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sono collegate al cuore

Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 22/11/2014

 

Biblioteche

Post n°3062 pubblicato il 22 Novembre 2014 da fabiana.giallosole
 

Da "Repubblica.it"


Biblioteche la storia vera di una sconfitta


ANNI fa la discussione sul futuro del libro conobbe i fasti salottieri di tutte le questioni di aria fritta. Sulla futura, imminente morte del libro per effetto della rivoluzione elettronica si parlò e si scrisse molto. Ne nacque una profluvie di convegni accademici, di esplorazioni arditamente sommarie della galassia Gutenberg. Intanto, zitti zitti i libri cominciavano una silenziosa migrazione dalle antiche stanze costruite per loro, dove si pensava che avrebbero dormito nei secoli. Stanze splendide: chi ne vuole avere un'idea può fare un viaggio attraverso le bellissime fotografie di Will Pryce che illustrano la grande sintesi storica di James W. P. Campbell, La biblioteca. Una storia mondiale, edita in traduzione da Einaudi. Dove andavano? In alcuni casi migrarono verso sedi ipertecnologiche, di dimensioni gigantesche, veri trionfi della monumentalità della memoria culturale. Si pensi agli edifici dove trovarono accoglienza i milioni di libri della Bibliothèque Nationale di rue Richelieu a Parigi, della British Library a Londra, della Biblioteca statale di Berlino: grandi imprese architettoniche, monumenti eretti all'orgoglio nazionale delle grandi culture europee. Il messaggio affidato a queste realizzazioni è quello di un potere fondato sulla capacità di raccogliere e tutelare la memoria culturale per utilità di tutti. Da Assurbanipal a Filippo II di Spagna, dalla Biblioteca alessandrina di Tolomeo a quella di San Lorenzo a El Escorial, il libro è stato l'ospite necessario di monumenti destinati a legittimare simbolicamente un potere sugli altri. La verifica di questa funzione la danno gli innumerevoli casi di civiltà che hanno pagato la sconfitta con la distruzione della loro memoria scritta. Oggi, nelle culture europee reduci dall'apocalisse del XX secolo, le grandi biblioteche nazionali si misurano con la sfida della crescita esponenziale della stampa di libri.

È una sfida che si affronta con la quasi certezza della sconfitta. Si pensi a che cosa significhi far fronte al compito sempre più oneroso del deposito legale. Un compito concepito per garantire la conservazione della memoria culturale delle nazioni: ma è evidente l'inadeguatezza dello spazio, anche quando assume le dimensioni galattiche della Bibliothèque di Parigi, a fronte della crescita inesorabile di una produzione che nemmeno l'invenzione della stampa digitale ha frenato. La selezione tra il libro da conservare e quello da abbandonare è di fatto ammessa anche laddove vige l'obbligo del deposito legale delle pubblicazioni. L'umanità deve rassegnarsi: la storia del libro e della memoria culturale in generale è la storia di periodiche cancellazioni. La storia delle biblioteche è una storia di sconfitte e di laboriose, casuali vittorie: dov'è la Biblioteca di Alessandria e che cosa si è salvato di quel progetto grandioso? Che ne è stato delle biblioteche della Roma imperiale? La sapienza costruttrice dei romani antichi ha lasciato suggestive tracce su tutto il vasto territorio dell'impero, come documentano le belle foto di Will Pryce. Ma per sapere che cosa leggevano a Roma al tempo degli imperatori dobbiamo guardare ai frammenti di testi decifrati dai rotoli carbonizzati di una biblioteca privata di Ercolano.

E l'Italia che cosa ha da dire in materia di biblioteche? La biblioteca come edificio creato al servizio del libro e del lettore ha conosciuto nell'età umanistica il momento più alto della sua storia. Basti evocare i casi della Laurenziana, della Marciana, della Vaticana, della Malatestiana. Ma se guardiamo al presente il bilancio è penosamente negativo: quando piove, alla Nazionale Centrale di Firenze i lettori debbono aprire gli ombrelli. Alla Nazionale di Roma il personale in pensione non viene sostituito e i servizi sono affidati a volontari non pagati. E si fa avvertire qua e là la tendenza a sciogliere i vincoli tra i libri e gli edifici che li ospitano, relegando i fondi sfrattati in depositi più o meno occasionali. Eppure ci sono qui da noi tesori inestimabili, come ben sanno i ladri di libri – ai quali capita che sia il ministro stesso della cultura a dare le chiavi, come si è visto nel caso della Biblioteca dei Gerolomini. È nello stato di abbandono delle biblioteche e degli archivi del sapere scritto che si rivela uno dei sintomi più gravi e inavvertiti della crisi italiana: l'annebbiarsi fino a svanire della memoria culturale del paese.

Adriano Prosperi

 
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Scuola-lavoro

Post n°3061 pubblicato il 22 Novembre 2014 da fabiana.giallosole
 

Da "OrizzonteScuola"


Scuola-lavoro, MIUR trionfalistco. FLCGIL: meno ore e meno fondi


Il Ministero ha pubblicato una serie di dati sull'alternanza scuola-lavoro con lo scopo di mettere in evidenza la maggiore diffusione della pratica didattica. Ma la FLCGIL non concorda.

Il Ministero ha pubblicato una serie di dati sull'alternanza scuola-lavoro con lo scopo di mettere in evidenza la maggiore diffusione della pratica didattica. Ma la FLCGIL non concorda.

Secondo i dati forniti dal Ministero su uno studio dell'Indire, ai progetti di alternanza scuola-lavoro nel  2013/2014 ha partecipato il 10,7% degli studenti, 10.279 i percorsi attivati, +21,6% di imprese partecipanti, +35,4% di esperienze nei licei.

Numeri importanti, che vengono analizzati el dettaglio dallo studio Indire e sintetizzati in un comunicato del Ministero.

Ma, secondo la FLCGIL, i toni triofalistici celano maldestramente una situazione di "pesante difficoltà in cui le scuole si trovano ad affrontare un importante segmento della formazione dei nostri studenti della secondaria di II grado".

In particolare, il sindacato mette in evidenza forte riduzione della durata media annuale espressa in ore dei percorsi in alternanza:

  • per i percorsi annuali si passa dalla media di 122,4 ore dell’a.s. 2012/2013 a 97,8 ore del il 2013/2014
  • per i percorsi biennali da 105,8 ore dell’a.s. 2012/2013 a 91,2 del per il 2013/2014
  • per i percorsi triennali da 98,2 ore dell’a.s. 2012/2013 a 90,6 ore per il 2013/2014

Solo per i percorsi quadriennali che rappresentano una piccolissima percentuale del totale, si ha un aumento da 85,4 a 90,2 ore. Ad essere ridotti sono stati anche i percorsi,  da 11600 a 10279.

La conseguenza è che "il peso dell’alternanza si sta riducendo sensibilmente nell’ambito del curricolo della secondaria di II grado".

Infine, il dato positivo, del numero di strutture ospitanti, da 77.991 a 126.003, e il forte incremento delle attività destinate a gruppi di studenti provenienti da indirizzi di studio diversi, è probabilmente collegato, dicono dal sindacato "all’attuazione di percorsi più brevi (stage o tirocini, così come definiti nelle Linee guida del triennio degli istituti tecnici e professionali) che rappresentano modalità di realizzazione del curricolo della secondaria superiore assai diverse rispetto ai percorsi in alternanza."

A tutto ciò si aggiunge anche la riduzione delle risorse per l'alternanza scuola-lavoro passando dai 20.560.000 del 2013/14 agli 11 del 2014/15.

 
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Alternanza scuola lavoro

Post n°3060 pubblicato il 22 Novembre 2014 da fabiana.giallosole
 

Da “La Tecnica della Scuola”


L'altra faccia dell'alternanza scuola lavoro: lo sfruttamento degli studenti


Alessandro Giuliani

Nel vicentino, 2.700 iscritti nelle scuole alberghiere, alcuni minorenni, sarebbero stati irregolarmente impiegati in alberghi e ristoranti, sfruttando le esperienze di tirocinio scolastico, previste dai programmi di studi: ad escogitare il sistema due società fittiziamente residenti all'estero. Prodotta un'evasione fiscale per un milione di euro.

 

Non sempre le esperienze di stage e di alternanza scuola-lavoro sono convogliate verso la crescita professionale degli studenti che li frequentano. Ogni tanto si scopre che i datori di lavoro approfittano della presenza di giovani volenterosi per avviare forza-lavoro a costi irrisori.

Sembra essere andata così anche per 2.700 studenti, alcuni minorenni, di scuole alberghiere, i quali sarebbero stati irregolarmente impiegati in alberghi e ristoranti, sfruttando la formula dell'alternanza scuola-lavoro prevista dai programmi di studi. A creare il meccanismo di sfruttamente sarebbero state due società fittiziamente residenti all'estero: avrebbero prodotto un'evasione fiscale per un milione di euro.

Le pesanti accuse sarebbero emerse da una indagine su scala nazionale della Guardia di Finanza di Bassano del Grappa (Vicenza) che ha denunciato quattro persone per somministrazione fraudolenta di manodopera e altre due per frode fiscale. Le due società - con residenza fittizia a San Marino e in Svizzera, i cui titolari sono residenti nel bassanese, avrebbero violato le normative vigenti (che prevedono un rapporto diretto tra scuole e strutture di ristorazione e alberghiere), interponendosi illecitamente tra gli stessi istituti scolastici di Sicilia, Calabria, Puglia, Campania e Lazio, e ristoranti e alberghi di Trentino A.A., Veneto, Puglia, Sicilia, Umbria, Abruzzo, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Toscana e Sardegna.

I finanzieri - unitamente alla Direzione Territoriale del Lavoro di Vicenza, sotto il coordinamento della magistratura berica - hanno accertato un'evasione di un milione di euro e di altri 200 mila all'iva. Per la somministrazione fraudolenta di manodopera è prevista la sanzione pari a 70 euro per giorno d'impiego per studente e, considerato che ciascun studente è stato impiegato in media per quindici giorni, la sanzione potrà arrivare sino ad un massimo di 2,6 milioni.

Gli indagati, su richiesta dei ristoratori e albergatori, facevano sottoscrivere agli studenti una "lettera di incarico", con la quale veniva definito l'impiego, per un periodo determinato, di un numero di studenti occorrenti alle strutture di ristorazione e alberghiere, al costo di 60 euro per studente a settimana lavorativa.

"Per i finanzieri - scrive l'Ansa - si sarebbe così consentito ai ristoratori e albergatori di impiegare per le proprie necessità (soprattutto nei periodi di maggiore concentrazione di cerimonie) una forza lavoro a basso costo, senza oneri contributivi, con la conseguente illecita concorrenza a danno degli altri operatori del settore. Si sarebbe permesso, inoltre, alle due società di esercitare l'intermediazione abusiva di manodopera, ricavando ingenti guadagni sottratti completamente al fisco e avrebbe comportato, a volte, per gli studenti un'esperienza scolastica in laboratori esterni con profili non propriamente specialistici".

 
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Licei d'arte

Post n°3059 pubblicato il 22 Novembre 2014 da fabiana.giallosole
 

Da “OrizzonteScuola”


Nei Licei d'arte adesso conta più il sapere che il saper fare


di redazione

I Docenti di Arti applicate in esubero chiedono tutele al Governo. La contrazione delle ore di Laboratorio è un danno per la preparazione degli studenti, oltre a disegnare prospettive di mobilità per i lavoratori coinvolti (tabella A e D).

La trasformazione degli Istituti d'Arte, spesso di antica fondazione, in Licei d'arte e la conseguente riduzione delle attività didattiche dei laboratori, ne ha modificato fortemente l'impianto didattico e l'offerta formativa, fondata ora più sul sapere che sul saper fare. La conseguenza che si viene configurando il venir meno di opportunità formative per i giovani, quando non il loro sradicamento dalle realtà produttive dei territori, mentre si assiste all'esubero dei docenti delle discipline e dei laboratori artistici.

Si viene configurando per gli allievi - affermano i docenti - un deficit formativo palpabile nello specifico delle discipline artistiche che mostra la sua gravità se si mettono a confronto i piani orari del vecchio e del nuovo ordinamento1.

Inoltre l'antico legame che univa gli Istituti Statali d'Arte alle tradizioni artigianali locali e segnava l'identità storica e culturale dei territori, incardinandosi nell'uso e nelle tecniche di lavorazione delle materie prime, si va perdendo senza possibilità di recupero.

Mentre si afferma l'importanza della didattica laboratoriale, del saper fare e del Made in Italy nella formazione e per il rilancio dell'economia del paese, personale docente specializzato proprio in quei settori del nostro Design e del nostro artigianato che sono anche espressione di realtà produttive e tradizioni storiche legate ai territori viene posto ai margini della scuola e utilizzato come tappabuchi per la sostituzione dei colleghi assenti.

Dal 2008, con la istituzione dei "Nuovi Licei", i tagli nei quadri orari, la grave contrazione delle ore di Laboratorio e la formazione di classi "pollaio", molti docenti degli ex Istituti d'Arte2 (docenti di Laboratorio, Disegno professionale e Progettazione di Arti Applicate), con anni di esperienza didattica, entrano in esubero nella Provincia e sono sottoposti a trafile burocratiche, mobilità annuale d'ufficio e messa a disposizione nelle scuole. Non vi sono tutele per questi docenti.

In vista dell'attuazione del piano del Governo concernente la trasformazione dei posti di organico di fatto in posti di organico di diritto, gli Insegnanti atipici degli ex Istituti d'Arte attendono di poter rientrare in aula a svolgere il proprio lavoro, visto che essi entrano in esubero o vi permangono proprio a seguito dei tagli e del conseguente dimensionamento degli organici (organico di diritto) dovuti alla Legge n. 133 del 2008. Chiedono pertanto che il piano di ampliamento possa essere attuato entro febbraio, in tempo utile per le operazioni di mobilità al fine di consentire i trasferimenti a domanda su posti del nuovo organico di diritto.

I Docenti degli ex Istituti d'Arte in Dop chiedono le seguenti misure:

1) La revisione delle classi di concorso

2) Il Diritto al rientro in organico d'Istituto

3) Il blocco del monte orario per gli "insegnamenti atipici" a 16/18 ore

4) Il ripristino dello sdoppiamento delle classi nei Laboratori artistici, in vigore prima della Riforma Gelmini, funzionale a una migliore didattica e rispondente alle norme per la sicurezza

5) La rotazione dei Laboratori artistici nel primo Biennio svolta secondo un criterio modulare, nel pieno rispetto dell'offerta formativa della scuola

6) Garanzie per la continuità dei percorsi storicamente presenti nelle singole scuole

Note________________________________________________________

1 Si veda per esempio il Piano orario del primo Biennio del Liceo che prevede tre ore di Laboratorio artistico inteso come un "contenitore" di insegnamenti con funzione orientativa verso gli indirizzi attivi dal terzo anno. Il Piano orario del triennio dell'Istituto statale d'Arte prevedeva otto ore di Laboratorio d'indirizzo, affiancate da quattro di Disegno professionale. Consistenti tagli vi sono stati anche per le Discipline geometriche. La Geometria descrittiva è stata abolita come disciplina a sè insieme alla Tecnologia, altra materia cardine degli Istituti d'Arte.

2 Le discipline per l'insegnamento delle Arti Applicate negli Istituti d'Istruzione Artistica di Secondo grado (classi di concorso A e Tab. D) hanno le loro radici nei curricoli del vecchio ordinamento degli Istituti d'Arte, esaurito nell'anno scolastico 2013/14.

3 Per l'a. scol. 2014/15, nella Provincia di Napoli sono in esubero circa 50 docenti degli ex Istituti d'Arte (Cfr. Graduatorie def. Doc. dop, Prot. n.2479/1 Napoli, 28/08/2014).

4 Esistono già norme in materia che tuttavia vengono interpretate in modi diversi.

5 Il monte orario di questi laboratori artistici, che dovrebbero avere una funzione orientativa rispetto agli indirizzi che gli alunni possono scegliere a partire dal terzo anno, è distribuito spesso al solo scopo di completare le cattedre. Resta tuttavia difficile comprendere come possa attuarsi un efficace orientamento in sole tre ore settimanali, soprattutto negli istituti che hanno quattro o più indirizzi di studio nella propria offerta formativa.

 

 

 
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 CHI SIAMO

Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

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