentamente.

E proprio sulla base di tali dichiarazioni, ritenute di fondamentale importanza per la Nazione e per la sua tenuta economica e internazionale, i partiti politici che sostengono il governo, a cominciare da Scelta Civica, stanno valutando l’ipotesi di nominarla presidente del consiglio.

In nottata sarebbe stato contattato pure il presidente della Repubblica che, ancora in pigiama, avrebbe dato il suo assenso, perché anche lui convinto della bontà delle intuizioni della ministra; sembra addirittura che abbia commissionato una bacchetta artigianale e di buon salice da consegnare alla futura premier all’atto del suo insediamento e da usare alla bisogna.

E se per un verso esulta Mario Monti, fondatore del partito di Scelta Civica, di cui la futura premier è segretaria nazionale, qualche rimpianto pare stia albergando presso il presidente Usa, Barack Obama, profondamente rammaricato di questa tardiva decisione dei parlamentari italiani. Se infatti si fossero determinati prima, ha fatto sapere tramite le sua agenzie di stampa, invece di incontrare il giovane Matteo Renzi, sbrindellato perfino nell’abbigliamento, avrebbe avuto modo di intrattenersi con l’ex rettore della più prestigiosa università per stranieri italiana, facendosi così accompagnare direttamente da Giannini nella sua visita al Colosseo.

In brodo di giuggiole la cancelliera tedesca, Angela Merkel: “Finalmente una Frau in Italia”, ha dichiarato alla Frankfurter Allgemeine Zeitung, in edicola in queste ore. E a chi le chiedeva spiegazioni sul significato di “Frau”, ha precisato che non si riferiva alle poltrone o alla nota marca di scarpe, ma alla inattesa nomina alla presidenza del Consiglio della Frau, nel senso di signora, Stefania Giannini.

Anche il presidente francese, Francois Hollande, ha avuto parole di elogio per questa incredibile e prossima scelta dei deputati italiani: “Non vedo l’ora di incontrala”, ha detto alle agenzie di stampa d’oltralpe. “A costo di venire col motorino, voglio baciare la mano di questa donna così battagliera”.

Più austero il comunicato di Recep Tayyip Erdoğan, il neoeletto presidente della Turchia: “Verrò ad omaggiare la premiere Giannini con l’ex presidente ed ex senatore ed ex cavaliere, Silvio Berlusconi. Non scorderò mai”, ha aggiunto,” la telefonata che mi ha fatto nel corso del vertice Nato in Germania”.

Nella giornata di oggi, primo aprile, daremo altre notizie sull’importante e storico avvicendamento alla presidenza del consiglio. Invitiamo i nostri lettori quindi a stare sempre in campana sul nostro sito.

 

 

 
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SCUOLE PARITARIE

Post n°2763 pubblicato il 01 Aprile 2014 da fabiana.giallosole
 

Da “Il Fatto Quotidiano”

SCUOLE PARITARIE, IL VENETO VUOLE STRAVOLGERE LA COSTITUZIONE?



di Marina Boscaino


“Il Governo ci vorrebbe più impegnati nella costruzione di asili pubblici. Noi diciamo che questa è la nostra storia e che non ci sono alternative alla operosità sociale delle Comunità cristiane, parrocchiali e congregazionali. In Veneto non cerchiamo e non vogliamo nessuna alternativa, ci va bene la realtà che c’è già. Difendiamo le scuole paritarie, non ci interessa più il servizio statale, considerato che è mancato in quasi un secolo di storia”. Così parlò e parla Zaia, governatore del Veneto.

Sulla scia dell’entusiasmo per l’esito del referendum e incoraggiata dalle dichiarazioni del governo a vantaggio delle paritarie, la senatrice della Lega Bisinella ha affermato: «Mi impegno personalmente ad organizzare un incontro col premier Matteo Renzi ed i ministri compenti per affrontare la questione delle scuole paritarie venete». Troverà certamente orecchie in grado di ascoltare.

Non sono mistero le convinzioni di Renzi in materia. All’epoca del referendum di Bologna dichiarò, a sostegno della giunta Merola e del fronte di coloro che difendevano l’erogazione di fondi pubblici per la scuola dell’infanzia privata: «Credo che la posizione del sindaco Merola non sia quella dei cattolici ma sia una posizione di serietà». Criptiche verità cui ci ha abituato: velocità. Obbligatorio, invece, affidare un’etichetta persuasiva, senza entrare nel merito. Le promesse sotto le quali ci sta sommergendo non entrano mai nel dettaglio; parole in libertà, in stile mediatico. Serietà? Cosa c’entra la serietà con il fatto che lo Stato non dà, a Bologna come altrove, ciò che deve dare, e cioè scuole pubbliche dell’infanzia? Cosa c’entra con il fatto che la maggior parte delle scuole alle quali lo Stato delega richiedano rette alte e precise scelte confessionali?

Giannini, neoministro dell’Istruzione (evidentemente non più pubblica): “Libertà di scelta educativa: principio europeo di grande civiltà. Quello del pubblico è un servizio fondamentale, ma scuole statali e scuole paritarie devono avere uguali diritti” dimenticando evidentemente la Costituzione ed interpretando fantasiosamente il concetto di principio europeo.

Bisinella all’attacco: “La proposta è quella di un disegno di legge specifico che parta dalla regione Veneto da abbinare ad una proposta di legge quadro in tema di istruzione, già presente in Commissione Cultura. Come Lega Nord abbiamo recentemente depositato una proposta in materia di gratuità dei servizi per l’infanzia. Parallelamente porteremo avanti un’azione sulla detraibilità delle rette a carico delle famiglie ».

Carlo Salmaso ha perfettamente illustrato, attraverso la storia dell’interpretazione che della legge di parità ha dato il Veneto (la prima ad averla recepita ed applicata), la creazione di un sistema di tutele e di vantaggi che ha consentito – rispetto alla scuola dell’infanzia – un sistema squilibrato, in cui lo Stato ha totalmente delegato alle private paritarie (le scuole dell’infanzia nel Veneto sono per il 34% statali e per il 66% paritarie; fra le paritarie le comunali sono solamente il 7%, le restanti sono a vario titolo private, nella stragrande maggior parte dei casi a carattere religioso) la gestione di quell’importantissimo segmento del percorso educativo.

Bisinella propone di forzare ulteriormente la mano: passare dal sistema del contributo che ogni anno viene erogato a quello del finanziamento statale. “Le scuole paritarie sono scuole pubbliche al pari delle scuole statali”. Avete letto bene: una serie di incoerenze, linguistiche, oltre che costituzionali. L’art. 33 della Carta assegna alla Repubblica il compito di “istituire scuole statali per tutti gli ordini e gradi”. Le scuole della Repubblica sono quindi solo ed esclusivamente statali. Al c. 3 lo stesso art. riconosce ad Enti e privati il diritto di istituire scuole che però sono pubbliche (se comunali) o private; queste ultime, anche se ottengono la “parità”, non cambiano la loro natura e le finalità privatistiche; la “parità” è volta ad assicurare ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.

Afferma Corrado Mauceri (Per la Scuola della Repubblica): “La parità, introdotta in modo volutamente ambiguo e confuso con la legge Berlinguer 62/00, non comporta quindi una uguaglianza tra scuole statali e private paritarie; difatti le private paritarie possono essere scuole di orientamento ideologico o confessionale, avere fini di lucro, assumere il personale con criteri privatistici e senza nessun concorso, non sono tenute a garantire la libertà di insegnamento, ecc. Sono in sostanza scuole private volte a soddisfare esigenze privatistiche e quindi senza dubbio possono liberamente essere istituite, ma “senza oneri per lo Stato”. Tutti, a cominciare dal Presidente della Repubblica, non perdono occasione per richiamarsi alla Costituzione ed ad i suoi principi fondanti. Quando si passerà dalla retorica esaltazione della Costituzione alla sua osservanza da parte di tutti a cominciare dai parlamentari, anche se leghisti?

 

 
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Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

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