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Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

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Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 22/10/2014

 

SARDEGNA

Post n°3021 pubblicato il 22 Ottobre 2014 da fabiana.giallosole
 

Da "OrizzonteScuola regioni"

 

Sardegna: tre nuovi indirizzi musicali alle medie di Li Punti, Ittire ed Arzachena

inviato da Antonio Deiara - Luglio e agosto sono mesi silenziosi per la scuola, ma non nell’estate anomala del 2014. I tamburi di guerra del “Coordinamento regionale dei docenti di strumento musicale e musica della Sardegna” hanno rullato incessantemente, sovrastando il frinire delle cicale, da Sassari a Cagliari, passando per Ghilarza.

Tre nuovi Indirizzi Musicali nelle Scuole Medie degli Istituti Comprensivi di Sassari-Li Punti, diretto dalla dott.ssa Maria Pia Useri, Ittiri, guidato dai presidi Mario Peretto e Franca Riu, N° 1 di Arzachena, curato dal dirigente Francesco Carta e dalla sua vice Donatella Zazzara, rappresentano un risultato di tutto rispetto. Completa la quaterna il raddoppio del Corso strumentale della Media dell’ I.C.S. N° 2 “Pietro Borrotzu” di Nuoro.

“Ringraziamo il direttore generale dell’ Ufficio Scolastico Regionale della Sardegna, Francesco Feliziani, – affermano i responsabili regionali del Coordinamento, Ignazio Perra e Antonio Deiara – per la sensibilità dimostrata verso le richieste di numerose famiglie di alunni della Sardegna, il segretario provinciale della FLCGIL di Sassari, Luigi Canalis, per il sostegno concreto offerto alla nostra campagna di sensibilizzazione, gli amministratori comunali, provinciali e regionali, e i parlamentari che hanno ascoltato il nostro accorato appello”.

Suonare uno strumento fin dalla terza elementare, attraverso l’applicazione del Decreto Ministeriale n. 8 del 2011, per poi sviluppare un secondo triennio nella Scuola Media, rappresenta una componente fondamentale di quella che si può definire “Filiera dell’educazione musicale diffusa”.

Un po’ di numeri: in Sardegna, con le nuove aperture, esistono 54 Indirizzi Musicali alle Medie (con 56 sezioni) e 19 alle Elementari, 5 Licei Musicali con 6 corsi (“D.A. Azuni” Sassari e “S. Satta” Nuoro aperti nel 2010, Cagliari “Convitto-Conservatorio” dal 2013, Cagliari “Foiso Fois” e Oristano dal 2015), 39 Scuole Civiche di Musica (dati del 2013) e 2 Conservatori, il “Luigi Canepa” di Sassari e il “Giovanni Pierluigi da Palestrina” di Cagliari; da non trascurare le centinaia di Cori Polifonici, Parrocchiali, Polivocali Sardi, a Tenore, Cuncordu e Tasgia, le numerose Bande Musicali operanti nell’Isola, le Scuole private di Musica, gli Ensembles vocali e/o strumentali e le Bands giovanili.

“In termini formativi, culturali e sociali, l’Educazione musicale diffusa, al pari dello sport, rappresenta il più potente antemurale contro la dispersione scolastica, che pone la Sardegna al primo posto in Italia, primato non certo invidiabile, e i fenomeni di devianza e microcriminalità giovanile; – spiegano Ignazio Perra, docente del Conservatorio di Cagliari, e Antonio Deiara, professore dell’ I.C.S. di Ittiri e già supervisore al Biennio formazione docenti del Conservatorio di Sassari – dal punto di vista occupazionale parliamo, a regime, di 224 posti di lavoro alle Medie, almeno 76 alle Elementari, oltre 80 nei Licei Musicali e circa 500 nelle Scuole Civiche di Musica.”

A novembre, presso l’Istituto Comprensivo “Monsignor Saba” di Elmas, nuova riunione del “Coordinamento. “Fiato alle trombe!”, come diceva Mike Bongiorno: si discuterà della mancata apertura di nuovi Corsi strumentali nelle Scuole Medie degli Ambiti Territoriali di Cagliari e Oristano e prenderà il via la “Campagna per i nuovi Indirizzi Musicali 2015-2016”.

 
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Scuola

Post n°3020 pubblicato il 22 Ottobre 2014 da fabiana.giallosole
 
Tag: Scuola

Da “La Repubblica”


Scuola, la rivoluzione con la riforma o il caos


Nei prossimi mesi scatteranno i tagli previsti dalla legge di stabilità 2015: dagli esoneri per i collaboratori dei dirigenti scolastici alle supplenze brevi, alla sostituzione del personale Ata. Se non saranno compensate da altri interventi queste misure creeranno tantissimi problemi


Salvo Intravaia

Tra pochi mesi, la scuola italiana sarà rivoluzionata dalla riforma - la cosiddetta Buona scuola - lanciata da Renzi o precipiterà nel caos più totale. Basta partire dai tagli al settore istruzione previsti dalla legge di Stabilità 2015, contenuti nell'articolo 28 del testo ufficioso che circola ormai da diversi giorni. Dove spiccano subito alcune misure che, se non compensate da altri interventi, getterebbero i dirigenti scolastici nella disperazione.

Eccone tre. La prima è l'abolizione degli esoneri e dei semiesoneri per i collaboratori dei dirigenti scolastici. La normativa scolastica italiana prevede  l'esonero dall'insegnamento per il vicario del dirigente scolastico nelle scuole elementari e materne con almeno 80 classi. Per gli istituti comprensivi, le scuole medie e di secondo grado è previsto l'esonero se ci sono almeno 55 classi e il semiesonero se le classi sono almeno 40. In totale, sono oltre 3mila le istituzioni scolastiche italiane che possono contare, per la gestione delle tantissime problematiche che ogni giorno si presentano a scuola, su un docente completamente esonerato dal servizio o per metà del suo orario. La manovra prevista dalla legge di stabilità porterebbe un risparmio di 50 milioni di euro. Ma molte le scuole senza vicari, specialmente quelle in reggenza - dove il preside di scuole ne gestisce due -  diventerebbero quasi ingestibili. Basta immaginare un liceo con 70 classi. Chi affiancherebbeSalvo  il preside nella gestione del quotidiano, tra richieste di alunni e docenti e lamentele dei genitori? Il popolo della scuola non riesce neppure ad immaginarlo.

La seconda misura che creerebbe il caos è la disposizione che prevede il divieto per i dirigenti scolastici di attribuire supplenze per il primo giorno di assenza dei docenti. Basti pensare alle scuole dell'infanzia ed elementari, dove i docenti sono al massimo due o tre, oppure al sostegno per gli alunni disabili. Cosa dovrebbe fare il capo d'istituto in caso di assenza del docente? Dividere gli alunni rimasti senza insegnante nelle altre classi - prassi illegale, perché creerebbe situazioni di pericolo dovute ad eccessivo affollamento delle aule - o chiamare i genitori e invitarli a prelevare i figli perché non è possibile assicurare il servizio? E a chi verrebbe affidato il disabile in assenza del docente di sostegno, al bidello o verrebbe lasciato in classe?

E che dire - la terza disposizione - del divieto di nominare supplenti per pochi giorni o qualche settimana per il personale Ata (assistenti tecnici e amministrativi) o del divieto di nominare supplenti per i bidelli assenti per meno di una settimana? A chi spetterebbe vigilare gli alunni nei piani o nei corridoi rimasti sprovvisti di collaboratori scolastici? E se accadesse qualcosa agli alunni, chi ne risponderebbe: il docente o il preside? Per fortuna, a risolvere tutti questi problemi ci dovrebbe pensare l'organico funzionale derivante dall'infornata dei 148mila precari delle graduatorie ad esaurimento previsti dalla Buona scuola renziana. Ma anche in questo caso, la scuola avrà bisogno di un lungo periodo di assestamento. Perché la predisposizione dell'organico "funzionale" - che porterà in ogni scuola un certo numero di nuovi assunti - non è cosa semplice.

Si devono prima creare le Reti di scuole alle quali verranno assegnate le new entry che dovranno coprire le supplenze e tutte le altre esigenze della scuola, dall'eventuale esonero del vicario alle supplenze di un giorno, a quelle brevi di qualche giorno, al recupero per gli alunni in difficoltà, tanto per fare soltanto qualche esempio. Ma per la scuola si tratta di una rivoluzione copernicana, perché finora i dirigenti scolastici e il loro staff hanno gestito - secondo regole ben precise - solo le supplenze. Si tratterebbe, a partire dal primo settembre 2015 di gestire in maniera più complessa il personale a disposizione allo scopo di far funzionare al meglio la complessa macchina scolastica. Intanto, attraverso la legge di Stabilità, i tagli saranno operativi dal primo settembre 2015 mentre le assunzioni dei 148mila precari storici attendono un provvedimento ad hoc che discenderà dal finanziamento previsto - un miliardo per il 2015 e tre a decorrere dal 2016 - per realizzare gli interventi previsti dalla Buona scuola. Ma la strada è ancora lunga e le scuole dovranno prepararsi ad un cambio di mentalità.

 

 
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Abrogazione esoneri

Post n°3019 pubblicato il 22 Ottobre 2014 da fabiana.giallosole
 

Da “Il Sole 24 ore”


Con l’abrogazione degli esoneri in bilico 3.500 «vicepresidi»

di Nicola Da Settimo


Il progetto della legge di stabilità abroga l’articolo 459 del Decreto legislativo 297/94 (Testo unico scuola) e fa saltare dal prossimo anno scolastico gli esoneri e i semiesoneri del personale docente attualmente utilizzato, anziché in classe, come collaboratore del dirigente, cioè i cosiddetti vicepresidi. Da molte parti si è levato il grido d’allarme, in particolare per le 1.174 scuole affidate in reggenza (cioè senza un dirigente scolastico titolare), che si aggiungono ad altre 600 sottodimensionate.

Il sistema attuale
La norma che sta per essere abrogata (articolo 459 del Dlgs 297/94) prevede un esonero per i docenti di scuola materna ed elementare quando si tratti di circolo didattico con più di 80 classi. Per la ex scuola media scatta l'esonero quando si tratti di scuole con più di 50 classi, o il semiesonero, quando si tratti di scuole con più di 35 classi. Per gli istituti e scuole di istruzione secondaria occorrono più di 50 classi per l’esonero e più di 35 classi per il semiesonero. L’autorizzazione all’esonero o al semiesonero può essere anche disposta sulla base di un numero di classi inferiore di un quinto in caso di scuole o istituti che funzionano con classi di doposcuola, corsi di scuola popolare, corsi per lavoratori, corsi serali, o che attuino sperimentazioni autorizzate dal ministero o adottino doppi turni di lezione o abbiano plessi, succursali, sezioni staccate o sedi coordinate.

Negli istituti e scuole che funzionano con sezioni staccate, sedi coordinate, corsi serali o per lavoratori, fermi restando i criteri appena indicati, l'esonero o il semiesonero può essere autorizzato nei confronti dei docenti addetti alla vigilanza delle sezioni staccate, delle sedi coordinate, dei corsi serali o per lavoratori, anche se essi non siano collaboratori del preside.
Da sottolineare che le scuole sottodimensionate sono strutturalmente prive di un dirigente ed affidate a reggenza, in quanto l'articolo 19 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, impedisce l'assegnazione di un dirigente e di un direttore dei servizi alle scuole con meno di 600 alunni (400 per scuole di montagna o piccole isole). La possibilità di esonerare i collaboratori dei dirigenti delle scuole affidate a reggenza è stata dunque finora essenziale al buon funzionamento delle scuole che non hanno un dirigente, tanto che solo un anno fa l’articolo 17 del Decreto legge 104 del 12 settembre 2013 aveva previsto che nelle scuole affidate in reggenza nelle regioni dove non si erano ancora concluse le procedure concorsuali si potessero derogare i limiti numerici fissati dall'articolo 459 del TU del 1994.

I risparmi
Un calcolo anche approssimativo dei risparmi attesi dall’abrogazione dell’articolo 459 non è al momento possibile per mancanza del dato degli esoneri concessi. Tuttavia, ipotizzando 2mila esoneri totali e 3mila semiesoneri, i supplenti in meno sarebbero 3.500, con un risparmio di circa 100 milioni di euro all'anno.

Il nuovo sistema
La bozza di legge di stabilità prevede l’abrogazione dell'articolo 459 a decorrere dal 1° settembre 2015 «in considerazione dell’attuazione dell’organico dell’autonomia, funzionale all’attività didattica ed educativa». In pratica: le funzioni finora svolte dai docenti esonerati dovranno essere ricondotte alle risorse dell’organico funzionale, o di rete, per l’attuazione del quale la stessa legge di stabilità ha stanziato un miliardo di euro. In effetti, dunque, la soppressione degli esoneri è la logica conseguenza dell'attuazione dell'organico funzionale, regolato, da ultimo, dall'articolo 50 del decreto “Sviluppo”, n. 5 del 9 febbraio 2012 (sinora rimasto sulla carta per mancanza di risorse). Il legislatore, ormai due anni e mezzo fa, aveva promesso la definizione, per ciascuna istituzione scolastica, di un organico dell'autonomia in qualche modo stabile e omnicomprensivo, funzionale all’ordinaria attività didattica, educativa, amministrativa, tecnica e ausiliaria, alle esigenze di sviluppo delle eccellenze, di recupero, di integrazione e sostegno ai diversamente abili e di programmazione dei fabbisogni di personale scolastico. Si tratta, in definitiva, di una quota di personale docente, privo di classe (similmente ai docenti con esonero) che servirà alla scuola per ampliare l’offerta formativa, per le supplenze, ma anche con funzioni di staff e collaborazione con la dirigenza.

 
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DIRIGENTE SCOLASTICO

Post n°3018 pubblicato il 22 Ottobre 2014 da fabiana.giallosole
 

Da “Scuolaoggi.org”


Il Dirigente scolastico e la “Buona Scuola


di Antonio Valentino

Tre questioni nodali  Rispetto alla prospettiva e alla costruzione di una buona scuola, le questioni con un peso determinante sono, a mio avviso,  soprattutto le seguenti: la stabilizzazione del personale precario; la questione docente, soprattutto sotto il versante della rimotivazione;  il problema della governance, con particolare attenzione alla figura del DS.

Anche le altre questioni di cui parla il documento sono ovviamente degne di attenzione, ma ai fini della rimessa in moto del sistema, penso siano meno rilevanti.

Questo perchél'obiettivo che dovrebbe essere considerato principale in questa fase è quello di  creare appunto motivazione e coinvolgimento nel personale. Obiettivo che per essere centrato richiede la messa a punto di misure che creino un clima nuovo di impegno professionale e di protagonismo docente (da ciò un no convinto alla soglia del 66% per l’attribuzione degli scatti c.d. di competenza) e il rilancio della funzione del DS, visto come elemento pilota dell’operazione che punta a far ripartire la macchina

Sulla Dirigenza Scolastica: cosa cambia?

In questo contributo mi preoccuperò soprattutto di quest'ultimo argomento e cercherò di considerarne gli intrecci con aspetti non secondari della questione docente, per come viene rappresentata nelle proposte governative.

Nel documento, l’argomento della Dirigenza è toccato in modo non sistematico, con richiami in punti diversi e piuttosto affrettati e con una visione complessiva  che, seppure introduca  elementi di novità, nell’insieme dà l’impressione di  una non adeguata comprensione della sua rilevanza in questa operazione della “buona scuola”.

Provo a mettere in fila i passaggi sul DS presenti nel documento, riconducibili ai seguenti aspetti:  le priorità rispetto alla missione;  gli strumenti (poteri, prerogative) aggiuntivi, previsti per il DS nel documento; le condizioni per una operatività efficace.

 

Il DS “timoniere”. E poi?  

Sul primo punto, si richiama, nella sezione 3, l’obiettivo indicato per il DS: “…mettere la scuola nelle condizioni di cambiare rotta”. Al riguardo si ricorre all’immagine del “timoniere” come figura essenziale.  Cambiare rotta, invertire la tendenza. Quindi, se ne deduce: innovazione, ma anche qualificazione professionale e rimotivazione, che sono i due nervi scoperti  del nostro sistema.

Nel testo, comunque,  la  dimensione pressocchè unica considerata è quella del DS promotore dello “sviluppo del  progetto formativo”,  “della didattica e della quali­ficazione dell’offerta forma­tiva”, attraverso “il coordinamento della progettazione edu­cativa”.

Il fatto che si  parli in modo così insistito su questa dimensione fondamentale del la figura del DS appare decisamente positivo.

Quello che non si capisce invece è l’assenza di riferimenti alla sempre crescente complessità del quadro in cui il DS è chiamato ad operare e quindi all’idea di buona scuola nella situazione problematica di oggi. Idea di scuola non come istituzione, in questo caso; ma come “comunità professionale” e assetto organizzativo (con riferimento ai suoi principi regolatori e alla “filosofia” di riferimento). Che rinvia conseguentemente al discorso  delle “competenze” con cui il DS andrebbe “attrezzato”.

Questa mancanza, potrebbe anche apparire secondaria nell’economia generale del discorso sulla Buona scuola.  Ma non credo lo sia. Ritengo anzi che  questa disattenzione alla scuola come organizzazione - che abbia suoi tratti specifici e imprescindibili e coerenti con la sua missione – potrebbe molto realisticamente pregiudicare ogni prospettiva di buona scuola.

Questi limiti vengono fuori soprattutto quando si considerino le novità, per altri aspetti significative, presenti nel documento a proposito di “possibilità e nuove leve” per il DS.

 

Nuove leve per il DS: modificano qualcosa?

È indubbiamente chiara nel documento   la consapevolezza che occorra “attrezzare meglio il DS rispetto ai compiti in parte nuovi dell’attuale fase “ e che gli “va data la possibilità di organizzare meglio il lavoro all’interno della scuola, di guidare il piano di miglioramento…”, ecc. ecc.  Queste  affermazioni fanno  il paio con l’altra che si legge sempre in questa sezione: “(I DS) sono responsabili di (quasi) tut­to; ma non hanno nelle loro mani le leve di governo per assumere al meglio tali re­sponsabilità”.

Né vanno d’altra parte sottovalutati alcuni altri passaggi in cui le previsioni di “leve” si fanno più esplicite. Proviamo a metterli in fila:

  1. 1.     I dirigenti scolastici “potranno scegliere tra i do­centi coloro che coordinano le attività di innovazione didattica, la valutazione o l’orientamento e premiar­ne, anche economicamente, l’impegno…. “.

  2. 2.     A tal fine una percen­tuale del 10% del Fondo “sarà nella piena disponibi­lità del Dirigente, per remunera­re docenti per attività gestionali e di didattica di particolare rilie­vo per il Piano di miglioramento”.

  3. 3.     Il dirigente scolastico, “consul­tati gli organi collegiali, potrà in tal modo chiamare nella sua scuola i docenti con un curri­culum coerente con le attività con cui intenda realizzare l’au­tonomia e la flessibilità del­la scuola. In questo modo le scuole potranno utilizzare la leva più efficace per mi­gliorare la qualità dell’in­segnamento: la scelta delle persone”.

 

Quello che qui si vuole osservare, in coerenza coi i ragionamenti fatti prima,  è che i cambiamenti prospettati, potenzialmente utili in sé, diventano  “possibilità”, e “leve” di segno positivo,  solo se le  nuove competenze  si collocano dentro una visione che non solo faciliti la costruzione delle  decisioni più opportune e valorizzi  e premi i docenti più motivati e impegnati, ma che soprattutto preveda, in modo non retorico, quel  protagonismo dei docenti, enfatizzato nel documento ministeriale. Protagonismo  che nasce solo da condivisione e nuova motivazione; e senza del quale la nuova scuola non parte.

Voglio dire che queste nuove leve e possibilità per il DS, se utilizzate come strumento autoritario e vertistico del potere, passi in avanti non ne  fanno fare, anzi.

 

Su “nuove” leve e “protagonismo degli insegnanti”

Per questo ritengo che vadano previsti provvedimenti che offrano garanzie circa un corretto uso di queste leve, spostando a livelli più alti la soluzione del problema. E quando penso a tali provvedimenti, penso alla opportunità-necessità di una cultura dirigenziale – da formare e/o sviluppare - in cui giochi un posto importante l’idea di leadership diffusa e della relazione positiva e collaborativa come obiettivo principale.

(D’altra parte è lo stesso documento ministeriale ad affermare che “La rinnovata definizione dei poteri e delle responsabilità del dirigente scolastico” vada “bilancia­ta da un nuovo protagonismo dei docenti ..”. )

Ma penso vada prioritariamente e urgentemente ripresa - e chiusa - l’annosa questione della valutazione del DS (prevista dal CCNL del ’99!), fatta però come Dio comanda. Valutazione che possa funzionare anche come elemento di  contrasto nei confronti di comportamenti che non favorissero cooperazione e partecipazione.

Quindi, bene le misure, a condizione che si operi contestualmente  perché i rischi vengano prevenuti e contrastati.

Se questa ottica ha un senso, penso, ad esempio, che sia sbagliato attribuire al DS la scelta delle figure di coordinamento dei Consigli di classe e interclasse e dei gruppi di dipartimento. Ma anche di tutte le commissioni e gruppi di lavoro in cui il livello di autonomia organizzativa dei partecipanti sia tale da rendere inopportuna una imposizione dall’alto di queste  figure.

Come pure ritengo che  andrebbe piuttosto messo l’accento, nella prospettiva delle buona scuola, sull’idea di scuola come comunità professionale o – come forse sarebbe meglio dire – rete di comunità di pratiche (le articolazioni del Collegio: consigli di classe, di dipartimento ecc.). Che è idea motrice in ogni processo  di miglioramento – come è riconosciuto dalla ricerca internazionale più avanzata sulle strategie – che si avvalga del  protagonismo dei docenti. Non però dei docenti come monadi – o immagini assimilabili –, ma dei docenti come team; come comunità di pratiche e di apprendimento, appunto. Questo perché, il protagonismo, in una istituzione come la scuola, ha senso e dà risultati solo se poggia sulla dimensione collettiva del lavoro e su forme estese di cooperazione (vs monadismo e autoreferenzialità).  E, ancora, se poggia su una idea di leadership di scuola dove le figure di organizzazione didattica e gestionale non siano al servizio del “capo”, ma espressione di una comunità professionale responsabile nella vita dell’istituto.

È questa visione, funzionale alla Buona scuola, quella per la quale può valere la pena di impegnarsi. Perché porta dietro di sé un’idea della dirigenza che si ritiene possa riuscire ad esprimere il meglio di sé rispetto alla sua missione, in quanto sostenuta da una rete di collaborazioni e condivisione.

In assenza della quale non si va da nessuna parte.

In questa prospettiva, le funzioni di un DS della “buona scuola” mi appaiono essere piuttosto quelle di

  • animare  una comunità professionale curandone il fuzionamento complessivo, le sue articolazioni, l’orientamento al risultato;

  • individuare, valorizzare e coinvolgere  figure di riferimento e di collegamento, coordinandole e facilitando le collaborazioni,

  • garantire  coerenze interne (di obiettivi e strumenti) e attenzione alle specifiche necessità. 

 

Sulla terza misura prevista (la chiamata diretta),infine. Quii ragionamenti sono più complicati, perché più complicata e problematica la materia.

Comunque ritengo che non sia allo stato attuale una priorità e che la questione – non certamente un tabù - andrebbe affrontata all’interno della più generale proposta dell’organico funzionale (a livello di scuola e di territorio). Dentro la quale potrebbe trovare risposte opportune. 

 

La valutazione dei docenti: una ipotesi di lavoro

C’è ancora un  punto delicato e fondamentale che va messo in primo piano, parlando delle nuove competenze e responsabilità del DS: quello riguardante il discorso dei crediti e dei soggetti che presiedono alla valutazione delle varie tipologie di attività, azioni, comportamenti, da prevedere e definire.

Valutazione da prevedere comunque  come pratica agile e semplificata, cui attribuire possibilmente anche una dimensione formativa. 

Sappiamo che il documento governativo attribuisce ai Comitati di valutazione interni alle scuole tale valutazione: sia per crediti attribuiti annualmente, sia quella definitiva, a conclusione del triennio.

Mi sembra che su questo aspetto si rilevi una incoerenza. Infatti, il documento, sebbene attento  a riconoscere al DS quelle leve che gli permettano di incidere sui processi che producano miglioramenti, relega poi il DS ad una funzione marginale sulla valutazione dei docenti per il riconoscimento dei crediti. Questa marginalità contraddice anche uno dei tratti fondamentali della dirigenza:  la responsabilità rispetto ai risultati.

Penso che in questa fase, se vogliamo che il ds possa funzionare come elemento propulsivo di una situazione che va messa in movimento, bisognerebbe pertanto prendere in considerazione  l’ipotesi che la competenza valutativa per il riconoscimento dei crediti sia in capo al DS. Che si  avvale ovviamente delle informazioni utili e fondate provenienti anche da altre fonti e che acquisisce  obbligatoriamente le valutazioni “orientative” del previsto Comitato di scuola.

Ovviamente per questa eventuale opzione vale il discorso dei rischi che si è fatto a proposito delle nomine delle figure di coordinamento e collaborazione e del 10% del MOF utilizzabile dal DS. E quindi il discorso delle misure da prevedere contestualmente per evitare derive pericolose: cioè, un sistema di valutazione del DS affidabile (va ribadito) – che poggi su una idea non burocratica di rendicontazione -,  ma anche, sul punto, una formazione mirata; assieme a competenze che attengono al profilo generale del dirigente di una istituzione che dovrebbe funzionare anche come comunità professionale. 

Si tratta comunque di terreni delicati e scivolosi in  cui il discorso dei rischi va affrontato senza improvvisazione e prevedendo garanzie su criteri, parametri e punti fermi.

 
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SCUOLA

Post n°3017 pubblicato il 22 Ottobre 2014 da fabiana.giallosole
 
Tag: Scuola

Da “ScuolaOggi.org”

La Scuola nella Stabilità 2015

di Pippo Frisone

Il ddl sulla stabilità (ex finanziaria) per il 2015 è stato varato dal Governo . La manovra ammonta complessivamente a 36 miliardi. I tagli lineari e la spending review toccano anche l’istruzione.Il Governo con una mano dà e con l’altra toglie, riduce e taglia.

Alla voce Fondo per la realizzazione del Piano la buona Scuola, all’art.3 vengono stanziati in bilancio 1 Mld sul 2015 e 3 Mld sul 2016. Tra gli obiettivi , rafforzare l’offerta formativa e la continuità didattica, la valorizzazione dei docenti e dell’autonomia.

All’interno di queste risorse , rimane prioritario il piano straordinario di assunzioni per 148mila precari e il potenziamento dell’alternanza scuola-lavoro.

E qui finiscono le buone notizie, perché l’ assegnazione di 200milioni per le scuole non statali non lo è.

L’ulteriore proroga del blocco dei contratti nel P.I. fino al 31.12.2015 , pur se attesa, rimane la più odiosa delle notizie perché congela ancora per un anno gli stipendi dei lavoratori della scuola, fermi oramai all’1.1.2009 !

Tagli alle indennità di servizio all’estero sono previsti per il personale docente nella misura di 3,7 Mln nel 2015 e 5,1 Mln nel 2016-17

All’art.28 sono elencati più in dettaglio i cosiddetti tagli lineari, ossia le riduzioni di spesa a carico del MIUR.

Al comma 1, ci sono le modifiche alle commissioni esami di maturità.

I sei commissari saranno designati dai consigli di classe mentre il Presidente sarà nominato ogni due classi dal Direttore Regionale. Si pagano le indennità al solo il Presidente mentre non si pagano più i commissari. Risparmi stimati in 147 Mln.

Alla Scuola per l’Europa di Parma vengono tagliati d’un colpo 200mila euro.

La Legge n.440, voluta a suo tempo per sostenere l’autonomia delle scuole, viene ancora una volta tagliata con ulteriori 30 Mln.

Dai Progetti nazionali giacenti vengono sottratti altri 10 Mln.

Vengono ridotti gli esoneri ai Coordinatori di Educazione Fisica.: spariscono i Coordinatori provinciali , ne resta soltanto uno a livello regionale.

Abrogati tutti gli esoneri e semi-esoneri dei collaboratori dei Dirigenti Scolastici.

Tagli ai comandi del personale della scuola in altre amministrazioni del P.I.

Tagliate le supplenze brevi del personale ATA., sostituite con le ore eccedenti al personale in servizio, pagate col Fondo d’Istituto.

Tagliate le supplenze brevi di un giorno al personale docente.

Tagliati gli organici del personale ATA di 2.020 unità e di 50,7 Mln le spese per il personale per il 2015/16.

A conti fatti, il miliardo stanziato per la realizzazione del Piano sulla Buona Scuola nel 2015, altro non è che una partita di giro, compensato com’è  dal lato delle entrate dai blocchi ai contratti e dai tagli  lineari della spending review applicata alla scuola.

Quindi niente di nuovo sotto il sole. E’ il solito  gioco delle tre carte.

Alla scuola sono state sottratti nel periodo 2009-2011, risorse per 8 Mld e 135 mila posti !

Il miliardo sul 2015 e i 3 miliardi sul 2016 con le 148mila assunzioni del piano Buona Scuola  possono essere un’inversione di rotta, l’inizio d’un risarcimento.  Lo sapremo presto. Una cosa è certa: non possono bastare cinque minuti di consultazione on-line per sostituire il confronto con le rappresentanze sindacali e l’associazionismo professionale .Non può bastare una sola finanziaria per fare una buona scuola. Come non può bastare da sola una legge sulla carriera degli insegnanti senza  un contratto.

Siamo solo all’inizio. Le prime risposte non mancano. Si comincia il 25 ottobre con la Cgil in piazza a Roma alle h. 9,30 .

 

 
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Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

Felice settimana


 Serena, solare settimana a tutti voi, piena di energia e di voglia di lottare ancora insieme...

FabianaGiallosoleq

 

 

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