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questo continuare a cercarsi

 dove l’altro smette.

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Senza alcuna richiesta

 

 

 

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sono collegate al cuore

Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 09/04/2014

 

Contraddizione

Post n°2788 pubblicato il 09 Aprile 2014 da fabiana.giallosole
 

 

Da “OrizzonteScuola”


Contraddizione storica"

red - Intervista di Sicilia e Donna a Catania al Ministro Giannini. Un accenno alla storia dell'arte, sacrificata dalla riforma Gelmini.

Un'ultima domanda, personalmente cosa ne pensa della cancellazione o della drastica riduzione delle ore di didattica della Storia dell'arte nella scuola di un paese come l'Italia che, peraltro a buon diritto, sostiene di voler basare la propria ripresa sul turismo e dunque sull'arte e sulla cultura?

«Ne penso male, come ho già detto in altri contesti, e proverò a correggere quello che si può, evitando stravolgimenti che sono sempre traumatici; non studiare a fondo la Storia dell'arte nascendo e crescendo in Italia è una contraddizione storica, culturale e quasi genetica che non possiamo assolutamente permetterci».

A fine ottobre erano state consegnate alla Camera dei Deputati le 15.000 firme raccolte per il ripristino della Storia dell'Arte nelle scuole Superiori e alla Storia dell'arte l'allora Ministro Carrozza aveva dedicato uno dei tweet del 31 dicembre, con i propositi del 2014 "Storia dell'arte sarà priorità per il 2014"

La situazione però ad oggi non è cambiata, anche se fino a febbraio si leggeva che il Pd "starebbe lavorando per portare avanti il proposito del Ministro Carroza per aumentare le ore di storia dell'arte".

Poi, il Ministro Giannini " "Sono assolutamente d'accordo'', ha detto il Ministro rispondendo ad un ascoltatore, "a non eliminare lo studio della Storia dell'arte". E ha raccontato un aneddoto legato alla sua visita presso la media Coletti di Treviso, dove un bambino avrebbe detto: "voglio studiare la Storia dell'Arte'', rispondendo ad una specifica richiesta del Premier.

Nè il Ministro Carrozza nè il Ministro Giannini hanno però chiarito i termini della questione, ossia se si pensa ad un recupero di ore disciplinari sacrificate dalla riforma Gelmini o a "progetti", intese, protocolli, che avrebbero natura e valenza didattica diversa.

 

 
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80 euro

Post n°2787 pubblicato il 09 Aprile 2014 da fabiana.giallosole
 
Tag: 80 euro

Da "OrizzonteScuola"

 

 

    80 euro in busta paga, Renzi: "Mantenuti gli impegni, alla faccia dei gufi". Ma l'Italia cresce meno della Grecia

Non poteva che essere sarcastico il commento del Premier Renzi alla copertura finanziaria, già anticipata qualche giorno prima, sancita dal DEF varato ieri dal Govero.  L'operazione Irpef frutterà a circa 10mln di dipendenti 80 euro in busta paga, quasi mille euro annui. Venerdì 18 il Decreto.

Soldi con i quali Renzi spera di dare brio ad una economia che, comunque, arranca. La crescita stimata dei PIL, infatti, è sotto le aspettative: 0,9%. L'Italia cresce meno della Grecia ed è fanalino di coda in UE.

Quella di Renzi è una scommessa, il taglio del 10% poterà qualcosa che potrà essere speso, inniettando circa 10miliardi annui nel settore dei consumi, ma in realtà gli Italiani dovranno fare i conti con un improvviso aumento delle tasse, come ad esempio quello delle tasse comunali e regionali.

A ciò si aggiunge che gli stipendi dei docenti e degli ATA sono ben 8 punti sotto l'inflazione, con un potere di acquisto che è calato negli anni in modo consistente. Infatti, la Ragioneria statale indica che tra il 2008 e il 2012 mentre il costo della vita è aumentato dell’11,4%, nello stesso periodo gli stipendi si sono incrementati di meno dell’8%.

"Mettere 80 euro mensili nelle tasche degli italiani che guadagnano meno di 25.000 euro all'anno è un fatto di giustizia sociale, ma anche uno straordinario modo per restituire fiducia" ha detto Renzi alla fine del Cdm. "L'Italia ce la pu fare - ha aggiunto - . Il ritornello che siamo condannati al declino non e vero". Chissà che non abbia ragione Renzi; intanto incassa una vittoria, contro quei "gufi" che lo vedevano già in difficoltà.

Il taglio, pari al 10%, dell'Irpef è realtà con 3,6 miliardi stanziati nel 2014 e 10 miliardi "a regime" dal 2015 per i lavoratori dipendenti sotto i 25 mila euro di reddito lordi.

 
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MOZIONE

Post n°2786 pubblicato il 09 Aprile 2014 da fabiana.giallosole
 
Tag: Mozione

 

    I prof 60enni devono andare in pensione! Spopola la mozione Spicola al premier Renzi


In pochi giorni oltre 20 mila adesioni alla richiesta di deroga alla riforma Fornero per dare il là a prepensionamenti o riconversioni verso altre funzioni su base volontaria. La scrittrice siciliana si sofferma sulla condizione di lavoro usurante di chi insegna: “dopo tanti anni prevalgono stanchezza o altre motivazioni e la scuola diventa un calvario, che si riflette su alunni e famiglie”.

Trovare una soluzione per evitare di ritrovaci, entro qualche anno, con le nostre scuole piene di docenti ultra-sessantenni. Riuscendo dove più di un partito politico ha sinora raccolto tanti consensi, ma poi alla resa dei conti ha fatto flop. È l'obiettivo che si prefigge Mila Spicola, la giovane scrittrice siciliana esperta di problematiche della scuola, a cui il Pd ha assegnato il compito di indagare sulla dispersione di alunni nel Sud, con una petizione da inviare al premier Renzi appena saranno raggiunte le 100 mila adesioni. Un risultato tutt’altro che impossibile, visto che in pochi giorni sono stati oltre 20 mila i cittadini ad apporre il loro consenso.

Nel documento, dal titolo ‘Prepensioniamo i docenti oltre i 60 anni?’, Spicola ricorda che ‘in Italia abbiamo la classe docente più vecchia al mondo: nel 2011, il 62% degli insegnanti aveva compiuto i 50 anni, mentre i giovani docenti in cattedra erano una rarità: appena lo 0,27 per cento. Media destinata a salire ancora”.

Con la riforma Fornero, le cose si complicheranno ancora: “nel 2014 – si legge ancora nella petizione - ai docenti per la pensione serviranno 63 anni e 9 mesi di età: siamo quasi al blocco del turn over”.

Secondo Mila Spicola siamo di fronte ad una “situazione che nei prossimi anni rischia di scavare un solco ancora più profondo tra generazioni sempre più digitali e insegnanti sempre più vecchi. Inoltre in Italia i nostri governanti continuano a dimenticare che l'insegnamento è scientificamente collocato tra le categoria professionali più a rischio burnout, rischio che aumenta con l'avanzare degli anni di servizio. Come può una maestra di 67 anni correre dietro a bambini di 5/6 anni se non ce la fa più?”.

È la domanda che si fanno tutti. Ma che evidentemente non si è posto il legislatore. EMolti sono i docenti che continuano con entusiasmo e motivazione ad insegnare, a innovare e ad adeguare i propri metodi e le strategie didattiche. Per alcuni invece non è così, specialmente dopo i 60 anni, prevalgono stanchezza o altre motivazioni e la scuola diventa un calvario. Un calvario che si riflette e arriva sugli alunni e le loro famiglie. Significativo il caso dei docenti della cosidetta Quota96 per i quali comunque la pensione è un diritto acquisito e sarebbero da ascoltare fin da subito”.

Ecco allora la proposta di Spicola al presidente del Consiglio: “chiediamo che costoro, i docenti oltre i 60 anni (perchè no anche 58), SU BASE VOLONTARIA, possano optare per modalità di prepensionamento o per meccanismi di riconversione ad altre funzioni strumentali all'insegnamento o alla gestione scolastica interne alla scuola (attuando una diversificazione nella carriera dei docenti e una funzionalizzazione del management scolastico che all'estero è a norma e da noi non esiste, schiavi di governi che hanno avuto sempre una visione molto provinciale dell'organizzazione scolastica), lasciando il posto in cattedra a colleghi giovani, motivati, energici e più vicini per linguaggio e per visione ai propri allievi”.

La scrittrice palermitana mette bene in evidenza le contraddizioni di chi è governa Stato e Scuola italiana. Prendendo spunto da quanto accaduto lo scorso 25 marzo, quando il governo si è impegnato "nel rispetto della normativa europea, a definire un nuovo piano pluriennale di assorbimento delle graduatorie a esaurimento". Ma per fare questo occorre “assumere iniziative per ovviare ad una carenza della riforma pensionistica attuata che non ha tenuto nel necessario conto le peculiarità del comparto della scuola, nel quale la data di pensionamento è legata, per esigenze di funzionalità e di continuità didattica, alla conclusione dell'anno scolastico”.

La domanda finale è quindi ovvia: “come si attua la stabilizzazione dei colleghi non stabilizzati senza una corrispondente deroga alla legge Fornero, che consenta un prepensionamento su base volontaria dopo i 60 anni, in virtù della condizione di lavoro altamente usurante quale è l'insegnamento?”.

Anche perché proprio in questi giorni il ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madìa, “ha prospettato modalità di prepensionamento nella pubblica amministrazione per lasciar spazio ai giovani. Eccoci! Il mondo della scuola è esattamente l'ambito dove applicare da subito tale modalità”.

 
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DEF

Post n°2785 pubblicato il 09 Aprile 2014 da fabiana.giallosole
 
Tag: DEF

    Da "La Tecnica della Scuola"


    Il Governo approva il DEF: si punta su nuovo reclutamento e sviluppo delle carriere


di Alessandro Giuliani


Nella serata dell’8 aprile il Consiglio dei Ministri ha fatto, con il Documento di economia e finanza 2014, di voler rivedere i modelli di selezione e gestione del personale: largo a valorizzazione del merito, con un nuovo contratto che prevede un più rapido ed efficace metodo di reclutamento di insegnanti e ds. C’è poi l’impegno a rafforzare lo sviluppo professionale. Gli altri punti su cui intervenire: sicurezza, apprendistato, istruzione tecnica, lotta a Neet e dispersione, più lingua inglese e connettività wi-fi.

Sono diversi i passaggi riguardanti la scuola nel Documento di Economia e Finanza. Si va dall’edilizia, passando per l’apprendistato, per la lotta alla dispersione e il miglioramento della lingua inglese a tutti i livelli scolastici e per l’avanzamento delle tecnologie digitali nelle scuole italiane.

Ma il punto più controverso, su cui si sposterà sicuramente l’attenzione nei prossimi giorni, è quello dalla valutazione. Di istituti e docenti che vi operano.

All’interno del documento si indica la necessità di dare “piena attuazione, a partire dall’inizio del prossimo anno scolastico, del Regolamento per l’applicazione del Sistema Nazionale di Valutazione delle istituzioni scolastiche. Valutazione e incentivi alle università migliori (ANVUR)”. Si parla anche di nuove metodologie da adottare per reperire il personale: bisogna rivedere i modelli, “in ottica di valorizzazione del merito, del contratto degli insegnanti e del metodo di reclutamento di insegnanti e dirigenti scolastici, che va reso più rapido ed efficace sotto l’aspetto amministrativo e deve garantire una selezione effettiva delle migliori professionalità”.

Per il Governo, quindi, è giunta l’ora di “fornire alle scuole strumenti di raffronto, verifica e riconoscimento del merito e dell’efficienza. Disporre, a livello nazionale, di un sistema trasparente dove i risultati relativi al miglioramento delle attività didattiche e formative siano comparabili tra istituti e tra il nostro sistema nazionale e quelli dei principali paesi europei”. Anche perché, “la valutazione è entrata nella cultura e nella prassi ormai da alcuni anni. Nell’ultimo decennio si sono introdotti i test INVALSI e a garantire la partecipazione alle indagini internazionali (ad esempio, l’OCSE-PISA). Siamo ora nelle condizioni di mettere in atto un sistema di valutazione delle scuole pienamente operativo”.

Nel DEF, inoltre, si indica l’esigenza di “migliorare qualità e risultati della scuola, anche rafforzando lo sviluppo professionale degli insegnanti e diversificandone lo sviluppo della carriera”. Un punto, quest’ultimo, che il Ministro intende ratificare all’interno del prossimo rinnovo del Ccnl. Con l’amministrazione che, con ogni probabilità, chiederà di abbandonare del tutto la logica degli aumenti a ‘pioggia’. Mentre i rappresentanti del lavoratori hanno già detto che, seppure favorevoli al merito, non intendono abbandonare del tutto gli attuali scatti: un minimo per tutti, almeno per adeguare gli stipendi all’inflazione, deve essere garantito.

Ecco, brevemente, gli altri punti che riguardano scuola, istruzione ed università.

È confermato uno stanziamento iniziale di “2 miliardi per rendere le scuole più sicure, con interventi di messa in sicurezza, efficienza energetica, adeguamento antisismico e costruzione di nuove scuole, e per rilanciare l’edilizia anche attraverso una riallocazione delle risorse non utilizzate”.

Maggiore sostegno va poi conferito “all’apprendistato, ai tirocini formativi presso le aziende, e all’alternanza scuola-lavoro, trasformando le sperimentazioni in pratiche diffuse, aumentando il numero di ore che i giovani delle passano in azienda nel periodo scolastico ed universitario, e certificando le competenze che acquisiscono. Predisposizione, nell’ambito del Piano Garanzia Giovani, di programmi di orientamento che diminuiscano la dispersione e migliorino la qualità delle scelte degli studenti”.

Via libera anche al “rafforzamento dell’istruzione tecnica e valorizzazione delle esperienze positive come il modello ITS (Istituti Tecnici Superiori), scuole ad alta specializzazione tecnologica nate per rispondere alla domanda delle imprese di nuove ed elevate competenze tecniche e tecnologiche”. Per favorire un miglior raccordo tra scuola e mondo del lavoro, “è in fase di elaborazione un piano triennale d’interventi per tirocini extracurriculari degli studenti delle quarte classi delle scuole secondarie di secondo grado, con priorità per quelli degli istituti tecnici e degli istituti professionali presso imprese, altre strutture produttive di beni e servizi o enti pubblici”.

Tra gli obiettivi che si prefigge il Governo Renzi vi è anche quello di “fornire la risposta più efficace all’aumento dei NEET: offrire ai ragazzi un’opportunità di lavoro non dopo, ma durante la formazione scolastica ed universitaria. Recuperare produttività per il sistema Italia attraverso formazione, innovazione e ricerca”.

A tal proposito, “la lotta alla dispersione si deve attuare fin dalla scuola per l’infanzia, la cui diffusione vede ancora oggi disparità inaccettabili tra le diverse aree del paese. Applicando pienamente il principio di sussidiarietà, il Governo favorirà una maggiore sinergia tra pubblico, privato ed enti locali, anche incentivando i meccanismi delle convenzioni.

Il sistema dell’istruzione e dell’università si devono evolvere ulteriormente per dotare gli studenti delle competenze nuove che sono rese necessarie dalle innovazioni intercorse a livello civile, economico e sociale negli ultimi decenni. In particolare, è necessario assicurarsi, anche con innovazioni dell’offerta formativa, che le competenze linguistiche, quelle digitali e quelle relative all’imprenditorialità siano diffuse nel nostro sistema educativo”.

Nel DEF si indica, inoltre, la necessità di “diffondere l’insegnamento della lingua inglese dalla scuola primaria fino all’università attraverso il CLIL, metodologia di insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera”.

Largo anche alla “messa a disposizione di connettività wi-fi all’interno degli istituti scolastici. Avanzamento nell’integrazione delle tecnologie digitali nelle metodologie, linguaggi e contenuti della didattica, ricercando nell’innovazione digitale lo strumento per allargare gli spazi della cultura e della formazione. Sostegno alla diffusione e all’utilizzo, soprattutto nell’istruzione superiore, di Open Educational Resources”.

 
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ROMPICAPI

Post n°2784 pubblicato il 09 Aprile 2014 da fabiana.giallosole
 

    Da “Corriere della sera”


    Inutili rompicapi che non scelgono i migliori

Negli Stati Uniti per essere ammessi ad una scuola di medicina bisogna aver fatto bene il liceo e serve una lettera di raccomandazione degli insegnanti del liceo


di Giuseppe Remuzzi

Che Noam Chomsky sia stato o meno senatore del Governo degli Stati Uniti è irrilevante per chi voglia essere medico. E poi, è vero che il riassorbimento del glucosio avviene nel tubulo prossimale e non nella capsula di Bowman o nell’ansa di Henle, ma non c’era bisogno che i ragazzi lo sapessero adesso, avranno sei anni di tempo per impararlo. I test di matematica e fisica erano facili, ma le «quattro partite a carte a casa dei nonni di quattro bambini con il premio in caramelle» e altre cose del genere sono rompicapi senza senso. Chi ha fatto bene il liceo ce la farà comunque ma ce la faranno anche i professionisti del quiz, quelli che hanno puntato tutto su Alpha Test. Negli Stati Uniti per essere ammessi ad una scuola di medicina bisogna aver fatto bene il liceo e serve una lettera di raccomandazione (ma non fraintendetemi, si tratta di una lettera con cui gli insegnanti del liceo ti «raccomandano» perché conoscono il tuo valore e pensano che potresti essere la persona giusta). Poi devi saper scrivere di te stesso e delle tue motivazioni, e infine c’è «l’intervista»; insomma ci si parla a questi ragazzi, li si vuole conoscere, sapere se sono disponibili a studiare sempre per tutta la vita, se sanno mettere in rapporto tra loro fenomeni diversi e trovarci un filo conduttore, se sono portati a parlare con gli ammalati e ad ascoltarli e se avranno la forza di stare vicino a chi soffre e a chi muore. Quasi nove su dieci di quelli che ieri hanno fatto il test resteranno fuori. Qualcuno di loro avrebbe potuto essere un bravo medico. Ma noi che non diamo alcun valore al voto di maturità e fondiamo tutto sui quiz dei libri di Alpha Test non lo sapremo mai.  

 
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Asilo nido

Post n°2783 pubblicato il 09 Aprile 2014 da fabiana.giallosole
 

    Da “Redattore sociale.it”


    Dal terremoto all’asilo nido del futuro: “Costa quanto uno brutto, ma è bello”

Anteprima della nuova scuola di Guastalla (RE), progettata dall’architetto Mario Cucinella, allievo di Renzo Piano. Ecosostenibile, tutto in legno e vetro, costa 1.650 euro al mq. Per i bambini sarà come essere in mezzo alla natura

REGGIO EMILIA - Appena 1.650 euro al metro quadrato, per uno spazio ecosostenibile che sarà più di una scuola per 120 bambini di Guastalla (RE), orfani di due istituti scolastici irrimediabilmente danneggiati dal terremoto che ha colpito l’Emilia due anni fa. Costa quanto un edificio ‘brutto’, ma sarà bello”, dice con orgoglio l’architetto di origini palermitane Mario Cucinella, autore del nuovo nido d’infanzia per bambini da 0 a 3 anni che verrà presentato alla città il 12 aprile. Bello non solo per i materiali utilizzati (è tutto in legno), ma perché mette in pratica un nuovo concetto “di qualità dello spazio, che permetta ai bambini di riappropriarsi degli ambienti circostanti e non di stare chiusi tra quattro mura con una finestra”.

In effetti, a vederlo, il nuovo asilo nido di Guastalla è uno spazio tutt’altro che convenzionale: tramite le ampie vetrate divise da strutture in legno, pone i bambini a strettissimo contatto con la natura. Proprio quella natura che due anni fa ha tolto, adesso ridà speranza a un’intera comunità, ponendosi come modello per l’architettura del futuro, che non potrà fare a meno dell’ambiente e del suo rispetto. Ecco perché il 54enne allievo di Renzo Piano tiene anche a precisare che “tutti i materiali utilizzati sono ecosostenibili”, come se questo aspetto rappresentasse non solo una precisa responsabilità professionale dell’architetto ma anche un messaggio da tramandare alle nuove generazioni.

Generazioni che, a partire dai bambini fino ai giovani laureati, dovranno fare proprio non solo il rispetto dell’ambiente ma anche un nuovo concetto di riqualificazione delle città e delle periferie, “le cui esigenze cambiano molto più velocemente rispetto ai tempi di approvazione di un piano regolatore”. Dopo un terremoto, certamente, ma anche per altre iniziative sociali o nella normale trasformazione dei centri urbani. “E’ un modus operandi che Piano chiama del ‘rammendo’ – spiega Cucinella -, dell’affrontare i macrotemi partendo dai microtemi” . Teorizzato da Piano, sposato da Cucinella, il “rammendo” è già realtà.

Proprio con e grazie al suo maestro Renzo Piano, che per questo progetto devolve l’intera indennità da senatore a vita (circa 5 mila euro netti al mese), Cucinella ha infatti dato vita a fine gennaio al programma G-124 (dal nome dell’ufficio occupato da Piano a Palazzo Madama): “Io e altri due colleghi, l’ingegner Maurizio Milan e l’architetto Massimo Alvisi, ospitiamo per un anno due giovani architetti ciascuno nei nostri studi per formarli e per realizzare progetti per tre grandi città italiane (una del Nord, una del Centro, una del Sud, ndr), partendo da temi centrali come il traffico, l’energia, gli spazi. Entro l’estate avremo i primi riscontri”.

Roberta Pastore, Roberto Giuliano Corbia, Federica Ravazzi, Eloisa Susanna,Michele Bondanelli e Francesco Lorenzi, di età tra i 29 e i 38 anni, vengono da ogni parte d’Italia e saranno anche regolarmente retribuiti, grazie appunto all’iniziativa del più famoso architetto italiano nel mondo. Semplice e agile anche il modo in cui sono stati scelti: “Hanno potuto inviare la candidatura attraverso i social network, in particolare una pagina Facebook. Abbiamo tenuto anche a pagarli perché il lavoro va sempre pagato, e l’opinione di un giovane rispetto a me che ho 54 anni è una risorsa da valorizzare”. L’obiettivo del tutoraggio non è dunque di creare i nuovi Renzo Piano, ma tante nuove Guastalla.

Che non rimane l’unica opera sul territorio dell’architetto nato a Palermo e ora attivo a Bologna: “Dopo il sisma, i consociati di Confindustria hanno deciso di devolvere un’ora di lavoro, raccogliendo 7,5 milioni di euro, utilizzati per pagare altri 6 giovani architetti, in questo caso tutti sotto il mio patrocinio, e realizzare tre opere di grandissima importanza proprio grazie al contributo di questi ragazzi”. Si tratta di opere pensate non per l’emergenza ma per l’effettiva utilità sociale, come Guastalla e come quelle che verranno fuori dal G-124: “Entro l’estate chiuderemo i cantieri per una scuola di musica, una struttura di assistenza per le persone affette da problemi mentali, e un altro edificio adibito a palestra e sala civica e dotato di spazi per corsi di cucina”.

L’architettura responsabile di Cucinella è arrivata anche all’estero: l’Agenzia Onu per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi (Unhrwa), tramite una commessa da 2,3 milioni di dollari finanziata dalla Banca Islamica per lo Sviluppo (Idb), gli ha affidato la realizzazione di una delle decine di scuole che finalmente potranno dare un futuro ai bambini di Gaza, nei territori palestinesi. “Negli ultimi tre anni ne sono state costruite 40, ma ne servono un altro centinaio: rimangono ancora fuori dal sistema educativo circa 40mila bambini”. Da poco, per 2mila di loro (alternati tra mattina e pomeriggio) c’è già una scuola nuova, di cemento e non di legno come quella in Emilia, ma ancora più “bella”: “E’ la prima scuola a Gaza che presta particolare attenzione ai temi ambientali: recupera le acque piovane, ricicla l’acqua, utilizza il sole per produrre energia. Abbiamo anche messo in piedi un percorso formativo per i locali sulle tecnologie green, affinché in futuro possano camminare con le loro gambe”. Più di una scuola. (Giuseppe Baselice)

 
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Ajello

Post n°2782 pubblicato il 09 Aprile 2014 da fabiana.giallosole
 
Tag: Ajello

Da “tuttoscuola.com

Ajello


"
Il ministro ha dichiarato che a settembre decollerà il Sistema nazionale di valutazione. Ieri ho incontrato il capo di Gabinetto che lo ha confermato e ha parlato anche di impegni economici. Mi aspetto di sapere dati precisi su questo, ma l’impegno è stato assunto". A parlare del Sistema nazionale di valutazione è Annamaria Ajello, presidente Invalsi, intervistata dalla Dire in occasione del seminario 'Scuola e cultura della valutazione' che si è tenuto nella sala delle Bandiere del Parlamento europeo, a Roma, con la partecipazione dell’europarlamentare Silvia Costa.

“Questa è una cosa molto importante - ha aggiunto Ajello riferendosi al Sistema nazionale di valutazione – perché rappresenta una novità: si parla di valutazione in senso non soltanto degli apprendimenti, ma complessivamente delle scuole. Una novità teorica e concettuale, oltre che metodologica, perchè non si tratta più di un test, per quanto raffinato, che misura gli apprendimenti e le competenze dei ragazzi, ma – ha detto ancora Ajello - con una serie di accorgimenti si parla con le scuole sulla base di un’autovalutazione precedente, si negozia poi una situazione di individuazione di che cosa si può fare funzionare meglio o che cosa va emendato, e si avvia un piano di miglioramento. Quindi - ha concluso – un’idea di valutazione orientata al miglioramento che scalza quella più radicata di una valutazione che tende gerarchicamente a porre le scuole in ordine, migliori e peggiori".

 
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 CHI SIAMO

Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

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